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Autore: cristinacilluffo    25/02/2014    1 recensioni
"-Ti prometto che nessuno ti farà mai del male.-
-Non potrai esserci sempre.-
-Ci proverò e ti giuro, non mi lascio intimorire da niente-, sorrise.
-Credo di amarti davvero, come nessuno ha mai amato-, abbassai lo sguardo imbarazzata.
Le dita alzarono il mio mento, facendomi incontrare i suoi occhi profondi, smeraldi.
-Non ci crederai mai, ma in tutti questi secoli ti ho cercata ovunque, ed eccoti qui. Non ti lascio andare ora che ti ho trovata, signorina.-"
THE NIGHT’S SHADOWS.
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=VTgqvBjWMHg&feature=youtube_gdata_player
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Chapter 16
 
 
“Bruise”.
 
 
Il sole splendeva e i suoi raggi entravano dalle fessure della serranda. Continuavo a guardare il vuoto cercando di fermarmi ad un singolo pensiero che mi vorticava in testa.
<<Non ci posso ancora credere che abbia avuto il coraggio di avvelenarmi. Sapeva che non mi avrebbe ucciso del tutto. Cosa intendeva fare?>>.
Posai lo sguardo su Harry che continuava a torturarsi i capelli, infuriato.
Poi mi vennero i mente tutte le azioni di quel verme. Le sue parole.
<<Voleva del tempo solo con me.>> balbettai non credendo ai miei pensieri.
Tenevo gli occhi fissi sulle mani ma sentivo quelli di Harry addosso, quasi bruciassero sulla mia pelle.
La sedia che cadde mi fece sobbalzare. Harry stava dritto in piedi, respirava profondamente, la mascella tesa e i pugni chiusi.
<<Cosa ti ha fatto?>>.
La domanda che tanto aspettavo. 
La pancia dolorante gorgogliava in preda ad una crisi.
Sapevo che se gli dicevo la verità si sarebbe infuriato. Ma cosa potevo fare? Si sarebbe comunque incazzato se l'avrebbe scoperto da qualcun'altro. Magari da Louis. 
La gola diventò secca e sentivo sapore metallico in bocca. Gli sorrisi.
<<Non mi ha toccato>>.
Sospirò e camminò verso il bagno.
Buttai la testa sopra la spalliera e chiusi gli occhi. Rischiavo di mettermi a piangere da un momento all'altro.
Ero stata una stupida, ma non potevo tornare in dietro. Avrei parlato con Louis prima che avrebbe spifferato tutto!
Harry ritornò nella stanza e si sedette accanto a me. Mi fissava incuriosito, preoccupato.
<<Che ti prende Alyson?>> i suoi occhi erano di quel verde che rispecchiavano i miei troppo scuri e troppo comuni. Per un momento mi dimenticai del dolore e dell'ansia. Mi sentivo così inutile ai suoi occhi, a quelli di Gemma e di sua madre. Una ragazza così normale che frequenta un dio disceso in terra. Patetica.
<<Non riesco a capire come puoi stare ancora insieme a me>>.
La sua risata cristallina risuonò per tutta la stanza come delle campanelle.
<<Piccola, non ti rendi conto di quanto speciale sia. Il semplice fatto che non possa sentire i tuoi pensieri, beh, non è cosa da tutti.>> sorrise lasciandomi un bacio all'angolo della bocca.
Rimasi interdetta, fra quelle parole e il bacio. Non avevo ancora capito come mai non potesse sentirmi. Era il mio cervello che non andava?
<<Non ti rendi neanche conto di quanto irresistibile sia per me il tuo odore, il tuo corpo, le tue labbra. Sei fissata col dirti che sei una ragazza semplice, ma non è cosi, e io lo vedo.>>
Arrossì e sorrisi, nascondendo la faccia tra il suo corpo. Ero sicura che avrei trovato un masso duro come la pietra, avendo letto le saghe di "twilight", ma lui non era come la descrizione della Meyer, era come un semplice ragazzo se non avesse costantemente una temperatura che non superava i 0 gradi, due grandi e lucenti canini, due occhi cangianti che risplendevano asseconda dell'umore o della sete, e il fatto che sia semplicemente un vampiro.
Si esatto, semplicemente.
Lui era il mio Harry e non m'importava se si ritenesse un mostro, io l'amavo e lo amerò per sempre.
<<Ti amo.>>, sussurrai.
<<Tu sei la mia vita, adesso>>.
Con quella frase ci addormentammo. O almeno io lo feci, lui continuò ad accarezzarmi la testa, cullandomi con una ninnananna.
 
