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Autore: Jane_sfairytales    27/02/2014    3 recensioni
Niall è un ragazzo con un enorme problema: riuscirà Ginevra a guarirlo? O dovrà vedere l'uomo che ama allontanarsi e distruggersi a poco a poco?
From Chapter XXIV: « Non mi interessa ragazzo. Il tuo scopo nella vita non è farti ammazzare tentando di salvare persone che spesso si mettono da sole nei guai o che comunque la polizia potrebbe tranquillamente aiutare se tu gli dessi modo di fare il suo lavoro; smettila una buona volta di fare il paladino della giustizia e fai ciò che ogni uomo come si deve dovrebbe fare: amare la donna che il Signore gli ha concesso di avere accanto e rendere felice ogni giorno della sua vita; è un compito più che onorevole ed è tuo dovere farlo bene. Non fartela scappare ragazzo perché senza di lei la tua vita non vale nulla; non te lo dimenticare mai. »
P.S.
Il titolo della Long è dato dalla canzone "Just the way you are" di Billy Joel.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note.
Consiglio "Demons" Imagine dragons.

 


 








Chapter XXXI - It’s where my demons hide…
 
Ginevra rimase per molto tempo sul posto, a bocca aperta come lui l’aveva lasciata, prima che le lacrime cominciassero a dar vita alle sue emozioni.
Non mi ha lasciato neanche replicare… Non mi ha mai amata davvero!
Quando questa consapevolezza la colpì, finalmente si sbloccò e si accasciò su se stessa, dando libero sfogo a tutto il suo dolore.
 
Louis e Zayn entrarono circospetti in casa: avrebbero tanto voluto trovarli nudi per quanto potesse essere imbarazzante, ma dopo aver cercato nelle stanze, non trovarono nulla e si diressero alla portafinestra del salone per controllare sul giardino sul retro con scarsi risultati. Rientrando Louis sferrò una gomitata al compagno che gemette e stava per dirgliene quattro finché non si accorse di ciò che gli indicava l’amico: Ginny era rannicchiata su se stessa sul divano, il viso distrutto e arrossato come se avesse pianto a lungo. Immediatamente i due si commossero anche loro e si affrettarono a coprirla con delle coperte e, dopo averle baciato la fronte, prepararono la colazione e chiamarono gli altri due.
 
