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Autore: Alex96_    25/02/2014    2 recensioni
[Ambientata prima della messa in onda americana della 4x05. CONTIENE LEGGERI SPOILER SULLA QUARTA STAGIONE.]
La mia interpetazione del promo dell'episodio cinque della quarta stagione, dove Lip chiede a Mickey se ha avuto notizie di Ian, seguito da un ipotetico confronto tra i fratelli Milkovich.
Dal testo:
“So che sei tu il ragazzo che Ian mi ha detto di aver scopato dopo Kash. So che state insieme da tre anni. So che mi ha chiesto più volte consigli su di te, su come poter decifrare dai tuoi gesti quello che provi per lui. So che è innamorato di te Mick e sono fottutamente sicura che lo sei anche tu.”
***
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Family Is Everything'
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 “Hai sentito qualcosa da Ian?”
Mickey era appoggiato a una colonna sul suo porticato con una bottiglia di Jack Daniels avvolta nella carta  in mano. Si era davvero incazzato quando Lip Gallagher aveva urlato il suo nome, costringendolo ad uscire di casa. Chi diavolo si credeva di essere quel genietto che ora andava all’MIT? Lui era Mickey Milkovich, non una di quelle squillo a chiamata!
Quando però aveva visto il suo sguardo preoccupato sapeva che c’era una sola ragione per la quale l’aveva cercato: Ian. Avrebbe dovuto immaginarlo che quello stronzo di Firecrotch avesse detto di loro – se mai c’era stato davvero un “loro” di cui parlare – al fratello dagli occhi storti: quei due erano praticamente la stessa persona divisa in due corpi! Se però tra tutte le persone a cui poteva rivolgersi, Lip era venuto a bussare proprio alla sua porta, doveva essere successo qualcosa di davvero preoccupante.
Aveva cercato di mascherare i suoi sentimenti ma non si era fermato dal mordersi un labbro, uno dei suoi gesti rivelatori di quando era nervoso. Aveva sputato fuori una risposta con tutto il disinteresse di cui era capace evitando accuratamente lo sguardo dell’altro, ma la sua stessa bocca l’aveva tradito mostrando quanto, in realtà, fosse preoccupato.
“È nei guai? Che tipo di guai?”
Aveva capito di aver parlato troppo quando aveva visto un sorriso sghembo formarsi sulle labbra di Lip e non sapeva davvero cosa diavolo pensasse il genietto, perché quando aveva nuovamente aperto la bocca gli aveva parlato come se lui fosse il fidanzato di Gallagher, come se avesse qualche diritto nel sapere se era successo qualcosa a quel pel di carota dalla faccia aliena piena di lentiggini.
“Te lo dico quando lo scopro”
Senza dire altro il biondo se n’era andato da dove era venuto, una sigaretta appena accesa a pendere dalle labbra, e lui si era ritrovato a passarsi una mano tra i capelli sporchi di gel e grasso e a ingollare una grossa quantità di Jack prima di rientrare in casa.
Aveva pensato di potersene stare tranquillo in quella topaia che chiamava casa ma ovviamente quella rompicoglioni di sua sorella Mandy aveva deciso che, contrariamente, non sarebbe rimasto solo in compagnia dei suoi pensieri.
“Era Lip alla porta? Che voleva?”
Dio, quella ragazza poteva essere più masochista? Era chiaro come il sole che a quel Gallagher non fregava niente di lei, eppure sua sorella era lì con i suoi occhioni blu spalancati e velati dalla disperazione, i capelli neri come la pece a farle da tenda sul viso, le labbra contratte dalla tensione e con indosso solo una maglietta da uomo che le copriva a malapena quello che lui non avrebbe mai voluto vedere ad attendere pateticamente notizie sul suo ex ragazzo.
Probabilmente lui era ancora più patetico di Mandy perché, dopo aver visto l’ansia nello sguardo di Lip, sentiva il bisogno fisico di avere notizie di Firecrotch. Doveva accertarsi che stesse bene perché era sicuro che quel dannato ragazzino idiota si fosse cacciato in qualche guaio. E tutto per colpa sua, aveva aggiunto una parte della sua mente.
