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Autore: masterteo89    26/02/2014    1 recensioni
[Ambientato ai tempi moderni]
Mai stringere un patto con una volpe! Le conseguenze...bè, le proverà sulla sua pelle il povero Albert.
Suo padre anni prima strinse un patto con una kitsune e il prezzo...suo figlio avrebbe dovuto lavorare al servizio della volpe per almeno dieci anni.
Prendiamo ora Albert, neolaureato pieno di speranze, e gettiamolo in pasto alle volpi. Aggiungiamo al pentolone le qualità note delle kitsune : seduttrici, combinaguai, maliziose.
Cosa si ottiene? Pazzia totale. Come farà il povero Albert a sopravvivere indenne all'impresa?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Twilight Island
Spero che vi piaccia! Recensite e commentate mi raccomando.


Prologo - Twilight Island



Tutto incominciò quando il padre del povero sventurato era ancora un giovanotto ingenuo e incauto. Affrontava la vita con l'esuberanza dei teenagers che credono di poter compiere ogni tipo di impresa incuranti delle conseguenze.

Un bel giorno però in seguito all'ennesima bravata la morte bussò alla porta dello stolto. E cosa fece costui? Negli ultimi istanti di vita pregò il proprio dio affinchè la sua vita potesse venire risparmiata : pregò affinchè gli si potesse presentare una seconda occasione.

Purtroppo però non fu Dio a rispondere alla sua invocazione : fu una kitsune apparentemente dolce ed innociente. Voi direste : " una kitsune benigna e priva di secondi fini? Ma chi ci crede? "

Non si scordi però che il padre del nostro povero sventurato era, come è stato appena sottolineato, un povero ingenuo. E così credette alla kitsune e si fece aiutare. E quando quella volpe gli disse che il suo aiuto avrebbe avuto un prezzo da pagare, lui non ci badò troppo.

Gli anni passarono e il nostro ingenuotto si sposò con una donna ben più bella e intelligente di lui, ma questa è un'altra storia che non ci riguarda.

Durante la prima notte della luna di miele la kitsune si ripresentò al capezzale dei due sposini ( pensate un pò a quanto ne furono felici N.d.A. ) per ricordare all'uomo la sua promessa.

E fu così che i  due sposini appresero la triste notizia : il loro primo figlio sarebbe dovuto andare a lavorare nella dimora della volpe per almeno 10 anni. Naturalmente il nostro ingenuotto non ne fu affatto felice e decise di esprimere, con un linguaggio molto colorito, il suo disappunto.

Tuttavia , dopo aver trascorso l'intera nottata sotto le sembianze di un grosso gorilla dal pelo rosa a strisce magenta, intuì che forse era meglio rispettare i patti. Comprese inoltre che non era saggio insultare una volpe.

Come la prese la sventurata moglie? Questa storia non ci riguarda purtroppo.

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Anno 2014, novembre inoltrato



Il piccolo motoscafo procedeva ad andatura spedita verso un piccolo puntino luminoso che poco alla volta si faceva sempre più nitido e luminoso, in pieno contrasto con l'oscurità accecante della notte.

Nubi plumbee e minacciose coprivano il cielo, mentre una leggera pioggerellina cadeva incessante da ormai diverse ore producendo innumerevoli increspature sulla superficie liscia e perfetta dell'oceano.

Il piccolo mezzo si era ormai lasciato alle spalle da molto tempo la costa della California, diretto verso un'isola privata di modeste dimensioni conosciuta come Twilight Island, Isola del Crepuscolo.

Il nome tetro le si addiceva perfettamente, poichè mano a mano che il profilo della costa si avvicinava i particolari dell'isola diventavano sempre tanto più definiti quanto ostili.

Alberi scheletriti , rocce aspre e aguzze , arbusti smunti e grigi quasi fossero privi di vita.

Albert represse a stento un brivido gelido che tuttavia nulla aveva a che fare con il freddo della notte.

