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Autore: Alpa    22/06/2008    1 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction. Qui vi parlerò di una ragazza italo-americana di nome Kate, che dopo il divorzio dei genitori si ritrova a trasferirsi -assieme alla madre- nel paese della nonna: Orange County. Non vi rivelo nient'altro. Buona lettura.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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M'addormentai sulla sabbia, con la testa appoggiata al torace di Zack. Chiusi gli occhi, ma non dormivo ancora, e sentivo la sua mano che m'accarezzava i capelli, e trattenevo i sorrisi.

Erano le nove del mattino quando Summer mi svegliò: "Kate! Oh-oh! Ti vuoi svegliare!"
"Oh, Summer, piano eh!"
M'aveva praticamente strattonato, e io non riuscivo ad aprire gli occhi per quanto sonno avevo e per quanto poco avevo dormito.
In contemporanea si svegliò Zack, che cominciò a sbadigliare e a stirarsi. A quel punto m'alzai, e vidi che tutti gli altri erano già in piedi.
Ryan propose di andare a far colazione, e così ci dirigemmo verso il bar.
Durante il camminò Summer mi si affiancò: "Allora? Com è?"
Non riuscii a trattenere il sorriso, ma mi limitai a dirle: "Non è male”
"Guarda che ti si legge in faccia che sei già cotta!"
“Ehi, ehi! Non corriamo troppo… però è terribilmente bello e affascinante!”
Subentrò subito Marissa: "E' stata mia l'idea!"
E Summer rispose: "Eddai Coop! Non prenderti tutti i meriti!"
Così scoppiammo a ridere tutte e tre. Però dovemmo trattenerci perchè Zack, proprio in quel momento, si girò verso di noi, e mi venne affianco: "Ma si può sapere che avete da ridere?"
Subito intervenne Summer: "Cos è? Hai per caso la coda di paglia?" e così Summer e Coop si affiancarono ai loro rispettivi ragazzi, mentre ci dirigevamo tutti al bar.
Io e Zack rimanemmo poco più indietro, e mentre camminavamo mi mise il braccio intorno alle mie spalle: "Sono stato bene stanotte"
Io alzai lo sguardo verso di lui: "Sì, anch'io"
"Bè, allora se per esempio un giorno ti chiamo per prenderci un gelato o qualcos altro cioè, uhm, ti andrebbe bene?"
"Sì, non vedo dove sia il problema"
"Bene..."
Eravamo ormai arrivati al bar, ci staccammo e presi posto affianco a lui.
Seth attaccò con le sue solite battutine stupide, e cominciò a sfottere Marissa e Ryan, a quel punto cominciò la lotta con le bustine di zucchero, e guarda caso colpivano sempre me.
Quelle risate mi fecero passare un po' il sonno che portavo addosso.

Dopo la colazione Zack si propose di riportarmi a casa. Aveva uno di quei macchinoni pazzeschi che da quelle parti avevano praticamente tutti i ricconi. Era nero, e dentro era una favola, era soprattutto estremamente confortevole. Per quanto quei sedili in pelle erano comodi, durante il tragitto m'addormentai.
A svegliarmi, quando eravamo ormai davanti casa, fu un qualcosa di assolutamente inaspettato. Un bacio. Ma un qualcosa di così sensazionale non può essere chiamato semplicemente bacio. E' troppo banale. Perchè quel baciò mi smosse qualcosa dentro, qualcosa mi pervase il corpo, come un brivido caldo. Sentii quelle sue labbra poggiarsi delicatamente sulle mie. E quella sua mano accarezzarmi il collo.
Aprii gli occhi, e sorrisi. Ero assolutamente impacciata, non sapevo cosa fare, un po’ perché ero frastornata e un po’ perché lui non mi faceva essere me stessa. Insomma, io sono sempre stata una ragazza determinata, alle volte impulsiva, che non si fa intimidire da nessuno, che non ha paura a prendere iniziative. Eppure, in quel momento dimostrai di essere tutto il contrario.
Mi maledii per questo. Sì, perché non riuscii a far altro che scendere dall’ auto, prendere la mia borsa e entrare in casa.
  
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