 
 
Credo che fosse già mattina inoltrata quando riuscii ad aprire del tutto gli occhi. Come al solito le serrande erano chiuse e quel poco di sole che entrava non bastava per illuminarmi la visuale. Il posto accanto a me era vuoto, vuoto come il mio cuore appena sentì il tessuto del lenzuolo.
Sbadigliai esausta. La sera precedente era stata abbastanza strana: non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che Zayn aveva fatto.
Ma grazie ad Harry riuscii a non pensarci ed a dormire tranquillamente. Scesi al piano di sotto e un bigliettino era fermo vicino una scodella vuota.
 
'Non te ne andare, sono a caccia.
                                              H.'
 
Sorrisi riempendo la tazza di latte fresco. Harry aveva un certo riguardo quando si parlava di caccia. Quando capitava era freddo e sviava sempre le mie domande, distraendomi.
Quando ebbi finito la mia colazione corsi in camera mia per darmi una rinfrescata e mettermi qualcosa di comodo.
Il campanello prese a suonare mentre ero intenta a farmi una coda. Il nuovo arrivato fece capolino dall'entrata con un sorrisone e le braccia aperte. Corsi ad abbracciarlo, affondando la testa nella sua spalla.
<<Buongiorno anche a te, Ally>>, come al solito indossava un jeans, una maglietta e le sue abituali vans, <<il tuo vampiro non c'è?>>, aggiunse.
<<Si dia il caso che "il mio vampiro" abbia un nome e pretendo che usi quello>> mi staccai da lui, guardandolo torva.
<<Sisi, va bene>>. La sua risata roca e profonda riecheggiò nel salone.
Ci accomodammo nelle poltrone mentre lui prendeva il cellulare e scriveva qualcosa.
Lasciai stare e iniziai un discorso ben più importante.
<<Louis, cosa è successo ieri sera?>>, la mia voce si spezzò in un sussurro.
Staccò gli occhi dal display e mi fissò stralunato.
<<Be, ti ho salvato la vita>>, si ricompose.
Sgranai gli occhi. Non ricordavo questo dettaglio, solamente degli artigli che spuntavano da una mano: quella di Louis.
Sospirò e ritornò al suo cellulare. Non risposi, non dissi altro, continuai a fissarlo cercando di ricordare qualche frammento perso nella memoria. Il locale stracolmo di gente, Harry, Harry, Harry, Louis, birra, di nuovo Harry, e poi il viso sgranato di quel fottutissimo ragazzo. Del resto non ricordavo niente, apparte un dolore lancinante allo stomaco, segno che Zayn mi aveva sicuramente colpita.
<<Spiegati meglio>>, dissi alzando la voce.
<<Ok, ok. Pensavo che non me lo chiedessi visto il tempo che ci hai messo, ma va bene>>.
Posò il cellulare nel tavolino di fronte a noi e si schiarì la voce.
Passarono diversi minuti e il sangue bolliva nelle vene.
<<Ti vuoi smuovere?>>.
<<Abbi pazienza, ero piuttosto andato>>, sospirò e ripresero i minuti di silenzio.
Torturavo le unghia quando si decise a parlare.
<<Girovagavo per la stanza in cerca di qualcosa per.. emh.. vomitare>>, la mano partì per i capelli scombinandoli, segno che era imbarazzato, <<quando ti notai in mezzo alla pista che barcollavi. Mi avvicinai e appena arrivai abbastanza vicino vidi anche Zayn che ti parlava. A quel punto cominciai a correre, se così possiamo chiamare quello che riuscii a fare, e ti raggiunsi mentre lui ti tirava un pugno in pieno stomaco. Mi misi in difesa davanti a te e..>> a quel punto si fermò.
Mi ero prostrata in avanti senza rendermene conto e stavo per cadere di faccia.
<<E..?>>
<<Non credo di avergli fatto male, ma ricordo di averlo preso, con gli artigli.>> un sorriso spuntò sul suo visto. Era ovvio che si sentiva fiero di se stesso.
Caddi completamente a terra, sbattendo il culo.
Maledizione. Imprecai non so quante volte alzandomi. Louis sghignazzava mentre si godeva la scena. Imbarazzata ritornai al mio posto e mi ricomposi.
