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Autore: CacciatriceDiTramonti    23/02/2014    4 recensioni
[Braccialetti rossi]
La storia parla dei personaggi di Braccialetti Rossi che proseguono la loro vita una volta usciti dall'ospedale. In particolare la storia è centrata su Leo e su un nuovo personaggio che gli cambierà la vita: Francesca. Potrei aver scritto cose che in realtà non esistono o cose sbagliate, mi scuso in anticipo ma erano funzionali alla storia. Che altro dire, buona lettura a tutti!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Suonano alla porta. Sono solo in casa e devo alzarmi per andare a vedere chi è ma non mi va. Stavo così bene a sentire la musica sul letto. Mi porto dal letto sulla sedia a rotelle e in un attimo sono alla porta. Mi alzo in piedi e spio dall'occhiolino. Il mio cuore accelera all'improvviso, è Francesca. Apro subito la porta con l'intenzione di farmi indietro per farla entrare ma ho un solo maledettissimo piede.
<< Scusami Fra, un attimo >> dico dispiaciuto risedendomi sulla sedia e facendomi dietro trascinando con me la porta per lasciare entrare Francesca.
<< Ciao Leo! >> esclama sorridente e si china per baciarmi le guance.
<< Ciao >> le sorrido io rispondendo al bacio.
<< Tua sorella non c'è? >> mi chiede. E certo che mi chiede di lei, speravo forse fosse venuta per me?
<< No, è all'Università >> rispondo io cercando di non far trapelare quella stupida delusione che deriva da una mia illusione campata del tutto in aria.
<< Oh beh, ti dispiace mica se resto un po'? >> mi chiede. Mi dispiace?! << Ma che scherzi, prego vieni >> le dico gentile conducendola verso il divano mentre lei chiude la porta.
<< Leo..le tue nuove bambine! >> esclama entusiasta parandomi davanti le due stampelle che fino a quel momento aveva tenuto nascoste dietro la schiena. Ah già me le aveva promesse ecco perchè è qui. Subito scatto in piedi felice come un bimbo e afferro le stampelle me le fisso alle braccia e inizio a muovermi per la sala. Che sensazione fantastica, mi sembra quasi di camminare.
<< Oddio che bello Fra grazie mille mi hai fatto felice come un bimbo >> dico mentre mi muovo come un pazzo e mi sembra di essere veloce da morire.
<< Lo vedo Leo >> mi risponde lei sorridente, ma non è un sorriso di presa in giro, è un sorriso davvero profondo. Torno accanto a lei che si è poggiata in piedi sul divano e la imito e mi sento quasi normale.
<< Tutta un'altra cosa eh? >> mi dice e io annuisco, << sembra una cavolata ma per me è immensa davvero non so come ringraziarti >>
<< Mi stai già ringraziando essendo così felice Leo >> mi risponde e io rimango spiazzato. Di nuovo spiazzato da lei, come fa a lasciarmi a bocca aperta ogni volta non lo so.
<< Che c'è..t'aspettavi un prego? >> ride lei chiudendomi la bocca, che avevo lasciato aperta come un idiota, con un gesto delicato della mano. Scuoto la testa cercando di dimenticare la figuraccia appena fatta, << No è che..sei particolare >> confesso.
<< Particolare? >> ripete lei assumendo un cipiglio curioso.
<< Si cioè non ti tocca minimamente il fatto che io sia stato malato, che non abbia i capelli, che mi manchi metà della gamba e sia costretto su una sedia a rotelle. Non t'aspetti niente in cambio..da che pianeta vieni? >> le spiego. Lei mi si para davanti e mi guarda intensamente negli occhi. << Leo scusa ma tu non hai i tuoi amici Braccialetti Rossi? Loro si fanno problemi? >> mi dice con ovvietà.
<< No ma loro hanno.. >>
<< Avuto problemi come te? Lo so me lo hai detto, ma non bisogna essere malati per volere bene ad una persona che se lo merita Leo >> conclude lei per me e di nuovo mi zittisce.
<< E io..me lo merito? >> chiedo e deglutisco, sei troppo vicina Fra.
