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Autore: Flami151    27/02/2014    1 recensioni
Preparatevi a leggere un'emozionante rivisitazione di "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" da un punto di vista completamente differente.
"Lui la tirò delicatamente a sé e posò le labbra sulle sue. Hermione fu travolta da una valanga di emozioni, mise una mano sul volto di lui, ancora umido per le lacrime asciugate di corsa. Continuavano a baciarsi, spazzando via cosi ogni pensiero negativo, ogni paura, ogni incertezza. Esistevano solo loro due in quel momento, non c’era posto per altro. La sua mente ora era completamente sgombra, il suo viso stretto dalle sue mani, il suo cuore andava a mille. Nulla l’avrebbe convinta a rinunciare a quel bacio."
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La missione di Draco


Expelliarmus!
La bacchetta di Silente volò via, cadendo oltre i bastioni della torre.
Ora Draco era immobile, davanti a uno dei più grandi maghi esistenti e lo aveva appena disarmato.
Perché è qui?
Non poteva essere vero! Silente era partito! E adesso se lo trovava proprio lì davanti, attirato dalla sua stessa trappola. Avrebbe dovuto dirgli del piano, intimargli di andarsene e fargli portare a termine l’idea congegnata con Hermione e invece era stato vinto dalla paura e dalla sua assurda irrazionalità. Ora cosa poteva fare per aiutarlo? Doveva dargli la sua bacchetta? Permettergli di salvarsi a costo della sua stessa vita e di quella della sua famiglia?
No, tra poco gli Auror saranno qui, libereranno Silente e cattureranno i Mangiamorte, non devo fare altro che prendere tempo.
­–Buonasera, Draco– nonostante tutto, il preside manteneva il suo solito atteggiamento bonario e comprensivo.
Draco sentì il cuore battergli a mille; la persona che gli avevano insegnato a disprezzare per tanti anni, che aveva ammirato in segreto per tutto quel tempo, che aveva appena condannato a morte certa, lo aveva salutato con gentilezza. Ecco cosa rappresentava per lui quell’uomo: valore, coraggio, bontà. Guardava la morte in faccia e la salutava con un sorriso.
Tutto ciò che fu capace di dire lui invece fu –Ho sentito delle voci, chi altro c’è?–
Si odiava per ciò che stava facendo ma doveva mantenere la copertura, non poteva rischiare di farsi sorprendere dai Mangiamorte mentre mostrava pietà per Silente: il Signore Oscuro teneva ancora sua madre sotto sorveglianza e appena suo padre sarebbe uscito da Azkaban…
–Devi sapere che borbotto spesso tra me e me. Parliamo di te piuttosto, hai dei rinforzi o sei solo?– solo ora Draco si rese conto di quanto il preside fosse pallido. Aveva l’aria debole, gli occhi scavati e tramava lievemente.
–No, non sono solo, ci sono gli altri Mangiamorte con me, presto saranno qui– sperava davvero che accorressero il prima possibile, possibilmente seguiti dai fedeli seguaci di Silente.
­–Ho una domanda che stuzzica la mia curiosità: come sei riuscito a farli entrare?–
Prima di rispondere ringraziò mentalmente Silente per avergli dato la possibilità di prolungare l’attesa –Ho aggiustato l’Armadio Svanitore nella Stanza delle Necessità, il suo gemello si trova da Magie Sinister–
Il preside si concesse una pausa di riflessione. Non si preoccupava della bacchetta di Draco puntata con insistenza verso il suo petto e nemmeno di essere disarmato –Devo farti i miei complimenti Draco, un’idea davvero efficace. E dimmi: hai fatto tutto da solo?–
Il cuore di Draco perse un battito al pensiero di Hermione, delle notti insonni passate a formulare incantesimi e a sfogliare libri. Per un attimo credé di sentire il suo profumo, poi si riscosse ma l’emozione gli impedì di formulare una risposta credibile –Certo–
­–Certo…– ripeté il preside a fil di voce. Gli sembrò quasi di scorgere un sorriso, come se avesse appena visto i suoi pensieri.
Mi avrà forse letto i ricordi?
Si aspettava un segno, qualcosa che gli dimostrasse che la sua idea era esatta, ma non arrivò.
Il suono della battaglia, qualche metro più giù era crudele e inesorabile. Logorava il suo cuore e, ne era certo, anche quello del preside. Voleva correre giù, prendere parte al combattimento fianco a fianco con la ragazza che amava.
Eppure era ancora lì, con la bacchetta puntata e il braccio tremante per lo sforzo e l’incertezza.
–Sembra che i tuoi alleati tardino ad arrivare– disse l’anziano mago pacatamente.
Aveva ragione, perché ci stavano mettendo tanto? Gli Auror li avevano forse fermati? Lo sperò con tutto il cuore.
