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Autore: _Nayre_    27/02/2014    2 recensioni
'Sono stanca di sperare in cose che non succederanno mai, sono stanca di continue delusioni e cambiamenti, vorrei semplicemente vivere la mia vita in pace, ma non c'è niente nella mia vita che mi dia pace...mi sento in continua tempesta, vorrei fermare tutto questo solo per un giorno, vorrei non sentirmi così inutile e sola, vorrei affronatre solamente un problema alla volta, vorrei una sottospecie di normalità e non essere schiavi di una realtà che non si vuole accettare; vorrei semplicemente vivere.'
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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3-  Meetings 


Quelle parole mi pietrificano; sento la rabbia crescere dentro, le mani mi cominciano a tremare facendo si che il telefono mi cadesse dalle mani. Vorrei gridare dalla rabbia, in questo momento romperei tutto, ma cerco di mantenermi alla presenza di mia madre; sono il suo unico punto di riferimento, devo mantenere il controllo.
Nella stanza è calato un silenzio che grida aiuto; rivolgo lo sguardo su mia madre, mi guarda terrorizzata; che avrà paura di una mia reazione? Non succederà niente, perlomeno sotto questo tetto.
Mi avvicino e l’aiuto ad alzarsi, è meglio che ora si riposi –‘Mamma è meglio che ora vai a letto, riposati, ci penso io.’- l’accompagno fino alla stanza da letto e la copro; oggi c’è particolarmente freddo quindi accendo il termosifone nella sua stanza per farla stare al caldo .
-‘Ti porto una tazza di the?’- chiedo.
-‘Si, grazie.’- risponde da sotto le coperte.
Vado in cucina a prepararle il the quando il telefono per terra vibbra, un messaggio –Notte tesori.- ancora quello stronzo; cancello il messaggio.
In momenti come questi vorrei avere qualcuno con cui sfogarmi, tengo da troppo tempo tutto dentro; tutto questo mi sta trascinando sempre più giù; mi sento annegare nei problemi.
Forse sarebbe più facile affrontarli insieme a qualcuno, ma mia madre non è in condizioni ottimali e quel pazzo di Jeremy ha ragione, se denunciasse mia madre nel giro di qualche settimana lei si ritroverebbe in un clinica e io... non lo so, certamente farei di tutto per starle vicino; ci siamo ridotte veramente male... ma devo trovare una situazione, fosse l’ultima cosa che faccio.
L’acqua finisce di bollire, la verso nella tazza, metto la bustina aromatizzata e poi prendo dalla vetrinetta del tranquillante; il dottore mi ha raccomandato di darglielo quando è parecchio sotto stress, credo che ora sia il caso; prendo tutto e lo porto nella stanza di mia madre –‘Mamma, il the è pronto, ho messo del tranquillante così non avrai problemi per dormire. Buonanotte.’- le dico schioccandole un bacio sulla fronte.

***

E’ passata una buona mezz’ora da quando ho messo a letto mia madre; sicuramente il sonnifero ha già fatto effetto.
Dormire mi viene quasi impossibile, opto per una passeggiata, sono quasi le 2.00 di notte, ma preferisco camminare che rimanere qui a farmi prendere dai pensieri; avvolte vorrei smettere di pensare.
Metto una giacca più pesante e un cappello di lana; prendo il telefono e le chiavi ed esco di casa.
Il freddo è pungente; penso che tra non molto nevicherà. Non cammino da molto, ma non so dove sto andando; avevo bisogno di allontanarmi dalla mia vita; il freddo sta cominciano a diventare insopportabile, ma è come se focalizzarmi sul freddo mi faccia pensare ad altro; con i problemi di salute la mia situazione non è delle migliori, spero di non peggiorare o non potrò più andare a lavorare, tutto ciò sarebbe stress in più per mia madre; in tutta questa situazione lei è l’unica che non c’entra niente, non che stia dando la colpa a qualcuno, ma lei non si merita questa vita, spero che riesca anche a superare questo; è inutile mentire, lei è veramente malata e avrebbe bisogno di cure, quelle che non ci possiamo permettere.
 

