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Autore: feddurr    27/02/2014    0 recensioni
Questa è una storia delle più insolite che mai leggerete. Può darsi invece che siate così pratici da ritenerla una storia piena di clichè e cose già viste e lette. Come può darsi pure che la troviate semplicemente una storia orribile, senza futuro né senso. Ebbene, io ne sono il narratore, il mio unico scopo è rendervi partecipi, che voi siate d’accordo o no.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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CAPITOLO VI.
Il cuore è uno strano oggetto. Pieno di sfumature ed ingranaggi, pieno di salite e di discese, pieno di sottili strati, tutti diversi tra loro, ma attaccati, annodati e stretti l’uno contro l’altro. Non staremo certamente qui ad analizzare ogni singolo strato, un’eternità non basterebbe. Ci soffermeremo sulla capacità di legarsi a qualcuno o qualcosa, che è una delle attività che al cuore riesce meglio. Quando ci si sente profondamente connessi a qualcosa o qualcuno, il cuore trova la felicità solo quando si è in presenza di questo qualcosa o qualcuno. È un evento piuttosto bizzarro, ma non raro. Nessuno si chiede mai: “perché proprio questa tal cosa? Perché non altro?” Nessuno se lo chiede, perché quando si è felici, non si sente il bisogno di fare domande. Quando si è felici, si potrebbe restare così per sempre. Ma, ciò che è fonte di gioia vola sempre via troppo presto, no?

Des è in biblioteca da troppo tempo ormai. Ma a lei non importa. Quando si trova lì, il mondo esterno tende a scolorire sempre più, quasi scomparendo. Ma stavolta, c’è qualcosa che la tiene un po’ più attaccata alla realtà, qualcosa che sembra un’ancora la cui catena è attorcigliata intorno alla sua caviglia, qualcosa che le impedisce di spiccare il volo. Non riesce a smettere di pensare al segnalibro che, da un bel po’ di tempo a questa parte, non fa che riempirle la testa di domande. Des gira tra le interminabili librerie della biblioteca, percorre quello che sembra un universo a sé, fatto interamente di inchiostro e carta e profumato di pagine ingiallite e legno invecchiato. Ma va a finire sempre nello stesso punto, davanti alla grande finestra, dove si ferma per pochi secondi, a riflettere. Sono stanca di pensarci. Si siede sulla poltroncina illuminata dagli ultimi raggi del sole. Ho bisogno di una pausa. La ragazza si guarda intorno con perplessità, alla ricerca di qualcosa che catturi il suo occhio e che le renda le ultime ore del giorno un pochino più piacevoli. Lo sguardo le cade su un grande volume rilegato in rosso e oro. Des allunga la mano e sorride di fronte alle “Fiabe” dei fratelli Grimm. Oggi dev’essere proprio il mio giorno fortunato. Pensa, tornando con il pensiero alla mattina e al tempo passato con “Le mille e una notte”. La ragazza, allora, inizia la lettura della fiaba intitolata “Il ginepro”. La cattiveria della matrigna, le scene cruente e il gusto per il macabro e la vendetta, la assorbono completamente. La assorbono a tal punto da farla letteralmente balzare sulla sedia, quando la poltrona di fronte alla sua viene spostata. -Diamine, scusa. Ti ho spaventata?- due occhi spalancati color nocciola la guardano preoccupati. Una mano dietro la testa e un braccio teso verso di lei, in segno di scuse. È lo strano ragazzo che stamattina era in compagnia di Thomas, è Darren Cox. Ma questo Des ancora non lo sa. -N-Non l’hai fatto- dice, mentre cerca di ricomporsi e riassumere la sua espressione perennemente seria. -Ero soltanto troppo presa dal libro.- cerca di giustificarsi, quasi imbarazzata. -Oh ma certo.- gli occhi di Darren, divertiti e curiosi, si fissano in quelli della ragazza, che distoglie subito lo sguardo. Il silenzio cala nella stanza, interrotto ogni tanto da scricchiolii e voci provenienti dall’esterno. Des ha ancora lo sguardo rivolto verso la finestra e quando prova a girarlo per spiare le mosse del suo dirimpettaio, lo vede appoggiato allo schienale e con un’espressione sognante. Non rivolta verso di lei, naturalmente. Il ragazzo sembra essersi perso nel cielo al tramonto, gli occhi chiari e sfumati ne riflettono la lucentezza e gli angoli della bocca ogni tanto si alzano in quello che molte persone definirebbero un sorriso amorevole. Guarda il cielo come se lo amasse, lo