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Autore: _Cthylla_    24/02/2014    4 recensioni
[ COMPLETA ]
Spezzato il patto, i problemi non sono ancora finiti per la nostra Emerald! Una svolta inaspettata nella sua vita e in quella di altre due ragazze, infatti...
Dal capitolo 6:
"Vuoto. Curioso.
Non appagata la giovane Lancaster tirò fuori l’intero cassetto per verificare se ci fosse qualcosa dietro, o sotto.
«niente. Eppure la cosa non mi convince…» bussò leggermente contro il fondo dell’armadio.
Che suonò a vuoto.
«ah-ha. Un doppio fondo. Mi sa che ho beccato il nascondiglio dei giocattoli» bisbigliò, tastando con le mani guantate per trovare l’apertura. Rimosso il pannello di legno però si trovò davanti una specie di cassaforte in acciaio con uno schermo ed una piccola tastiera alfanumerica sotto.
Ma che diavolo aveva Robin Mask da nascondere?!"
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kevin Mask, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi di smeraldo'
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«ricordi il tuo primo incubo?»

Era il classico benvenuto che gli istruttori - Robin Mask per la precisione - davano ai nuovi allievi al loro arrivo. O anche a quelli che venivano in aggiornamento.

Ma se tale frase alquanto cupa generò in Roxanne un enorme aumento dell’ansia, un’espressione preoccupata in Jacqueline, ed un’espressione seria sui volti di Fiona ed Anubi Crea…

«lo rivivrai ancora, stando tra questa mura…» anticipò Kirika piano in falsetto e con espressione annoiata «sempre la stessa solfa».

«lo rivivrai ancora, stando tra questa mura…»

«quindi significa che qui da qualche parte ci sono dei marshmallow giganti che camminano? Not bad!»

…lo stesso non si poteva dire né per la demonessa né per Emerald J.V.P. Lancaster. Non erano i discorsi minacciosi a spaventarle.

Kirika poi l’aveva già sentito una volta ed era ancora lì. L’irrequieta chojiin del Pianeta dei Demoni, al di là dei discorsi di avvertimento che aveva fatto alle nuove arrivate, ricordava i propri trascorsi nella Scuola quasi divertita.

Gli istruttori le avevano fatto passare le pene dell’inferno nel tentativo di domarla, lei, la figlia del leader degli Psycho Chojiin, Yama Khan…ma anche lei non aveva fatto passare loro ore liete. E nonostante le punizioni, aveva sempre continuato testardamente a trasgredire regole su regole.

Era quella l’idea della demonessa, che le regole erano fatte per essere infrante, i miti erano fatti per essere sfatati, ed i palloni gonfiati come Robin Mask e compagnia erano fatti per essere sgonfiati da qualcuno più pungente di loro.

Fu per questo che, unica in tutto il gruppo di ragazze nonché in tutta la  stanza dove si trovavano, rise sguaiatamente alla battuta con la quale la Lancaster aveva rovinato il benvenuto di Robin Mask. Eh si, la ragazzina aveva fegato, ed era sfacciata come piacevano a lei. Si chiese solo quanto tutto ciò avrebbe durato, chi avrebbe avuto ragione di chi; Emerald su quei vecchiardi, o i vecchiardi su Emerald?

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah, buona questa!»

“comincia male” pensò Fiona “c’è Robin Mask che la sta guardando come se volesse ucciderla”.

«…era proprio necessario?!» sbottò Jacqueline.

«è colpa mia se nel mio primo incubo c’erano dei marshmallow giganti?»

«mh, e poi com’è finito, Lancaster?» le domandò Kirika.

«come vuoi che sia finito? Li ho mangiati!»

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah!»

«la Scuola di Ercole è un luogo serio le cui prove vanno affrontate, dunque, con il massimo impegno. Forse non ti è ancora chiaro, Emerald, ma lo sarà presto».

Ramenman era stato pacato, ma anche freddo e deciso. Non del tipo che faceva girare le scatole ad Hammy, comunque, che si era resa conto che probabilmente non sarebbero stati in molti ad apprezzare il racconto sui marshmallow.

«right, Mr. Ramenman».

«e vi metteremmo immediatamente al lavoro se…che perdita di tempo…» borbottò Buffaloman «se il direttore, il signor MacMadd, non avesse concesso ai giornalisti di intervistare voi ed anche alcuni di noi istruttori. La costituzione di un gruppo di supereroine è qualcosa di completamente inedito nella Muscle League…»

«inedito nonché totalmente inutile dal mio punto di vista» aggiunse freddamente Robin.

«a prendere le decisioni però sono io, qui» disse Vance MacMadd sbucando fuori dall’ombra e dirigendosi vicino alle ragazze «fatto buon viaggio?»

L’aveva chiesto a tutte, ma guardava Emerald. Va’ a capire perchè.

«si si, normale…»

Roxanne si fece ancora più piccola. Lei non era una vigliacca, ma per una ragazza qualunque quale era lei la situazione in cui si trovava poteva risultare decisamente stressante. Per cui Emerald fu lesta e poggiarle una mano sulla spalla facendole un piccolo sorriso d’incoraggiamento, che lei ricambiò prontamente.

«potevi mandare un’astronave migliore» sbuffò Jacqueline all’indirizzo di suo padre «più veloce, più lussuosa, e con almeno uno specchio».

«il budget è quello che è, lo sai» ribatté Vance, evitando di dirle che erano appena arrivati cinque nuovi milioni sul conto della Scuola, dei quali si era intascato almeno il 95% «Emerald, ad intervista conclusa sarebbe il caso che contattassi tuo padre…»

«che cosa?! è contro le regole!» protestò subito Buffaloman.

«silenzio! L’ho già detto che qui a prendere decisioni sono io!» ribatté MacMadd «come stavo dicendo, che chiamassi tuo padre per dirgli che è tutto a posto. Cosa che farai anche prima del coprifuoco. Entrambe le volte avrai venti minuti. D’accordo?»

