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Autore: Betty Davies    24/02/2014    3 recensioni
Hermione torna ad Hogwarts per il sesto anno di studi. In un'estate ha capito molte cose, tutte molto difficili da ammettere se stessa... Ad esempio, che "casa" ormai non è più con i suoi, con i quali non riesce più a relazionarsi come una volta, ma ad Hogwarts. E che il ragazzo che le tormenta i sogni non è quello che tutti -lei compresa- si aspetterebbero, Ron, ma il peggior Serpeverde che lei potesse immaginare: Draco Malfoy.
I due si troveranno a dover affrontare una catastrofe imminente, e nulla li potrà preparare al peggio, se non impareranno ad accettare che essere completamente diversi - addirittura opposti- può rivelarsi provvidenziale, se non essenziale.
Qualcosa sta cambiando fuori. Arriverà una tempesta.
Ma non come la prima volta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO 5 – BLINDED NO MORE

 

Ginevra Weasley se ne stava seduta sul pavimento davanti al camino della Sala Comune nella Torre di Grinfondoro. Le fiamme danzavano allegre scoppiettando nella nicchia, riscaldando la fredda sera di Novembre. La giovane teneva lo sguardo ostinatamente rivolto verso quella fonte di calore, le spalle rigide, passandosi nervosamente una mano sulla testa, come per appiattire i capelli già liscissimi, il cui colore brillante non aveva nulla da invidiare al fuoco che bruciava e consumava i tronchetti di legno che si trovava a fissare, senza in realtà vederli davvero.

-Siamo in un mare di guai, non è vero?- mormorò debolmente, il tono della voce quasi irriconoscibile.

Hermione se ne stava accovacciata sul bracciolo di una poltrona all'altro lato del camino, lo sguardo rassegnato ed un sorriso triste rivolto all'amica.

-Sai, lui ha detto esattamente la stessa cosa Gin- rispose la Caposcuola, -per certi tratti tu e Malfoy vi assomigliate parecchio-

Ginny alzò finalmente lo sguardo, inorridita:

-Hermione Jean Granger! Da te non mi aspettavo certi colpi bassi- proferì la rossa, esagerando l'espressione offesa in maniera teatrale.

Hermione fissò l'amica per un istante, e poi scoppiarono entrambe a ridere.

Il suono delle loro risate si unì a quello scoppiettante del caminetto, e per un istante la tensione sembrò essersi allentata.

Per un istante forse potremo far finta che in realtà non ci sia quell'orrenda profezia a pendere sulle nostre teste.

Per un istante forse potremo ignorare il fatto che ancora una volta non riusciremo ad avere un anno tranquillo.

Per un istante, un istante soltanto, forse potremo dimenticarci che Harry e Ron ancora non sanno nulla.

Per un istante forse riuscirò ad evitare di pensare che prima o poi mi toccherà spiattellare tutto a quei due, e non la prenderanno bene.

Chi per un verso, chi per un altro.

 

Ginny si ricompose, gli occhi ancora lucidi per la risata di un momento prima, e disse:

-Hermione, seriamente, non è cosa da poco. Qui ci finiremo nella cacca di drago fino al collo, è una cosa più grossa di te, e credo che prima lo diremo ad Harry, meglio sarà. Potrebbe esserti d'aiuto, e a dirla tutta non credo che dovresti tenergli nascosta una cosa simile-.

Hermione torno seria a sua volta, e un lampo di preoccupazione colse i suoi occhi.

-Ginny, hai perfettamente ragione, e sai che la penso come te. Solo... non sarà facile dirglielo. Devo ancora far chiarezza con me stessa riguardo a tutta la situazione, probabilmente tutto questo è talmente improvviso che nemmeno io mi rendo ancora conto della portata di questa... maledizione-.

 

Sei proprio Hermione Granger fino alla fine, non è così?

Perfino in un momento del genere riesci a fare psicanalisi su te stessa.

Non ti smentisci mai, eh, Hermione?