–Non importa, io ho una missione da portare a termine– Silente non sembrò per nulla turbato
–Bene, allora credo che sia il momento di agire–
No, non lo é. Tra poco arriveranno gli Auror e io sarò libero da tutto questo.
Il mago dalla lunga barba bianca doveva essersi accorto della sua incertezza perché disse –Draco tu non sei un assassino–
Quella constatazione, semplice e ingenua, gli aprì il cuore in un istante. In tutta la sua vita, dall’infanzia fino ad ora, solo Hermione gli aveva dimostrato di credere in lui e nella sua bontà, solo lei aveva visto al di là della sua famiglia e del suo sguardo distaccato, e adesso di fronte a lui si trovava il secondo gradino che lo avrebbe condotto in alto, verso il pentimento e la remissione.
–Lei non sa ciò che ho fatto!­– urlò quelle parole come una confessione. Voleva liberarsi di quel pesante peso che gli opprimeva il petto.
–Lo so bene invece, hai quasi ucciso due ragazzi, qui a scuola, cercando di arrivare a me– il volto di Silente era ancora rilassato, senza che la minima ombra di risentimento lo sfiorasse. Lo aveva forse perdonato per tutto il male che aveva causato?
–Se lo sapeva, allora perché non ha fatto nulla?–
–Ho fatto molto più di quanto tu creda Draco, il professor Piton ti tiene d’occhio da mesi su mio conto–
Un dubbio sfiorò la mente di Draco: allora era per quello che Piton si interessava tanto ai suoi piani? Ma allora perché aveva stretto il voto infrangibile con sua madre? Forse lui e Silente avevano escogitato tutto già da tempo…
Era un’idea talmente contorta che non riuscì a portarla a termine così si limitò a dire –Piton lavora dalla nostra parte!–
Silente parve ridacchiare –So che ha svolto il suo compito egregiamente, ma la verità è che io mi fido del professor Piton…–
Gli tornarono in mente le parole di Hermione e una strana sensazione lo persuase.
Mi fido anche io.
Certo però non poteva mostrare al preside i suoi sentimenti anche se per la seconda volta gli sembrò quasi che lui lo avesse capito che lo sentisse, anzi, per un attimo credé pure di averlo visto sorridere.
–Draco, Draco, Draco… Tu sei molto di più di questo sai?– il cuore del Serpeverde si fermò –Puoi ancora riscattarti di tutto ciò che hai fatto, puoi scegliere la strada giusta– sembrava che i battiti non avessero intenzione di ripartire –Noi possiamo proteggerti, possiamo proteggere tutta la tua famiglia–
A quelle parole Draco si riscosse –No! Lei non può! Lui ucciderà tutti i miei cari, io devo portare a termine la missione–
Era sull’orlo delle lacrime, voleva che tutta quella storia finisse, voleva abbandonarsi nella stretta sicura del preside, voleva tornare da Hermione e ripeterle all’infinito che l’amava, voleva il suo lieto fine.
–Draco, lasciati aiutare–
Il ragazzo guardò il grande mago dritto negli occhi e vi lesse sicurezza e amore. Si fidava di quello sguardo rassicurante, lui l’avrebbe salvato, avrebbe regalato alla sua famiglia un futuro felice.
Stava per abbassare la bacchetta quando…
–Silente in trappola!– era Amycus che aveva appena fatto irruzione insieme agli altri Mangiamorte.
Erano più malconci di prima, ciò vuol dire che gli Auror gli avevano dato filo da torcere. Gli sembrò quasi che Alecto stesse zoppicando.
Il preside li salutò cordialmente con un misto di educazione ed ironia.
E’ proprio da lui. Si ritrovò a pensare Draco con soddisfazione.
I seguaci del Signore Oscuro e Silente proseguirono la loro conversazione, scambiandosi frecciatine e velati insulti, ma Draco non li ascoltava: continuava a sperare nell’arrivo dell’Ordine, di cui Hermione gli aveva tanto parlato durante le loro notti insonni. Grazie ai suoi racconti aveva col tempo rivalutato ogni membro, persino il professor Lupin, che durante il terzo anno aveva tanto disprezzato.
Il tempo però passava e la porta non sembrava volersi aprire.
Ma dove sono?
I suoi pensieri però furono riscossi –Avanti Draco! Fallo!– era sua zia Bellatrix a parlare.
Alzò la bacchetta, lentamente, tutti i Mangiamorte lo incitavano con forza. Sentì la mano tremare ma fu fermato dalle voci provenienti dalle scale –Hanno bloccato le scale! Su forza!– il suo cuore fu colmo di ciò che gli era venuto a mancare finora: la speranza. Allora qualcuno laggiù stava ancora facendo resistenza!
Le voci dei Mangiamorte si fecero più forti e insistenti. Non sapeva più come prendere tempo, sperava che da un momento all’altro quella porta si sarebbe aperta e i rinforzi sarebbero accorsi a salvarlo.