Le chojiin, Jacqueline e Roxanne erano tutte un po’sorprese da questo fatto. Non che non capissero che, dopo l’incidente, Howard Lancaster fosse decisamente in ansia per la figlia. L’incontro di finale poi l’avevano visto tutte, e si erano rese bene conto dell’attaccamento dell’inglese verso la figlia; tutto quel putiferio l’aveva fatto perché Warsman, a suo dire, le aveva messo le mani addosso. Roxanne in particolare sapendo quel che c’era sotto comprendeva ancora meglio che sapendo la propria figlia nelle mani di Robin Mask, Howard fosse giustamente preoccupato.

Ma non erano proprio felicissime di questa leggera disparità di trattamento, pure se in fondo si trattava di un paio di telefonate al giorno.

Solo a Kirika e Jacqueline non fregava proprio niente, dato che la demonessa quell’idiota quasi -suicida di suo padre meno lo sentiva meglio era, e Jacqueline il suo, di padre, lo aveva lì.

«ah, quindi posso telefonare sul serio?»

«ah-ha. E mi raccomando…”va tutto bene, non succede niente di anomalo, non c’è di che preoccuparsi”. Di’ così a tuo padre» sollevò le sopracciglia inesistenti ed annuì velocemente con la testa «di’ così, mh?»

Crea e Fiona si scambiarono un’occhiata, chiedendosi entrambe

a) quanti milioni stavolta Howard H.R.J. Lancaster avesse offerto a Vance MacMadd.

b) se avesse minacciato di radere al suolo la Scuola di Ercole se lui ed Emerald non avessero potuto sentirsi!

«beh, finora effettivamente è andato tutto bene».

«altre clausole speciali, MacMadd? Ore di allenamento dimezzate, una stanza superlusso?» chiese Ramenman con una punta di sarcasmo. Era un altro che detestava favoritismi e trattamenti speciali di quel genere. Un conto era se si trattava di intervenire più intensamente su qualche allievo/a che restava indietro per aiutarlo/a a tirare fuori le proprie potenzialità, un altro trattarlo/a come un principe o una principessa.

«no, no, che dimezzamenti e stanze superlusso?!» esclamò Emerald incrociando le braccia «voglio allenarmi come tutte le altre, io. Sono qui per diventare una chojiin, non per passare l’aria. Se avessi voluto passare l’aria sarei rimasta a Tokyo».

“mh. Ecco, già va meglio” pensò l’orientale “se non altro dicendo così dimostra di voler fare sul serio al di là dell’iperprotettività di suo padre”.

Ramenman era un altro di quelli che non avrebbe mai dimenticato. Così come anche Buffaloman.

«infatti così sarà. Niente privilegi principeschi. Solo queste due telefonate giornaliere…nient’altro» disse rapidamente Vance.

«ok».

Robin Mask non aveva più detto una parola, sapendo che altrimenti sarebbe esploso indignato. Ok, erano solo due telefonate. Ok, la ragazza eccetto quelle sembrava non desiderare altri privilegi.

Ma per lui, quello era già più che troppo.

Da quando aveva visto l’Olap ribaltata…annullata in un modo così stupido…il nome della sua famiglia nuovamente macchiato, non solo dai Kinniku ma anche da Howard Lancaster, dai Lancaster, non era riuscito a pensare ad altro che ad una vendetta. Proprio come gli succedeva una volta con Suguru Kinniku, King Muscle, prima di iniziare ad imparare a rispettarlo.

I Lancaster avevano lasciato davvero la sua famiglia senza niente, ed avevano usato un Kinniku come strumento. Oltre al danno la beffa, la beffa suprema…imperdonabile.

Imperdonabile.

Che Howard Lancaster lo facesse pure ammazzare, dopo. Che distruggesse pure la Scuola, se ci teneva tanto. Ma lui si sarebbe preso la sua vendetta colpendolo dove gli faceva male, ossia angariando in ogni modo la sua amata figlioletta che oltretutto sembrava proprio non aver capito in che situazione si trovava. Ma l’avrebbe capito presto, perché l’avrebbe ridotta uno straccio.

Sarebbe uscita da quella scuola come l’ombra di quella che era…se ne fosse mai uscita. E poco gli importava anche che stesse con suo figlio.

“figlio”.

Era costretto a chiamare figlio quel fallito, Cristo.

Lui e gli altri erano tanto impegnati a dare il “benvenuto” da non accorgersi che i giornalisti di cui parlava MacMadd si stavano avvicinando di soppiatto con cineprese, microfoni e fotocamere per poter riprendere la situazione “al naturale”. Senza strani costrutti.

Aki Azumaya in particolare era convinta che davanti alle telecamere si sarebbero mostrati tutti tanto entusiasti, carini e gentili. E falsi.

«dai dai…andiamo…non facciamoci scoprire…»

Quel che voleva lei invece era la verità. Che in quel caso, stranamente, sarebbe stata di certo molto più succosa che un bel pettegolezzo che aveva ben poco di vero ma molto di scandaloso.

«Aki…penso che siamo abbastanza vicini» bisbigliò un cameraman.

«si, infatti questo posto è perfetto. Mh, mi sembrano tesi…vediamo che succede».

«ah…Mr. MacMadd? Un’altra cosa. È un problema se mi tengo questa?» disse Emerald tirando fuori la doppietta dal marsupio, facendo indietreggiare Vance.

«è proibito anche tenere armi dentro la scuola!» sbottò Buffaloman.

«è scarica, Mr., e veramente credo di aver pure dimenticato i proiettili sulla Terra, solo che per me è un portafortuna».

«è sempre un’arma!»

«…però scarica è meno pericolosa delle corna che ha lei sul capo, a dirla tutta. Massimo che posso fare è darla in testa a qualcuno».

«…si è portata dietro la pistola?» allibì Roxanne.

«dici che è scarica davvero?» Anubi Crea aveva qualche dubbio in proposito.

«se l’ha detto dovrebbe essere vero, anche perché gli istruttori potrebbero chiederle di disinserire la sicura e premere il grilletto per verificarlo» osservò Fiona «al di là dei significati simbolici, comunque, non ha torto a dire che forse una pistola scarica è meno pericolosa delle corna di Buffaloman».

«giustappunto, Emerald, se è scarica non dovresti avere problemi a fare quel che ha detto Fiona» la esortò sempre pacatamente Ramenman, al che la ragazza fece spallucce, tolse la sicura, e sotto gli occhi allibiti di tutti se la puntò alla testa premendo il grilletto sei volte.