Ti giudichi da sola.

O come avrebbe detto tua madre anni fa, “te le fai e te le dici da sola”.

 

-Non riuscirò mai a trovare le parole giuste per raccontare ad Harry una cosa del genere. Ron la prenderà malissimo, farà una delle sue scenate di gelosia e non mi rivolgerà la parola per settimane, come fa sempre. Ed Harry...- la ragazza si passò una mano sugli occhi stanchi, come se ogni parola le costasse uno sforzo immenso, -...Harry ci rimarrà malissimo. Non riuscirà ad accettare la cosa, e finirà per trovare delle scuse con se stesso, per esempio che non sono in me e che a parlare è lo spirito di Pix che ha posseduto il mio corpo.-

 

E quando perfino il Bambino Sopravvissuto tornerà in sé,

farà esattamente come il Re Weasley.

Capirà che dicevo sul serio, e non vorrà più vedermi.

Ah, Godric, dimmelo tu...

...perchè devo essere sempre così lungimirante?

Detesto sapere in anticipo cosa succederà.

Mai sentito parlare della “beata ignoranza?”.

Beata, ecco!

 

Un mugugnio indistino si sollevò dalle scale che portavano al dormitorio maschile, seguito da un rumore che assomigliava molto a quello di una mano che cercava di ammutolire qualcuno.

Ginny scattò in piedi, la mano stretta attorno alla bacchetta nella tasca, e si avvicinò guardigna in direzione della fonte di quel rumore.

Hermione invece si girò lentamente, rimanendo seduta sulla sua poltrona, mentre un orribile presentimento cominciava a farsi lentamente strada nella sua mente.

 

Non può essere vero.

Diamine.

Perfino quando decido di passare le ultime ore di quiete prima di svuotare il sacco con quei due, dicendo addio alla tranquillità per i prossimi anni a venire.

No. Nemmeno a quelle dannate ultime ore ho diritto.

Me lo sento, accidenti...

 

Ginny stava ritornando verso il caminetto, trascinando per il colletto della divisa due elementi ad Hermione ben noti, una testa rossa ed una nera.

I due ragazzi tenevano il volto ostentatamente rivolto al pavimento, ma alla ragazza non serviva vedere i loro visi per sapere di chi si trattasse.

 

È stato qualcosa che ho detto?

O piuttosto qualcosa che ho fatto?

Che c'è, San Godric, ti ho offeso in qualche modo?

Dovevi davvero punirmi in questa maniera?

Oh, ma io lo so perchè l'hai fatto...

 

Ron si liberò dalla stretta della sorella sulla camicia, cercando di assumere un'aria disinvolta e per niente colpevole. Ahimè, non era mai stato un grande attore, e le sue scarse qualità recitative, unite al rossore che partiva dal collo per poi salire alle guance e verso le orecchie, lo smascheravano per quello che sembrava veramente: un bambino che è stato beccato con le mani nella marmellata.

 

E mai paragone potrà essere più adatto, non è così, Godric?

Hai veramente un senso dell'umorismo piuttosto discutibile.

 

L'altro ragazzo sembrava invece non avere alcuna voglia di sottrarsi dalla presa della Rossa, sembrava anzi approfittare della vicinanza di quelle mani sottili tanto desiderate, ed alzò lo sguardo verso Hermione, senza però allontanarsi da Ginny.

 

Certo che ti ho capito, Godric.

Volevo tenere nascosto qualcosa al tuo adorato Harry, anche solo per poche ore,

e ti sei vendicato, non è così?

Avrei davvero dovuto ascolare il consiglio del Cappello Parlante.

Corvonero, diceva.

Gente intelligente e tranquilla, diceva.

Mi stai punendo anche solo per averci pensato?

 

Ginny, dal canto suo, aveva l'espressione soddisfatta di un Dissennatore davanti ad un branco di adolescenti emotive in piena crisi ormonale.

L'espressione di un cacciatore piuttosto feroce.

