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Autore: LuLuXion    25/02/2014    1 recensioni
Jack Frost, il quinto guardiano, lo spirito del ghiaccio e il protettore dell'allegria, invisibile.. o quasi! Luna, riesce a vederlo e tra i due si forma un particolare legame..
Forse Manny, l'uomo nella luna, gioca ancora col destino?
E in tutto questo può forse mancare Pitch Black, l'uomo nero, di nuovo alla conquista del mondo con le sue ombre, e ancora più furioso? No, certo che no..
Cosa faranno i Guardiani, stavolta?
Se volete saperne di più leggete pure :D
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Christine e Nicholas Hiver, erano morti da pochi mesi, a causa di un incidente, lasciando i tre tre figli a piangere sulla loro fredda lapide.

Xavier, il più grande, era un ragazzo di circa diciotto anni: alto, pallido e con occhi e capelli neri pece. Era un ragazzo allegro e vivace, e non si lasciò scoraggiare dalla morte dei genitori.
Dopo tutto aveva due fratellini da mantenere, e per lui loro due erano il tesoro più grande.
Fece di tutto per risollevare l’animo di quelle due piccole creature, e pian piano Ciel, un ragazzino di dodici anni, identico al fratello maggiore (ma in versione ridotta), assimilò il dolore, tenendo per sé solo i ricordi più belli e i momenti felici passati con la mamma e il papà.
Luna invece non ci riusciva. Era una bambina di cinque anni, timida, pallida, con occhi neri e grandi. Al contrario dei fratelli, però, lei aveva lunghi capelli bianchi liscissimi, e la mamma le raccontava sempre che era così perché un certo Jack Frost, lo spirito dell’inverno, le aveva morso il naso appena nata. A lei piaceva questa storia.. le piacevano tutte le storie meravigliose e le leggende che Christine raccontava a lei e ai fratelli. La facevano sognare. La perdita rese Luna una bambina chiusa, silenziona e triste.

Non parlava più, non usciva con gli amichetti e non giocava coi fratelli.. rimaneva in camera sua, seduta sul letto, a fissare il nulla. Non aveva neanche più lacrime da versare.. in quella bambina non c’era altro che vuoto.

Quella sera di dicembre faceva più freddo del solito, e cominciò a nevicare nel piccolo paesino in mezzo ai monti dove la famiglia Hiver abitava.

“Xavieeeer! Andiamo a giocare con la neve??” cominciò a gridare Ciel, eccitato, e il fratello maggiore iniziò a vestirlo più pesante.

“Si, ma copriti bene! Non vorrai che Jack Frost ti morda il naso!”
A quelle parole, Luna, che era come sempre li seduta sul letto, alzò lo sguardo verso i due fratelli.
Ciel le sorrise, e Xavier le si avvicinò tendendole la mano.

“Che ne dici, Luna.. Proviamo a fare una passeggiata sotto la neve?  Magari questa volta lo incontriamo e gli diremo di salutarci la mamma e il papà da parte nostra, ti va?”

Non troppo convinta, la piccola scese dal suo letto e lasciò che il fratello la vestisse, il tutto senza mai aprire bocca, ed uscì tenendo la mano di Xavier.
I tre fratelli si ritrovarono con gli altri bambini del villaggio e iniziò una epica battaglia di palle di neve, tutti contro tutti.

Luna volle rimanere in disparte, ad osservare la scena.. Xavier la accontentò, dicendole semplicemente:

un passo alla volta, tesoro.. almeno oggi sei uscita di casa” prima di andare a giocare con gli altri.

La bambina si sedette sulla panchina della piazza, sospirò e si perse nei suoi pensieri, con lo sguardo triste che fissava distrattamente gli altri che giocavano.

“Perché non gioca questa bimba?” Domandò una voce dietro di lei che all’inizio sembrò non farci caso..
“i bambini non dovrebbero avere quei musi lunghi… dovrebbero essere allegri e giocare sempre!” continuò la voce, quasi come se parlasse tra sé e sé.