Niall’s Pov
 
Ancora non riesco a capire come ha potuto fare; quel ragazzo rimarrà sempre un mistero... ovviamente cosa mi potevo aspettare da lui?
Non riesco a concentrarmi per niente sull’argomento; ho bisogno di staccare, altrimenti perderei solamente tempo, quindi devo trovare un modo per svagarmi. Gli esami sono quasi a meno di tre settimane da oggi, mai stato così preoccupato; di solito sono molto tranquillo e sicuro delle mie abilità intellettive, ma di questi periodi il panico sta avendo la meglio su di me; siamo ad aprile e io non mi sento pronto per affrontare un esame così importante.
Esco dalla mia stanza chiudendo il libro; a quanto pare Zayn dorme, effettivamente è quasi mezzanotte, non mi stupisce.
Vado in cucina, oggi non ho mangiato; prendo un pezzo di pizza fredda e comincio a sgranocchiarla mentre scorro la lista della mia rubrica; ad un certo punto noto un numero mai visto prima, nemmeno il nome mi è familiare; la curiosità mi spinge a mandare un messaggio –‘Ehi, scusa, ma mi sono ritrovato il tuo numero in rubrica, ci conosciamo? Niall.’- Prima di inviarlo lo leggo più e più volte, non ero convinto, ma essendo che lo dovrei mandare ad una persone che, quasi sicuramente, non conosco, non ci penso più tanto e invio il messaggio; non lo nego, sono ansioso di una risposta, chi sa chi si nasconde dietro quel numero; e se fosse l’amore della mia vita? Si, potrebbe succedere come nei film: i due protagonisti, destinati a stare insieme, si incontrano per volere del caso.
Il rumore di un nuovo messaggio mi distrae –‘Ciao, non credo... anche io non ricordo di averti aggiunto in rubrica..’- bene, almeno ora non mi sento un completo idiota; cerco ancora di ricordare dove ho potuto incontrarla... forse in discoteca? Possibile... ma non frequento posti del genere da quando abbiamo avuto l’incidente...
Decido di non pensarci più quando i ricordi cominciano a correre vivi nella mia immaginazione; devo trovare una fonte di sfogo, una distrazione. Prendo le chiavi della macchina diretto al solito posto, ‘Buck’s’, è il pub di un mio amico d’infanzia, l’unico con cui ho ancora contatti. Dopo una buona mezz’oretta di tragitto sento da lontano la musica, a quanto pare il locale è abbastanza affollato, ma credo che non ci saranno problemi. Parcheggio e spengo il motore della macchina, assurdo sono già le due, credevo di averci impiegato di meno. Dopo essermi accertato di aver chiuso bene la macchina comincio a camminare, fa abbastanza freddo questa sera, ci saranno massimo due gradi, ma ora mai sono abituato al freddo tagliente delle notti d’inverno.
Non mi affretto a raggiungere il locale, mi fermo dall’altro lato della strada a guardere il via vai della gente dal lato opposto; persone ubriache, ragazze che ridono sguaiate e dietro di loro ragazzi non del tutto lucidi che le stanno avvicinando, meglio non immischiarsi, ci tengo alla mia faccia.
Mi seggo su un muretto vicino e mi accendo una sigaretta, non fumo spesso, ma qualche volta non me lo vieto un tiro; mi stringo più forte nella giacca e butto fuori il fumo, tutto è abbastanza calmo, solo la musica del locale speza l’armonioso silenzio; una volta finita la sigaretta la butto per terra e la schiaccio con un piede per accertarmi che si sia spenta del tutto.
Qualche goccia comincia a bagnarmi il viso; sta cominciando a piovere. Mi guardo un po’ intorno, ancora, sembra tutto molto più calmo di prima anche se la musica ancora persiste; decido di avviarmi dentro; la fila non è lunga, è abbastanza scorrevole; appena entro dentro l’odore d’alcohol mi travolge, beh, dal tronde che aspettarsi; cerco di farmi strada tra i corpi sudati raggiungendo il bancone; dentro è tutto al buio tranne che per le luci che provenogono dalla postazione del DJ; la gente sembra a poco posseduta: balla, balla senza fermarsi; bevono, ridono;
-‘Vuoi qualcosa da bere?’- mi chiede una ragazza semi-vestita dall’altra parte del bancone.
-‘Si, grazie. Portami una birra.’- le rispondo.