-Guarda un po' chi ho trovato ad origliare di nascosto da dietro le scale, Herm!- disse la ragazza.

 

Terra, apriti sotto i miei piedi.

Apri una voragine e fammi sprofondare, ti prego.

...orde di Mangiamorte che giocano a “Caccia Al Mezzosangue” sono nulla in confronto a questo.

 

Hermione prese un profondo respiro, si alzò dalla poltrona, ed alzò lo sguardo risoluta verso le “prede” che l'amica aveva catturato.

 

Okay, Godric, ora ti dimostro che il posto in questo casato me lo sono meritata.

Cerchiamo di sfoderare un po' di sfacciato coraggio e sprezzo del pericolo.

O almeno facciamo finta...

 

-Ronald Bilius Weasley e Harry James Potter! Per quanto sia piacevole constatare che abbiate conservato il ricordo della vostra infanzia e del gioco del Nascondino, speravo che alla vostra età avesse imparato a chiedere le notizie che si vogliono conoscere, non ad origliarle- proferì Hermione, gli occhi indagatori ridotti a due fessure.

Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, San Potter per alcuni, Il Grifondoro Paraculato secondo altri (in particolare per gli abitanti verde-argento del Castello), in un prevedibilissimo attacco di moralismo, rispose subito alle offese rivolte al proprio onore dall'amica, replicando:

-Hermione, non ci hai lasciato altra scelta! Da quando è iniziata la scuola sei praticamente su un altro pianeta, e avevo la sensazione che ci stessi tenendo nascosto qualcosa, ma mai, mai, avrei potuto pensare che potessi nasconderci una cosa del genere! Diamine, Hermione, si tratta di una profezia oscura, io non posso credere che tu non abbia pensato di dircelo subito!-

Il Prescelto sembrava in preda ad una vera e propria diarrea verbale.

 

Harry, ti voglio un gran bene.

 

-E poi vengo a sapere che c'è di mezzo Malfoy! Diamine, Hermione, Draco Malfoy!-

 

Harry, ti voglio bene.

Togli pure “un gran”.

 

-Hermione, sei la strega più brillante della scuola, non posso credere che sia stata così sciocca da lasciarti abbindolare da quel Malfoy! Sicuramente trama qualcosa per farci del male, a tutti noi!-

 

Harry, ti volevo bene, prima.

Ora però cominci ad essere un po' troppo logorroico...

 

-Sicuramente ti sta usando per arrivare a danneggiare me o l'Ordine, non è da te, davvero! Accidenti, Hermione, sono stato costretto ad origliare! A quanto vedo tu non avevi intenzione di dirci niente!-

 

Godric, trattienimi tu, altrimenti lo Schianto seduta stante...

 

-E dimentichi anche che Malfoy ci odia, Hermione, insomma, lui ti chiama... in quel modo... ti chiama.. Sangue Sporco... e non posso credere che tu...-

 

O al diavolo la pazienza.

Harry, sei un gran cafone.

 

-ADESSO BASTA.- urlò la ragazza, la testa che cominciava ad avvertire di nuovo quel fastidioso mal di testa.

Harry si zittì, e per un istante fra i due amici si creò una tensione quasi palpabile, elettrica.

Hermione aveva i muscoli delle spalle tesi e le mani che tremavano per la rabbia, ma questo non le impedì di continuare:

-Harry. Per una dannatissima volta, il mondo non gira intorno a te! Malfoy userebbe me per danneggiare te? Sai bene che non sono una persona vanesia, ma come tu stesso mi hai fatto notare, ho un cervello che funziona piuttosto bene, e ti posso garantire che so badare a me stessa. Ora, Harry, ti prego di voler smettere una volta per tutte di vedere trame, intrighi e complotti ovunque. Non c'è nessuna trama, nessuna invenzione! Io e Draco...-

-Aspetta un momento! Da quando chiami Malfoy per nome?- si intromise Ron, che fino a quel momento sembrava essere stato un silenzioso uditore.