guarda come se fosse una persona cara che non vede da troppo tempo. pensa Des, osservando ancora per po’ il viso di Darren. Strano ragazzo. Nonostante questo pensiero, la ragazza non riesce a staccare lo sguardo dal viso di Darren, come se fosse affascinata da qualcosa. È con una certa nostalgia che si sofferma sugli occhi di lui, sente quello sguardo molto lontano eppure così familiare e una serie di ricordi fa capolino nella sua mente. Ricordi sfocati, ricordi sfuggenti ma, in qualche modo, vivi. Ricordi di suo padre e della sua infanzia, ricordi di abbracci ormai perduti e lacrime ormai secche, ricordi di ingiustizia e mancanza d’affetto. La situazione è, quindi, adesso, piuttosto stravagante: c’è Darren che è ancora preso dal cielo e Des che pensa a troppe cose insieme che le fissano lo sguardo proprio sul viso di lui. Per cui, quando questi, ormai pieno del suo amato cielo, si gira verso la ragazza, la trova con gli occhi lucidi e la bocca socchiusa che lo guarda con un sentimento che non saprebbe definire al momento. Un mezzo sorriso spunta sul volto del ragazzo che, con delicatezza mista a divertimento, scuote la mano di fronte al viso di Des che si risveglia come da un incubo. - Tutto bene?- chiede lui, con sguardo quasi affettuoso. -Io… Sì, tutto bene- sospira lei, sollevata. È calata la sera e le torce della biblioteca si illuminano tutte insieme e improvvisamente. Darren si gratta la nuca e si passa la mano tra i ricci. -Credo sia ora di andare.- dice, alzandosi in piedi e stiracchiandosi. Des lo segue con lo sguardo e poi si alza anche lei. Ma si era completamente dimenticata dell’enorme libro sulle sue gambe che, inesorabilmente, cade per terra, aperto su due pagine. Entrambi i ragazzi si piegano per raccoglierlo, quando le mani di Darren vanno a finire su qualcosa. Il ragazzo si alza lentamente e, con il segnalibro blu notte in mano, guarda Des con stupore. -E questo dove l’hai preso?- dice, bruscamente. La ragazza si sente avvampare ma non si perde d’animo e gli risponde a suo modo: -Non sono affari tuoi.- dice, risultando più velenosa di quanto avesse programmato. -Ah davvero?- dice di nuovo lui. -Davvero.- risponde subito lei. I due per un attimo si guardano, con aria di sfida, Darren con il segnalibro puntato verso Des, che sta stringendo le labbra per evitare di peggiorare la situazione. Quando, improvvisamente, il ragazzo scoppia in una fragorosa risata. Una risata squillante e musicale. E, purtroppo, molto contagiosa. Des si scopre a sorridere e subito porta la mano alla bocca, sulla difensiva.-E adesso cosa c’è da ridere?- dice, tra il divertito e il sorpreso. Darren, per tutta risposta e continuando a ridacchiare, gira lentamente il segnalibro davanti agli occhi di lei, facendole notare una piccola dedica sul dorso: “A Darren, con amore, mamma”. Poi, con l’indice, punta sé stesso. -Sono io Darren- dice, sorridendo. Des sente del calore correrle per tutto il viso. Sposta la mano dalla bocca e si gira nuovamente verso la finestra. -Beh…Io non lo sapevo!-  dice, incrociando le braccia e chiudendo gli occhi. Ma di nuovo, Darren scoppia a ridere, trascinandola con sé. Finiscono per guardarsi, sorridendo con bocca ed occhi. -Darren Cox.- dice lui, porgendo la mano a lei, che subito risponde: -Desdemona Frost.- stringendogliela. -E’ stato un piacere avere avuto dei malintesi con lei, miss Frost- dice ancora Darren, non lasciando la mano di Des, che risponde -Il piacere è stato del tutto mio.- Finalmente, le mani si staccano l’una dall’altra e i due sono di nuovo uno di fronte all’altra. A spezzare l’incantesimo sono altri studenti, che pian piano cominciano a popolare la biblioteca. Darren, senza dire niente, lentamente si inchina, poggiando la mano destra sul petto e piegando il busto in avanti, senza però abbassare la testa e smettere di guardare Des. La quale, sempre sorridendo, prende con le dita gli orli del lungo mantello, piegandosi anche lei in un regale e rispettoso inchino. I due poi si separano, senza proferire parola. Semplicemente, imboccano vie diverse. Ma Des non riesce a togliersi dal viso quel sorriso così insolito per lei e Darren, con le mani nelle tasche, per tutto il tragitto fino al suo dormitorio, non smette mai di canticchiare la sua canzone preferita.
  
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