«scarica. Visto?»

«sei impazzita?!! E se ce ne fosse stato uno?!!» urlò MacMadd pallido come uno straccio all’idea della reazione di Lancaster padre.

«lo saprò io se la mia pistola è scarica o meno!»

«…quella della quasi totalità degli uomini di qui lo è di sicuro» disse sarcastica Kirika, e stavolta fu Emerald a darle sostegno con una risata.

«uff, ma ti ci metti anche tu?» Crea alzò gli occhi al cielo.

«allora Mr. MacMadd la posso tenere si o no?» tornò a domandare Hammy.

Roxanne non riusciva proprio a capirla quella ragazza. Sapendo che a parte due telefonate non avrebbe avuto privilegi di sorta avrebbe dovuto essere spaventata, e vedendo come la guardava Robin Mask avrebbe dovuto esserlo il triplo, e invece scherzava con quella demonessa dalla quale lei, dal canto suo, avrebbe fatto in modo di stare più lontana che poteva.

«beh a questo punto penso che tu possa tenerl-»

«no, affatto!» esplose infine Robin, che non ne poteva più di quel teatrino. Rapidamente si avvicinò la ragazza, con la mano tesa «dammela ».

L’unica reazione di Emerald in quel caso fu un guizzo divertito negli occhi smeraldini, mentre le altre -eccetto Kirika che si stava trattenendo dal ridere di nuovo, e della grossa- osservano la scena stando mute.

«no» replicò tranquilla la ragazza.

«non era una richiesta, era un ordine: dammela immediatamente!»

Fiona si voltò di poco. «non ridere!» sibilò a Kirika.

«…la vuole immediatamente, lui…» borbottò piano la demonessa dai capelli verdi, sempre più vicina allo scoppiare a ridere.

Fu Crea ad accorgersi di uno scintillio a poca distanza, lo scintillio del vetro di una cinepresa.

«mi sa che ci stanno riprendendo» disse dunque pianissimo alle altre.

«forse dovremmo avvisarli» disse Roxanne ancora più piano. Jacqueline si limitò a voltarsi a favore di telecamera, dando loro il proprio lato migliore.

Sollevando un sopracciglio, Emerald J.V.P. Lancaster invece di rimettere la pistola nel marsupio o porgerla a Robin Mask tese i pantaloncini e l’elastico laterale del tanga, per poi mettere lì la pistola, al sicuro sotto la stoffa nera simil-jeans ed un altro pezzetto di stoffa alquanto irrisorio. Tutto ciò senza mai staccare gli occhi da quelli assassini del suo interlocutore.

«mi sa che se proprio la vuole dovrà prenderla con la forza, perché di mia volontà non gliela do senz’altro!» sentì Kirika, che non ce l’aveva fatta più, scoppiare a ridere come una matta «e tu che ridi? È una cosa seria! Il direttore ha detto che posso evitare di dargliela ma lui la pretende!…»

Solo a quel punto anche la giovane Lancaster notò il breve scintillio che aveva portato Anubi Crea ad accorgersi dei giornalisti, capendo a sua volta che probabilmente tutta quella scena sarebbe andata a finire dritta dritta in televisione, in ogni rete della galassia.

E mentre le più serie del gruppo, ossia Fiona, Crea e Roxanne, avevano poggiato una mano sul volto, adesso anche Jacqueline MacMadd ridacchiava. Quanto a Robin Mask, stava provando un misto letale di furia allo stato puro e vergogna. Dileggiato a quel modo davanti ai suoi colleghi, davanti alle allieve, davanti al direttore…!

E proprio dalla figlia di Howard Lancaster!

Se già da prima lei non gli piaceva proprio perché “troppo sfacciata” ed “una che non sa stare al suo posto” figurarsi adesso!

«taci, indecente svergognata!!!»  ringhiò.

«perché, che ho detto di male?» gli domandò Hammy mimando perfettamente un’aria perplessa, e di seguito una palesemente seccata ed irritata «ah. Ma certo. Avrei dovuto capirlo prima» alzò la voce «visto che lei è un grandissimo bigotto sessista, dato che sono una ragazza ed ho una vagina se in un discorso parlo di “darla” o “non darla” devo riferirmi a quella per forza vero?! Non alla doppietta della quale si discorreva fino a trenta secondi fa!»

Sembrava veramente arrabbiata, tanto che anche Ramenman e Buffaloman si avvicinarono di più.

«ma no, ma certo che non voleva intendere quello!» esclamò seccamente Buffaloman.

«e no?! Mi ha dato dell’indecente svergognata ed ho solo detto che non voglio dargli la doppietta avendo il permesso di tenerla, ovvio che intendeva quello!» si voltò versò il suo compatriota inglese «Robin Mask, lei è ufficialmente un bigotto, un sessista e pure un libidinoso perché altrimenti non sarebbe andato a pensare certe cose».

«ma come osi?!» sibilò l’inglese, e fu Ramenman a trattenerlo «dico, come osi?!»

«ha ragione!» esclamò all’improvviso Kirika andando di fianco ad Emerald e ponendole una mano sulla spalla come a voler fare un gesto di protezione ed appoggio nei suoi confronti. Non avrebbe mai perso l’occasione di far vedere un po’di sorci verdi a quel pallone gonfiato che peraltro lei aveva battuto, quando si era trattato di fare l’esame finale «bigotto! Libidinoso! Sessista!»

«Kirika, torna al tuo posto! La cosa è già abbastanza tragica senza che ti ci metta anche tu!» sbottò Buffaloman che fu costretto ad aiutare Ramenman a tenere a freno il loro collega inglese che altrimenti il cielo solo sapeva cos’avrebbe combinato.

«signori, e signorine, per favore! Non è buona cosa continuare questo litigio!» Vance MacMadd cercava di riportare la calma, ma non lo calcolava nessuno.