 

Fantastico.

Ci si mette pure Ronald, adesso.

Diamine, che mal di testa...

 

-Miseriaccia, Hermione, tu sei impazzita!-

Questa uscita guadagnò al rosso una sonora sberla da parte della sorella.

-Ma che... Ginny?! Sono tuo fratello!- sbottò Ron, le orecchie paonazze.

-Ron, sei veramente un imbecille- sibilò la sorella, il viso trasfigurato dalla rabbia, -non ti hanno insegnato a non interrompere le persone mentre parlano?-

Il rosso tacque, di certo non perchè avesse davvero imparato a non interrompere le conversazioni degli altri, ma piuttosto per il cipiglio di Ginevra, pericolosamente simile a quello di sua madre, Molly, quando lui ed i suoi fratelli ne combinavano una di quelle grosse.

 

Hermione riprese la parola, le labbra tremanti come la sua voce:

-Ron. Harry. Se voi aveste origliato come si deve, avreste anche sentito che avevo intenzione di raccontarvi ogni cosa, domani. Draco -si, lo chiamo per nome, e se la cosa non vi sta bene potete anche andarvene- non ha teso nessuna trappola o intrigo, dal momento che siamo entrambi coinvolti in una profezia che nessuno di noi ha scelto! Non c'è nessuna invenzione, è una leggenda vecchia di secoli, e se voi per una volta aveste ascoltanto le lezioni del Professor Ruf, ora lo sapreste, evitando questo pietoso spettacolino!-

I due sembravano non avere nulla da dire, lo sguardo simile a due cani bastonati a cui veniva fatta la ramanzina.

-Il fatto che abbiate anche solo pensato che io volessi tenervi nascosto un evento di simile portata- proseguì la ragazza, - ferisce me molto più di quanto ferisca voi. Per quanto riguarda Malfoy ed il nostro.... coinvolgimento emotivo, non credo siano affari vostri. La mia vita privata, non è affar vostro! Vi voglio bene, siete i miei migliori amici, ma a volte siete completamente ciechi.-

Detto questo, la ragazza raccolse il maglione dalla poltrona e si diresse dignitosamente fuori dalla Sala Comune, uscendo per il buco del ritratto.

 

Diamine, il mal di testa sta tornando.

Mi serve dell'aria fresca.

 

 

La Signora Grassa richiuse l'apertura alle sue spalle, ed i due ragazzi rimasero soli nella stanza con Ginny, un silenzio imbarazzante a riempire la stanza.

La giovane lasciò finalmente andare il colletto ad Harry, e si girò a fronteggiare entrambi i ragazzi.

-Ora, voi due mi ascolterete molto attentamente, e non proferirete parola fino a quando non avrò finito di parlare- iniziò la ragazza, -Non starò a dirvi quanto stupidi siate stati, perchè probabilmente lo avrete capito da soli. Tuttavia ci sono delle cose che vorrei dirvi. Mi sembra piuttosto ovvio il perchè Hermione volesse aspettare fino a domani a raccontarvi questa storia. Vi conosce, e sapeva che avreste avuto questa reazione a dir poco infantile.- Ginny sembrava sputare fuori le parole dalla propria bocca, amareggiata.

-Ed infatti, ancora una volta, non vi siete smentiti. Se poi tu, Harry, - proseguì rivolgendosi al ragazzo che le stava di fronte,- credi che tutti i Serpeverde abbiano un tatuaggio al braccio sinistro e girino di notte incappucciati con delle maschere in viso, non dimostri altro di essere un ragazzino infantile pieno di pregiudizi. Certo non saranno le persone migliori di questo mondo, ma ancora una volta dimostri di essere schiavo degli stereotipi. I Corvonero sono dei cervelloni freddi e sopra le parti, i Tassorossi degli sfigatelli che pensano solo a mangiare e al giardinaggio, ed i Serpeverde sono tutti dei razzisti con il braccio sinistro marchiato che odiano il resto della scuola, non è così? Beh, lascia che ti dica una cosa. Per come la vedo io, i Grifondoro sono dei moralisti e vittimisti che pretendono di sapere che cosa è meglio per tutti, che credono di saper scegliere per gli altri e che non vedono ad una spanna dal proprio naso!-

Harry rimase silenzioso, gli occhi fissi sulla ragazza, un'espressione indecifrabile nello sguardo verde.

