Maybe this Christmas, part 3.
I tacchi delle sue Jimmy Choo creavano una melodia incostante,
irritante, fastidiosa.
L’uomo messicano alla guida del veicolo gridò qualcosa, una bestemmia,
probabilmente, all’auto davanti a lui.
Quanto
diavolo ci vuole ad arrivare?
Blair estrasse il cellulare dalla tasca, 11.22.
Dannazione.
Uno, due, tre, quattro… il numero degli abbinamenti improbabili dei
passanti.
Non serviva, non la distraeva.
Il cellulare nuovamente fra le mani: 11.23.
Bene,
facciamo progressi, pensò.
Passò qualche decennio –o almeno così sembrò a lei- prima che il taxi
accostaste e i suoi piedi toccassero terra.
La camminata calma ed elegante fu sostituita da una veloce e
impaziente, premette convulsamente il pulsante dell’ascensore che l’avrebbe
portata all’attico e, una volta arrivata, ebbe l’irrefrenabile voglia di
scivolare nuovamente nelle porte dell’elevatore.
Casa di Serena era come la ricordava, con quell’arredamento
particolare e raffinato che solo una donna come Lily avrebbe potuto avere.
Quella casa aveva mutato forma innumerevoli volte, dal colore delle
pareti allo stile del mobili.
In generale cambiava ogni qualvolta Lily trovava un fidanzato –o
marito- e poi di nuovo quando si lasciavano.
A volte andavano a stare in albergo, in quei lussuosi cinque stelle
che li ospitavano per un mese o poco più, ma il più delle volte Lily partiva e
Serena ed Eric arrivavano a casa Waldorf con la valigia in mano e le lacrime
negli occhi chiari.
Lily non era poi cambiata così tanto, continuava a collezionare mariti
come fossero francobolli, ma come madre aveva fatto decisamente qualche passo
avanti.
Se non altro ora avvertiva prima di partire.
Serena era in cucina, e prima ancora che si girasse aveva riconosciuto
il rumore di quelle scarpe.
“Non ti ho perdonata” cominciò la mora.
Borsa stretta fra le mani e labbra serrate, segno che era ancora sulla
difensiva.
“Non mi aspettavo che Blair Waldorf cedesse così presto” ironizzò
Serena con un piccolo sorriso.
“Sei qui per Georgina?” chiese la bionda.
Blair annuì, facendo qualche passo verso la sua amica, in modo che
fossero faccia a faccia.
“Ero a Brooklyn oggi, in uno strano negozio Vintage” cominciò Serena “
quando l’ho vista entrare, ha intimato alla commessa di riprendersi il vestito
e poi è andata via. Lei non mi ha visto, ma io ho visto ciò che aveva lasciato
sul bancone: il tuo vestito, B, quello del ballo, o almeno la sua copia
perfetta.”
Blair aggrottò le sopracciglia, mentre le sue labbra formarono un
ovale stupiti.
“Sei certa fosse lo stesso?”
Serena annuì. “Perché credi sia tornata?”
“Georgina è una psicopatica, Serena,
non c’è una motivazione logica a quello che fa, è pura pazzia”
“Forse…”
Blair sospirò, sapeva che la sua amica voleva dire qualcosa di più “Ma…?”
“Ma non puoi continuare ad ignorarla, sai cosa vuole, B. Probabilmente
sono anni che aspetta questo momento”
Blair dirottò lo sguardo verso il basso: “Eravamo al liceo, Serena,
nessuno persona sana di mente coverebbe vendetta per così tanto tempo.”
“Ma lei è Georgina, l’hai detto tu, Blair, è pazza.”
Blair sospirò, con il volto fra le mani.
Perché proprio a lei, fra tutte le persone sulla faccia della terra,
doveva capitare una psico-sociopatica come nemesi?
“Grandioso” sussurrò a se stessa, ma Serena la sentì comunque.
“Mi dispiace” le disse la bionda.
“L’ha già detto”
“No, non per quello che è successo con Chuck, per questo. Se ti trovi
in questa situazione è solo colpa mia, tu mi stavi proteggendo, B” le lacrime
le invasero gli occhi, e allora Blair capitolò.
“Sei mia sorella, S, nonostante a volte la voglia di strangolarti sia
tanta, e lo rifarei, altre cento volte, anche se questo dovesse voler dire
affrontare tutte le Georgina Sparks del mondo”
Serena le sorrise, spingendola in un abbraccio: “Questo vuol dire che
sono perdonata?”
“Questo vuol dire che la tua pena è scesa da cinque Dior a tre… e un
paio di Luoboutin”
Le due ragazze risero, stringendosi più forte.
Nel tardo pomeriggio Blair ricevette un messaggio, il mittente era
Serena.
Tutto
pronto?
-S
Stasera al
ballo di beneficenza della Vigilia. Tu hai preparato tutto?
-B
Saranno
tutti lì, non preoccuparti.
-S
Blair tirò un sospiro di sollievo, prima precipitarsi nell’enorme all’armadio, quello sarebbe stato il Natale più bello della sua vita o il suo ultimo giorno nel Regno.
Angolo Autrice.Toc Toc, c'è ancora qualcuno? Scusate, non trucidatemi T.T E' una vita, davvero, che non aggiorno, e per di più con un capitolo, ahimé, orribile e piuttosto corto, me ne rendo conto, ma vi avevo promesso che la storia sarebbe continuata e così sarà ;)
Vi prego di non abbandanarmi né bastonarmi, cercherò di scrivere il prossimo capitolo (che sarà l'ultimo, poi ci sarà l'Epilogo) al più presto possibile, ma niente promesse xD
Baci,
Fede ♥