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Autore: _juliet    23/02/2014    2 recensioni
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I Nani scelgono un unico compagno per tutta la vita, restando al suo fianco per sempre. Se si innamorano di chi non possono avere, piuttosto che cercare qualcun altro, preferiscono vivere da soli. Cosa accadrebbe se, nella loro società, l'incesto fosse considerato un tabù punibile con la morte? Come reagirebbe il nuovo Re sotto la Montagna? La legge sarebbe davvero uguale per tutti?
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Violenza
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 – Capitolo 2 –


I tre Nani continuarono a insistere perché rientrasse e si lasciasse aiutare, cercando di convicerlo che si stava facendo del male inutilmente; ma Fíli non li ascoltava più. Avanzava in direzione di quella macchia colorata, incapace di fermarsi, ipnotizzato. Era come se una forza invisibile lo stesse attirando verso quel punto, come succedeva alle falene di fronte alla luce del focolare. Non avrebbe saputo spiegare come potesse essere certo di averlo trovato; lo sapeva e basta.
«Kíli!» gridò, gettandosi verso il tessuto blu, sepolto sotto un ammasso di cadaveri. Trascinò e spinse in malo modo i corpi viscidi e rigidi, liberando l'arciere dal suo guscio di morte. Abbassò lo sguardo sul desolato aspetto del fratello e avvertì una lama di ghiaccio trafiggergli il cuore: i vestiti laceri rivelavano molte ferite ed escoriazioni; grumi di sangue e fanghiglia sporcavano il viso tumefatto, gonfio di lividi; sotto il guanto, un palmo era aperto da un taglio tanto profondo da mostrare i tendini, come se, tentando di difendersi, Kíli avesse afferrato una lama con una mano; l'altra era chiusa a pugno intorno alla pietra runica. Fíli si sporse su di lui, per ripararlo dalla pioggia battente, e si dedicò ad un'attenta osservazione della freccia spezzata conficcata nell'addome di suo fratello. Cercando di ignorare l'impulso ad estrarla immediatamente, toccò la ferita con mani tremanti, per cercare di capire quale fosse l'entità dei danni interni. I suoi occhi si spostarono sul viso di Kíli, e si riscoprì ad ammirarne i lineamenti, spigolosi e bellissimi, di un pallore spettrale.
Il primo singhiozzo gli tolse il respiro. I suoi sensi percepivano solo la paura; poteva sentirne l'odore, il sapore, poteva toccarla. Un terrore gelido e inesorabile velò la sua vista e trasformò l'aria in un liquido denso che gli impediva di respirare. La sua mente era annebbiata e si rifiutava di capire, ma poi, bruscamente, da ogni parte, dalle profondità della terra, il dolore lo colpì e lo sommerse. Non riconosceva più nulla, esisteva solo il dolore. Non riusciva a capire che dolore fosse, gli risultava allo stesso tempo familiare ed estraneo; non sapeva se fosse nuovo o se si stesse rinnovando il dolore che aveva provato quando aveva perduto il padre. Ma, per suo padre, non aveva provato il desiderio di uccidersi che sentiva in quel momento.
«Avanti, Kíli» mormorò, premendo con le mani sul suo corpo, scuotendolo delicatamente. «Non farmi questo. Non lasciarmi in un mondo dove non riesco a trovarti.»


Thorin, poco lontano, osservava la scena con espressione neutra. Balin lo guardava, attraverso il velo di lacrime che annebbiava i suoi occhi, e si domandava come facesse a rimanere impassibile di fronte a quello spettacolo. Era vero, la morte era qualcosa che avevano messo in conto da molto tempo; quando erano partiti, tutti loro erano consapevoli dei rischi e della possibilità che l'impresa si trasformasse in un suicidio; morire sarebbe stato un prezzo irrisorio da pagare, per il riscatto del loro popolo. Ma era il ragazzo a giacere là, spezzato, abbandonato dalla furia della sua prima battaglia. Balin non riusciva a sopportarlo. Avrebbe preferito che Aulë reclamasse la sua vita.
«Kíli» un sussurro al suo fianco attirò la sua attenzione. Si asciugò gli occhi e si voltò verso Dwalin, credendo di trovare in lui la stessa disperazione che lo stava affliggendo, ma il fratello teneva lo sguardo puntato verso qualcun altro.
«Kíli» ripeté Thorin, in tono piatto. I suoi lineamenti severi e impassibili tremarono, deformandosi in un'espressione che ricordava la meraviglia. Le sue ginocchia cedettero prima che Balin e Dwalin potessero sorreggerlo, e cadde nel fango. Si guardò le mani, con orrore. «Mio nipote. Il mio ragazzo.»


