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Autore: Smora    26/02/2014    3 recensioni
Scorci di vita. Attimi di esistenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era stato fatto chiamare e ora si trovava solo al centro della sala reale. I fari erano spenti e la poca luce che filtrava dalle finestre non era sufficiente a illuminare la stanza, così il principe attendeva nella penombra.

Interminabili minuti erano trascorsi, poi un sordo rumore metallico aveva rotto il silenzio assordante di quella stanza preannunciando lo schiudersi del grande portone d'ingresso, poi era comparso il re, anche lui solo; camminava con passo deciso lungo il tappeto rosso con lo sguardo più accigliato del solito e le mani strette a pugno lungo i fianchi.

Suo padre si era avvicinato a lui, abbassandosi alla sua altezza e posandogli una mano sulla spalla, in un gesto che voleva essere d'affetto. Vegeta lo guardava negli occhi scuri, troppo simili ai suoi, e percepiva già dal nervosismo che tentava di dissimulare che qualcosa non andava.

L'incontro con Freezer non doveva essere andato bene, sapeva infatti che i soldati erano in ritardo di almeno tre giorni sulla conquista di Taz, quindi non dovevano esserci buone notizie se aveva voluto parlare con lui.

Non usò mezze parole o frasi gentili per indorare la pillola.

-Vegeta, tra tre giorni partirai con Freezer – Non era tipo da giri di parole il re, e nemmeno suo figlio lo era.

-Come vuoi padre.

Il re fece un lungo sospiro e mestamente disse la triste verità.

-Non sono io a volerlo...ma non ho altra scelta.

Vegeta odiò suo padre in quel preciso momento. Non perché lo cedeva al tiranno spaziale, ma perché non era abbastanza forte da sfidarlo, perché era talmente debole da non potersi permettere un'altra scelta.

Suo padre aveva permesso che i sayan diventassero degli schiavi, e questo non poteva sopportarlo.

 

Era salito sulla navicella spaziale senza guardarsi indietro, con il re e altri guerrieri di alto rango ad accompagnarlo. Poi suo padre l'aveva liquidato senza salutato, senza dirgli niente, aveva semplicemente voltato le spalle e se ne era andato. Alcuni scagnozzi di Freezer l'avevano prelevato per portarlo in una camera piccola scura e senza finestre con un'unica branda lercia come mobile. Aveva atteso li, uccidendo scarafaggi con piccole onde di energia, tanto per passare il tempo, e poi l'avevano portato dalla lucertola.

All'ingresso della sala poteva vedere una larga macchia nera, un tipo di macchia scura che il giovane conosceva bene e sapeva essere messaggera di morte, era quindi probabile che appartenesse a qualche sventurato che era stato incenerito poco prima.

-Benvenuto tra i miei soldati Vegeta, sono certo che ti troverai bene con noi – aveva sibilato Freezer, con il falso sorriso del joker in volto. Nessun titolo nobiliare aveva preceduto il suo nome e Vegeta non aveva replicato. Era rimasto in silenzio ad osservare i presenti.

Dodoria sembrava una viscida lumaca rosa per quanto sbavava dietro al suo padrone, mentre Zarbon pareva troppo preso dal suo aspetto per apparire un vero guerriero. Tuttavia a sei anni già sapeva che l'apparenza poteva ingannare, e che se quei due erano li un motivo doveva esserci, e l'unica ragione valida in quel posto era la forza. Aveva poi abbassato lo sguardo e aveva visto sul freddo pavimento della sala il medaglione di suo padre, quello che apparteneva al re del pianeta, quello che rappresentava il sole, il rinascere del loro popolo, frantumato in mille pezzi.

-A quanto pare non hai molta voglia di parlare. Beh, poco male. Dodoria, prenditi cura del principino e accompagnalo nuovamente nella sua stanza, bisogna che riposi visto che domani dovrà conquistare il pianeta Moika.

Come era entrato nella stanza così ne uscì, accompagnato dal pingue alieno rosa che l'aveva spintonato nuovamente nella piccola stanza da cui era provenuto.

-Freezer ha detto di farti sentire il benvenuto- e con queste parole gli assestò un violento pugno in pancia, tanto forte da farlo perdere i sensi per diverse ore. Nel frattempo Freezer aveva deciso le sorti del suo popolo e con un unico colpo aveva annientato la razza Sayan.

 

Sterminata la popolazione di Moika il principe aveva saputo quello che aveva già intuito, suo padre era morto, e con lui il suo popolo.

 

  
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