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Autore: lovelylogan    24/02/2014    2 recensioni
Avevo solo bisogno di aiuto e loro sono riusciti a salvarmi
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'James, muoviti, facciamo tardi' Era sempre la stessa cantilena, ogni mattina.

Ero appoggiata con la schiena alla porta, tamburellando i piedi con gli occhi chiusi. Stavo dormendo letteralmente in piedi.

Sentì mio fratello sbattere la porta di camera sua e calpestare violenetemente gli scalini.

'Si, ci sono, andiamo' Rispose poi, con il fiatone.

'Le chiavi?' Gli chiesi, aprendo un occhio sorridendo, come se sapessi già la sua risposta.

'Giusto' Rispose alzando l'indice al cielo e correndo in cucina, dove le aveva lasciate.

Uscimmo ed entrammo nella macchina di James.

Erano quasi le otto e non era nemmeno passata una settimana di scuola.

Io frequentavo il terzo anno, mentre mio fratello, il quinto. Non mi sentivo a mio agio al liceo, anzi, passavo i miei giorni pranzando da sola o rimanendo in classe durante le ricreazioni. In tre anni non mi sono fatta amici e penso di non desiderarne, anche perchè gli altri non volevano la 'depressa' nella propria lista di amici. Si, esatto, 'depressa' era il mio soprannome. Mio fratello era 'niente' o 'grassone' e questo mi faceva urtare il sistema nervoso, perchè James non è grasso, no.

Arrivammo precisi a scuola. Corsi nell'aula di biologia; per fortuna la professoressa non era ancora entrata.

Mi sedetti all'ultimo banco, come sempre, buttando lo zaino dalla parte sinistra della mia sedia. Tutti continuavano a chiacchierare. Io riposi i libri, il diario e l'astuccio sul banco. Nessuno si voleva sedere accanto a me, nessuno mi augurava mai il buongiorno, nessuno mi invitava alle proprie feste.

Le ore di biologia, quella di algebra e quella di inglese le passai disegnando su un foglio strappato. Non erano disegni precisi, più che altro c'erano frasi, disegni astratti.La psicologa ha detto che penso troppo, mi faccio troppi problemi, che sono distrutta da ansia e paura. Forse ha ragione..

Non vado bene a scuola, non studio, passo il mio tempo ascoltando musica, scrivendo, non ho amici. Ho solo mio fratello e mia madre..'mia madre' per modo di dire.Tiene più al pesce rosso che a me e a James. Da quando papà è morto lei non è più..beh, lei. E' sempre fuori, torna ubriaca ogni notte, fuma e giusto ieri sera ho trovato della marijuana nel suo cassetto, sotto i calzini.Mi preoccupa, tantissimo, ma non si lascia aiutare da una 'mocciosa'..

All'ora di pranzo mi sedetti in un tavolo differente dal solito, dato che il mio lo avevano già occupato quelli del quinto anno e dato che erano giocatori di hockey non volevo affatto creare una discussione come di solito faccio con i ragazzi più piccoli o i secchioni o il club dei matematici.

Vidi due tavoli più lontani del mio James con quattro ragazzi. Mio fratello con degli amici? Wow.

Volevo andarlo ad abbracciare. Ha sempre sofferto per tutto questo: per i suoi assurdi soprannomi, per la solitudine, per il fatto di non piacere ad anima viva, per mamma....

Lo guardai e si girò, verso di me. Gli sorrisi, a trentadue denti e lui rise, attirando i suoi amici a girarsi nella direzione del mio tavolo. Abbassai, imabarazzata, lo sguardo sulla mia mela.

Sentì delle risate.

Dopo cinque minuti ebbi il coraggio di guardare. Non mi guardavano più eccetto uno; uno dei due gemelli, a quanto pare. Aveva un piercing sul labbro, decisamente invitante e uno sguardo molto più che attraente. Mi sorrise e agitò la mano destra, come per salutarmi. Feci lo stesso, accennando un sorriso, ma senza mostrare i denti.

Mi aggeggiai le mani, giocando con l'anellino che mio padre mi aveva regalato tre anni fa, per San Valentino.

Il gruppo di mio fratello si alzò, compreso lui. Il ragazzo più alto picchiettò sulla spalla del ragazzo che mi stava guardando. Sembravano quasi fratelli.

Presi il cellulare ed andai su twitter, quando ad un tratto James mi baciò la guancia facendomi sobbalzare, creando una risata nel suo gruppetto.

I gemelli erano tenerissimi, giuro.

'Beth, possiamo mangiare con te?' Notai che tutti e cinque avevano un vassoio, in effetti, ancora ben pieno, specialmente quello del ragazzotto biondo, anche lui bellissimo come il sole.

Sorrisi annuendo. Mi sentivo bruciare le guance, e il ragazzo più grande, mi diede un buffetto su una di esse.

'Io sono Beau, piacere' Gli sorrisi, ma non gli risposi.

'Loro sono Daniel' Mi indicò il biondo, che accennò una risata quasi di vergogna.

'E loro sono i miei fratelli, Jai e Luke' Sapevo che erano fratelli.

'Piacere' Sussurrai, fissando i tatuaggi che avevano.

Appena Jai se ne accorse rise. 'Ti piacciono?'

Mi sentì sprofondare.

'Oh..beh, si, ne vorrei anche io così tanti..vero James?'

'Non te ne farai nemmeno uno, sappilo'

Risero. Li avevo fatti ridere? Avevo fatto ridere delle persone? Oh santo cielo.