“Voleva sapere di…ehm Ian. Tu l’hai sentito?”
Mandy aveva scosso la testa e si era portata le braccia intorno alla vita, nel tentativo di placare il freddo che sentiva penetrarla fin dentro le ossa.
“No. L’ultima volta che l’ho visto è stato quando è venuto qui. Sta bene?”
Mickey si era stretto nelle spalle e aveva preso una sigaretta dal pacchetto sul tavolino da caffè, accendendola con un rapido movimento e aspirando con forza dal filtro. Aveva aspettato di sentire il familiare bruciore ai polmoni prima di riprendere a parlare.
“Che cazzo ne dovrei sapere io?”
Sua sorella aveva contratto le labbra e lui era rimasto a guardarla trattenersi fisicamente dal picchiarlo, il che non aveva fatto altro che farlo ghignare. Com’era facile far incazzare Mandy a volte.
“Già, dimenticavo che l’ultima volta sei stato una femminuccia e non l’hai fermato. Avrei dovuto immaginare che quando ha parlato di aver trovato un modo per arruolarsi senza avere diciotto anni si sarebbe messo in qualche guaio. Cazzo!”
Mandy si era strattonata con forza i capelli e aveva iniziato a camminare avanti e indietro per la stanza, gli occhi che emanavano una luce estremamente pericolosa. Conosceva bene sua sorella e sapeva che teneva tantissimo al suo migliore amico, quindi la sua reazione – anche se ai suoi occhi era un tantino eccessiva: infondo non sapevano neanche cosa cazzo fosse successo a Gallagher – era perfettamente comprensibile. Nonostante sapeva di non doversi far toccare dalle parole della mora, era ugualmente consapevole che aveva ragione. Quando Ian aveva sganciato la bomba dell’esercito l’aveva colto di sorpresa. Non era riuscito a parlare e non era stato in grado di fermarlo. Sapeva che Firecrotch era incazzato per la storia del matrimonio e invece di pregarlo di restare, di dirgli che lo voleva ancora nella sua vita, l’aveva presa sul ridere e non era riuscito a dirgli nulla quando invece avrebbe dovuto. Perché nonostante Ian non facesse altro che parlare di West Point da più di due anni sapeva che non si sarebbe mai arruolato così presto, in maniera del tutto illegale oltretutto, se solo lui gli avesse dato una ragione valida per restare. Avevano ragione Mandy e suo padre: era una femminuccia del cazzo!
Doveva essersi distratto, perché all’improvviso si era ritrovato un pugno sulla spalla da parte di sua sorella e non aveva potuto fare a meno di lanciarle uno sguardo di fuoco che gridava “STARE ALLA LARGA”.
“Che cazzo Mandy!”
La mora non sembrava essere minimamente spaventata da lui e per dimostrarlo l’aveva afferrato per entrambe le spalle scuotendolo con forza e parlando a un centimetro dalla sua faccia, i denti digrignati e gli occhi ancora fiammeggianti dall’ira.
“Sei un fottutissimo succhia cazzi egoista Mickey. È tutta colpa tua se Ian se n’è andato, lo so io e lo sai tu e a quanto pare lo sa anche Lip visto che ti è venuto a cercare. Vorrei solo che ti avesse spaccato la faccia brutto idiota!”
Quando era troppo, era troppo. Con le braccia ora libere dalla bottiglia che aveva lasciato sul divano e la sigaretta ormai finita, aveva dato uno spintone a Mandy a sua volta, alzandosi in piedi per fronteggiarla. Questa volta era stato lui a grugnire, gli occhi fuori dalle orbite e le mani che pregavano per sentire quel rumore bellissimo derivato delle ossa che si spezzano.
“Tu non sai un cazzo di niente Mandy! Capito? Non sai niente!”
Le aveva dato una spallata e aveva iniziato a camminare a grandi passi verso la sua camera quando la voce di sua sorella l’aveva raggiunto, facendolo bloccare nel bel mezzo del corridoio.
