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Autore: tsubasa_rukia3    23/02/2014    1 recensioni
.. -se fossi normale questa storia non esisterebbe nemmeno. Non sono umana, tranquilli, non sono un fantasma o un demone, nemmeno un licantropo se è per questo (puzzano troppo per i miei gusti). Sono un vampiro, ok, ora potete pure scappare urlando il perdono di Dio e buttandomi croci e aglio ect. ect.- tratto dal testo.
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La storia è stata corretta e aggiustata, nessun cambiamento drastico sulla storia o dei personaggi.
Sarei felice di sapere i vostri pareri e, inoltre, la storia continua: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2507713
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Profumo di fiori
 
Il giaciglio improvvisato le sembrò migliore di qualsiasi letto di alta classe in cui avesse dormito. Sospirò e regolò il battito del suo cuore, fino a renderlo un ritmo lento e costante. Quando finalmente si addormentò, iniziò a sognare.
Correva nell’oscura foresta di pietra, i rami di quei arbusti senza vita sembrarono artigli pronti ad afferrarla per la lunga chioma e procurarle dolore con immensa gioia. Il freddo iniziò ad accarezzarla dai piedi, e come se un amante si facesse strada fra le membra con carezze lente e volubili, la pelle reagì contraendosi. Quel freddo non fece altro che rendere il terreno su cui correva più duro e freddo.
Qualcosa cambiò e il terreno si fece meno arido e duro. Una sensazione di calore le arrivò dalle spalle e dal suo viso. Automaticamente si rilassò e finalmente vide la fine di quel bosco tetro, sbucando su un prato lucente di smeraldo.
Controvoglia aprì gli occhi appena avvertì i primi raggi del sole raggiungere l’orizzonte, non c’era bisogno che lo guardasse o dovesse cercare conferma, lei lo sapeva. Fece battere il cuore in modo crescente finché i suoi occhi non si aprirono su una strana parete.
Una parete? Si accorse che quel muro si ampliava e restringeva abbastanza regolarmente. Lo toccò e lo trovò caldo come quello strano calore che l’aveva rilassata nel sogno. Alzò la testa e vide Adam, riconobbe l’addome e le sue braccia che la cingevano in un abbraccio.
Immediatamente, come di riflesso, un colpo di mani dritto in testa lo buttò per terra.
«Non c’è bisogno di questa violenza», esclamò mezzo assonnato.
«Che cosa ci facevi sotto le coperte insieme a me?!» con tono acuto ribatté la donna.
«Avevo freddo», bofonchiò come se fosse la cosa più logica da dire mentre si sedette.
« Avete il sacco a pelo!» contestò Sara.
«E faceva ancora freddo».
«Ho capito! Ma non vuol dire che mi devi saltare addosso!»
«Un momento! Non dipingermi come un pervertito! Ho semplicemente cercato una fonte di calore e non mi pare di aver fatto qualcosa di male…» ribatté irritato.
«C’era il camino acceso!»
«Non emana calore quella fiamma!» ribatté.
Sara sospirò, discutere di prima mattina non è una bella cosa. Si levò le coperte e uscì fuori indignata. Un pensiero la fulminò. Spalancò la porta e urlò: «Anzi, non sono io a dovermene andare! Sei tu! Questa è mia! Esci fuori per due ore».
«No». Quella negazione pronunciata in modo così secco spezzò qualcosa dentro di lei. Probabilmente l’autocontrollo.
 
Adam non capì, come durante l’assalto, un attimo prima stava seduto sul pavimento dentro il rifugio e il secondo dopo era seduto sull’erba fresca del mattino con la porta chiusa che lo osservava.
Chissà che tipo di oblige deve usare per mantenere questo potere, pensò con un sorriso sulle labbra. Guardò la sua mano sinistra, da quando le aveva infilato quell’anello nell’anulare non era più riuscito a toglierlo, anche provare a danneggiarlo non ha funzionato, e la reazione della ragazza significava che lei era ancora innocente sotto quel punto di vista. Quel pensiero lo fece sorridere.
Credo che una pausa ogni tanto non guasti. Si alzò e scese verso gli alberi, dopotutto bisogna sempre mangiare dopo aver fatto delle attività importanti e da ieri non aveva ancora toccato cibo. Se riesco a trovare una lepre mi ritengo fortunato.
 
Sara si chiuse in un bozzolo di coperte e urlò addosso al cuscino tutta la sua frustrazione. Perché era scossa per una sciocchezza del genere?! Capiva che dopo un po’ di anni che dormiva da sola era traumatico trovarsi qualcuno sotto le proprie coperte. Anche se dovette ammettere che non le dispiaceva… No! Cosa si stava mettendo in testa! Sospirò e controllò il suo cuore diventato agitato. Si riaddormentò e quando sentì la presenza di qualcuno dentro la stanza si allarmò, ma solo per un attimo poiché dall’odore riconobbe Adam. Si sentì strana, e tutta contenta provando una sensazione di calore lo abbracciò tirandolo disteso vicino a lei. Lo strinse come faceva da bambina con il suo peluche di stoffa.
«Benny… Come sei fresca…» farfugliò.
«Ohi, che cosa stai facendo!» esclamò sorpreso Adam. In qualche modo riuscì a girarsi ritrovandosi col suo volto sopra la sua testa. La trovò stranamente rossa, per istinto le toccò la fronte e la trovò calda.
«Un vampiro con la febbre? Stiamo scherzando?!», era sorpreso. Non si è mai sentito di un vampiro con la febbre! Almeno lui non l’aveva visto… Che fosse una cosa normale per le femmine della sua specie? O variava da individuo a individuo?
La presa di Sara si fece leggermente più stretta per poi diventare debole. Si addormentò con il sorriso sulle labbra. Riuscì a liberarsi da quell’attacco a sorpresa. Si sedette sulla sedia e la posizionò davanti a lei. Sbuffò, ora doveva fare anche da baby-sitter.
Vegliò su di lei, decidendo di trattarla come per un umano, bagnandole la fronte con l’acqua fredda e dandole da bere. Sebbene lo facesse lei non si svegliò se non per fare i suoi bisogni, cosa che fece da sola, ma quando tornò dentro il rifugio lo guardava sempre intontita e ricadeva nel letto.
Qual è il problema? Adam non lo capì e se la cosa continuava così avrebbe dovuto abbandonarla, mai caricarsi di cose che potrebbero rallentare o ostacolare il cammino. Un indizio arrivò la terza notte quando dopo essere tornata dai suoi bisogni, sembrava in stato di trans quando lo faceva: si avvicinò col volto al suo collo.
«Che buon profumo…», sussurrò con voce estremamente sensuale per le sue orecchie. Lo lasciò sorpreso e ancora di più quando gli svenne addosso.
«Io sono quello dal buon profumo? Non scherziamo, sono ore che emani questo profumo di fiori che da’ alla testa…» sussurrò frustato.


 
  
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