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Autore: chemical_kira    23/06/2008    5 recensioni
"Concentro la mia attenzione sulla sua figura inerme posta davanti a me, fisso i miei occhi sulla sua pelle bianca, il viso leggermente paffuto, i capelli corvini, il naso perfetto. Sono come incantato, incatenato alla bellezza di quel corpo che si offre al mio sguardo senza difese, se non un insensata lontananza. Come può la perfezione esistere sul serio?" Un altra FRERARD, stavolta ambientata alle superiori..enjoy!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono sempre chiesto cosa sarebbero le calamite se non avessero un pezzo di ferro a cui tendere. Non sarebbero altro che pezzi inanimati e senza senso. Perderebbero il loro fascino. Forse è per questo che si dice che quando gli esseri umani siano innamorati sono più belli. Perchè abbiamo qualcosa a cui tendere. Ma a differenza delle calamite il nostro mondo ha troppe sfumature perchè la semplice attrazione possa essere qualcosa di semplice. Siamo dannatamente complicati, e quando il ferro a cui tendere svanisce non ci limitiamo a perdere uno scopo, ma ci dibattiamo in un senso di completa e totale insoddisfazione. E non c'è nulla che ci smuova, è solo il tempo che smussa gli angoli della nostra ossessione. Ma mentre aspettiamo che il tempo passi non ci sono alternative, dobbiamo restare a consumarci nel tentativo di volare dopo che ci hanno amputato le ali.


*


Vuoi che ti presenti tutti i miei amici o solo quelli carini e single?”

mi propone un entusiasta Bob in piena rotta verso l'ubriacatura del secolo. Sorrido dicendogli che voglio conoscere solo amici carini e disponibili, tutto pur di togliermi di dosso questa sensazione di delusione che mi si è cucita addosso.

Sono passate settimane senza che alcuna telefonata del vampiro sia arrivata sul mio cellulare. Ed ogni giorno che passava era un passo verso il fondo, una riserva di autostima saccheggiata, una speranza violentata.

Mi faccio strada tra la gente sudata che anima la festa di Bob fino a che non mi ritrovo davanti un volto sorridente condito da due occhi azzurri e abbinato a un fisico prestante. Sorrido di rimando mentre Bob si indaraffa nella presentazione, ma è inutile, basta uno sguardo per capirci.

Ti va da bere?”

mi chiede celando malamente il desiderio nei suoi occhi.

Si!”

rispondo urlando tentando di imprimere la mia voce a un tono maggiore del casino. Mi porge la mano e mentre il suo nome si perde tra i meandri nebulosi della mia testa innaffiata da alcool quello che resta vivido è il contatto delle sue mani con il mio corpo. E la lingua che mi inonda la bocca. E mentre incoraggio il mio corpo a rispondere e riprendersi quella autostima che merita, penso che questo bacio non ha neanche il sapore delle sue parole. Non sono brividi quelli che mi attraversano ma al momento non mi interessa.

Ho un nome da ricordare io.

Paul.

E a questo nome legherò la mia rinascita. Sperando che quegli occhi verdi spariscano per sempre lasciando docili il posto a quelli azzurri del ragazzo che mi sta baciando ora.


*


E' un estate pregna di divertimento quella che sto vivendo. Non posso permettermi di lasciare Belleville ma non mi pesa il restare in città, in fondo il mare non è così lontano e poi ho con me Ray e Bob. E soprattutto ho con me Paul.

Sorrido nella penombra della sua camera mentre ci godiamo l'appartamento enorme in cui vive e che in questa settimana è completamente assoggettato ai nostri desideri dato che i suoi non ci sono. È una bella sensazione quella di avere il suo profumo addosso, lava tutta l'amarezza che ho coltivato negli ultimi mesi quando dedicavo ogni mio singolo secondo di vita all'adorazione ingiustificata di un mezzo sconosciuto.

Non era amore vero, me ne rendo conto di aver vissuto quella che in molti definirebbero una mera cotta adolescenziale ma allora non me ne rendevo conto.