“So che avanti da un po’. So che non è solo sesso per nessuno dei due. So che mi ha chiesto più volte consigli su di te, su come poter decifrare dai tuoi gesti quello che provi per lui. So che è innamorato di te Mick e sono fottutamente sicura che lo sei anche tu.”
Quelle parole l’avevano trafitto peggio di venti coltellate. L’avevano bloccato sul posto e gli avevano impedito di muovere anche un solo muscolo; erano peggio dei pugni di Terry, peggio della pistola puntata alla tempia di Ian, peggio di Svetlana che lo scopava per far uscire il frocio da lui. Una serie di domande gli avevano affollato la mente: Ian aveva parlato di lui con Mandy? Aveva cercato di capire se lui provasse qualcosa? Cazzo, non era evidente dopo tutto quello che avevano passato insieme? Se fosse stato solo una bocca calda non sarebbe mai andato in riformatorio – due volte – per lui, non si sarebbe mai fatto sparare, non l’avrebbe difeso da suo padre. Diavolo, non gli avrebbe mai permesso di entrargli sotto la pelle!
Si era passato nuovamente una mano tra i capelli prima di pulirsela disgustato sul retro dei jeans e si era voltato verso Mandy che, con il fiato accelerato per aver gridato e i capelli scompigliati, sembrava un animale feroce – o una pazza appena uscita dal manicomio.
“Te lo ripeto, non sai niente.”
La mora aveva allargato le braccia esasperata e l’aveva guardato negli occhi con un misto di disperazione e rassegnazione.
“Allora parlami. Dimmi come stanno le cose Mickey perché per il momento mi sembra solo che tu sia un cazzo di rammollito che si è fatto scappare l’unica cosa bella che gli è capitata nella vita!”
Aveva scosso la testa e si era morso un labbro finché non aveva sentito il sapore ferroso del sangue in bocca. Mandy non si sarebbe arresa, lo sapeva. Quando voleva sua sorella era un dito al culo, e non di quelli piacevoli. Così aveva trascinato un piede davanti all’altro e aveva raggiunto nuovamente il divano, sul quale si era seduto buttando le gambe davanti a lui sul tavolino.
“Non parlerò di queste cose finché non sarò fottutamente sconvolto.”
 
 
Era così che i due Milkovich si erano trovati mezz’ora dopo seduti spalla a spalla su quel divano testimone dell’aggressione di Mickey a passarsi l’ennesimo spinello dopo aver bevuto quasi una confezione di birra, aver finito la bottiglia quasi intatta di Jack e aver inalato una bombola piena di gas esilarante.
“Non stiamo insieme. Io e Gallagher.”
Mandy si era voltata nella sua direzione, non credeva che suo fratello le avrebbe detto nulla, invece eccolo lì a darle informazioni su Ian. Si era morsa un labbro e aveva misurato con attenzione le parole da pronunciare – cosa che non faceva mai – prima di parlare; non voleva rischiare di farlo arrabbiare o imbarazzare perché sarebbe ricaduto nel suo mutismo.
“Cosa siete allora?”
Mickey l’aveva guardata con un sopracciglio inarcato. Che razza di domanda era? Lui e Firecrotch non erano certo una coppietta di finocchi o ragazzo e ragazza. Loro non erano niente. Non era questo quello che aveva detto alla mora, e la colpa era tutta di quel dannato gas, non era mai stato in grado di tollerarlo bene.
“Scopiamo e basta Mands.”
La ragazza si era fatta pensierosa e a Mickey veniva da ridere perché gli sembrava quasi di poter vedere i suoi neuroni arrovellarsi nel cercare di capirci qualcosa. Così si era abbandonato a una risata scrosciante che gli aveva fatto venire le lacrime agli occhi. Mandy gli aveva dato un pugno sulla spalla mettendoci tutta la forza di cui era capace, placando così le sue risa.
“Testa di cazzo, ti basta un po’ di nitrus per stare fuori. Andiamo, da quanto va avanti tra te e Ian?”