***

Ho bevuto qualche birra, ma ancora mi sento in grado di guidare; raggiungo la macchina, metto in moto, ma prima di partire rimango un po’ a cercare di far passare tutta la confusione del locale, appena mi sento più lucido parto.
La strada verso casa è abbastanza lunga, mi metto comodo e proseguo ad una velocità accettabile, 70 km/h, non ci sono molte macchine quindi conto di arrivare a casa in una mezz’oretta; mi fermo di botto.
-‘Ma che cazzo fai!’- grido dal finestrino, ma non riesco a localizzare la figura della ragazza.
-O cazzo- penso; scendo velocemente dalla macchina; la trovo sul marciapiede che impreca, -‘Vedi di stare più attenta, cogliona!’- di tutta risposta mi alza il dito medio; mah, non solo si stava facendo investire, ma nemmeno chiede scusa!
Risalgo in macchina con i nervi e riparto diretto a casa; speriamo di non rischiare di investire qualcun’altro.
 
***

Sono quasi le tre quando vado in cucina a vedere l’ora; la serata è stata abbastanza noiosa, finchè quella ragazza non ha provato a farsi mettere sotto;
Metto un pantalone di tuta grigio e mi corico sul letto; forse quello che non mi fa dormire è il pesiero per Zayn, speriamo che quest’ultima non ci crei molti problemi... vivendo con lui i suoi problemi sono diventati, in parte, anche i miei;
Sto a pensare a una possibile soluzione, anche se non vedo via d’uscita, bene; domani ne parlerò con lui, qualcosa ci verrà in mente, altrimenti, ci ritroveremo nei guai...
Ad un tratto mi ritorna in mente lo sguardo, l’espressione, gli occhi di quella ragazza; sono dannatamente familiari, ma dove l'avrò vista.. non riesco a levarmela dalla mente; che l'abbia vista in precedenza? Forse... sarà una vecchia amica con cui avrò perso i contatti, ma allora perche sto ancora qui a pensarla...
 