<< Certo che te lo meriti >> risponde sempre come se fosse ovvio. Sorrido continuando a sostenere il suo sguardo. Le offro qualcosa da bere e ci sediamo in cucina a parlare, ancora occhi negli occhi.
<< Allora hai scelto cosa fare? >> mi chiede mentre sorseggia il succo d'arancia.
<< Ho guardato l'università ma la telematica costa troppo noi tutti questi soldi non ce li abbiamo, e l'università normale non posso farla come faccio a frequentare? Non posso essere la coda di Asia per tutta la vita >> le spiego.
<< Senti..c'è una mia amica che è entrata ad un università un po' particolare. Praticamente se tu ti presenti con un idea buona loro ti ammettono e non paghi un centesimo. L'unica cosa è che è telematica ma in inglese perchè è in Svizzera e gli esami si fanno lì ma pagano tutto loro..vitto, alloggio, volo.. >> mi dice.
<< Si ma io non so l'inglese bene >> controbatto.
<< Bhe? Lo impari! L'idea ce l'hai? >> mi chiede lei di rimando.
<< No >> ammetto.
<< Concentrati su quello che ti piace o piacerebbe fare..cosa vorresti fare? >> mi chiede.
<< Camminare >> la voce mi esce senza che io abbia pensato nemmeno di rispondere, è il mio cuore che ha risposto per me. Francesca mi poggia una mano sulla mia, << E allora concentrati su questo e fatti venire un'idea >> mi dice stringendo il mio pugno nella sua piccola mano. Sorrido e mi viene già voglia di mettermi a lavoro, mi ha dato una scarica di adrenalina gigante. Mi alzo e vado in cameretta, prendo i fogli e i pennarelli e torno in cucina.
<< Voglio provare a vedere se ho un'idea >> spiego a Francesca, anche se non mi ha chiesto nulla, dal suo sguardo ho capito che stava per farlo.
<< Ah, ok, ti dispiace se studio qui? Sto zitta tanto >> mi chiede lei.
<< Per me puoi pure parlare >> dico fingendo indifferenza, in realtà adoro la sua voce e voglio che parli così da poterla sentire. Disegno me sul foglio col pennarello nero e col pennarello verde disegno la parte della gamba che mi manca.
<< Le hanno già inventate le protesi >> mi canzona Francesca.
<< Che si impiantano coi chiodi no? >> faccio io e lei annuisce in tutta conferma. Perfetto, posso inventare una protesi innovativa. Inizio a pensare e butto giù disegni, riferimenti, idee.
E' la voce di Asia che entra in cucina a riportarmi nel mondo reale. Ci fa notare che è già ora di cena, certo che il tempo è volato. Dopo avermi stampato un bacio sulla guancia chiede a Francesca cosa fa lì e lei subito inizia a raccontarle delle stampelle e dell'università svizzera e Asia come mi aspettavo sbianca.
<< Fra scusa vai un attimo in camera di Leo che devo parlare sola con lui? >> dice mia sorella, ha la voce tesa, si prospettano guai. Francesca fila in camera mia senza dire una parola.
<< Leo di questa cosa ne devi parlare con papà lo sai vero? >> mi dice severa, dio se è uguale a mamma.
<< papà?? >> quasi urlo << cosa vuoi che gliene freghi a papà?? >>
<< è tuo padre Leo, non posso decidere solo io >> urla Asia.
<< Asia io la faccio sta cosa, che tu voglia o no >> ringhio riprendendo fiato. Poi le volto le spalle e apro bruscamente la porta della mia cameretta. Francesca è seduta sul letto e si guarda le mani, sicuramente ha sentito tutto.
<< Esci >> ringhio pure a lei. Mi guarda sgranando gli occhioni, ma rimango sulla porta aperta aspettando che se ne vada.
<< Leo.. >> prova una volta che è davanti a me, ma io giro la faccia, voglio stare solo. Appena Francesca varca la soglia della stanza sbatto la porta e la chiudo a chiave. Mi butto sul letto prendendo a cazzotti il cuscino. Vaffanculo.

  
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