Il giovane era l'unico passeggero di quel motoscafo, un ragazzo di 25 anni e fresco di laurea in Economia e Commercio. Il fisico asciutto e atletico, aveva molte aspirazioni dalla vita : purtroppo il destino aveva in mente piani diversi.

-- Ma chi me l'ha fatto fare -- Borbottò , avviluppato in una coperta, al guidatore del motoscafo.

-- Ero in Italia, avevo un futuro davanti a me. E ora mi tocca marcire per dieci anni in questo luogo che pare essere uscito da un film dell'orrore?--

Calò il silenzio. Il suo compagno , essendo tanto di compagnia quanto un tavolo da soggiorno, rimase saggiamente impassibile e imperturbabile come una sfinge.

-- E pensare che neppure mi piace l'America! --

Ma naturalmente le sue origini risiedevano pure in questo luogo, come si poteva chiaramente notare dal suo nome. Se il padre era Lombardo, la madre invece era Americana fino al midollo. Ovvero, in ogni stanza della loro cara casetta doveva assolutamente essere presente almeno una bandiera a stelle e strisce.

Sfortunatamente il viaggio giunse in breve al termine e il giovane fu costretto a sbarcare in malo modo, cortesia del guidatore che evidentemente non voleva averci nulla a che fare con questo luogo.

E così, Albert si ritrovò con una valigia in mano ad osservare tristemente il puntino del motoscafo che rapidamente si allontava nella notte, sparendo inghiottito nell'oscurità.

Intorno a lui, un paesaggio alieno e inospitale. Sotto di lui, solo poche assi di legno marcio gli impedivano di fare un tuffo nell'acqua nera come l'inchiostro.

Rabbrividendo, il giovane compì in fretta i pochi passi che lo separavano dalla terraferma, esalando un leggero sospiro quando il suolo ghiaioso scricchiolò sotto le suole delle scarpe.

Si trovava in un piccolo spiazzo roccioso, attorno al quale si stendeva un fitto bosco dall'aria lugubre e minacciosa. I rami scheletriti parevano protendersi nella notte, quasi volessero ghermirlo. Gettavano così lunghe ombre aspre e aguzze sul terreno fiocamente illuminato dalla luna, mentre bassi arbusti rinsecchiti completavano l'immagine tetra di quel posto.

Davanti a lui si diramava un sentiero e oltre le cime degli alberi pareva quasi comparire in lontananza la figura imponente di una villa.

Una cosa era certa : se voleva giungere al suo posto di lavoro doveva fare una bella passeggiata.

E chi non desiderava fare una scampagnata attraverso quel boschetto da film dell'orrore, sotto la pioggia e senza neppure una torcia ad illuminare il sentiero?

Come potete intuire Albert era così desideroso di procedere che iniziò lentamente ad arretrare, desiderando che il motoscafo fosse ancora al molo ad aspettarlo.

E guardandosi intorno, scoprì un secondo sentiero, più largo rispetto al precedente e al cui termine pareva stagliarsi la sagoma di un vecchio cancello metallico.

Ritenendo che tutto fosse meglio forchè rimanere fermo in quello spiazzo lugubre e solitario, il giovane si incamminò lungo quella vietta.

Frattanto, estrasse di tasca il cellulare e cominciò a cercare nella rubrica il numero di quei suoi maledetti datori di lavoro.

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Il cancello non si apriva. Con suo estremo disappunto, non accennava a smuoversi.

Albert provò pure a scuoterlo con tutte le sue forze, ma quello più che cigolare sinistramente non fece.

Si stupì però quando lentamente una torcia elettrica rotolò da un cespuglio ai suoi piedi.

...le torcie non rotolano da sole. E mentre il giovane si chinava a raccogliere l'arnese, qualcosa ansimò tra i cespugli. Un respiro pesante e inquietante, decisamente animalesco.