 
Clara’s pov

L’assordante rumore della sveglia comincia a suonare alle 7.30; non capisco il motivo per cui sia punatata così presto.
Mi alzo ancora assonnata rivolgo uno sguardo allo specchio davanti il mio letto per ricordarmi quanto inguardabile sono di prima mattina ed esco dalla stanza;
-‘Mamma sei a casa?!’- grido alla soglia della sala da pranzo; tutto è come lo avevo lasciato ieri sera, dovrei riordinare.
-‘Si, vuoi la colazione?’- risponde lei venendomi incontro.
Incredible, sono le 7.45 e lei è già alzata; strano.
-‘Come mai già sveglia?’-
-‘Il sonnifero che mi hai dato ieri notte ha funzionato, ho dormito abbastanza bene.’- in tutto ciò non mi ha risposto, ma bene.
-‘Non preoccuparti per la colazione, poi faccio io.’- dico.
Vado in bagno ed entro in doccia; sono distrutta, non ricordo nemmeno a che ora sono tornata ieri sera e non concepisco come posso essermi svegliata così presto.
Camminare mi ha fatto bene, sono stata per un po’ via da questa casa e da tutti i pensieri che racchiude.
Oggi mia madre era stranamente felice, non che non sia contenta, ma stupita si; deve essere successo qualcosa, anche se non so cosa aspettarmi mi spaventa, non poco.
Il mio telefono comincia a squillare; mi affretto ad uscire e avvolgermi l’accappatoio; riesco a prendere la chiamata.
-‘Pronto?’-
Nessuna risposta.
-‘Con chi aprlo?’-
Ancora niente. La gente oggi è in vena di scherzi; mi devo informare dove trovano tutta questa ironia alle otto meno un quarto, ci dovrei passare.
Infastidita di prima mattina mi vesto con una tuta e metto le calze di lana; lo specchio mi ricorda che ho ancora il trucco in faccia di ieri sera; prenso una salviettina  e comicnio a struccarmi davanti lo specchio quando il telefono, per l’ennesima volta, attira la mi attenzione avvertendomi che mi è arrivato un messaggio.
-‘Buongiorno, L.’-
Liam. Appena visualizzo il nome sullo schermo comincio a sorridere involontariamente; a quanto pare quel ragazzo ha un effetto positivo su di me.
Sono indecisa sul rispondere o meno al messaggio, ma dato che per una volta qualcuno pensa a me perche non farlo.
-‘A te :)’- diciamo che il livello di nervosismo si sta abbassando con l’arrivo del messaggio.
Dopo aver risposto lascio il telefono sul letto e comincio a prendere il tutto per pulire di là; sicuramente mi impegnerà tutta la mattinata, beh, tanto non è che avevo molto da fare.
Prendo l’aspirapolvere e un grande sacco nero della spazzatura; comincio a guardare la stanza, non sembra nemmeno che appartenga ad una casa abitata, bene.
Fortunatamente le case inglesi non sono molto grandi, quindi, cercherò di sbrigarmi, oggi è pure giorno di spesa.