«lo sapevo io che una squadra di donne era una pessima idea! Le donne non c’entrano niente con la lotta! Sono troppo poco serie, troppo libertine ed immorali! Il loro posto è a casa a lavorare all’uncinetto, non in una scuola di wrestling o sul ring!!!»   Robin Mask nel ripensare a tutti gli anni vissuti in tempi ben diversi da quelli attuali -tempi nei quali le donne se ne stavano chiuse in casa a badare ai figli e non rompevano le scatole- diede sfogo a tutto quel che pensava delle “ragazze di oggi”, a parer suo senza educazione, senza morale, senza inibizioni, senza rispetto per il sacro potere che l’essere uomini conferiva agli uomini stessi. Era più che altro la rabbia a farlo parlare in quel modo, lui che solitamente era molto freddo e controllato, ma…Hammy era quello che era, e Kirika non gli era mai piaciuta.

E se era stato lui stesso a chiedere di Emerald per perseguire i propri scopi, stesso discorso non era valso per la demonessa, nominata invece da Pentagon che allora l’aveva… “presa sotto l’ala”.

«come sarebbe a dire “poco serie, libertine ed immorali”?!» sbottò Anubi Crea che, pacifica quanto si vuole, ma quando sentiva cose come quella perdeva le staffe e apriti cielo «hanno ragione Emerald e Kirika, lei è un sessista!»

«oooh no, anche lei ci si mette adesso» sbuffò Vance.

Aki Azumaya fremeva esultante dal proprio nascondiglio. Quello era oro colato! Niente di meno!

«infatti si, come si permette di dire che tutte le donne siano in quel modo solo perché donne, appunto?!» anche Roxanne sentendo quel che aveva detto si mise in mezzo «dovrebbe vergognarsi!»

«lei aveva moglie, anche sua moglie era immorale e libertina allora?!» anche Jacqueline, ormai incavolata nera, ci mise del suo.

«non nominare mia moglie!!! Lei sapeva stare al proprio posto!!!»

Decidendo che la situazione fosse degenerata già fin troppo, e ricordandosi dei giornalisti, Fiona pur avendo preso malamente come le altre gli epiteti dell’istruttore inglese indicò il nascondiglio della Azumaya.

«GIORNALISTI!!!» urlò.

Parola che ebbe un effetto calmante su tutti, anche sullo stesso Robin Mask.

«che cosa…giornalisti! Dove?!» sbiancò Vance pensando alla figura barbina che loro, in quel caso come rappresentati della Scuola di Ercole, avevano fatto.

«sono lì! stanno fuggendo!» urlò Buffaloman per poi lanciarsi all’inseguimento «ehi voi!!!»

«tornate indietro, era un malinteso!» anche Ramenman lo seguì a ruota, come Vance, mentre Robin Mask dopo un’ultima occhiata omicida ad Emerald rientrò nella scuola a grandi e furenti falcate.

«tu dei giornalisti lo sapevi vero Lancaster?» le domando Kirika «da un pezzo».

Hammy lì per lì rispose con un sorrisetto ed un’alzata di sopracciglio che valeva più di mille parole.

«perché, tu no?»

«quindi l’hai fatto di proposito» disse Jacqueline buttando all’indietro i lunghi capelli rossi che, pensò, d’ora in poi avrebbe dovuto raccogliere in una coda.

«a dire il vero ha fatto tutto da solo. Io mi sono solo rifiutata di dargliela!» disse Emerald facendo spallucce.

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah, vieni Lancaster» Kirika le fece cenno di seguirla dentro la scuola «porta qui dentro chiappe e valige, che tanto quelli ne avranno ancora per un pezzo!»

Già, inizialmente Emerald aveva scelto di portare via solo un borsone bello grosso. Ma poi aveva cambiato idea, portandosi via altre tre grosse valige con dell’altra roba. Valige particolari a dire il vero… ma si sarebbe visto dopo.

«effettivamente stare qui fuori è un po’inutile. Entriamo?» mise il braccio sinistro attorno alle spalle di Roxanne e guardò Fiona ed Anubi Crea. Jacqueline, con le sue sei valige (sei! E grosse!) era già partita per fatti suoi. Nella Scuola di Ercole come allieva non c’era stata, ma ciò non significava che non la conoscesse lo stesso.

«ormai che altro c’è da fare…» sospirò la rumena, che comunque non aveva gradito tutta la scena di prima.

Emerald aveva i suoi pregi, ma anche dei difetti belli grossi. Tra i quali, a quanto pareva, diventare una grande stronza se provocata anche poco poco. Si, Robin Mask rimaneva un sessista sempre e comunque, ma era stata lei -con l’aiuto di una Kirika al quale non pareva il vero di aver trovato una specie di alleata- a portarlo ad agire in quel modo, con quella scenata di rabbia che in verità l’aveva inquietata non poco. Ed avrebbe anche voluto saperne di più sul perché Robin Mask e i Lancaster si detestavano in quel modo, perché in quell’incontro di finale si era parlato di firme e patti, ma firme per cosa, e patti di cosa? quello non era stato detto con precisione…

«libertine! Tsk! a volte Robin Mask capisce meno di una gallina lobotomizzata» sbottava ancora Anubi Crea che era quella che aveva preso peggio tutto «immorali! Puah!»

«Anubi Crea, appena arrivata già ce l’hai con qualcuno?»

La vista di Sozumi, che tra gli istruttori era sempre stato il suo preferito, rasserenò un po’ l’egiziana.

«oh…Sozumi…salve».

«dovresti imparare a stare un pochino più tranquilla, ragazza mia» le disse lui in un rimprovero bonario «quindi, ecco qui nuove e vecchie arrivate…» fece scorrere lo sguardo su di loro «allora, Fiona…tutto a posto?»

«si» rispose semplicemente lei sistemandosi la lunga treccia rosa.

«Kirika figlia di Yama Khan, ti sei decisa a mettere finalmente la testa a posto?»

«ma non penso proprio!»

Sozumi fece un grosso sospiro, mentre a lui si univano anche Black Hole e Pentagon.

«quindi presumo che mi farai tribolare ancora!» disse quest’ultimo alla demonessa, che rise per l’ennesima volta.

«chiaro!»

«non pensavo che avrei visto la figlia di MacMadd qui, un giorno» disse lentamente Black Hole, voltandosi prima verso Jacqueline e poi verso Emerald «…stesso discorso vale per te. Dicevano che preferissi fare altro».

