Capitolo
1 – Congetture
La
preside
della scuola per fate di Alfea era seduta dietro la scrivania nel suo
ufficio,
la schiena comodamente appoggiata all’imbottitura verde dello
schienale della
sedia girevole.
Indossava
uno dei suoi vestiti preferiti, un completo azzurro opaco con un rigido
bustino
che le sosteneva la vita, e i capelli bianchi erano pettinati secondo
la moda
delle signore di Magix – la quale imponeva
un’acconciatura vaporosa e sempre in
ordine.
I
suoi
capelli erano sempre stati motivo di vanto – anche se non era
una donna che
amava ostentare la sua bellezza – sin da quando era giovane,
non vedeva perché
non tenerli curati nonostante l’età.
Stava
invecchiando, Faragonda se ne rendeva conto con muta rassegnazione.
L’aveva
capito davvero solo di recente, quando lei era sparita: mai si era
sentita così
vecchia e inutile; nonostante fossero termini per niente educati, la
donna non
trovava altre parole per esprimere a pieno ciò che provava.
Di fronte alla
disperazione delle sue allieve non era riuscita a fare nulla, nulla se non mormorare che
“sarebbe
andato tutto bene”.
Ed
era
sicura di non essersi immaginata l’astio che aveva scorto
negli occhi delle
giovani fate in lacrime innanzi a lei. Del resto, come poteva
biasimarle? Lei
era Faragonda, un membro della Compagnia della Luce, la preside di
Alfea, una
delle persone più potenti della Dimensione Magica che non
vantava poteri da
immortale, non avrebbe forse dovuto sapere
– o quantomeno prevedere – un fatto del genere?
Probabilmente le sue
studentesse la vedevano come una donna incrollabile e dalle mille
risorse, ma
era in realtà più debole di quanto non
dimostrasse.
C’era
qualcosa che ribolliva sotto la
superficie della Dimensione Magica, la preside ne era convinta:
ciò che era
successo non lasciava spazio a troppi dubbi, del resto. Una strana
inquietudine
le serpeggiava dentro da un paio di settimane, aggredendola con
tormentose
domande quando meno se lo aspettava, e Faragonda non poteva fare a meno
di
provare un sottile timore. Aveva affrontato di tutto nella sua vita,
dai mostri
d’ombra alle Streghe Antenate, ma l’ignoto era
sempre stato qualcosa che la
spaventava. Il non sapere cosa si celava nell’ombra di una
stanza la inquietava
in misura tale da costringerla ad accendere la luce per controllare che
non ci
fossero nemici di qualche genere nascosti nelle tenebre.
Ecco,
questo – la paura del buio
– era
qualcosa che non si addiceva per niente all’idea che gran
parte delle persone
aveva di lei.
Il
filo dei suoi pensieri venne spezzato – troppo bruscamente
per
i suoi gusti – da un insistente bussare alla porta. La
preside di Alfea si
ricompose, tossicchiò appena e disse
«
Avanti
».
La
porta di
mogano verde si spalancò e Grizelda entrò a passo
di marcia, con il suo fedele
registro sottobraccio e un cipiglio che non prometteva nulla di buono.
«
Ah, Ispettrice, »
disse
Faragonda, con una nota di esasperazione nella voce quasi
impercettibile. «
Che
posso fare per lei?
».
«
Preside Faragonda! »
esclamò
con voce stridula la donna dai corti capelli castani. «
E’
una cosa inammissibile! Deve venire immediatamente a vedere: le allieve
del
primo anno… ».
«
Suvvia,
Grizelda, si calmi! »
disse
con voce fin troppo irritata la preside, mettendo a
tacere l’altra donna. «
A
meno che non sia scoppiato un incendio non vedo per quale
ragione dovrebbe importunarmi, soprattutto in questo momento
così delicato!
».
Faragonda
si pentì delle parole
pronunciate non appena le uscirono di bocca: Grizelda era sempre stata
una
fedele collaboratrice – un po’ troppo ligia alle
regole, questo sì – e le era
sempre stata grata per l’aiuto che le dava nel gestire la
scuola, ma era
davvero suscettibile. E poi si sentiva ingrata nel trattarla
così.
Inaspettatamente l’Ispettrice calò gli occhi sul
pavimento e assunse un’aria
mortificata.
«
Mi
perdoni, »
disse.
«
Come stanno le ragazze? ».
La
preside sospirò: «
Non bene, temo. Sono
distrutte, soprattutto
Stella ».
La
donna annuì tristemente, poi si
congedò e uscì dallo studio.
*
*
*
In
tutt’altro luogo, in una dimensione sconosciuta, ove
realtà e illusione erano
una cosa sola, una creatura nascosta nell’ombra osservava con
attenzione un
globo luminescente, sospeso davanti a ciò che un tempo era
il suo viso. Il
pallido baluginio dell’incantesimo della Finestra sul Mondo
illuminava appena
le letali tenaglie che schioccavano, sadicamente divertite.
Intorno
all’essere numerosi suoi figli banchettavano con la preda del
giorno, animando
l’altrimenti silenzioso ambiente con lo scattare delle loro
fauci, il rumore
delle ossa spezzate e un orribile risucchio.
«
Molto bene, mia cara Faragonda…
» ringhiò in quello che una volta era
il suo linguaggio comune, facendo
scivolare la lingua ruvida tra le zanne letali come se stesse per
gustare una
preda succulenta. « A quanto pare anche tu subodori qualcosa,
eh? Ma quando
capirai, stolta, sarà ormai troppo tardi! ».
La
scena della Finestra sul Mondo cambiò, e l’immensa
creatura
sporse la sua mole in avanti per osservare meglio l’immagine
della ragazza
intenta a respingere la sua prole. Sfiorò con le chele la
bolla luminosa,
facendo schioccare le fauci con irritazione.
«
Possibile che le fate siano così dannatamente
testarde? » gorgogliò, per poi scoppiare in una
risata
gutturale che di umano non aveva nulla. « Oh, be’,
suppongo che così sia più
divertente! ».
Un urlo animale, sgorgato dalle gole dei mostri attorno a lui, fece da sfondo alla sua osservazione.
L’Angolino
dell’Illusionista
Penso
di
essere abbastanza soddisfatta di questo capitolo. Ho voluto esplorare
un po’ la
psiche di Faragonda, anche se non credo di esserci riuscita bene, e ho
anche
dato una sorta di ‘assaggio’ di ciò che
attende i nostri personaggi. Spero che
vi piaccia e che mi lascerete un commento.
Ringrazio Tressa e Alquade01 per aver recensito lo scorso capitolo, nuovamente Tressa che ha messo questa storia tra le preferite e Sara JB che l’ha messa tra le seguite.
Piccolo avviso: in questo periodo non sarò presente su EFP, dato che il mio computer deve andare in riparazione e non so quando potrò riaverlo. In caso, mi farò sentire tra qualche settimana con il pc di una mia amica.
Ci
vediamo
al prossimo capitolo.
Miss_Darcy