E anche ora, ad essere sincero, quegli occhi verdi si insinuano melliflui nel mio database emozionale e ne prendono dimora.

Ho bisogno solo delle carezze di Paul per andare avanti.

Ehy piccolo che fai?”

mi stacco dall'osservazione della luna e mi avvicino al letto in cui riposa il mio ragazzo. Mi accoccolo contro il suo petto e sorrido, lasciando la mia malinconia rinchiusa nei ricordi.


*


Le luci si spengono, facendomi ricongiungere alla realtà, strappato dal mio viaggio ultraterreno con la sua voce come unica costante e le note malinconiche che la accompagnavano a fare da sottofondo.

Il destino è strano, deve avere una strana connessione con il sistema di distribuzione delle poste, ti riporta davanti ai tuoi desideri nel momento più sbagliato del mondo. Quando pensavi di aver superato tutto, di aver relegato tutto il tuo sentimento al passato.

Ma poi ti accorgi che non è vero.

Quando due occhi verdi tornano nel tuo campo visivo capisci che non è vero.

Mi eclisso tra la folla, lasciando intenzionalmente la mano di Paul e allontanandomi da lui di qualche metro. Ammiro da lontano il sorriso pregno di sicurezza che si è impadronito del suo volto. Non speravo di rivederlo. Mi sembrava un desiderio troppo grande per poter essere realizzabile.

Eppure è qui, che riversa parole dense in un microfono incantando chi lo guarda.

Thank you!”

le noti finali fanno da sottofondo all'applauso di rito che sancisce la fine della loro esibizione. La cozza, che mi era stata nascosta durante tutta l'esibizione dall'ingombro sterico della batteria, si rimaterializza per devastare la mia pace. Lo osservo strusciarsi sul mio uomo, osando abbracciarlo e ridere con lui. Oltre a loro noto anche la presenza del biondino su cui ho riversato ingiustamente troppo odio.

Respiro a fondo, cercando di mettere a tacere le voci impazzite che mi si agitano in testa e raccolgo i residui di coraggio non ancora intaccati dal mio nervosismo e mi avvicino al suo tavolo.

Mi faccio strada tra la folla fino a raggiungerlo, nel momento in cui i suoi occhi incontrano la mia figura incerta vedo un sorriso sporgere dai suoi tratti.

Gli sorrido a mia volta mentre lui abbandona il suo tavolo per venirmi a salutare. E mentre una voce mi urla che sto sbagliando tutto non riesco a resistere all'incanto di quello che quegli occhi mi riportano alla mente.

Ehy..che fai qui?”

Sorrido, scorrendo tutte le risposte che riesco a inventare e che escludano la parola fidanzato nella loro composizione.

Beh, sono venuto a farmi una birra..”

un sorriso malizioso increspa le sue labbra mentre tiene fisso il suo sguardo su di me.

Da solo?”

beccato! Mugugno una risposta incomprensibile mentre tento di sotterrarmi per la vergogna, odiandolo per il modo in cui indaga senza tatto nella mia vita. Eppure dovrei essere io a rinfacciargli il fatto di non avermi chiamato. Dovrei essere io ad essere sarcastico nei suoi confronti. Io a fargli pesare l'angoscia di questi mesi. E invece non riesco a fare altro che incantarmi davanti ai suoi occhi. Come un idiota.

Ah! Eccoti tesoro!”

mi sento abbracciare da dietro e nello stesso esatto momento in cui questo avviene sono atterrito dal sapere a chi queste mani appartengono. Ovviamente a Paul.

Ehm...già...ero qui...”

mugugno imbarazzato mentre lo vedo fissare il suo sguardo su Gerard, perdendo momentaneamente il sorriso che lo contraddistingue. Probabilmente colpito dalla tensione che elettrizza lo spazio tra me e il vampiro.

Lui è un mio amico...non ci vedevamo da tanto e così..”

vedo Gerard tendergli la mano e poi allontanarsi immediatamente dopo la presentazione, riservandomi solo un mezzo sorriso prima di abbandonarmi per l'ennesima volta.