***

 
Dopo aver lasciato Draco, Hermione si era diretta alla ricerca degli altri Auror: non lo avrebbe deluso, lo avrebbe aiutato ad uscire da quel circolo di assetati di potere e di lussuriosi e avrebbero vissuto una vita insieme, felici.
L’impresa si dimostrò però più ardua del previsto: si ritrovò nel vivo di una furiosa battaglia e dovette aprirsi un varco nel buio lanciando incantesimi alla cieca. Cercava disperatamente gli altri membri dell’Ordine senza però imbattersi in nessuno di questi. Mentre respingeva e schivava gli attacchi che le venivano addosso da ogni dove ringraziava mentalmente l’ES per averle insegnato ad agire con rapidità e a tenere i riflessi sempre all’erta.
D’un tratto andò a sbattere contro una figura piuttosto gracile e non appena riuscì a distinguerne il volto le sue labbra si aprirono in un sorriso –Tonks!–
La Metamorfomagus si voltò e le sorrise di rimando, anche se aveva il viso stravolto –Hermione vai via di qui! Potrebbe essere pericoloso!– aveva il fiato corto, probabilmente aveva faticato molto.
–Ho visto molti Mangiamorte dirigersi verso la Torre di Astronomia! Avverti gli altri– aspettò un suo cenno col capo per assicurarsi che avesse capito e, appena lo ottenne, se ne andò alla ricerca di tutti gli altri.

Non dovette andare lontano però: poco più in là, infatti, si trovava Ron, impegnato in un feroce duello con una strega dai capelli scuri. Senza domandarsi chi fosse la Schiantò da lontano e poi corse incontro al suo amico. Si abbracciarono forte per farsi forza l’un altro.
–Ron dobbiamo far sapere agli altri Auror che alcuni Mangiamorte si stavano dirigendo verso la Torre di Astronomia!– anche lui, proprio come Tonks, non fece domande e annuì. Si rese conto in quel momento di essere rispettata molto più di quanto credesse, forse durante gli ultimi anni aveva dato prova di fiducia.
Fece un ultimo saluto al suo amico che però di rimando la tirò a sé e le diede un impacciato bacio all’angolo della bocca prima di scomparire nel tumulto di gente.
Hermione era a dir poco stranita. Allora erano questi i suoi veri sentimenti nei suoi confronti? Lavanda non era mai stata nulla per lui? E, con sua grande sorpresa, si rese conto che tutto ciò non la toccava minimamente. Lei aveva Draco adesso, e non poteva chiedere di meglio. Nessuno l’avrebbe mai abbracciata come lui, nessuno le avrebbe mai sussurrato “Ti amo” a quel modo, nessuno l’avrebbe mai fatta sentire davvero a casa.