In quel momento Luna si voltò per rispondere, con un tono di voce così atono che non sembrava appartenere ad un essere umano vivente, né tantomeno a una bambina..

“La mia mamma e il mio papà sono sotto terra, signore.. non ho più voglia di divertirmi..”

“Oh, piccola.. mi dispiace… aspetta.. cosa!? Tu riesci a vedermi???”

La ragazzina iniziò a fissare il ragazzo che le stava parlando, e sembrava confusa dalla domanda di lui.
Era un ragazzo alto e magro, di circa sedici, o diciassette anni, con capelli bianchi scompigliati e occhi che sembravano contenere una tempesta di ghiaccio. Indossava una felpa blu, cristallizzata di brina in alcuni punti, dei pantaloni marroni, consumati alle caviglie, su cui erano intrecciati dei lacci, ed era completamente scalzo. Con se aveva un lungo bastone ricurvo, in parte cristallizzato.

“Beh, signore, la mia mamma diceva che io ci vedo molto bene, tanto che potrei vedere anche l’omino che sta dietro la luna.. infatti mi ha chiamato Luna..”
La voce della bambina era sempre atona, ma il ragazzo non ci fece caso, colpito invece dalle parole di lei..

“L’omino della luna hai detto??”

“si, signore.. la tua mamma non te l’ha mai raccontata la storia dell’omino dietro la luna? La mia si, e ne raccontava tante bellissime…”
Il ragazzo si sedette ora accanto a lei, porgendole un sorriso..

“Per esempio..” continuò lei, tirandosi una ciocca di capelli.. “Mi ha raccontato che Jack Frost mi ha morso il naso quando sono nata.. e io ho sempre voluto conoscerlo per chiedergli perché mordesse il naso ai bambini, non sembra una cosa carina da fare, vero?”

Il ragazzo era allibito..  guardava la bambina e cercò di dirle qualcosa, quando si avvicinò a loro un ragazzo alto e moro, Xavier.

“Luna, con chi stai parlando?”

“Con questo signore buffo!”

Xavier guardò in direzione del ragazzo col bastone, ma sembrava non accorgersi della sua presenza..
“Luna, ti sei fatta l’amico immaginario??” rise il fratello, accarezzandole i capelli argentei.. “Vieni a giocare con noi dai! Facciamo un pupazzo e poi prendiamo a palle di neve
Ciel, che ne dici?”

La bimba accennò quello che doveva essere un sorriso e scosse il capo..
“no, grazie Xavier.. rimango qui ancora un po’..”

Il ragazzo lasciò la sorella e tornò a giocare con gli altri bambini.

“Mio fratello non ci vede bene come me.. forse perché ormai è troppo grande..” si rivolse la piccola verso il ragazzo seduto accanto a lei.

“Può darsi..” rispose lui, confuso..

“comunque signore che mio fratello non vede, non mi hai detto il tuo nome.. chi sei?”
Il ragazzo sorrise, si alzò e con un balzo si librò in volo, rimanendo sospeso davanti alla bambina.

“Jack Frost!” disse con tono allegro, e con un movimento della mano fece volare un fiocco di neve sul nasino della piccola che lo fissava stupita.

Per la prima volta, dopo quasi un anno, Luna rise, e corse a giocare coi fratelli, increduli del cambiamento improvviso.
 
 
[12 ANNI DOPO...]

Luna non smise mai più di sorridere.
Ha sempre continuato a raccontare ai fratelli del suo incontro con Jack Frost, ma loro l’hanno sempre ritenuta una sua fantasia, fino a che, poco dopo non iniziò a congelare tutto ciò che le capitava sotto mano.. All’inizio era spaventata e come lei anche i due fratelli, ma alla fine ci prese gusto e cominciò ad imparare come controllarli, volendo migliorare sempre di più.
I bambini del villaggio la adoravano, per questo. Perché li faceva sempre giocare e divertire. Un po’ meno la adoravano li adulti, ritenendola bizzarra e pericolosa. Xavier e Ciel però la difesero sempre.
Luna crebbe in fretta, diventando l’anima viva del villaggio. E raccontava ai bambini le storie di sua madre, e anche di come Jack Frost l’avesse salvata dalla tristezza e le avesse regalato la capacità di rendere felici gli altri.

