Capitolo 33:
Un tranquillo pranzetto
E |
rano
trascorsi solo pochi secondi da quando Alan si era seduto al tavolo col vassoio
del pasto davanti, che una voce, soave quanto decisa, gli chiese: “Posso
sedermi qui, sempai…?”
Il
ragazzo rialzò gli occhi, per incontrare quelli blu cobalto di miss velo da sposa…
“Oh,
no…!! Ci mancava solo lei, adesso!” esclamò sbigottito Gus Chandler alzando la
testa dal complicato schema del sistema selettivo. Il pavimento della camera del
controllo neurologico era ingombro di congegni di vario tipo: alcuni ricambi nuovi
di zecca, ancora avvolti nei loro imballaggi e altri in pessimo stato,
prelevati attraverso le aperture, scoperte dai rimossi pannelli di protezione.
“Ne
sei stupito? Con l’esempio che ha dato la biondina, non mi meraviglierei che ne
seguissero anche delle altre” commentò, con voce terrea, il “redivivo” Marlowe
“anche se speravo che avessero il buon gusto di arrembarci una per giorno,
tanto per farci tirare un po’ il fiato…!”
“Io
mi sarei stupito della tregua, invece” dichiarò, sarcastico, il Coordinatore
Harper “va bene, a questa ci pensiamo noi. Lei, Gus, continui il suo lavoro
come se niente fosse. Venga, Phil: alla postazione vocale!”
“Sì,
signore…!” rispose il capo della Neuro, sospirando stancamente.
I
due si recarono nella camera del controllo sensitivo, pronti a gestire i
messaggi coi quali tenere a bada la terza “pretendente”.
“Ah…
Sayaka! Beh, ecco…”
“Ti
disturbo, forse?” chiese l’ultima “erede” della principessa Rosa, ostentando
una voce quasi neutra.
Alan
inspirò lentamente col naso, cercando di rimanere abbastanza impassibile.
Sarebbe stato semplice rispondere un brutale Sì! o un più diplomatico Scusa,
ma vorrei stare da solo! Ma, com’era ormai risaputo, quando si trattava di
offendere i sentimenti (femminili) altrui, il determinato detective diventava
estremamente debole.[1] Per
di più, i 946 punti che l’elaboratore emotivo accreditava ancora a Sayaka, non
gli consentivano niente del genere.
“Ma
no, cosa dici? Accomodati!” rispose allora, facendole cenno.
“Grazie!”
Sayaka
appoggiò il suo vassoio, si sedette e cominciò a servirsi con una grazia
veramente impeccabile. Si vedeva come appartenesse all’alta società!
Normalmente,
un tale atteggiamento avrebbe irritato il giovane investigatore, abbastanza
prevenuto verso gli esponenti delle classi abbienti (troppi arricchiti
disonesti aveva visto smascherare da Seya) ma con quella fanciulla era diverso.
I suoi modi, poi, non ostentavano affatto superbia, ma soltanto un’elegante
raffinatezza (e gli stessi modi di Lisa non erano tanto diversi, in fondo).
“Oggi
ti vedo in forma, sempai!”
*Beata
te…!* ribatté mentalmente il ragazzo, ridendo sotto i baffi che non aveva.[2] Ma
poi rispose, con noncuranza: “Ah, sì? Trovi?”
“Sì,
sì… mi sembra che tu stia decisamente meglio!”
“Beh,
grazie. Hai ragione, non c’è male!”
Dopo
mezzo minuto di silenzio, la ragazza tornò alla carica: “Senti, Alan… posso farti
una domanda…?”
Il
ragazzo la guardò di sottecchi, versandosi da bere: “Personale?”
Le
guanciotte di Sayaka si tinsero leggermente di rosso.
“Personale…!”
si rispose da solo il giovane, vuotando poi tutto d’un fiato il bicchiere.
“Se
ti disturba tanto, ne faccio a meno…!” rispose lei, con tono un po’ piccato.
“Oh,
ci mancherebbe! Chiedi pure… poi però non vi dovete lamentare, se si dice che
la curiosità è femmina…!”
“Ehi,
complimenti, Phil” commento Harper, compiaciuto “vedo con piacere che si è
ripreso bene!”
“Sto
ancora da cani, invece! Fortunatamente per il nostro assistito, quella
sciacquetta mi stimola in modo particolare…!”
Il
Coordinatore sorrise, divertito dal tono del suo responsabile emotivo, per
l’occasione stranamente simile a quello di Watson: “La capisco: farsi sedurre
da Haneoka sarebbe almeno una resa onorevole. Dalla Takamya sarebbe ancora accettabile.
