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Autore: Jade Tisdale    26/02/2014    1 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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4. Sentimenti indecifrabili.

 

 

La mattina successiva al mio incubo cercai in ogni modo di evitare il terrestre. 
Mi sentivo umiliata per essermi messa a piangere e il pensiero che qualcuno, il pensiero che lui mi avesse vista, mi imbarazzava.
Avevo sempre cercato di farmi vedere forte davanti a tutti, anche quando Cell mi aveva assorbita non avevo pianto e mi ero sentita superiore a chiunque.
Nonostante ciò, il ricordo di quel giorno mi aveva spaventata parecchio.
Avrei fatto qualsiasi cosa pur di non rivivere quell'episodio della mia vita. Qualsiasi.
Forse, essere stata assorbita da Cell era stato anche peggio di quando Gelo mi aveva trasformata in cyborg. Il Dottore, fortunatamente, mi aveva fatto dimenticare ciò che avevo provato quel giorno. Ma il dolore fisico e psicologico che mi aveva causato quel mostro verde non lo avrei mai dimenticato.
Uscii nel primo pomeriggio e mi diressi a est. Arrivai in una zona in cui vi erano parecchie colline e boschi. Essendo primavera, la vegetazione era ben sviluppata e quindi non sarebbe stato molto difficile nascondersi. Ma di mio fratello non c'era traccia.
Ritornai alla Kame House verso mezzanotte, proprio per evitare di incontrare qualcuno.
«Se tornata tardi.»
Mi voltai lentamente e vidi il nanerottolo seduto sul divano. La luce lunare che filtrava dalla finestra gli colpiva la parte destra del viso, facendo risaltare i pochi ciuffi neri che gli spuntavano qua e là sulla testa. Ormai erano cinque giorni che non si rasava. Guardandolo un po' meglio, notai anche che aveva indosso dei vestiti nuovi: una maglietta rossa, dei pantaloni beige e delle scarpe marroni.
«Non mi sembra che debba darti delle spiegazioni. E ora scusami, ma sono stanca e voglio andare a dormire.»
Crilin si alzò di scatto dal divano e mi bloccò un braccio. Io reagii all'istante ruotando il polso e scaraventandolo contro il muro.
«Non devi mai più osare toccarmi, hai capito?» urlai seccata.
Il terrestre fece un passo avanti aprendo lentamente gli occhi. La mia forza era parecchio superiore alla sua, quindi gli avevo di sicuro fatto un gran male.
Malgrado ciò, mi sorrise.
«Sai che ti stai torturando da sola, vero?»
Strinsi gli occhi fino a farli diventare due fessure.
«A che ti riferisci?» chiesi.
«Meno di una settimana fa mi hai detto di essere debole e nonostante io ti avessi consigliato di stare a riposo, testarda come sei, hai continuato a cercare C17.» Il suo sorriso si spense. «Poi ieri ti ho sentita urlare e ho avuto un deja vù di quando Cell ti ha assorbita. Mi sono precipitato di sopra e quando ti ho vista in lacrime, giuro, mi sono sentito male.»
Il mio sguardo era indifferente, ma dentro di me continuavo a chiedermi cosa spingesse Crilin ad interessarsi a me.
Che sia... Che sia davvero innamorato di me? mi chiesi ad un certo punto. Ma no, è impossibile! Non può essersi innamorato di un robot! Eppure, non c'è altra spiegazione logica...
«Non dev'essere facile per una come te piangere.» disse ad un tratto, facendomi evadere dai miei pensieri. «Perciò ho dedotto che se ciò è accaduto è stato a causa di qualcosa che ti ha fatto soffrire tanto.»
Lo guardai intensamente negli occhi, cercando di capire se era meglio andarmene senza dire nulla oppure ucciderlo all'istante. Ma ancora una volta, il mio lato umano impedì al mio lato meccanico di compiere azioni stupide.
Mi passai una mano tra i capelli e sospirai. «Dimenticati di ciò che è successo ieri, Crilin. Dimenticati di tutto, ti prego.»
Fece un mezzo sorriso. «Quando una donna piange, bisogna sempre cercare di aiutarla.»
«Ma io non sono una donna!» urlai ancora. «Io sono un robot, una macchina distruttrice ideata dal Dottor Gelo! Lo vuoi capire o no, eh?»
«Ti sbagli C18. Tu per me non sei mai stata un cyborg, ma solo una ragazza che ha avuto un passato orribile.»
«Io non sono un'umana qualunque! E il mio passato non è stato poi così male, se proprio vuoi saperlo!»
«Posso leggere il dolore sul tuo volto.» Fece una pausa. «Sei dispiaciuta per tutti i danni che hai causato, per tutto ciò che è successo. Ti manca tuo fratello più di ogni altra cosa al mondo e soffri perchè non conosci il tuo passato. Ma credimi, il fatto che tu abbia commesso degli errori e abbia dei circuiti nel tuo corpo, non significa che non sei una donna.»
I lineamenti dei miei occhi ritornarono normali, o meglio, quasi. La tristezza e la confusione che provavo in quel momento si stavano lentamente facendo notare.
«Perchè insisti?» chiesi ad un tratto, con voce bassa. «Perchè ne sei così convinto?» 
«Perchè, beh, io...» Arrossì lievemente. «Ecco, vedi C18... So che tu non sei abituata a questo genere di cose ma...» Deglutì. «Il fatto è, che tu mi creda o no, che io tengo molto a te. Perciò ho imparato a conoscerti a fondo.»
Lo guardai incredula per qualche secondo. Poi, non sapendo più che altro dire, mi diressi verso le scale in silenzio.
«C18!»
Mi voltai verso di lui, ancora confusa.
«Che c'è?»
Sorrise e allungò una mano verso di me.
«Lascia che ti aiuti.»
Un sorriso amaro mi contornò le labbra.
«Mi dispiace Crilin, ma tu non hai idea di come mi senta. Per quanto tu ti stia sforzando di capirmi, non riuscirai mai ad aiutarmi.»
Detto questo, mi diressi in silenzio in camera.