Non è molto socievole vero?”

mi chiede Paul appoggiando la testa sulla mia spalla.

Già..”

confermo, con una nota di tristezza nella voce.

Però ha un bel culo!”

fosse l'unica cosa, penso.


**


L'acqua ghiacciata è l'unica cosa che riesce a stemperare il nervosimo e la mia voglia di scappare. Continuo a immergere nel liquido le mie mani per riempirle d'acqua e poi buttarmela in faccia, starei qui all'infinito. Tutto tranne uscire da questo bagno e ritrovarmi nella folla, stretto tra le braccia di Paul ma con cuore e mente intrappolati dal corpo di Gerard.

Resisti, resisti,resisti..”

sussurro a bassa voce come se stessi recitando un mantra. Devo solo arrivare alla fine della serata, poi il vampiro scomparirà di nuovo e io potrò continuare a stare tranquillamente tra le braccia di Paul.

Parli da solo?”

alzo lo sguardo e attraverso lo specchio riconosco una figura familiare fissarmi da dietro. Mi volto di scatto verso di lui, esclamando con voce isterica.

Gerard!”

In persona..”

risponde mentre non accenna a rinunciare al suo sguardo fisso su di me.

E così quello è il tuo ragazzo eh?”

annuisco imbarazzato, mentre percepisco le mie guance tingersi fastidiosamente di rosso al solo vederlo avvicinarsi a me e occupare il lavandino accanto a me.

da quanto state insieme?”

giugno...un paio di mesi più o meno..”

esclamo ancora in preda all'imbarazzo mentre lui abbandona l'osservazione del suo volto perfetto nello specchio per avvicinarsi a me.

Capisco..”

mi dice e io annuisco ancora, sembro un idiota e lo so ma lo stare con lui mi svuota di ogni forza e mi rende uno stupido ragazzino adorante sopraffatto dal suo amore. Si stacca dalla fredda ceramica del lavandino e fa per uscire ma in un folle attacco suicida arpiono il suo braccio e lo costringo a voltarsi verso di me. Vedo lo smarrimento nei suoi occhi ma non mi imprta, non voglio più essere immobile. Rimpiangerei questo momento per tutta la vita se non lo facessi.

Mi avvicino a lui, raccogliendo il suo volto tra le mani e appoggiando le mie labbra sulle sue. Passa qualche secondo e sento le sue schiudersi e la sua lingua infiltrarsi curiosa nella mia cavità. Il cuore inizia a pompare fortissimo, tanto che sembra esplodermi nel petto. Il nostro abbraccio diventa un groviglio di mani che si avventano senza freno sul corpo dell'altro, mentre le nostre lingue si assaggiano impunemente.

Quando ci stacchiamo privi di fiato lui mi sorride dolce. Così dolce come compariva nei miei sogni, così bello da non sembrare vero.

Mi scompiglia i capelli affettuosamente prima di piegarsi e sussurrarmi all'orecchio.

Non immagini neanche quanto lo abbia desiderato..”

chiudo gli occhi beandomi del suo tono di voce suadente e caldo che mi invade senza alcuna difesa da parte mia.

Domani parto per New York..”

sgrano gli occhi, facendo fatica a realizzare quanto mi ha appena detto. Avverto il suo calore allontanarsi dal mio corpo e qualche secondo dopo incamero come rumore di sottofondo il rumore della porta che si chiude.

Resto immobile contro la parete fredda del bagno mentre tento di recuperare il respiro.



Ciao!!! Scusate per il lunghissimo tempo di attesa...comunque ho una notizia! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo...contente?

Scusatemi ma non ho le forze per rispondere ai commenti, o meglio non ho le forze per rimanere davanti a questo aggeggio malefico sparacalore un secondo di più...

Però vi ringrazio tutto e sappiate che la vostra kiretta vi vuole tanto bene...


Baci baci


Kira





  
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