«eppure eccomi».

E dal modo in cui si avvicinò alla ragazza con i due codini, come a volerla difendere, Black Hole capì anche perché.

«eh già, la scommessa di MacMadd» disse poi Pentagon riferendosi a Roxanne, appunto «è stato lui a fare il tuo nome».

«ehm…ah si?»

MacMadd aveva detto spesso, scherzando, “perché non prendiamo lei nella Muscle League?” nei momenti in cui l’aveva vista picchiare Kid Muscle. Assurdo come da quello scherzo si fosse passati ad un intento serio, e tutto perché non aveva avuto altre idee.

«si» l’americano si voltò verso Emerald «la spalla sta bene».

Già, anche lui era a bordo ring con Ramenman e Buffaloman. Solo che Jacqueline invece che Pentagon l’aveva chiamato Starface, presumibilmente per via della stella sul volto liscio e bianco.

«già. La mia spalla sta bene».

«ottimo».

“anche se è bianco ed ha le ali da angioletto è tetro uguale” pensò Hammy.

«Ramenman e gli altri dove sono? Avrebbero dovuto darvi il benvenuto!» disse Sozumi.

«infatti, solo che poi hanno avuto qualche problema con dei giornalisti invadenti che hanno ripreso Robin Mask nel suo exploit da-» avviò a dire Jacqueline, interrotta da Anubi Crea con un mezzo strillo isterico modello…

Bernadette.

«sessista di merda!»

«Crea!» si stupì Sozumi «ma che è successo?»

«niente…ho chiesto a Mr. MacMadd se potevo tenere come portafortuna la mia pistola, ovviamente scarica» Hammy la tirò fuori dai pantaloncini «lui ha detto che potevo tenerla, mentre Robin Mask voleva che gliela dessi per forza, e quando gli ho detto di no mi ha dato della svergognata immorale perché va’a capire quel che ha pensato! Probabilmente credeva che con tutti quei “darla” e “non darla” ci fosse qualche doppio senso di mezzo, e quello si è messo a dire che noi donne non siamo adatte al wrestling perché “immorali, libertine e poco serie”!»

«incredibile» borbottò Sozumi scuotendo la testa.

Pentagon non commentò, ma tra l’averla vista già in azione durante l’incontro finale con quelle battutine velenose ed il sogghigno della sua “protetta” Kirika, l’americano aveva la sensazione che Emerald in tutto qual racconto non fosse così innocente come sembrava. Non che la cosa gli importasse. Robbie per come la pensava l’americano era sempre stato troppo rigido, da buon inglese aristocratico consumato. Diciamo che non era esattamente tra i colleghi che trovava più simpatici…e che fosse un po’sessista comunque era vero.

«comunque ecco, tranquilla Crea. Sono certo che non lo pensava davvero» cercò di riparare Sozumi «sai com’è fatto Robin, quando si arrabbia sul serio parte per la tangente e chi lo ferma più?»

«mi auguro di non vederlo più in quel modo» disse Roxanne.

«dovrebbe farsi una camomilla allora» sbuffò Kirika.

«avrei dovuto portare il fucile con i sedativi che uso a volte quando vado a caccia con mio padre» disse Hammy con aria pensosa.

«…tu vai…a caccia?» Fiona tra le altre cose se non era proprio un’animalista c’era vicina…

«da quando ero piccola. Non di frodo, ovviamente, solo quando è stagione e solo per il numero di prede consentito dalla legge. Inoltre uccido solo cose che poi mangiamo».

Gli inglesi di classe alta e la caccia: binomio inevitabile. Solo che più che altro valeva per gli uomini.

«d’accordo, torniamo alle cose serie» disse Black Hole «avrebbero dovuto comunicarvelo Buffaloman e gli altri, ma a questo punto lo faremo noi. Riguarda l’assegnazione delle stanze».

Se gli uomini dormivano in sei per camera, per le donne non valeva lo stesso discorso. Di allieve ce n’erano sempre state pochissime, e comunque era sempre stato tenuto in conto che avevano delle esigenze diverse; per cui erano state adibite all’uso “perfino” sei stanze da due posti, che avevano “addirittura” un piccolo bagno con doccia annesso per una. Di queste sei stanze, in questo caso, ne sarebbero state dunque utilizzate solo tre.

«di che si tratta?» domandò Jacqueline.

«vogliamo mettere insieme per ogni stanza un’allieva nuova ed una più anziana. Pensavamo che potesse essere d’aiuto».

«ah, ok» disse Crea, che come anche Fiona -che stava annuendo- non aveva problemi.

«mi toccherà fare da balia, oh no» sbuffò invece Kirika temendo che la mettessero insieme alla due codini o peggio ancora alla rossa.

«che tu lo voglia o no ti tocca, Kirika» disse Pentagon. Sozumi si sgranchì la voce.

«allora, sarete messe così: Anubi Crea e Jacqueline MacMadd insieme…»

Le due si guardarono. Non si trovavano né simpatiche né antipatiche, quindi tutto sommato era un buon inizio.

«Roxanne Nikaido, che è quella più “nuova” a tutto questo starà con Fiona…»

“Dio ti ringrazio!” pensò la ragazza avvicinandosi alla lottatrice rumena, che le stava sorridendo.

«e di conseguenza…»

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah io con la Lancaster! Ecco, così la faccenda mi può stare anche bene!» sentenziò la demonessa che aveva completamente cambiato espressione, da seccata a molto soddisfatta.

«vedete di non fare troppi danni, o sarete punite» le avvisò Pentagon, pur sapendo che era un avvertimento totalmente inutile conoscendo Kirika ed avendo visto lo strano brillio negli occhi della londinese, oltre al suo sorrisetto.

Si chiese se non avessero sbagliato le disposizioni…

Proprio in quel momento i loro colleghi e Vance MacMadd, reduci da un inseguimento infruttuoso, entrarono nella stanza.

«dannati giornalisti…» brontolava Buffaloman.

«non siete riusciti a prenderli?» gli domandò Sozumi.

«no!» sbottò Vance «avete comunicato alle ragazze la loro disposizione nelle stanze?»