'Eddai James, secondo me le starebbero benissimo' Aggiunse Luke, guardandomi.

Era fastidiosamente perfetto, mi dava quasi noia.

'No, forse quando compirai diciotto anni, va bene?'

'Perfetto'

Si sedettero tutti. Luke accanto a me. Mentre si sedeva fissava Beau, stringendo le labbra, mentre il fratello sembrava soddisfatto.

Jai era accanto a Luke, Daniel accanto a mio fratello.

Mi ero appena fatta quattro nuovi amici, aiuto, che cosa super strana..

Li fissai, uno per uno. Beau era affascinante.

'La mangi quella mela?' Mi chiese poi, Jai, facendomi tornare alla realtà.

'No, tieni'

Gliela passai. Ma non la prese subito. Mi continuava a fissare il braccio, come se avessi un ragno enorme o un insetto o..dei tagli.

Tirai indietro il braccio, costringendolo a prendere al volo la mela. Mi infilai la felpa che avevo preso a mio fratello, anche se c'erano sui 36 gradi.

'Ti fa freddo?' Chiese Daniel.

'Ssi' Dissi balbettando 'Mi sento un po' di febbre'

'Ti accompagno in infermeria' Propose Jai, alzandosi e porgendomi la sua mano, che in confronto alla mia era grandissima.

Forse era il momento perfetto per sfogarmi, forse avevo trovato un vero amico, un diario segreto.

Accettai e mi tirò su.

'Chiamami se ci sono problemi tesoro' Sussurrò mio fratello. Lui lo sapeva.

Jai mi stringeva la mano sempre di più, ma non mi rivolgeva la parola. Mi portò nel bagno delle ragazze. Ci chiudemmo in uno di essi e mi fece sedere sul gabinetto, tirandomi su la manica sinistra della mia felpa.

Passò il suo indice su ogni taglio, poi ci passò le umide labbra. Mi salì un brivido.

'Raccontami' Si sedette in ginocchio davanti a me, io accavallai le gambe.

'Sto male Jai, tutto qua' Avevo già il magone in gola, parlavo a stento.

'Raccontami, ho detto'

'Mia madre si droga, non c'è mai, non ho amici, vado male a scuola, sono brutta, grassa.'

Gli scappò una risata e poi mi abbracciò fortissimo. Ricambiai il gesto e lì mi baciò la guancia.

Era la dolcezza quel ragazzo.

'Non devi farti del male, perchè sì, tagliandoti ti fai del male, non puoi sentirti meglio in questa maniera'

Sembrava quasi che si arrampicasse sugli specchi, non sapeva cosa dire e non lo biasimavo affatto.

'Jai, non importa, davvero' Mi alzai, ma mi fece risedere.

Mancavano venti minuti al suono della campanella.

'Beth, ascoltami. Hai bisogno di aiuto.'

'Frequento già tre psicologhe e sono stata in ospedale.' Buttai tutto fuori d'un fiato.

Non sapeva cosa dire.

'Andiamo' Sospirai, asciugando una lacrima che era riuscita a scappare. 'James si starà preoccupando.' Mi fece passare, poi si alzò.

'E comunque grazie..' Dissi

'Per cosa?' Sembrava scocciato

'Per..per essere amico del mio fratellone'

Sorrise e mi abbracciò.

Affondai nella sua felpa nera, con un maiale rosa sopra. Se me la fossi messa io sarei sembrata un'obesona del cazzo, ma a lui stava praticamente alla perfezione. Era così bello.

'Grazie davvero'

Mi scappò un'altra lacrima e Jai mi baciò sulla fronte, asciugandomi con il pollice essa..

Tornammo alla mensa, mano nella mano.

Luke lo fissava e non smetteva.

Beau sembrava furioso.

Mi fece sedere.

'Hai pianto, Beth?' Mi chiese gentilemente poi Daniel.

'Si..'

'Come mai?' Interruppe James, fissando Jai che non aspettava altro che la mia risposta, ovvero, una bugia.

'Beh, mi hanno fatto una puntura al braccio.'

'Capito'

Sembrò crederci e questo mi fece salire un po' l'autostima, dato che a mentire facevo terribilmente schifo.

La campanella suonò. Andai al corso di storia dopo aver salutato i ragazzi. Dopodichè passai le ultime due ore in panchina a ginnastica con la scusa di avere il ciclo.

Uscimmo e nel parcheggio, aspettai James.

Quando lo vidi arrivare era affiancato dai ragazzi.

'Ci sono solo quattro posti in macchina.' Affermò James 'Dunque, uno di voi dovrà sopportarsi mia sorella in braccio.'

Sentì una vampata di calore sul volto.

'Oppure..?' Incitai mio fratello.

'Uno di voi viene a piedi' Rise.

Stavo per accettare ma poi salì in macchina.

Era un pick up, potevo stare fuori di esso, ma sarei sembrata una psicopatica.

Beau salì davanti, accanto a mio fratello.

'Vi avverto, peso, quindi, scegliete bene.' Risero, facendo entrare Luke per primo, che mi fece cenno di salire sulle sue gambe.

Sorrisi e mi accasciai su di lui. Sentii che mi stava toccando i capelli, ma non volli metterlo in imbarazzo. Jai si sedette accanto a noi e mi accarezzò una mano. Luke smise di toccarmi. Daniel, invece, si infilò le cuffie. Genio. Magari avessi portato le cuffie stamani mattina.

  
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