Fíli tremava, il corpo scosso da dolorosi singhiozzi. Era inginocchiato accanto al corpo di suo fratello, incapace di alzarsi, incapace di distogliere lo sguardo da quel viso martoriato. Si allungò su di lui e gli prese la mano, liberando la pietra runica dalla morsa delle dita; sfilò con attenzione il guanto e si portò il palmo alle labbra, baciò le vene scure del polso. Kíli era livido, immobile. Non l'avrebbe ritrovato, non poteva più; l'aveva perso per sempre. Una nuova ondata di dolore lo travolse; la disperazione era tanto intensa che annullava tutti i suoi sensi. Mormorando parole inutili, accarezzò il volto tumefatto, cercando di ripulirlo dai grumi di sangue; scostò le ciocche scure, teneramente, con cura, come se non volesse svegliarlo da un sonno pacifico. Si chinò, fino a toccare la fronte di Kíli con le labbra, e pianse contro la sua pelle.
Stava per costringere se stesso ad alzarsi e raggiungere gli altri Nani, quando un'informazione che, in un primo momento, aveva classificato come insignificante si fece strada in lui dalle profondità della sua mente: la fronte di Kíli scottava. Fíli esitò, temendo che il suo corpo stesse cominciando a risentire seriamente della spossatezza e delle ferite; ma il vortice di emozioni si era risvegliato in lui e pesava sul suo cuore. Infine, deglutì sonoramente e baciò nuovamente la pelle del fratello, cercando di concentrare tutte le sue facoltà sensoriali nelle labbra; si ritrasse immediatamente dal contatto, allontanandosi di scatto. Kíli era stato a lungo all'aperto, sotto una pioggia gelida e impietosa, ma la sua fronte era calda.
Con mani tremanti, freneticamente, Fíli lacerò ciò che restava del cappuccio del fratello e premette due dita sulla sua gola, in trepidante attesa. Impiegò alcuni minuti per isolarsi dallo scroscio dell'acquazzone, dalle urla di chi cercava feriti e da tutti i rumori che lo circondavano ma, improvvisamente, la percepì: una leggera pressione contro i suoi polpastrelli. Tuffò il viso nel petto di Kíli, faticando a contenere il vortice dentro di sé. Il battito era fievole e lento, ma c'era; concentrandosi, riuscì addirittura ad avvertire la cassa toracica gonfiarsi lievemente.
«Respira» mormorò. Il torrente di emozioni contrastanti si annodò più strettamente intorno ai suoi polmoni, togliendogli il fiato e gonfiando la sua gola di lacrime. Un moto di sollievo gli fece girare la testa, dandogli la nausea. «Respira!» urlò, con voce roca.
I tre Nani più anziani rimasero immobili per alcuni lunghi istanti, poi Balin sussultò e si lanciò, zoppicando, verso la tenda dei guaritori, gridando che c'era bisogno di aiuto, avevano trovato un ferito. Bofur gli corse incontro, gli domandò qualcosa e, al cenno affermativo del figlio di Fundin, cadde in ginocchio e rivolse il viso al cielo. Dwalin attese, girato di spalle, che Scudodiquercia si ricomponesse, poi lo issò senza sforzo e lo aiutò ad allontanarsi, mormorando qualche parola di conforto.
Fíli scalciò qualche altro cadavere, creando spazio per i soccorsi che sarebbero arrivati a momenti; raccolse la pietra runica e la ripulì contro i suoi calzoni, prima di riporla in tasca. Si chinò sul ferito, baciò la sua fronte, il suo mento, i suoi capelli. Accarezzò il viso livido, tenendolo fra le mani come se fosse qualcosa di prezioso, di fragile. Suo fratello, il suo bambino, il suo amore. «Respira» pianse, sottovoce, contro la sua pelle. Non sapeva più a chi lo stesse dicendo; a se stesso, al mondo, a Kíli.
Quando Balin, Bofur e i guaritori li raggiunsero, i due erano avvinghiati in un abbraccio così disperato che non riuscirono in alcun modo a separarli.

 

_____________________

NdA:
Bene, bene, bene. Con sorpresa di tutti (?), scopriamo che Kíli è vivo C: ma in che condizioni sarà? Come al solito, pareri, consigli, insulti sono i benvenuti, ma mi riservo di rispondervi male, se esagerate ;)

  
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