Ma dalla Shinomya sarebbe ridicolo!”[3]
“Giustappunto,
capo!”
“Se
te la faccio” gli occhi di Sayaka mandarono un lampo “è perché questa… femmina… tiene molto a te. Pensavo lo
avessi capito…!” polemizzò, con la voce già leggermente aspra. Marlowe dovette
ordinare a Wolfe di deglutire.
“Sì…
certo che lo avevo capito. Continua!”
“Io…
beh, vorrei tanto sapere… cosa ne pensi di… di Haneoka, ecco…!”
La
ricezione della domanda arrivò in perfetta sincronia con l’inghiottimento del
boccone. Superfluo aggiungere che i trenta secondi successivi furono spesi per
liberare la trachea dal medesimo!
“Più
forza, Rip… più forza!” gridava disperatamente Tracy, dalla Cardiaca.
“Ah,
la vedo male, la vedo…!” commentò il responsabile della Motoria, agendo con
decisione sui comandi del diaframma. Fortunatamente, l’osservazione di Kirby
era puramente sarcastica e l’inconveniente fu presto superato.
Alan
bevve un po’ d’acqua e si forbì a lungo la bocca col tovagliolo, tanto per
prendere tempo. Quindi le rispose: “Cosa ne penso di… beh…” ultimo colpetto di
tosse “…mi… mi piace… un po’…!” concluse, alla vista dello sguardo poco
rassicurante della sua commensale.
“Ah,
ma guarda” ribatté costei, ostentando un sorrisetto ironico “è molto strano, però!”
Wolfe
comandò, sospirando, altre due deglutizioni.
“Come
sarebbe a dire, scusa?!” le domandò poi Alan, risentito.
“Beh,
che tu le piacessi era già chiaro da tempo… però sembrava proprio che ti stesse
cordialmente antipatica. Mi sbaglio…?”
“Ingenua,
la ragazzina” commentò A1, con un sogghigno “non lo sa che l’amore non è bello
se non è litigarello?”
“Eh,
se lo sa…! Non si faccia incantare da quella educanda, signore!”
“L’importante
è che non si faccia incantare lui,
caro Phil!” puntualizzò l’altro.
Il
capo della Neuro accusò un brivido, prima di poter riprendere la
concentrazione.
“Non
ti sbagli, in effetti” rispose il detective, volgendo uno sguardo leggermente
obliquo alla sua graziosa interlocutrice “non nego che, dapprincipio, mi stesse
sui nervi con la sua aria da santarellina! Ma poi, con il tempo… sai com’è, no?”
le fece un sorriso vissuto.
“No.
Com’è…?” rimpallò lei, con voce piatta.
“Ahi,
è un osso duro!!” commentò Harper. Il suo collega Daniel Carnaby, Coordinatore
dell’organismo di un certo Shinji Ikari, avrebbe senz’altro definito quella
risposta come ayanamica!
“Tim”
gridò il povero Marlowe, nel comunicatore “portami subito il manuale sui
rapporti interpersonali, presto!!”[4]
Il
fido coadiutore comparve pochi attimi dopo, recando il prezioso vademecum.
Dopo
averlo sfogliato convulsamente, mentre Murdock glielo reggeva, il disperato
capo-sezione lanciò il successivo messaggio: “Quando… si approfondisce la
conoscenza di una persona… si possono scoprire le sue qualità… e il giudizio su
di lei non può che migliorare!”
“Capisco…!
E quali sono le qualità che hai scoperto, in lei…?”
“Accidenti…
adesso sta proprio esagerando!” sbottò il Coordinatore.
“Lasciamola
fare” rispose tranquillamente Marlowe, con una strana luce negli occhi “questo atteggiamento
potrebbe farle perdere parecchi punti!”
“Mah…
se non ne ha persi la Takamya, con quell’attacco…!”
“Stavolta
non ci saranno gli ormoni di Spade ad aiutarla in questo senso, signore” osservò
giustamente il responsabile emotivo “nemmeno se gli saltasse addosso pure lei!”
“Già,
è vero…!” rispose A1, sollevato *Sai la figuraccia, però!* rifletté, subito
dopo.
Kirby
portò inevitabilmente la mano destra alla nuca del ragazzo…
“Beh,
la sua gaiezza… la sua bontà d’animo… e poi…”
“E
poi è molto carina! Vero, sempai?”
Per
poco Alan non si tranciò un dito con il coltello… ma poi si fece forza e
continuò a tergiversare: “Certo che è carina” Marlowe ebbe un guizzo “è molto carina… ma mai quanto te!”
Lew
Harper guardò il suo neurologo con la faccia deformata dal più vivo stupore. Era
forse diventato matto?