«si, si» disse Pentagon. Robin Mask le squadrò tutte e sei.

«in fila» disse freddamente. Loro obbedirono.

«a coloro cui questo non è ancora chiaro voglio ricordare che qui non c’è posto per battute, scherzi e prese in giro» sentenziò camminando davanti a loro «questo è il posto che imparerete a temere di più in tutta la galassia, o che vi ricorderete di temere di più» aggiunse, trovandosi davanti a Kirika  «non importa se siete delle donne, conoscerete sudore, lacrime, sangue, sacrificio. Dolore fisico e psicologico» si fermò davanti ad Hammy, che era l’ultima della fila «specialmente tu».

«Robin…» disse Vance in tono di avvertimento, memore delle parole del padre della ragazza, ma venne ignorato. Ed il resto degli istruttori, come tutti, ebbe la conferma che Robin Mask aveva nominato Emerald proprio per darle addosso.

“si chiama scavarsi la fossa” pensò Pentagon.

«ah davvero».

Non che la ragazza sembrasse spaventata, però.

«si, davvero» disse Robin ancora più minaccioso.

«in tutto questo discorso non ho sentito una sola parola di scuse verso il genere femminile, per quel che lei ha detto prima. Lo ha fatto apposta o mi sono persa qualche passaggio?»

In effetti delle scuse sarebbero state doverose, ma l’inglese non era dell’umore. Così dopo un breve momento di silenzio…

«…e vuoi sapere perché a conoscerlo sarai soprattutto tu?»

«Robin, non è il caso» lo avvisò anche Ramenman, inascoltato.

«a questo punto direi che sono curiosa di sentirlo».

L’uomo le si avvicinò ancora di più, fino ad incombere su di lei che ancora si ostinava a non abbassare lo sguardo.

«perché sei una svergognata, sfacciata e viziata, figlia di un lurido pazzo criminale e stai con quel miserabile fallito che sono costretto a chiamare figlio!»

L’istante prima che Emerald reagisse la maggior parte dei presenti capì che

a) Robin Mask aveva veramente esagerato.

b) che aveva fatto un errore a non tenere la lingua a freno.

Dopo aver deciso che -nonostante il forte desiderio di romperlo in due- era meglio non usare il pugno super potenziato con quale avrebbe potuto trapassare il bacino da parte a parte, Emerald diede un calcio a tutta forza contro l’inguine dell’inglese causandogli un dolore tale da portarlo ad emettere un acuto che nemmeno Maria Callas nei suoi momenti migliori, e a crollare a terra piegato in due dal dolore.

Altro che le stelle, gli aveva fatto vedere un mucchio di galassie!

«Robin!» esclamò Sozumi accorrendo in suo soccorso. Emerald osservò con puro disprezzo il padre del suo ragazzo, sperando di avergli comunque rotto qualcosa e pensando che la prossima volta se mai ci fosse stata e non l’avessero espulsa quel giorno stesso avrebbe usato il pugno eccome!

«le ho fatto male? strano. Non pensavo che un verme come lei avesse le palle».

“mi espellessero pure, ne è valsa la pena, avevo voglia di farlo da quasi un anno!” pensò mentre senza dire una parola di più prendeva le valige e se ne andava nemmeno-lei-sapeva-dove.

La prima a riprendersi dalla sorpresa fu la demonessa, che le andò dietro.

«Lancaster! aspetta, per le stanze devi andare a destra!»

«non c’è niente da vedere! Andatevene in camera anche voialtre!» ordinò loro Buffaloman «veloci!»

«filiamo via» bisbigliò Fiona a Roxanne sparendo con lei nel corridoio, velocemente imitate da Anubi Crea e Jacqueline.

Tutti gli istruttori erano rimasti attorno a Robin Mask, aiutandolo ad alzarsi e facendolo arrivare almeno nella sala insegnati. L’unico che non aveva fatto minimamente caso alle sue condizioni era Vance MacMadd, che si torceva le mani all’idea di quel che Emerald avrebbe raccontato a suo padre.

“va’ a vedere che perderò tutto per colpa di quel pazzo di un inglese!” pensò.

 

 

«…la prossima volta gliele faccio vomitare!» esclamò Emerald, ancora furiosa «come si è azzardato a dire quelle cose di mio padre e di Kevin?! stupido idiota tonto cretino deficiente coglione imbecille patentato bastardo stronzo inutile schifosissimo verme di cimitero!»

Già, se Hammy aveva reagito in quel modo non era stato mica per quel che Robin aveva detto di lei, nossignore. Ma aveva insultato suo padre e il suo ragazzo, che peraltro era pure suo figlio. Kevin lo difendeva ancora, e Robin Mask lo aveva apostrofato a quel modo! E poi…suo padre non era uno stinco di santo…ma sentendo quel “pazzo criminale” aveva proprio perso le staffe.

Quanto a Kirika era indecisa se mettersi a ridere o cercare di calmarla.

Decise per la prima opzione.

«nyah-ah-ah-ah-ah-ah-ah, ed ecco che Robin Mask non può più andare a mignotte!...l’avrei fatto anche io, ragazza mia. Io del mio vecchio ne dico di tutti i colori ma se qualcun altro ci prova lo ammazzo di botte».

«non capisce un cazzo!» sbottò Emerald «che mi facciano pure espellere se hanno tanta voglia ma io quel che ho fatto lo rifarei trecentoventisette volte, se lo meritava, un conto era che insultasse me perché di quello mi sarebbe fregato fino a un certo punto ma mio padre e Kevin non li deve toccare!»

«ormai dovrebbe averlo capito. Lancaster» da una delle tasche della sua giacca tirò fuori una piccola bottiglietta di vetro «liquore del pianeta dei demoni, bevine giusto un paio di sorsi che è roba forte» la avvertì lanciandogliela «ti dirò, se non ti buttano fuori sono contenta di essere capitata con te; sei una di quelle che della vita ha capito tutto!»

Emerald afferrò la bottiglietta al volo. «altrettanto».

«non una parola su questi viveri segreti o sei morta».

