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Autore: Mikayla    23/06/2008    6 recensioni
Dopo tutto quello che avevano vissuto assieme, Hotaru, Setsuna, Michiru e Haruka erano una vera famiglia.
Anche se Hotaru non era più un infante, loro tre erano ugualmente i suoi genitori.
Quei tre anelli gemelli che avevano sancito quel patto brillavano ancora al dito delle tre donne, ed uno nuovo aveva fatto capolino anche alla mano di Hotaru.
Erano una famiglia, e nessuno avrebbe mai potuto negarlo...
[ Della serie Tales of True Life. ]
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Parla l’autrice:
Bene, bene, bene. In realtà bene per l’autrice, che non corrisponde necessariamente al bene di voi lettori, specifichiamo.
L’autrice è tornata, ancora.
E questa volta deve sfogarsi per quella che è una comune pratica a scuola, parodiata fino nelle viscere in questa storia.
Non aggiungo altro o mi ammazza, ma vi auguro comunque una bona lettura!



Vita ad Ostacoli



Hotaru strinse tra le mani il foglio di carta.
Non aveva nessuna voglia di rileggere quelle poche righe, quella condanna a morte.

Ma perché esistevano le pagelle?
Perché bisognava informare i genitori dei minimi dettagli?

Accidenti, la vita scolastica era solo ed esclusivamente sua, non dei suoi genitori, no?

…no?

Tomoe incurvò le spalle e tornò a guardare con astio e desolazione quel pezzo di carta.
Era ingiusto che fosse un poco d’inchiostro a decidere della sua carriera scolastica!

Hotaru sapeva di essere brava.
Lei aveva imparto e capito la relatività di Einstein a soli cinque anni, anche se effettivamente erano passati neppure due mesi dalla sua rinascita… ma non era quello il punto!

Il punto era che lei era sempre preparata e decisamente brava a scuola.
Era capoclasse, eletta all’unanimità.
Aiutava più che volentieri i compagni che non capivano qualcosa.
Senza poi dimenticare che in storia - la sua materia preferita - raggiungeva l’eccellenza!

Eppure…
Eppure…

Hotaru mise il foglio nella cartellina e corse in avanti: le amiche non l’avevano aspettata.

Meglio godersi la vita, finché ne avrebbe avuta una, no?

Non era sicura se dover temere di più Haruka-otou-chan o Setsuna-okaa-chan.
La prima sarebbe stata delusa dal suo scarso, scarsissimo risultato, ma poi avrebbe capito, sperava… Setsuna, invece… beh, lei era sempre stata l’addetta all’istruzione e non le sarebbe andato giù facilmente il suo mancamento.
No, decisamente: l’avrebbe costretta allo studio, all’esercizio costante, alla mort… beh, allo sfinimento.

« Hotaru-chan! Non stare indietro, dai! »
« Eccomi! Non correte! »

Arrancò dietro alle amiche, raggiungendole con il fiatone.
Haruhi le prese la cartella mentre Kumiko la afferrava per mano.

« Su, sfaticata! »
« Ragazze, no! Basta correre! »

Le due risero di gusto.
Non corsero, accogliendo la sua richiesta, ma la alleggerirono comunque del carico.

« Andiamo alla Crown? »
« Sì, dai! Un bel gelato per la nostra Hotaru-chan che deve risollevarsi il morale! »

Tomoe scosse appena il capo, sconsolata.

« L’ultimo pasto del condannato? »
« Dici che i tuoi non te la faranno passare liscia? »
« L’unica che non mi ammazzerà sarà Michiru-okaa-chan. »
« Allora un bel gelato doppio ci vuole! »
« Per l’occasione offriamo noi, vero Haruhi-chan? »
« Non dovet–– »
« Vogliamo! »

Senza voler sentire qualsiasi altra storia o pretesto le due ragazze affrettarono il passo, trascinandosi dietro la povera malcapitata.




Il gelato finì troppo presto.
Venne sera troppo presto.
Le ragazze dovettero andare a casa troppo presto.
Hotaru si avviò al patibolo troppo presto.

Era semplicemente troppo presto.

Hotaru non riusciva neppure a pensare a tutto ciò che le mancava di provare.

Senza rendersene conto le iniziò ad elencare sulla punta delle dita, e quando si trovò davanti al cancello di casa si trovò ad aver fatto il giro di tutte e dieci le dita già sei volte, e non aveva ancora finito.

Sospirando e scuotendo il capo attraversò il giardinetto.
Infilò le chiavi nella toppa e, col cuore in gola, aprì la porta.

« Hota-chan, allora? I risultati? »

Hotaru deglutì.
Setsuna e Haruka sostavano davanti a lei, con un sorriso smagliante sul viso.

Si tolse in fretta le scarpe e superò le due donne.
Poi infilò la mano della cartella e porse il foglietto ai genitori.

Un attimo dopo era già sparita in cucina, attaccata al grembiule di Michiru con la testa nascosta tra il collo e la spalla della madre.

Un attimo dopo un urlo disumano.
Una catastrofe imminente.
La fine del mondo.

« HOTARU TOMOE, COME HAI POTUTO PRENDERE INSUFFICIENTE IN GINNASTICA?! »



Parla l’autrice, di nuovo:
Eccoci qui, a ringraziare tutti voi per aver letto fino a qui questa cavolata (non dite all’autrice che l’ho detto o mi sbrana XD).
Altro da aggiungere? Mah, Hotaru ha un anno in più, rispetto al primo capitolo. Se vi chiedete che fine abbiano fatto successivamente Kumiko e Haruhi la risposta è: booooh! Poiché non verranno più trattate non se ne sono preoccupati più di tanto.
However, passiamo alle cose serie: i ringraziamenti.
Ci prostriamo riconoscenti ai piedi di Mononoke, chiarucciapuccia, blackdragon e kalos per le bellissime recensioni lasciateci. Siamo tutte orgogliose di sapere che il primo capitolo vi sia piaciuto!

Au Revoir!
   
 
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