Si era stretto nelle spalle e, questa volta, era lui quello con l’espressione concentrata perché non aveva davvero idea di quanto tempo fosse passato. Non è come se avesse tenuto un calendario con il loro anniversario cerchiato da cuoricini.
“Dalla volta che è venuto qui per riprendersi la pistola di quel musulmano di merda. Non lo so quanto sia passato… due, tre anni?”
Sua sorella aveva sgranato gli occhi e spalancato la bocca in un modo talmente osceno che stava per complimentarsi per le sue abilità a fare bj quando la mora l’aveva colpito di nuovo sulla spalla.
“Che cazzo! Sei ritardata o cosa?!”
Mandy non aveva risposto alla sua domanda retorica – entrambi sapevano che di non avere tutte le rotelle apposto ma d’altronde con genitori una drogata e uno psicopatico come poteva essere altrimenti? – ma l’aveva guardato inferocita.
“Te lo sei fatto mentre era fidanzato con me coglione?”
Mickey aveva trattenuto un’altra risata e si era acceso una sigaretta prima di parlare, l’ombra di un sorriso a incurvargli le labbra.
“Beh non stavate davvero insieme, o no?”
Le guance di Mandy si erano colorate di un rosa più acceso e le ci erano volute un paio di manciate di secondi prima di scuotere la testa e mormorare un “tu però non lo sapevi e te lo sei fatto uguale” al quale lui aveva risposto scrollando le spalle.
La verità era che quando quell’idiota di Gallagher era entrato nella sua stanza – e nella sua vita – brandendo quel pezzo di metallo e pretendendo che gli ridesse la pistola non aveva pensato un attimo al fatto che fosse il fidanzato della sua sorellina. L’aveva picchiato soltanto per la superiorità con la quale aveva avuto la faccia tosta di venire da lui, era pronto a pestarlo a sangue se gli avesse dato del finocchio dopo aver sentito la sua erezione premergli in faccia, ma in quel momento aveva visto altro nel suo sguardo. Quel ragazzino di a mala pena quindici anni era arrapato quanto lui, era eccitato e lo voleva e i  suoi occhi brillavano anche nella semi oscurità della stanza. Non ci aveva messo troppo poi a togliersi la maglietta e ad aiutarlo a sfilarsi la sua. Doveva averlo.
Si era rifugiato nei suoi ricordi e Mandy aveva dovuto scuoterlo per un braccio per farlo tornare alla realtà.
“Sogni bagnati a occhi aperti Mick? Ti ho chiesto perché non mi hai mai detto di voi due…o di te. Sai che non l’avrei mai detto a nessuno, vero?”
Lo sapeva. Sapeva che si sarebbe potuto fidare di lei, ma non aveva mai avuto il coraggio di aprire il discorso. Era proprio una fighetta.
“Che avrei dovuto dirti eh?! ‘Ehi sis, lo sai che abbiamo un’altra cosa in comune? A entrambi piace succhiare cazzi! A proposito sai che mi faccio il tuo migliore amico?’”
Mandy si era stretta nelle spalle e gli aveva rubato la sigaretta dalle mani, aspirando a sua volta dal filtro ormai quasi completamente consumato.
“Non lo so, ma me l’avresti dovuto dire. L’avrei voluto sapere, sei mio fratello e Ian è il mio migliore amico. Avrei accettato sapere che eravate felici insieme, ma tu gli hai spezzato il cuore sposando quella puttana russa e lui me l’ha detto quando era completamente ubriaco al ricevimento del tuo matrimonio.”
Si era morso nuovamente il labbro inferiore, assaporando per la seconda volta in poche ore il sapore del suo stesso sangue mischiato a quello della birra che aveva preso a bere. Non aveva mai saputo che Gallagher era esploso al suo matrimonio. Era consapevole di averlo ferito, ma era per il suo bene. Davvero quel pel di carota era troppo idiota per vederlo?
“L’ho fatto per lui. Sposare Svetlana intendo.”