<<E poi?>>, riattivai il discorso.
<<Beh, lui ci ha rinunciato e ti ho portata nel divano>>.
Mi fissava serio. Non so se era preoccupato o solamente curioso della mia reazione.
Sospirai e tirai su il ciuffo che era sceso in viso.
<<Gliene hai parlato al tuo vam.. ad Harry?>>.
Rabbrividì fissandolo. Dovevo per forza avvertirlo di tenere la bocca chiusa, se no si sarebbe creata una situazione incontenibile e sinceramente non avevo alcuna voglia di litigare con Harry, non dopo quello che ci siamo detti ieri sera.
<<Louis, è una cosa seria. Devi stare zitto e cerca di non pensarci quando sei vicino a lui>>.
Piccolo dettaglio che mi ero appena ricordata: Harry legge nel pensiero di Louis.
<<Quindi non sa niente?>>, alzai gli occhi.
<<Non sa che mi ha toccata e non deve assolutamente saperlo!>>.
<<Sai cosa succederà se verrà a saperlo, vero?>>, altri brividi.
<<Louis, non deve saperlo>>, sbuffò.
Mi sentivo così stronza a continuare a mentire ad Harry, come se nulla fosse, ma non potevo farne a meno, avevo paura, paura della sua reazione. Non volevo che si facesse male a causa mia. Zayn era abbastanza pericoloso e molto più forte di lui.
Una fitta allo stomaco mi riportò al presente. Scoprii la pancia e un livido nero spuntava dalla pelle bianca. Incredula trascinai l’indice tremante e lo accarezzai, sussultando.
Uno spostamento d’aria mi fece intuire che Louis era vicino a me ed il suo respiro caldo me ne dava la conferma.
Come potevo nascondere quello a Harry? Come potevo non scatenare un’ inferno?
<<Allyson quello che ha fatto è grave. Deve pagare>>, cosa intendeva dire? Che dovevo raccontagli tutto?
Hai altre possibilità?
Gli occhi cominciarono a pizzicarmi e il naso colava.
Fissai gli occhi azzurri di Louis e mi ci persi. Mi ricordai quando eravamo inseparabili, l’uno l’ombra dell’altro, quando facevamo di tutto insieme, tante risate, tanta gioia così lontana.
<<Ally, non piangere. Si risolverà, tranquilla>>.
Le sue braccia mi cingevano i fianchi, mentre il bacino accarezzava le mie cosce.
<<Se questo può consolarti ci parlerò io con Harry>>.
Aveva detto il nome senza problemi, quindi era serio, troppo serio da Louis.
Non sapevo dove sbattere la testa.
L’invito di Louis mi allettava, ma pensandoci, se ero obbligata a farlo, dovevo parlarci io.
Mi staccai lentamente dal mio migliore amico. Ora che le idee erano più chiare altre domande mi sorgevano.
<<Come mai mi sei venuto a trovare?>>
<<Dopo la serata di ieri ho pensato che volessi un migliore amico su cui sfogare la tua tristezza.. insomma.. io..>>, arrossì.
Stava diventando troppo strano.
Louis che arrossisce? Dove sono finita?
Sorrisi accarezzandogli la guancia.
<<Grazie mille, Peter Pan>>, i suoi occhi s’illuminarono e il sorriso ritornò nel volto.
<<Da quanto tempo non lo sentivo. Mi manc..>>, si fermò, impietrito.
Annusava l’aria con il naso arricciato ed un’espressione disgustata.
<<Cosa c’è?>>.
<<Beh, è ora che tolga le tende!>>, disse con tono sarcastico.
La serratura della porta cigolava, segno che qualcuno stava per entrare.
Ora capivo tutto quel disgusto, è ovvio che Louis odia l’odore di quelli come Harry.
<<Ci sentiamo dopo, Wendy>>, sorrise per poi scomparire nel nulla.
Harry fece capolino nella stanza e i suoi occhini mi individuarono subito, come se già sapesse dov’ero.
Era ovvio che Louis avesse lasciato qualche impronta di sudore nell’aria, come era ovvio che vedessi spuntare nel viso di Harry un cambiamento drastico, in meno di un minuto.
<<Hai avuto ospiti?>>
<<Beh, si>>, sorriso <<Louis voleva assicurarsi che fossi tutta intera, sai com’è!>>, altro sorriso.
Sospirò e si allontanò. Fortunatamente almeno questa l’aveva presa bene. Ora mi toccava affrontare il vero dramma.