«ti rivelo un segreto, quelle tre valige sono così grosse perché hanno degli scomparti segreti non rilevabili da alcuna scansione fatte apposta per portarsi dietro cose che non ci si potrebbe portar dietro, e dentro ho una grossa scorta di alcolici» disse bevendo due sorsi dalla bottiglietta per poi restituirla a Kirika «adesso siamo pari».

«avevo ragione: tu della vita hai capito veramente tutto».

 

 

:: circa un’ora e mezzo dopo ::

 

 

«che ne facciamo della ragazza? Il regolamento imporrebbe di buttarla fuori per un atto del genere!» disse Buffaloman.

«no che non la buttiamo fuori, io la voglio uccidere con le mie stesse mani!» esclamò Robin Mask furioso e ancora dolorante «quella…sfacciata…svergognata…»

«basta!» disse Ramenman imperioso «se andiamo a fondo della questione è palese che la colpa non è solo sua».

«che vorresti dire?!»

«che se anche odi suo padre non avevi diritto di dirle quelle cose, come non l’avresti di prenderla di mira. Sospettavo che fosse per quello che l’hai voluta qui, ma credevo che alla fine saresti stato ragionevole!» quasi grido Vance.

«se avessi detto le stesse cose di mio padre e della mia ragazza penso che  avrei reagito alla stessa maniera. Non che la ragazza abbia fatto bene, è comunque un comportamento inaccettabile, ma…te la sei cercata, ecco» concluse l’orientale.

«ma l’avete vista come si comporta! E l’avete sentita quando mi ha rivolto quelle parole offensive mentre ero a terra, suo padre è un pessimo soggetto, e lei non è diversa!» tornò alla carica Robin.

«non penso che avrebbe tentato di sterilizzarti se tu non l’avessi attaccata per primo» disse Pentagon.

«non ha il minimo autocontrollo!» sbottò Buffaloman «e come elemento problematico c’è già la tua cara Kirika!»

«credo che a dire il vero di autocontrollo ne abbia avuto fin troppo» lo contraddisse Black Hole.

«e delle scuse sarebbero state opportune, riguardo quelle considerazioni sessiste» aggiunse Ramenman.

«ci credo che Anubi Crea era furiosa. Robin, ma che ti è preso?!» gli domandò Sozumi.

«se è per quella cosa dell’Olap guarda che ha sconvolto tutti, non solo te. Ma a dirtela tutta non è colpa di Howard Lancaster se quella mossa è imperfetta; lui ha solo fatto quel che Buffaloman fece con la Kinniku Buster, l’ha ribaltata, è nella natura delle mosse: qualcuno le inventa, qualcuno le ribalta! È normale!» riprese a dire Pentagon «ok, era una mossa storica e quant’altro, ma allora i Kinniku che avrebbero dovuto fare, sparare a tutti i figli dei wrestlers che hanno annullato una delle loro mosse? Ma andiamo!»

«non immischiarti tu!» ringhiò l’inglese «non puoi capire!»

«il discorso di Pentagon però è logico».

«Ramenman, anche tu?! Eppure tu c’eri! Eppure lo sai benissimo com’è andata!»

«no, non lo so, perché a dirtela tutta io devo ancora capire cos’è quella storia…patto, non patto, firma, non firma, notai, testimoni, tu non hai detto niente a nessuno di noi riguardo a questo».

«perché non vi riguarda!!!»

«…MA LO SAI CHE SE EMERALD DICESSE LA COSA SBAGLIATA A SUO PADRE POTREBBE SCOPPIARE IL CAOS?!!» esplose infine Vance MacMadd «magari a te della sorte di questa scuola non importa ma a me si! Qui si addestrano gli eroi! È la sede storica! E soprattutto mi porta un mucchio di introiti!»

«solo a quelli pensa» borbottò Buffaloman.

«ha detto bene, al momento di tutto questo non me ne importa niente!!!» ringhiò Robin Mask alzandosi -con sommo dolore- ed andandosene dalla stanza.

«con la ragazza parlo io» disse pacatamente Ramenman alzandosi «vedrò di risolvere la cosa».

«va bene. Affido la cosa a te» disse Vance «fa’ del tuo meglio».

 

 

«dici che la espelleranno?»

Pur essendo l’esperta del gruppo Fiona stavolta non sapeva che dirle, a Roxanne.

«ha fatto qualcosa che va contro ogni regola. Robin Mask l’ha presa male fin da subito -anche per colpa sua a dirtela tutta- ma in ogni caso non avrebbe dovuto dirle quelle cose. Io...in un certo senso posso capirla. Nemmeno io l’avrei presa bene se avesse parlato in quel modo di mio padre e del mio compagno, tanto più che il compagno in questione è suo figlio. Non riesco ancora a credere che l’abbia definito un miserabile fallito, Kevin Mask ha combattuto più che bene in quell’incontro, e se ha perso è stato solo per quel ribaltamento improvviso della Tecnica Olap».

«lo ha perfino diseredato» disse Roxanne quasi tra sé e sé.

«ma veramente?...» la rumena scosse la testa «incredibile. È l’unico figlio maschio…»

«lo so! Anche Hammy è rimasta di sasso quando l’ha saputo».

Fiona la guardò perplessa. «“Hammy”? è così che la chiamano gli amici?»

«eh…è una lunga storia. Il fatto è che Emerald pare un po’la reincarnazione di uno scoiattolo, sta più “arrampicata” che a terra. Spesso penzola dai rami degli alberi di nocciole a testa in giù».

Fiona fece un sorrisetto. «ah si? Continuo a non capire che c’entri questo con il fatto che la chiami Hammy, ma va bene così» si buttò distesa sul letto con un sospiro «che giornataccia, ed è tutt’altro che finita».

«dici che con gli allenamenti inizieranno oggi?»

«col caos che c’è stato non credo, ma da domani si inizia a faticare. Fatti forza, perché non sarà facile».

«sono amica dei ragazzi della Muscle League, dai loro racconti qualcosa so. Arrampicate con massi, bestie…feroci…superare un fiume pieno di coccodrilli stando attaccati ad un tronco e con dei pesi ai piedi…»

«oh si».

«correre su un tapis-roulant con delle lame rotanti che ti triturano se rallenti…»

«già».