Non aveva detto altro, perché spingersi più in là con le parole avrebbe significato rivivere quell’inferno che era stato per lui l’ultimo mese. Ma quando gli occhi blu di Mandy si erano posati sui suoi in quel misto di confusione e curiosità, si era affrettato a parlare nuovamente nonostante il dolore perché sapeva che sua sorella non avrebbe mollato l’osso finché non avesse saputo tutto quello che era successo. Così aveva iniziato a snocciolare parole con voce malferma e tremante.
“Quando Gallagher è finito nella casa famiglia ricordi che ti ho chiesto di lasciarmi la casa libera? Beh l’ho invitato qui. Aveva bisogno di un posto dove stare. Il giorno dopo Terry è tornato prima dalla caccia e ci ha beccati insieme. Ci ha pestati entrambi e ha chiamato quella puttana nazista per scopare via il gay da me o una cosa del genere e poi mi ha costretto a sposarla con la scusa che era rimasta incinta.”
Mandy si era portata entrambe le mani alla bocca e nei suoi occhi poteva leggere tutta la pena, il dispiacere e il disprezzo che provava. Per qualche minuto erano rimasti entrambi in silenzio a studiarsi, poi la mora si era passata una mano tra i capelli e aveva esalato un sospiro che probabilmente stava trattenendo da quando lui aveva iniziato a parlare.
“Cazzo Mickey. Questa è merda di un altro livello. Non potevi fare niente, se fossi rimasto con Ian vi avrebbe ammazzati entrambi e ti avrebbe fatto guardare. Merda! Perché non me l’hai mai detto razza di idiota?”
A quel punto i suoi occhi si erano scuriti e ridotti a due fessure e non aveva potuto impedire alla sua voce di risultare più fredda e tagliente quando aveva ripreso a parlare.
“Come tu mi hai detto che ti ha stuprata per anni e che sei rimasta incinta?”
Mandy aveva singhiozzato, completamente presa in contropiede dalle sue parole. Come diavolo faceva Mickey a saperlo? Gli unici che ne erano a conoscenza erano Lip e…
“Ian dovrebbe imparare a tenere quella sua dannatissima bocca chiusa.”
Mickey aveva ingollato un altro sorso di birra e aveva sfilato un’altra sigaretta dal pacchetto ormai mezzo vuoto prima di parlare nuovamente.
“Pensava che già lo sapessi.”
Erano rimasti entrambi immobili, uno a fumare e sorseggiare birra, l’altra troppo avvolta nel suo stesso trauma da poter fare qualcos’altro diverso dallo scrutare gli occhi del fratello maggiore in attesa. Sarebbe stato disgustato da lei? Era talmente preoccupata dalla sua reazione che era rimasta sorpresa quando l’aveva sentito parlare.
“Quella volta quando avevi dodici, forse tredici anni e sei corsa nel mio letto singhiozzando come una bambina… era stato lui?”
Aveva solo annuito e a Mickey quella era bastata come risposta. Ricordava perfettamente come quella notte di ormai cinque anni prima sua sorella si fosse precipitata nella sua camera chiudendo la porta a chiave e si era gettata nel suo letto. L’aveva mandata al diavolo e le aveva detto che era troppo grande per essere spaventata ancora dai temporali, ma lei gli aveva detto che era di altro che aveva paura e di chiudere la sua bocca e abbracciarla. E lui, anche se non era un tipo contatti fisici – troppo intimi e personali, troppo collegati a sentimenti come l’amore che lui voleva evitare a tutti i costi di provare – se l’era ugualmente tirata addosso permettendole di posare la testa sul suo petto e le aveva iniziato ad accarezzare la schiena mentre il suo piccolo corpo era sconvolto da tremiti.
“Era stata la prima volta. È capitato ancora da allora, ma non spesso. Ogni tanto, ogni due, forse tre mesi, quando si ubriaca davvero tanto mi scambia per la mamma. Poi ha dei black-out e lo dimentica. L’anno scorso pensava fosse colpa di Ian e voleva ucciderlo.”