Corsi in camera mia, cercando di riflettere sulle parole da dire. Ero troppo nervosa, troppo preoccupata che, quando lo vidi aprire la porta della camera coperto solamente da un’ asciugamano, lo guardai solamente di sottecchi.
<<Harry, devo parlarti di una cosa>>, la fronte si corrugò.
Era già vestito ed i ricci bagnati scombinati delineavano la sua surreale perfezione.
Mi persi in quella visione, dimenticando le parole, il discorso.
La solita imbranata.
<<Ti ascolto>>.
Si sedette accanto a me, nel letto, fissandomi curioso.
<<Hai presente l’altra s-sera?>>, deglutii vedendolo chiudere i pugni, <<non ti ho detto.. tutto>>, il mio autocontrollo stava per cedere.
<<Ti ha toccata, non è vero?>>
Il mio cuore si fermò.
Non riuscivo a conferire parola. L’unica cosa che ero in grado di fare era guardarlo negli occhi, con la bocca leggermente spalancata e gli occhi lacrimanti.
La mascella sembrava staccarsi dal proprio asse, mentre le nocche erano bianche come il latte.
Un ringhio gutturale uscì dalla sua gola, tremando.
Sussultai, cominciando a piangere silenziosamente.
<<Dove?>>, sputò, <<cosa ti ha fatto, maledizione?>>.
Le mie mani si mossero da sole, indirizzando nel tessuto della maglietta.
Gli occhi gli uscirono dalle orbite, i pugni strinsero ancora più forte, il labbro superiore si staccò da quello inferiore.
Scattò in piedi, fissando, con intermittenza, prima il livido e poi i miei occhi pieni di lacrime amare.
Me ne ero così pentita. Dovevo starmene zitta, subire il dolore, tutto tranne vederlo in quello stato.
La frustrazione si leggeva in ogni suo lineamento, in ogni muscolo, tendine.
Diede un pugno al muro, spaccandolo. Altro sussulto, altre lacrime.
<<Perché? Perché non me l’hai detto prima?>>, urlò.
Un suono debole uscì dalle mie labbra. La parola mi mancava, come il respiro.
<<Alyson devi dirmelo. Perché?>>.
Presi un bel respiro e balbettando risposi.
<<Avevo paura, Harry… non volevo che succedesse tutto questo.>>, singhiozzai.
<<Avevi paura.. di me?>>, e per un attimo la frustrazione lasciò spazio alla delusione.
Una delusione che mi spezzò il cuore.
<<No, non di te. Avevo paura che facessi pazzie, che rischiavi la tua vita>>, strofinai la manica sotto le palpebre.
Lo fissai e con un atto di coraggio mi alzai. Dovevo abbracciarlo.
<<Harry, non capisci, io non ho paura di te, ma di Zayn>>, mi avvicinai.
<<Quel figlio di puttana se ne pentirà di tutto questo>>, mi raggiunse e la sua mano raccolse le lacrime che ancora scendevano.
Sorrisi. In fin dei conti era andato per il meglio.
Sapevo che si sarebbe vendicato, e anche molto presto. Ma in quel momento il sollievo annientava tutto il resto.
Mi baciò, un bacio pieno di preoccupazione, ma comunque dolce.
Ci distendemmo nel letto e quel che successe dopo si può ben capire.
Fu dolce e nello stesso tempo veloce. Un misto di emozioni che solamente lui poteva darmi.
Il sonno fu quasi magico.
 



 
*SPAZIO ALL'AUTRICE*
Chiedo umilmente scusa.
Ho abbandonato questa storia.
Vi avrò delusi.
Mi dispiace tantissimo.
Ma da oggi ho deciso di continuarla.
Mi sono data del tempo per leggere le saghe di twilight
e ho nuove idee per i prossimi capitoli.
Spero che con questo abbia riempito i miei mesi di assenza (fatemelo capire, eh.)
Come avrete notato ho cambiato alcune cose, per esempio il dialogo. 
Quest'idea la devo alla Meyer ed ai suoi geniali libri, nonché bellissimi.
Ve li consiglio.
Grazie per la pasienza che state dimostrando, vi amo.
E un grazie speciale a 
 
Strength per il meraviglioso banner.
Ora vi lascio, ma non per sempre. 
Ci vedremo al prossimo capitolo.
Ve l'ho già detto? Vi amo.
Un bacione.
-cristina.



   
 
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