Si guardò attorno: tutti gli Auror e i Mangiamorte non impegnati in un duello si stavano dirigendo nella stessa direzione.
Era arrivato il momento. Corse verso la Torre e si fece largo tra la folla con gomitate e spintoni scavalcando i corpi inermi accasciati al suolo. Non ebbe mai il coraggio di vedere nessuno di questi in faccia.
Quando arrivò però la zona sottostante le scale era in preda al caos: incantesimi a Hermione sconosciuti si scontravano contro Maledizioni di Magia Nera, ora Auror ora Mangiamorte cadevano a terra privi di sensi ma nessuno riusciva ad arrivare in cima alle scale senza trovarsi coinvolto in uno scontro. E fu così che anche Hermione iniziò un duello senza pietà contro un uomo dal volto coperto.
Era forte, sicuramente, ma ciò che gli dava un vantaggio fondamentale sulla Grifondoro era la crudeltà: infatti mentre lei si limitava a proteggersi e a pronunciare Schiantesimi, lui lottava per uccidere. Di tanto in tanto cercava di buttare un occhio verso le scale, sperando che qualcuno dei suoi riuscisse a raggiungere l’ultimo gradino, ma la lotta teneva impegnati tutti i suoi sensi e la sua concentrazione. L’ultima cosa che vide prima di essere sbalzata lontano da un incanto, fu Piton che saliva correndo.

Lui lo salverà.

 

***

 

­Aveva la bacchetta ancora a mezz’aria quando la porta si spalancò. Draco si voltò speranzoso e i suoi occhi incrociarono quelli gelidi di Severus Piton. Il suo cuore esplose di gioia: Silente si fidava di quell’uomo, lui lo avrebbe salvato.
–Severus, abbiamo un problema, Draco non ci riesce…– disse Bellatrix, memore del patto stretto tra lui e la sorella.
Lui guardò il povero uomo privato di ogni difesa.
–Severus…– Silente aveva mosso una lieve supplica, con una sola parola era riuscito ad esprimere tutto il suo dolore per la fiducia tradita.
Draco guardò prima il preside e poi Piton.
Non può essere, non può farlo…
Ma l’uomo dai capelli corvini lo scansò in malo modo e puntò la bacchetta contro il mago ormai senza speranze.
–Severus… ti prego…–
No!
–Avada Kedavra!–
Tutto intorno a loro si accese di verde smeraldo accecando gli occhi. Draco sentì il cuore fermarsi e tutto divenne lento e doloroso. Il lampo sbiadì nell’istante in cui Albus Silente sparì al di la del parapetto, sbalzato dall’impatto dell’incantesimo senza perdono.

Prima che fosse tirato via Draco vide la sua ultima speranza morire insieme al più grande mago che avesse mai conosciuto.

 

Spazio Autore:

Ciao ragazzi! Riguardo a questo capitolo ho un paio di cose da chiarire.

Prima di tutto, so che avevo promesso di attenermi alla storia il più possibile, ma mi sembrava meglio modificare alcuni dettagli, omettendo per esempio la partecipazione di Madama Rosmerta nei piani di Draco e usando Hermione come porta-voce della partenza di Silente.

Volevo poi che fossero chiari i sentimenti di Hermione nei confronti di Ron. Ormai il rapporto con Draco è diventato solido e solo adesso la ragazza si rende conto che i sentimenti che nutriva verso il suo amico non erano poi così profondi.

Stiamo giungendo alla fine di questa storia, non so dirvi quanti capitoli mi manchino perché, con mia grande vergogna, devo ancora iniziare a scriverli.

Vi prometto però che per luendi avrete il vostro capitolo pronto.

Ringrazio come sempre tutti quelli che mi hanno recensita, in particolare Hermione­_12 e Alessialove che sono sempre presenti!

Recensite e un bacio!

  
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