Alle parole di Mandy le sue mani si erano strette in pugni e aveva rischiato di rompere persino il collo della bottiglia per quanto stava stringendo intorno al vetro, ma sua sorella aveva coperto la mano tatuata con la sua, costringendolo a voltarsi per guardarla negli occhi, gli stessi occhi che entrambi avevano ereditato da loro madre.
“Stai calmo Mick. Dobbiamo essere intelligenti, davvero intelligenti se vogliamo toglierlo di mezzo dalle nostre vite. Non possiamo ammazzarlo, un parricidio non è qualcosa da cui si torna indietro. Ma lui deve sparire, dobbiamo solo trovare un modo per farlo finire in galera per tutta la vita.”
Aveva annuito e con il mignolo aveva afferrato due dita di Mandy, l’esperienza più vicina a tenersi per mano che avrebbe mai sperimentato nella sua vita. Sapeva che sua sorella aveva ragione, avrebbero dovuto elaborare un piano e farlo alla svelta, perché suo padre e i suoi fratelli idioti sarebbero tornati tra poco.
“Okay, ma se lo facciamo siamo io e te Mands. Nessun altro. E poi da quando tu conosci parole come ‘parricidio’? Passi troppo tempo dai Gallagher.”
La mora aveva riso leggermente e gli aveva dato una spallata giocosa, segretamente grata che suo fratello avesse alleggerito i toni di una conversazione che era dannatamente difficile per tutti e due. Aveva colto l’opportunità al volo per cambiare argomento, anche se sapeva che al ragazzo affianco a lei non sarebbe piaciuto ugualmente.
“E tu ne passi troppo poco. Sai bene come me che i suoi fratelli non si arrenderanno finché non avranno trascinato il suo culo di nuovo nel South Side e tu dovrai affrontarlo. Glielo devi Mickey.”
Aveva aspirato il fumo dalla sigaretta che teneva tre le dita e aveva lanciato un’occhiata al vetriolo a Mandy. Sarebbe stato così d’ora in poi tra loro adesso che lei sapeva? Gli avrebbe rotto i coglioni ogni santo giorno per Gallagher? Non le aveva risposo e lei, inarrestabile, era ripartita alla carica.
“Possiamo farlo Mickey. Quella troia accetterà di sposare chiunque le dia la green card e molto probabilmente quel figlio non è neanche tuo. Possiamo incastrare papà e i nostri fratelli coglioni.”
Da quando sua sorella era così dannatamente ottimista? Le aveva lanciato un altro sguardo e aveva sbuffato il fumo dalle narici prima di parlare.
“Ah sì, e poi cosa? Andiamo al college, tu ti sposi con il genietto e mettete su famiglia mentre io e Gallagher iniziamo a tenerci per mano e a fare picnic e a guardare le stelle come una coppia di froci?”
Mandy gli aveva tirato un calcio sullo stinco facendolo imprecare e si era alzata in piedi allargando le braccia.
“Perché devi essere sempre un tale stronzo? Non voglio il sogno americano, voglio solo liberarmi di quel pezzo di merda di nostro padre e fargli pagare per tutto quello che ci ha fatto. Non lo vuoi anche tu?”
Si era alzato in piedi anche lui, fronteggiando apertamente quella sgualdrina che aveva per sorella ma che non avrebbe mai cambiato per niente al mondo.
“Certo che lo voglio e potrei anche avere qualcosa in mente a riguardo e sta sicura che nel frattempo quel pervertito non ti toccherà con un dito se non vuole trovarsi con una pallottola in mezzo agli occhi. Ma dopo che faremo eh?”
Mandy gli aveva rivolto quel suo sorriso storto e quasi dolce e l’aveva guardato con occhi carichi di speranza.
“Poi troveremo un modo per cavarcela Mick. Abbiamo avuto già tanta merda nella nostra vita con la mamma e la nostra famiglia, ci meritiamo un po’ di felicità. Te la meriti anche tu.”