Bianco in volto come un cencio, Albert lasciò in terra il proprio bagaglio e incominciò ad arretrare, facendo guizzare lo sguardo allarmato a destra e a manca.

Un cespuglio frusciò. Dopo alcuni secondi se ne mosse un altro. E quando una sagoma animalesca cominciò ad apparire tra le fronde, il cuore del giovane non resse.

Senza aspettare di vedere cosa mai fosse, Albert corse a perdifiato verso lo spiazzo, senza neppure perdere tempo per guardarsi alle spalle.

Corse, e quando infine giunse alla piazzola strabuzzò gli occhi dal terrore : accasciato contro il tronco di un albero giaceva agonizzante la figura di un uomo di mezza età.

Intorno a lui, una larga macchia di sangue lasciava intuire che probabilmente il poveraccio stava morendo dissanguato : era coperto di tagli profondi ed era un miracolo che fosse ancora cosciente.

-- Cosa le è successo?-- Domandò preoccupato Albert, chinandosì per aiutarlo.

-- Lasciami stare, stò morendo...-- Rantolò roca la voce dell'uomo, spingendo debolmente il petto del giovane per allontanarlo da sè.

--...stò...morendo...-- Ripetè, senza guardare in faccia il ragazzo. -- Quest'isola è un inferno, non sarei mai dovuto venire.--

-- Ma lei chi è? Chi le ha fatto questo?-- Chiese nuovamente Albert, notando preoccupato solo in quel momento che l'uomo teneva in mano una pistola.

-- Non ha importanza, non...resisterò ancora a lungo. Non uomini...bestie ripugnanti! Scappa, corri più veloce che puoi...-- E dopo quelle parole spirò.

-- Mio Dio-- Mormorò Albert facendosi il segno della croce, poi raccolse da terra l'arma da fuoco mentre dal bosco alle sue spalle si levava un ringhio lontano.

-- La casa! Devo raggiungerla al più presto!-- E detto ciò accese la torcia elettrica e corse lungo il sentiero, inoltrandosi nell'isola con il cuore che batteva all'impazzata.

E in cuor suo intuiva che difficilmente avrebbe raggiunto la villa. L'aria era pesante, si era fatta minacciosa e opprimente.

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Frattanto, quando il giovane si fu debitamente allontanato , il "morto" scomparve in una nuvola di fumo grigio e al suo posto comparve una sagoma femminile che incominciò a ridacchiare sommessa.

-- C'è cascato, c'è cascato!-- Ridacchiò sfregandosi le mani soddisfatta, mentre un ghigno malizioso le compariva sul volto -- Non volevate dirmi che sarebbe arrivato oggi il nostro caro ospite nè? Sorelline? --

I suoi occhi argentei e freddi come il duro acciaio parevano brillare di luce propria. -- Quale miglior benvenuto che un pò di sano e puro terrore?-- Poi però sentendo delle voci che si facevano sempre più vicine scomparve , fondendosi con le ombre della notte.

Pochi istanti dopo arrivarono altre due figure, una maschile e l'atra femminile.

-- Maledizione, ma non dovevate distrarla?!--

La figura maschile abbassò lo sguardo, imbarazzata.

-- Tu vai verso il vecchio cancello, io vado verso il molo. Se non lo troviamo, dirigiamoci verso la villa.-- Replicò la femmina prima che lui potesse protestare.

-- Daccordo. Dobbiamo fermarla, riesco a percepire tracce della sua magia...ha già iniziato a giocare con l'umano.--

-- Giocare? Lei si ciba del terrore delle sue prede! Ospite o no, per lei non fa alcuna differenza. Sai benissimo che non desidera frenare la sua natura.--

-- Ho un brutto presagio...l'abbiamo sottovalutata. Recuperiamo l'umano prima che rimanga traumatizzato a vita! --

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Angolo dell'autore

Allora, cosa ne pensate? Bell'inizio o pessimo? Cosa attenderà al povero Albert nel prossimo capitolo?
  
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