Non fu una bella giornata, né quella, né le successive. I ragazzi tentarono in ogni modo di starle vicino, ma come potevano guarire un cuore spezzato se non erano neanche in grado di ricucire i cocci dei loro? Niall non si faceva vedere, anche se c’erano tracce del suo rientro a casa benché lo facesse negli orari in cui questa era vuota; non riuscivano mai a beccarlo per quanto provassero e i biglietti che gli lasciavano restavano senza risposta.
Ginevra  fece della biblioteca dell’università la sua seconda casa: studiò più di quanto pensava fosse umanamente possibile e recuperò tutti gli arretrati riuscendo a tenersi al passo con gli esami; avrebbe dovuto sentirsi soddisfatta, ma l’unico sentimento che provava era la paura di non avere più nulla per tenere occupata la mente. Cominciò a sognare di andare via, di tornare a casa, anche se non avrebbe voluto che la sua famiglia la vedesse così e men che meno quella di Niall, poiché non voleva farli preoccupare. Lesse tanti di quei libri che il naso le divenne perennemente rosso a causa dell’allergia alla polvere: ora sapeva tutto su almeno 10 antiche tribù primitive e stava per imparare le origini della cultura della Siberia orientale. Harry le era quasi sempre accanto: all’inizio lo aveva evitato poiché non aveva voglia di parlare con nessuno, ma alla fine il riccio aveva cominciato a sedersi al suo fianco e restare in silenzio a studiare, semplicemente rincuorandola con la sua sola presenza. Aveva anche cominciato ad andarla a prendere a ritorno da lavoro, tanto era quello l’orario in cui lui la sera usciva per andar per locali a far conquiste.
Fu così che una sera fece una strana scoperta. Era appena entrato in uno dei suoi bar preferiti, quando notò un capannello di ragazze che ridevano civettuole; decise di avvicinarsi e mise su il suo sorriso più affascinante finché questo non gli si gelò in volto: le ragazze ridevano alle battute di un muscoloso biondino dagli occhi blu.
Niall… « Niall?! » Esclamò con la mandibola che per poco non toccava il pavimento. Due occhi brillanti e piuttosto brilli lo scrutarono prima di sorridergli.
« Hazza! » Gli rispose a tono abbracciandolo stretto. « Vieni, ti presento le mie nuove amiche. Ce n’è per tutti. » Aggiunse poi ammiccando. E Harry fu inesorabilmente trascinato in quel vortice di scollature profonde e gonne succinte. Continuò a stare al gioco nonostante un uragano di pensieri gli sconvolgesse la mente: che cosa ci faceva lì? E per di più ubriaco? Doveva fargli la ramanzina o stare al gioco per potergli essere più vicino? Non sapeva davvero cosa fare e non riuscì ad ottenere risposta neanche dopo che si furono salutati e lo vide allontanarsi con tre ragazze al seguito. Troppo sconvolto per andare a dormire, convocò una riunione straordinaria a casa di Liam, benché fossero le 3 del mattino, ed espose le novità agli altri; mancava solo Ginny, non se l’era sentito di darle questo ulteriore colpo.
Addirittura tre cazzo…
I volti tesi e cerei dei compagni gli rimandavano la sua stessa espressione.
« Hai fatto bene Harry… a non aggredirlo intendo, così potremmo riuscire a riavvicinarlo: lo sai che ti tiene in gran conto… » Asserì alla fine Zayn.
« Quindi dovrei uscire con lui la sera ed assecondarlo? Era ubriaco! E s’è portato tre ragazze, non una, ma tre! » Rispose prendendosi la testa tra le mani: per quanto anche lui potesse essere goliardico, non riusciva proprio ad accettare la stupidità dell’amico in quel momento. Era pericoloso!
« Beh, visto che comunque ha deciso di darsi alla pazza gioia, meglio che ci siamo anche noi nei paraggi giusto? » La voce di Liam era glaciale.
« Dobbiamo scoprire che locali frequenta e quando. Io e Zayn tenteremo di aiutarvi il più possibile ma non possiamo rischiare che le ragazze lo vedano: se lo sapesse Ginevra sarebbe la fine, poverina. »
« Già, Lou ha ragione, e poi Niall si insospettirebbe se ci vedesse per locali troppo spesso; contiamo su di voi ragazzi, noi proveremo a beccarlo a casa, magari diventa più “socievole”. » Gli altri annuirono convinti: non c’era nient’altro da fare.
 