Si era portato una mano tra i capelli e aveva imprecato nuovamente. Lui non sapeva neanche cosa cazzo fosse la felicità. Non sapeva da dove iniziare. Ian forse sì però… se mai avesse avuto le palle per parlargli e chiedere il suo perdono per aver fottuto con la sua testa.
“Siamo sempre nel South Side Mands. Per me non cambierà niente, non sarà Terry ma se qualcuno lo dovesse venire a sapere proverà a farmi fuori lo stesso.”
Sua sorella gli aveva sorriso riuscendo a percepire la sua paura e aveva scrollato le spalle, come se le avesse chiesto cosa volesse per cena.
“Ce ne occuperemo. Smettila di cercare scuse Mick. Ian tornerà a casa presto, ne sono sicura e tu dovrai scusarti se te ne frega almeno qualcosa di lui. Perché è così, vero? Si è arruolato per colpa tua?”
Non aveva dovuto annuire o dirle qualcosa, a Mandy era bastato guardarlo negli occhi per capirlo. Perché a lui fregava di Gallagher e nonostante avesse provato più volte a fingere il contrario quel ragazzino gli era entrato sotto la pelle, talmente tanto che non aveva la più pallida idea di come poterlo estirpare – o se avrebbe mai voluto farlo.
“Ce la faremo Mickey. Metteremo tutto a posto e porteremo un po’ di stabilità nelle nostre vite del cazzo. Io e te contro il mondo no?”
Aveva sorriso alle parole di Mandy: era qualcosa che si dicevano sempre quando erano bambini, quando sapevano già come venivano guardati dai loro compagni di scuola per il loro cognome e la reputazione dei loro fratelli, quando sapevano che potevano contare solo su loro due.
“Siamo i Milkovich più intelligenti.”
Erano state le labbra di Mandy questa volta a incurvarsi in un sorriso perché quella era una frase che diceva loro la mamma quando non era troppo ubriaca o fatta di metamfetamina. Diceva che loro due erano molto più svegli e furbi di tutta la loro famiglia e che avrebbero potuto fare grandi cose. Non ci era voluto molto alla mora per dare una spallata al fratello e trascinarlo in un abbraccio che, con sua enorme sorpresa, Mickey aveva ricambiato. Perché forse dopo tutta la merda che avevano passato nella loro vita potevano davvero essere felici. Almeno finché lavoravano insieme e si aiutavano a vicenda.
Si era staccata da lui e gli aveva pizzicato un braccio, lo sguardo acceso improvvisamente da un eccesso di malizia causato da una domanda che non aveva fatto altro che perseguitarla da quando aveva scoperto di lui e Ian.
“Allora chi è top e bottom tra di voi? Perché so che Ian piace stare sopra, questo vuol dire che sei tu a prenderlo nel culo?”
Mickey era scoppiato a ridere e le aveva dato uno spintone mandandola a fanculo, ma Mandy aveva notato le sue guance imporporarsi lo stesso. Beh, questa sì che era una scoperta interessante!






Angolino Autrice:

Saaaalve :3 Sono alla mia seconda storia qui sul fandom di Shameless (la prima la trovate QUI, sempre sui due fratelli Milkovich)
Ho scritto questa OS appena dopo aver visto il trailer della 4x05 ma non ho avuto il coraggio di postarla fin'ora però mi son detta che un tentativo valeva farlo u.u Adoro come sta andando avanti questa quarta stagione e il percorso di Mickey (4x07 anyone? ç___________ç) e questa versione di Ian decisamente diverso da come l'abbiamo sempre visto, ma sono un'inguaribile romantica che spera nel lieto fine, pertanto ho lasciato vagare la mia fantasia su cosa succederebbe se Ian tornasse a casa dopo l'esercito restando l'Ian che abbiamo imparato a conoscere e amare. Aspettatevi nei prossimi giorni due OS continuo di questa, spero che vi piacciano :D Lasciatemi una recensione se volete farmi sapere cosa ve ne pare di questa OS e per il resto guardate i link sotto.
A presto, Alex.

Link utili: Pagina Autrice FB - Profilo FB - Profilo EFP - ASK
   
 
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