«gli addestramenti nel corpo a corpo con gli istruttori, le regole da imparare a memoria…»

«parecchie. Lo sai, io penso che Emerald sia venuta qui solo perché ci sei tu».

Roxanne spalancò gli occhi, mentre disfaceva la valigia. «c-cosa?»

«ma si. Non la conosco bene ma mi sembra insofferente alle regole quanto Kirika, e dubito che si sarebbe infilata qui dentro sapendo che c’è Robin Mask se non avesse avuto un motivo più che valido per farlo. Fino ad ora non si era mai interessata a questo mondo no? Sbaglio?»

«…vero» ammise Roxanne «quindi tu pensi che l’abbia fatto per proteggermi».

«parlando francamente qui sei quella che parte più svantaggiata. Io comunque ti darò una mano. Ed Emerald anche, se non la espelleranno» assunse un’aria pensosa «va’ a vedere che perderò venti dollari».

«a proposito di Kirika…mi sembra un pochino…ecco…»

«ah, all’inizio non la potevo vedere neanche io. Poi mi sono abituata. Non è male in realtà, è solo…una demone» Fiona fece spallucce «suo padre era un nemico della Lega, è già tanto che lei sia passata dalla nostra parte. Comunque…dato che sei amica di Emerald hai una vaga idea del perché preciso di tutto questo odio tra lei, Robin Mask e suo padre Howard Lancaster?»

Roxanne si buttò a sua volta sul letto. «ho saputo tutta la storia qualche mese fa. Per come la penso ha tutti i motivi di volerlo prendere a calci nelle palle!»

«lei se la prenderebbe se mi raccontassi?»

«non credo. Ecco, da quel che ho capito è andata così…»

 

 

 

Non si poteva dire che al di fuori del ring Ramenman non tenesse un comportamento assolutamente educato. Specialmente con le signorine. E tanto più con delle signorine presumibilmente arrabbiate.

Infatti bussò leggermente alla porta.

«sono Ramenman…»

Fossero stati allievi maschi forse avrebbe bussato ed aperto, semplicemente. Ma essendo allieve femmine potevano starsi spogliando, o simili, e sarebbe stata una situazione quantomeno imbarazzante…quindi avrebbe aspettato che fossero loro, ad aprire la porta. Almeno sarebbero state di sicuro presentabili.

Ad aprirgli però fu la stessa Emerald, avvolta in un asciugamano, con la pelle ancora umida ed i capelli davanti agli occhi. «…è qui per me, vero?»

“!!!...ha uno strano concetto di presentabile, la ragazza” pensò.

«eeh…si. Posso entrare?»

«si. Siamo “soli”, si può dire» mimò le virgolette con una mano sola mentre le faceva accomodare, visto che con l’altra mano doveva tenere fermo l’asciugamano «Kirika al momento è occupata».

A fare la doccia, a quanto pareva, dato che si sentiva il rumore dell’acqua che scorreva.

«va bene. Probabilmente non ci vorrà molto» incrociò le braccia dietro la schiena «riguarda quel che è successo prima, naturalmente».

«volete espellermi?»

«da regolamento dovremmo, ma ti sono state riconosciuti delle forti attenuanti. Ovviamente il tuo comportamento è stato inaccettabile, ma lo è stato anche quello di Robin Mask. Perciò riceverai solo una punizione; prima parte degli allenamenti raddoppiata».

Le era andata già di lusso. E poi…allenamenti raddoppiati? Che fosse. Ci stava.

«sissignore».

Mh. Se non si trattava di Robin Mask era ragionevole, allora, pensò l’orientale.

«oltre ovviamente a delle scuse».

A quelle parole la ragazza rizzò la testa, lo guardò, socchiuse gli occhi, fece schioccare la lingua contro il palato e scosse la testa.

«no».

«Emerald Lancaster…»

«no. Ha insultato prima tutte le donne, poi me, poi mio padre e poi suo figlio. Accetto la punizione e prometto che quanto è accaduto non accadrà ancora, se d’ora in poi non dirà più cose del genere dei miei cari» specificò «ma scusarmi…! Oh no. E anche lei se è minimamente corretto riconoscerà che ho le mie buone ragioni».

Silenzio da parte di Ramenman che stava prendendo una decisione alquanto complicata e che al suo collega inglese non sarebbe piaciuta.

«se le scuse fossero reciproche?»

«lui per primo».

«eh. Questo è pretendere troppo».

«e poi anche lui dovrebbe essere punito, per la par condicio».

«non pensi di averlo punito abbastanza con quella terribile ginocchiata?»

Emerald assunse un’aria riflessiva. «a Warsman ho sparato per molto meno» confessò «glielo dico perché è lei. E perché tanto i proiettili li ho dimenticati davvero quindi non c’è rischio che succeda qualcosa del genere qui».

Ok. Avevano a che fare con la versione femminile di Howard H.R.J. Lancaster in miniatura.

«ecco, è già qualcosa» sospirò lui «allora? Se le scuse sono reciproche va bene o ci vuoi proprio costringere ad espellerti o infliggerti una punizione ancora più dura?»

«scuse reciproche siano. Ma» disse a voce più alta «lui per primo!»

Sarebbe stata dura.

«vedremo. Ah, un’altra cosa. Tra poco sarebbe bene che chiamassi tuo padre…e Vance MacMadd è alquanto allarmato per quel che gli dirai».

«se Robin Mask mi porgesse le sue scuse…ed io dunque le porgessi a lui…» aggiunse «entro un’ora non ci sarebbe motivo di lamentarmi con nessuno di quell’episodio. In fin dei conti lei ha ragione, quella ginocchiata è stata una punizione di per sé. E non vorrei che ci andasse di mezzo qualcuno che non c’entra nulla, quindi…direi che non sia necessario dire altro no?» recuperò dei vestiti dalla valigia «anche perché vorrei mettermi dei vestiti asciutti adesso».

Capita l’antifona Ramenman uscì dalla stanza senza dire null’altro.

Meglio risparmiare le parole nel tentativo di far ragionare Robin Mask.

***


Kirika, Anubi Crea e Fiona sono tutt'e tre canoniche, ma più che altro è conosciuta solo l'ultima delle tre. Per cui...

ecco Kirika
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