Perché lei era sicura di questo, pensava che da lassù, sua madre e suo padre le avessero mandato questo spiritello per farla rinascere. Era il suo eroe, solo che, da quel giorno, lei non lo rivide più.

Quella sera, i due fratelli ormai grandi, andarono a dormire presto in vista della giornata lavorativa che li aspettava. Luna invece, rimase sveglia seduta sul davanzale della sua finestra a fissare la luna, che quella sera le sembrava più grande e luminosa del solito.. Con un dito iniziò a disegnare ghirigori ghiacciati sul vetro della finestra, ma fu attirata da qualcosa che cadeva delicata dal cielo. Neve.
I grandi occhi neri della ragazza si illuminarono di gioia, e subito corse al piano di sotto ed uscì fuori da casa, per godersi la neve che pian piano imbiancava la strada..

“Jack.. lo so che sei tu..” disse tra sé e sé, finchè non lo vide.

Jack saltellava da un tetto all’altro, volteggiando come fosse tanto leggero da essere trasportato dal vento.. Luna lo seguì in silenzio, fino alla piazza dove si incontrarono per la prima volta.
Lui si posò al centro esatto della piazza, e iniziò a correre strusciando il suo bastone ricurvo sul pavimento, creando così mille frattali ghiacciati che decoravano la superficie della piazza.

“Meraviglioso, Jack! Sapevo che saresti tornato!”

Lui si interruppe, sgranando gli occhi, e si voltò verso la voce che lo chiamava..

“Tu sei..” si avvicinò alla ragazza, “sei quella bimba che riusciva a vedermi! Sei Luna! Accidenti piccola, sei cresciuta parecchio, eh?”

La ragazza sorrise.. “Non ho mai smesso di aspettarti, sai? È grazie a te se ora sono così!”

Jack sembrava non capire.. si avvicinò a lei con aria curiosa.. “Che intendi dire?”

“Da quando mi hai ridato la felicità, non ho mai smesso di sorridere, e riesco a rendere felici anche gli altri bambini del villaggio! E poi..” si interruppe, come per prendere tempo..

“oh, sono contento di averti ridato il sorriso, piccola… ehi ma cos--!!” Lo spirito della neve rimase a bocca aperta e cadde all’indietro quando vide Luna muovere una mano, creando dei fiocchi di neve che volarono verso di lui, e uno si posò sul suo naso..

“Da allora, anche io controllo il freddo, Jack.. Credo che quella volta, dodici anni fa, dentro di me ci fosse solo tanto, tanto vuoto, quindi il mio cuore ha assorbito interamente la tua magia.. non ho dubbi su questo.. e ti ringrazio..”
Lei si avvicinò a lui, sorridendo. Lui era ancora a terra, e respirava velocemente, scioccato..

“Io non.. non credevo di essere capace di una cosa simile.. vuoi dire che.. ti ho passato i miei poteri??”

“A quanto pare si..” Lei sorrise timida.

La loro conversazione fu interrotta da un’improvvisa luce colorata nel cielo. Entrambi alzarono lo sguardo verso quello spettacolo, ma mentre Luna ne fu attratta, Jack assunse uno sguardo preoccupato..

“E’ Nord.. sta radunando di nuovo noi Guardiani… Scusa Luna, ora devo andare.. Ma ti prometto che tornerò a trovarti!”

“Ti aspetterò Jack, torna presto..”

E detto ciò il giovane spirito si librò in aria e volò via seguendo quell’aurora.
Luna rimase li, in piedi a fissare il cielo, e sospirò, mentre ancora cadeva la neve.
  
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