Con
un cenno, Marlowe si affrettò a rassicurare il superiore: “È una mossa tattica,
signore: se la figliola non è scema, dovrà ben capire l’ironia! Il C.R. del
signor Alan si abbasserà di parecchio e così ci leveremo di torno anche miss velo da sposa!”
“Spero
proprio che abbia ragione…!” sospirò A1, non del tutto convinto.
I
due si misero quindi a fissare con attenzione il display visivo per scorgere nello
sguardo di Sayaka la traccia di un eventuale turbamento: un segnale qualsiasi
che palesasse la sua conseguente delusione. Ma gli occhi della fanciulla dai
capelli color ebano non manifestarono il più piccolo trasalimento e le sue
morbide labbra si schiusero in un sorriso che non sembrava avere niente di
fasullo…
“Grazie,
sempai” replicò “sei sempre molto caro!”
Il
capo della Neuro masticò un’imprecazione, ma dovette accusare il colpo.
“E
tu sempre molto gentile!” rispose, borbottando, il poveretto.
“Figurati!
Posso farti un’altra domanda?”
Harper
e Marlowe si scambiarono uno sguardo. Il secondo, fatttosi comunicare il
livello relazionale del soggetto, dovette convenire che 904 punti erano ancora
eccessivi per mandarla a quel paese!
“Come
no!” rispose Alan, versandosi ancora da bere.
“Chi
preferisci, fra Lisa e Saint Tail…?”
Stavolta
il malcapitato rischiò letteralmente di strafogarsi! Fissò poi la sua
pretendente, che lo guardava con aria estremamente risoluta… e fu preso da un
moto di panico.
“È…
è così importante per te, saperlo?”
“Molto,
sempai!”
Il
giovane annuì, lentamente: “Già… è naturale!” la guardò allora deciso e tentò
l’ultima carta che aveva a disposizione “E… se non volessi dirtelo?”
A
questo punto[5] gli occhi di Sayaka
divennero lucidi: “Anche questa sarebbe una risposta, Alan!”
Il
giovane fu costretto ad abbassare i suoi. Respirò a fondo, sentendosi veramente
spossato… che partita estenuante, però!
Era
già abbastanza difficile dover scegliere fra tre bellissime fanciulle che si
contendevano il suo cuore (e meno male che non erano quattro)… se almeno una di
loro fosse stata screditata da qualcosa, come un po’ di ipocrisia! Ma purtroppo
- paradossalmente parlando - tutte e tre le ragazze erano sincere. E proprio la
sincerità era fra le cose che il “ragazzo speciale” apprezzava maggiormente nel
suo prossimo!
“Signore,
mi aiuti lei” disse il capo della Neuro asukiana, guardando disperatamente il
suo Coordinatore “è gravissimo, da parte mia, lo so! Ma io… io non so proprio più
che cosa fare…!”
Harper
lo guardò bonariamente: “Non si biasimi, Phil: la capisco bene! Purtroppo la
verità è tragicamente semplice: non eravamo preparati a questo!”
“Tacere
sarebbe troppo scorretto, ne convengo. E allora?”
“Vediamo…”
fece A1, passandosi una mano sulla fronte “…quale risposta, secondo lei, la
scoraggerebbe maggiormente?”
Marlowe
si coprì la bocca con la mano, meditando.
“Aaah…!!!”
esclamò, infine.
***
“Allora,
amore mio…?”
Lui
rabbrividì a quell’appellativo e la fissò per qualche altro secondo. Poi le
rispose, a voce bassissima: “Saint Tail!”
Sayaka
chiuse gli occhi. Era finita! Poteva forse avere qualche speranza nei confronti
di una “normale” compagna di classe come Lisa… ma contro la misteriosa Seya, la
fantastica ladra dalla coda di cavallo, che argomenti avrebbe potuto opporre? A
meno che…
Alan
aveva appoggiato la fronte sul palmo della mano e fissava pensieroso il suo
piatto, ormai vuoto. Si riscosse quando sentì il rumore di una sedia che si spostava.
La ragazza si era alzata in piedi e gli rivolgeva uno sguardo triste e spento.
“Ho
capito, sempai… a quanto pare, hai già fatto la tua scelta!”
“Credo…
credo di sì…!” sospirò “Mi dispiace, Sayaka… davvero! Tu sei…”
“Una
povera scema” sbottò la ragazza “e ti ho pure fornito il mezzo per avvicinarti
a lei![6] Non
c’è che dire: proprio una scema…!!” ripeté, tergendosi rabbiosamente le
lacrime.