***
 
E’ mezzo giorno finalmente ho finito di pulire casa, dato che avevo cominciato con la sala da pranzo ne ho approfittato per fare tutta la casa; soddisfatta del mio lavoro comincio a fare una lista su quello che avrei dovuto comprare al supermercato; apro il frigorifero; beh diciamo che manca quasi tutto... a questo punto prendo qualche sterlina dal barattolo dei risparmi; prendo una giacca e scendo.
Mi metto ad aspettare alla fermata del bus; comincio a contare i soldi, probabilmente non riuscirò a pagare la spesa se opto per il biglietto, quindi camminare non mi farà male.
Mi avvio verso il supermercato, diciamo che non è vicinissimo, ma a passo veloce in un quarto d’ora dovrei essere già arrivata.
Nel tragitto sono sola, quindi mi passa un po’ di tutto per la testa: da mia madre, a Liam. Liam. Mi aveva mandato un messaggio poco fa, ma per qualche assurdo motivo non mi va di aprirlo; strano, mai nessuno aveva cercato di mantenere per così a lungo i rapporti con me, forse tutta questa situazione è data dal fatto che lui non sa niente di me; forse se lui sapesse tutto quello che mi avvolge si allontanerebbe, ma come biasimarlo, non sarebbe stato l’unico... 
E se questa volta decidessi di non dire niente; se questa volta ho la scelta di non rimanere da sola.
La solitudine è come un vortice che ti risucchia da cui non è facile venirne fuori, se si è abituati a stare soli poi viene difficile credere che possa esserci qualcuno di cui ti puoi fidare o, anche semplicemente, parlare; anche se spesso confrontate le due parti forse stare soli è meglio; non corri il rischio di delusioni, allontanamenti, perdite.
Se non hai mai provato un genere di cosa non ti manca, non ne hai bisogno, come la droga: se non l’hai mai provata non ne sentirai mai il bisogno di farne uso. In un certo senso, si, i sentimenti sono la droga delle persone, una delle più letali; non appena ne entri in contatto, immediatamente, non puoi più farne a meno; e se poi questi senimenti vengono meno? Beh... si soffre di astinenza; si passa dal tutto al niente; quel niente sembra incolmabile e tutto ci trascina sempre più giù, l’unico modo per risalire è trovare qualcun’altro, ma siamo pronti a rischiare di nuovo? Di aprire le ferite? Di voler ricominciare? La risposta a queste domande non esiste, tutto dipende da noi, a quanto siamo pronti a metterci, o rimetterci, in gioco; saremo veramente pronti quando decideremo di lasciare il passato in dietro e provare a guardare avanti; non è facile andare avanti, lasciare quel mondo dove tutto è già fatto, vissuto, per andare in contro a quello che più ci spaventa, noi stessi. Siamo il nostro nemico più grande, quello che riuscirà sempre a buttarci giù, altrimenti perche pensare ancora al passato? A soffrire per cose che non troneranno più? A rivivere sempre gli stessi momenti, oscurando la vita che ci scivola lentamente tra le dita? Sfortunatamente non esiste soluzione, dobbiamo imparare a convivere con noi stessi.
Tra un pensiero e l’altro mi trovo difronte al supermercato; prendo un carrello e comincio a camminare per i vari reparti; cercherò di prendere le cose più importanti, non ho abbastanza soldi per tutto quello che servirebbe a casa; prendo un po’ di pasta, sale zucchero, the, verdure, frutta, pane e qualche detersivo; prendo il tutto e vado alla cassa mentre mi faccio i conti in mano, speriamo di non sforare.
Avisto la prima fila più breve e mi accodo; mi sento quasi a disaggio, troppe persone; Arriva il mio turno. Metto tutto sul tappeto scorrevole della cassa e comincio ad uscire i soldi;
-‘Vuole una busta?’- mi chiede il cassiere, che fino a poco prima avevo ignorato la sua esistenza; mi soffermo sul suo sorriso aperto, per poi spostarmi ai suoi occhi: luminosi, vivi; quel ragazzo sembrava finto, non poteva esistere una creatura così bella.
-‘Allora?’- chiede accorgendosi del mio palese stato di shock e sicuramente si sarà accorto che lo sto fissando.
-‘Eh? Oh, si, grazie.’- rispondo cercando di non far vedere il mio, evidente, imbarazzo.
Mi aiuta a mettere tutta la spesa nelle buste, gli porgo i soldi, e cerco di volatilizzarmi di li; vedo che sta ancora ridendo;
-‘Hei!’- grida. Mi giro.
-‘Ti sei scordata lo scontrino!’- come se mancava solo questo; mi sono fatta riconoscere anche qui. Mi avvicino e prendo lo scontrino che mi porge.
-‘Grazie, scusa ancora.’- lo saluto con un cenno della mano e volo fuori.
Sono tentata di voltarmi in dietro per vederlo un’ultima volta, ma credo di aver già fatto abbastanza per oggi; prendo tutte le buste in mano e comincio a camminare, non sono il massimo della leggerezza.
Mi faccio forza e comincio a camminare, ma le ma buste sono troppo pesanti; un rumore mi distrae, Liam, questa volta decido di aprirlo –Che fai? :)-
-Ritorno da fare la spesa, tu?-
-Vuoi un passaggio?- quelle parole sembrano essere scritte d’oro. 

ANYWAY

BENE, SCUSATE PER IL RITARDO, MA NON AVEVO ISPIRAZIONE ><' 
PASSIAMO AL CAPITOLO, MI SCUOS PER EVENTUALI ERRORI (SEGNALATEMELI PLISS) MA AVEVO PREMURA A PUBBLICARE IL NUOVO CAPITOLO.
HO DECISO DI FARLO UN PO' LUNGHETTO ^^ SPERO LO APPREZZIATE e.e QUESTO E' IL TRAMPOLINO DI LANCIO DELLA STORIA, DA QUI MOLTE COSE AVRANNO INIZIO E MOLTE UNA FINE... NON LASCIERO' NIENTE AL CASO, PROMESSO :)) 
ANYWAY, COME POTETE VEDERE I PROBLEMI CON IL CAMBIO DI SCRITTURA E COLORE SONO PASSATI :D 
DOPO QUESTO, BEH.... ASPETTO UNA VOSTRA RECENZIONE <3 CIAUU 

xx Nayre xx
  
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