 

Sentii delle braccia tremolanti poggiarmi delicatamente a terra. Quando riuscii ad aprire gli occhi, vidi l'ultima persona che mi sarei immaginata, con la zucca pelata e la tuta arancione.
«Che bello, ti sei svegliata!» disse Crilin soddisfatto. «Adesso però è meglio che ci nascondiamo, prima che Cell ci trovi!»
Cell? Ma non mi aveva già assorbita nel sogno precedente?
Evitai di farmi ulteriori domande in quel momento. Mentre il terrestre mi aiutava a rialzarmi, sentii i passi robotici di Cell avanzare verso di noi.
«Guarda un po' chi si rivede.» esclamò il mostro seccato. «Se il tuo amichetto non si fosse messo in mezzo a quest'ora saresti già nel mio stomaco. Ma stai tranquilla, a breve raggiungerai il tuo caro fratellino!»
Ricordavo alla perfezione come fossero andati i fatti quel giorno. Allora perchè nel mio sogno la storia si stava modificando?
Provai una strana fitta allo stomaco.
Crilin mi si piazzò davanti, in segno di difesa.
«Non ti permetterò mai di farle del male ancora!» esclamò il terrestre deciso, anche se terrorizzato. «Mai!»
L'androide sorrise.
«Cosa credi di fare? Vuoi per caso metterti contro di me, ragazzino?»
Con uno scatto, Cell si posizionò davanti a Crilin e lo tirò su stringendolo per la gola.
Vederlo in difficoltà mi fece provare una strana sensazione.
Dispiacere.
A me non era mai importato un bel niente di Crilin, niente! Quindi perchè in quel momento soffrivo per lui?
Desideravo più di ogni altra cosa svegliarmi, ma non ci riuscivo.
Accecata dalla mia inspiegabile rabbia, tentai di salvarlo, invanamente. Come la volta precedente, non riuscivo a compiere nessun movimento.
Le lacrime iniziarono a scendere una dietro l'altra sul mio volto. 
«Lascialo andare!» urlai con tutte le mie forze. «Non toccarlo!»

 

Quando mi svegliai per davvero, oltre a sentirmi le guance umide, notai che anche buona parte del cuscino era bagnato.
Avevo pianto di nuovo. E di sicuro Crilin se ne era accorto in qualche modo.
Mi asciugai con il lenzuolo e ruotai la testa alla mia sinistra. Dall'altro lato del letto matrimoniale, c'erano un pacco e un biglietto. 

 

 

 

“Ti informo che io e il Maestro siamo stati invitati
a cena a casa dalla nostra amica Bulma.
Torniamo domani mattina presto, promesso!
Comunque ieri, mentre tu eri via, ho fatto un salto
alla Città dell'Ovest e ho pensato che magari
ti avrebbe fatto piacere cambiare il tuo look.
Mi ero completamente dimenticato di dartelo!
Spero che sia di tuo gradimento.
Crilin.”

 

 

 

Aprii subito il pacco. Dentro trovai una maglietta nera con le maniche a righe nere e bianche, un paio di jeans, dei calzini arancioni e delle scarpe nere.
Mi provai subito il completo e soddisfatta del risultato, buttai nella spazzatura i vestiti vecchi. Dovevo fare in modo di eliminare tutto ciò che mi avrebbe potuto far ricordare Cell. 
Dopo aver fatto ciò, andai a lavarmi la faccia e riflettei a lungo sul mio sogno.
Crilin era innamorato di me, ormai era diventato ovvio, soprattutto dopo ciò che mi aveva detto la sera prima.
Guardai il mio riflesso nello specchio prima di arrivare alla conclusione più assurda di tutte.
La mia paura più grande negli incubi in principio era stato Cell. Nell'ultimo però, la mia vera paura riguardava la sorte di Crilin.
Che mi stia innamorando di lui? No, non può essere. Ho smesso di provare dei sentimenti molto tempo fa. Ma allora... Allora cos'erano tutte quelle sensazioni? Protezione, gratitudine, dispiacere. Cos'erano?
Osservai attentamente i miei occhi cerulei. Erano sempre stati spenti, freddi, privi di qualsiasi emozione. Ma da quando avevo conosciuto Crilin, qualcosa era cambiato. Di certo non erano occhi comuni, ma erano comunque più vivi. E per la prima volta nella mia vita, dopo aver sentito le parole del terrestre la sera prima, sentivo di potermi fidare davvero di lui.
La conclusione era una sola.
Mi sono innamorata di Crilin e non me ne sono mai resa conto?  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera, cari lettori! Dopo un'estenuante giornata passata tra compiti, relazioni e studio, eccomi col quarto capitolo.
Che dire al riguardo? Era già pronto ieri, ma non l'ho pubblicato perchè avrei voluto farlo un po' più lungo, però questa sera essendo stanca non ho avuto altre idee e ho preferito lasciarlo così.
Questa volta, è Crilin che non mi convince molto. Penso di averlo fatto un po' troppo "saggio" durante il dialogo con C18, ma forse è solo una mia impressione. 
Come le volte precedenti, vi chiedo per cortesia di lasciarmi una recensione, anche breve. Mi fa sempre piacere leggere le impressioni di chi legge i miei capitoli! 

   
 
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