Ron, dal canto suo, sembrava tenere la bocca chiusa soltanto per mangiare, perchè infatti cominciò:

-Ginny, ma sei impazzita pure tu? Ritira subito quello che hai detto! Anche tu fai parte di questo casato, come tutti n...-

Lo sguardo della sorella fu però sufficiente a gelare le parole in gola al rosso.

-Diamine, Ron, vuoi tacere una buona volta?- ringhiò la ragazza, per poi proseguire rivolta ad Harry:

-Hermione sa scegliere per se stessa, anche meglio di quanto tu sappia scegliere per te stesso, Harry. E non parlo soltanto di Malfuretto, sai bene a cosa mi riferisco. Quando avrai imparato che non sta a te decidere di chi le persona debbano innamorarsi, quando avrai imparato ad accettare i tuoi stessi sentimenti, e non a rinnegarli nel nome del “Bene Superiore”, allora forse comincerai a vivere per davvero.- ora la ragazza sembrava sull'orlo del pianto.

 

Quando avrai imparato, Harry,

che non puoi allontanarmi perchè hai paura che io sia in pericolo.

Che non puoi mandarmi via pur sapendo di ricambiarmi.

Che la devi smettere di scegliere per gli altri.

Tu non sai cosa è meglio per gli altri.

Non sai nemmeno cosa è meglio per te stesso.

 

A quelle parole, qualcosa si spezzò nello sguardo del ragazzo. Il desiderio che lo tormentava costantemente, ma che in qualche modo lui stesso era riuscito a relegare in qualche remota parte di sé, ora stava tornando a farsi vivo, per colpa delle parole della ragazza.

 

Oh Ginny.

Tu non puoi capire.

O forse hai capito tutto dall'inizio.

 

Harry fece un passo in avanti verso di lei, alzando la mano in una carezza leggera sulla sua guancia, sotto lo sguardo attonito di Ron.

 

Ginny, sei sua sorella.

Non posso.

 

Abbassò la mano al mento di lei, e lo prese fra le dita, sollevandole il volto verso di sé.

Ginny tremava, ma i suoi occhi scuri erano pieni di anticipazione, aspettativa.

 

Se qualcosa dovesse capitarti, non potrei mai perdonarmelo.

 

Quando Harry aprì bocca, la sua voce era rauca per l'emozione, le sue parole erano un sussurro difficilmente udibile, ma i suoi occhi parlavano per lui:

-Non sono io il padrone del mio futuro. C'è una spada di Damocle che pende sulla mia testa, Gin. Se stai con me, ce ne sarà una anche sulla tua. Preferisco saperti lontana, ma viva e vegeta-.

 

Non sai quanto mi costa dirti questo.

 

La ragazza spostò la mano di Harry dal proprio volto, e con gli occhi pieni di lacrime disse:

-Non riesco a credere che tu possa rinnegare te stesso in questa maniera. Non sai nemmeno scegliere per te stesso! Viva e vegeta, tu dici, eh?- sbottò, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

Era troppo anche per lei. Ed era pur sempre un'orgogliosa leonessa Grifondoro.

Non potendo sopportare di mostrarsi in quello stato, corse su per le scale a chiocciola, diretta al proprio dormitorio, ma quando fu sulla cima delle scale, si voltò di nuovo verso il ragazzo e disse:

-Non è vita, senza di te. Soltanto una pallida imitazione-.

Detto questo se ne andò, lasciando i due ragazzi da soli davanti al fuoco morente del caminetto.