Harry sorseggiò la birra senza gusto: quella sera non aveva proprio voglia di uscire e Liam era in un altro locale con degli amici, sempre nella speranza di incontrare il biondino che ancora non s’era fatto vivo. Avevano notato che Niall non aveva un itinerario troppo preciso e che non sempre si lasciava vedere, ma spesso stavano avendo fortuna; anche a casa Zayn e Louis riuscivano a parlargli più di frequente benché l’argomento “lupo” fosse tabù. Finì la bevanda e fece per andarsene: si era stancato di rimorchiare, avrebbe preferito trovarsi una ragazza fissa ma in quel momento avrebbe interferito con i loro piani e Niall era più importante; non gli piaceva andare a letto con tutte e raramente si concedeva oltre qualche bacio: aveva anche lui un cuore e proprio perché non voleva che andasse di nuovo in frantumi, stava bene attento a chi affezionarsi. Si diresse alla cassa per pagare, ma in quel momento la porta si aprì ed entrò il suo amico, allora lo chiamò subito e gli offrì da bere.
« Allora, te la stai spassando eh? » Il biondo fece spallucce, come se la cosa non lo interessasse più di tanto: ormai era ubriaco la maggior parte del tempo pur di annacquare il dolore, ma anche questo ostentare indifferenza stava incominciando a stancarlo.
« Dai, a tre non ci sono mai arrivate neanche io! Nemmeno nei miei sogni più spinti! Com’è stato? »
« Non c’è stato niente Harry, le ho riaccompagnate a casa. »
« Cosa?! » Urlò il riccio sputacchiando birra ovunque visto che aveva rischiato di affogarsi; una possente manata sulla schiena da parte di Niall lo fece riprendere.
« Dai Harry, non fingere d’esser dispiaciuto, lo so cosa pensi di me. »
« E cioè? »
« Che le sto mancando di rispetto. »
« No, ormai l’hai lasciata, hai chiarito le cose per bene, puoi fare ciò che vuoi. Sei stato un bastardo prima di questo però: non dovevi usarla Niall, o almeno potevi essere sincero con lei. »
Tanto lo so che non è vero, che l’hai amata. Voglio vedere proprio che scusa ti inventi adesso…
Gli occhi di Niall divennero due pozzi profondi e tristi, ma tentò di nascondere la propria malinconia tracannando tutto d’un sorso dal proprio boccale, poi lo posò sul bancone e ne ordinò un altro. Finalmente si decise a guardare l’amico e fare di nuovo spallucce, ma stavolta gli tremava la mandibola.
Incastrato…
« Se la caverà… potresti sempre consolarla tu. » Disse ridendo sguaiatamente, ma Harry si accorse del lampo di dolore che attraversò gli occhi azzurri: lo conosceva fin troppo bene, scherzava sempre quando voleva mascherare le proprie pene. E questa consapevolezza gli diede una grande idea.
« Beh… in effetti siamo molto più vicini adesso. È bello abbracciarla, è molto morbida. La sua pelle è così liscia e vellutata e i suoi capelli odorano di fresco… »
« Di cocco… » si lasciò sfuggire Niall quasi in un ringhio.
« Cosa? » Chiese l’altro fingendo di non aver sentito.
Oh, Harold tu sei un genio, un grandissimo genio! Si auto-complimentò soddisfatto.
« Niente, odorano di cocco, è un buon odore hai ragione. »
« Già, che sciocco, tu queste cose le sai già, te la sei fatta. » E scoppiò a ridere dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. Stavolta l’amico si irrigidì sul serio e i suoi occhi divennero di fuoco.
« Non me la sono “fatta”…  » ringhiò minaccioso.
« Oh, oh scusa hai ragione sono un cretino, sai la birra mi da alla testa a volte… »
E il discorso fu archiviato, ma adesso Harry aveva un piano e non avrebbe desistito così facilmente.
 
« Hazza ti ho detto di no! »
« Ma dai Ginny, è geloso l’ho visto io: per poco non mi picchiava! »
« Ecco appunto, non voglio che tu finisca nei guai per una cosa così stupida. »
« I tuoi sentimenti non sono una cosa stupida Ginevra. »
« Infatti. E lui mi ha solo usata, me lo ha detto guardandomi negli occhi Harry. »
« Ginny, io lo conosco da quando avevamo tre anni e se ti dico che era geloso di te ieri quando gli parlavo dell’odore dei tuoi capelli e di quanto tu sia bella, allora Niall è geloso! »
Ginevra divenne rossa come un pomodoro nel giro di un istante ed Harry la guardò confuso prima di rendersi conto di ciò che aveva appena detto.
« Beh, che vuoi farci, è vero che sei bella. »
« Scemo, e il fatto che sia geloso non significa che ci tenga a me. Forse è solo mania di possedere. » L’occhiata dell’amico fu sufficientemente esplicita.
« Ok, ok, allora è un cretino! » Questa volta il riccio annuì « Ma non ho intenzione di usarti per riottenere le attenzioni di un bugiardo imbecille: non me ne frega niente di lui! »
« Ginny, qui non si tratta solo della vostra relazione, qui si tratta della vita di Niall e delle persone che con lui avranno a che fare: non puoi aver smesso di volergli bene totalmente, almeno quel poco sufficiente a volerlo salvare deve esserci ancora… » il modo in cui lei abbassò gli occhi fu più esplicito di diecimila parole; la abbracciò forte.


Spazio d'autrice.
Ciao a tuttiiiii.
Vado di corsa perché devo scendere, am spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ditemi cosa ne pensate dell'idea di HArry: funzionerà o si ritroverà scazzottato?
Credo che se avrò tempo pubblicherò un nuova long che ho appena iniziato a scrivere (sto al capitolo 1): sarà ambientata nell'antica Grecia e sarà piena di eroi e guerrieri. *-*
Spero vi accattiverà e vogliate leggerla ;)
Un bacio grande, buona gionata!
Jane.

 



 
 
  
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