“Non
fare così” esclamò il ragazzo, più scosso di quanto avrebbe voluto “tu… tu sei
una ragazza deliziosa. Troverai sicuramente un compagno degno di te. E nulla ci
impedisce di restare buoni amici!”
Lei
lo guardò più duramente che poteva e scosse la testa: “No, Alan… mi dispiace,
ma non ci sto…!”
Lui
sospirò e allargò le braccia: “Come preferisci” si alzò anche lui da tavola e
aggiunse “ora scusami, ma devo andare…!”
“Guarda
che non hai capito, sai?”
“Come…?”
sussultò lui, rivoltandosi.
“Io
non mi arrendo, sempai. Non ancora! Vedremo se quella ladruncola saprà lottare,
per averti… io lo farò!!”
Il
detective rimase a bocca aperta. Guardò in viso la ragazza: le sue guance erano
ormai sul rosso accesso, accentuato dal loro luccichio e i suoi occhi blu
cobalto esprimevano una determinazione assoluta. Approfittando infatti del suo
sbigottimento, si avvicinò e gli stampò un tenero bacio a fior di labbra.
“Lei
non ti amerà mai come me” sussurrò “mai…!!!”
Soffocando
volutamente i singhiozzi, si diresse verso l’uscita con passo fermo e veloce.
“Sayaka…!”
mormorò il povero Alan, sfiorandosi la bocca con le dita e sentendo il bagnato
delle lacrime, passate sulle sue gote.
Probabilmente
sarebbe rimasto lì per un bel pezzo, se non si fosse accorto della presenza dei
suoi due compagni, ai quali aveva chiesto se volevano pranzare con lui, alla
mensa…! Malauguratamente quei due bietoloni avevano declinato l’invito per poi
ripensarci in un secondo momento e adesso stavano impalati davanti a lui,
sforzandosi di non perdere la presa dei loro vassoi (che sembrava pesassero una
tonnellata) con l’aria di due astronomi che avessero appena assistito
all’esplosione di una supernova!
Il
nostro eroe, ritrovata d’un colpo tutta la sua dignità, raddrizzò la schiena,
si strattonò i lembi della giacca e si avvicinò minacciosamente a quegli
importuni. Piantò loro addosso uno di quei suoi famosi sguardi che trapassavano
l’acciaio inox e gli impartì un ordine perentorio: “Voi due non avete visto niente!! Intesi…?”
***
Il
capo della Neuro abbandonò la camera del controllo percettivo, trascinandosi
fino alla sua sezione, dove accese il display delle relazioni interpersonali. Quando
lo strumento rispose ai suoi comandi, dovette purtroppo constatare che il C.R.
di miss velo da sposa aveva
riguadagnato quota e toccava ora i 963 punti…!
“No”
disse il Coordinatore “decisamente, non è andata come avevamo sperato…!”
Al
povero capo-sezione venne invece in mente la frase del suo collega Watson,
quando gli aveva chiesto: “Non ce l’hai
scritto, sui tuoi manuali, che le acque chete sono, in realtà, le più scatenate?”[7]
Nel
frattempo la squadra di Chandler era sempre intenta a lavorare sul circuito
selettivo.
“Come
andiamo?” chiese A1 al capo della Sensitiva.
“Per
ora, nessun intoppo, ma sarà una cosa lunga. Non so se per mezzanotte avremo
finito!”
“Proprio
nessuna speranza di riuscirci entro l’ora dell’appuntamento?”
“Negativo,
signore. Mi rincresce!”
Il
Coordinatore mugugnò qualcosa e posò una mano sulla spalla di Marlowe: “Phil… come
ho detto al suo collega, non ritengo molto saggio rimandare l’appuntamento di
stasera con la signorina Haneoka. Ma se lei lo ritiene necessario…”
Il
subordinato scosse la testa: “No, signore” rispose, deciso “vorrà dire che ci
limiteremo all’amore platonico!”
A1
sorrise soddisfatto e gli diede una pacca sulla stessa spalla: “In tal caso,
l’ordine è confermato. Stasera, alle otto, davanti a casa Haneoka!”
“Ricevuto
e compreso, signore!” annuì Marlowe.
[1] Con l’ovvia eccezione di Lisa, prima di conoscere la verità…!
[2] E che forse si sarebbe fatti crescere, giusto per far dispetto a Kai Hiwatari, che gli aveva detto che a suo padre “stavano da schifo”!
[3] Tengo a precisare che non concordo affatto con questo giudizio, abbastanza ingiusto nei confronti del personaggio in questione.
[4] Cfr. il capitolo 21.
[5] Non ho voluto scrivere finalmente perché sarebbe stato troppo crudele!
[6] Sta ovviamente parlando dello specchio.
[7] Vedi capitolo 12.