 

Ron sembrava ancora troppo scioccato per parlare, e si sedette sul divano marrone dall'altro lato della Sala Comune, le mani fra i capelli e lo sguardo fisso sul pavimento.

Harry rimase in piedi di fianco al camino, la mente piena di pensieri e un'orribile stretta al cuore.

 

Ho fatto la cosa giusta.

Lei sarebbe troppo in pericolo con me.

 

Le lunghe ombre della stanza semi buia regalavano una sensazione fin troppo intima, famigliare alla situazione in cui si trovavano, e quando anche l'ultimo pezzetto di legno fu bruciato e nel camino non rimase altro che cenere, il silenzio cominciò a farsi sempre più pesante.

 

La cosa giusta.

Giusta per chi? Per me?

...non ne sono poi così sicuro, ormai.

Forse aveva ragione lei.

Non so scegliere nemmeno per me stesso.

 

Ron finalmente si alzò dal divano, e rimanendo in piedi nell'angolo della stanza, fissò Harry, che ricambiò il suo sguardo, pur avendo la mente altrove.

 

Ginny.

È lo stesso per me, sai.

Non è vita senza te.

Ma la mia vita non mi appartiene.

 

-Harry, guarda che l'avevo capito sai. Ho visto come guardi mia sorella- disse Ron dopo un istante che sembrava un secolo.

A quelle parole, Harry tornò in sé.

-Seriamente?- chiese.

Il Re annuì, un sorriso mesto gli curvò la bocca mentre rispondeva:

-Non sono cieco e non sono nemmeno lo sciocco che molti pensano. Tu la vuoi davvero Harry. E si, è mia sorella, ma posso anche convivere con questa cosa. Sei l'amico migliore che ho, e sei come un altro fratello per me.- continuò Ron.

Harry sorrise, sinceramente commosso: -Anche per me sei come un fratello, Ron.-

-Harry, dico davvero. Lei soffre senza di te, e tu soffri senza di lei. La mia gelosia fraterna è l'ultimo dei tuoi problemi, in questo momento.- proseguì lui serio, -Ti voglio bene come un fratello, e mi fa male vederti soffrire, così come mi fa male veder soffrire Ginny. Dovresti ripensarci, amico, dico sul serio. Stai facendo un grosso errore.-

 

Harry era genuinamente sorpreso, tuttavia rispose:

-Poco importa se io ci ripenso, Ron. Ora Ginny non mi vorrà più vedere.-

 

*



Buona Sera carissimi e carissime.
Sono passati parecchi mesi dal mio ultimo aggiornamento, ma avevo perso l'ispirazione. Ahimè.
E proprio quando temevo di dover accantonare la storia una volta per tutte, la scintilla è tornata :)
Non starò a spiegarvi che cosa ho attraversato in questi mesi, d'altronde l'ultimo aggiornamento risale a prima che traslocassimo nel nuovo appartamento.
La vita qui è molto frenetica, e con l'inizio del nuovo anno sono arrivate tante novità sul posto di lavoro, che mi hanno portato via sempre più tempo.
Ma ora sono tornata, e anche se (e questa non è una novità), non sono una di quelle che sfornano un capitolo a settimana, io faccio del mio meglio. 
Al cuor (e alla penna) non si comanda, e mi piace pensare di poter aggiornare quando sento l'ispirazione. 
Questo capitolo l'ho buttato giù tutto d'un fiato, e ho già iniziato il 6. Le idee non mancano, anzi! E ora ho ripreso il ritmo e ritrovato lo stimolo creativo.
Non passerà più così tanto tempo, ve lo prometto. Ora le cose nella mia vita sembrano andare per il meglio, quindi si riprende a scrivere!
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, ogni commento e ogni critica costruttiva mi aiutano a crescere e migliorare come scrittrice :)
Mi siete mancati, ma ora sono tornata.
Sempre vostra, Betty R. Davies.

  
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