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Autore: _Francesco_    28/02/2014    1 recensioni
"Un semplice incontro può stravolgere un'intera esistenza."
*
{9.989 A.C}
[...]Undici anni. Undici anni sono passati dall'inizio dell'interminabile guerra tra Atlantide e Mu.
Una guerra infinita,che porterà alla distruzione completa una mentre la gloria eterna attenderà l'altra.
Entrambe le parti sono distrutte,migliaia di persone morte,adesso rimane solo un modo per concludere la guerra: Due fra i più potenti eroi si scontreranno in un duello mortale. Uno solo sopravviverà,gloria eterna porterà al suo popolo,l'altro rimarrà sconfitto,schiavo perenne del nemico.

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Julian Hackett , semplice ed innocente ragazzino, ignaro dei suoi maestosi poteri. Scoprirà la sua vera natura, cambiando caratterialmente e fisicamente, diverrà un imperioso Ranger. Nascituro e combattente di Atlantide, metterà come posta la sua intera vita pur di difendere la sua patria.
Cyrus Hardey , orgoglioso, sgarbato ed autorevole, fiero della sua strabiliante forza fisica. Principe ereditario al trono di Hyades: capitale del potentissimo esercito di Mu, si allenerà fin dalla nascita per divenire il più grande Aviatore della storia del pianeta, irrompendo nelle vite dei cittadini di Atlantide come se fossero schiavi.
*
STORIA IN RIELABORAZIONE
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 3

 
Se è scritto che due pesci nel mare debbano incontrarsi, non servirà al mare essere cento volte più grande.
( S. Benni)
 
Julian rimase stupito dall’incredibile bellezza, più unica che rara, della ragazza che aveva di fronte.
Il cuore gli si bloccò, gli si bloccò dall’emozione. L’incredibile semplicità con cui gli si era presentata gli sarebbe rimasta per decenni impressa nella memoria, ne era più che sicuro. Rimase lì, fermo impalato a guardarla, a guardarla come se fosse una delle meraviglie del mondo, e forse lo era veramente.
Aveva due affascinanti e magnifici occhi, due occhi splendidamente verdi.
Verdi come il prato della casa in cui ella viveva, verdi come il colore di una foresta.
Non aveva mai visto occhi del genere; forse aveva trovato la prima persona che poteva vantarsi di averli belli quasi come i suoi.
Ma la cosa che la rendeva unica, che la rendeva così amabile anche avendola sentita parlare solo una volta, era che non aveva solamente gli occhi straordinari.
Aveva i capelli favolosamente neri. Ma non uguali alle altre ragazze che aveva conosciuto. Erano leggermente più chiari, erano amabili, proprio come il resto della ragazza che aveva appena iniziato a conoscere. Portava i capelli, lisci come il mare nei giorni più caldi dell’estate, fino all’altezza delle spalle.
Era vestita con una maglietta attillata che non gli arrivava più giù della fine del bacino; la maglietta era interamente bianca, probabilmente cucita con lana.
Indossava poi, un paio di pantaloni neri, attillati anch’essi, splendidi come lei.
Era strano capire per quale motivo si vestisse con indumenti attillati, forse voleva mettere in mostra il suo fisico, e poteva permetterselo; ma alla fine doveva solamente stare in casa..o forse si era preparata per incontrare Julian?
 
Julian rimase impavido e impotente davanti alla frase appena pronunciata da Arianna.
Lui, che a primo impatto era timido con chiunque, sebbene una volta conosciuta la persona era tutt’altro. Adesso si sentiva fuori luogo, non sapeva come rispondere, era shockato.
- Piacere.. Io mi chiamo Julian. –
Alla fine riuscì a parlare, seppur in preda all’emozione riuscì a farlo.
Detto questo strinse la mano che la ragazza gli aveva teso inizialmente, come si fa con ogni persona non appena la si conosce.
Aveva la mano stranamente calda, molto calda. Calda tanto da scardargli la sua, la sua mano sudata per l’emozione.
Julian sorrise ad Arianna, che tentò di iniziare una conversazione con lui.
- Sapevo che saresti arrivato, Lucinda mi aveva parlato di te..però ti aspettavo..diverso. –
Diverso? Che significava? Era rimasta delusa da lui come tutto il resto delle ragazze che lo avevano conosciuto? Probabile.
- Io sono questo, niente di più. So che ti aspettavi di più, ma non sono quel più che vorresti. -
Il tono di Julian era un tono evidentemente depresso e sconsolato, in fondo aveva appena conosciuto l’unica ragazza per la quale aveva provato qualcosa, solo a primo impatto. Julian pensò di andarsene, stava per farlo, quando lei rispose.
- Mi aspettavo di più? Cosa dovrei volere di più? No, non lo so dimmelo te, guardati.
Da come mi aveva parlato Lucinda dovevi essere un ragazzo come tanti, un ragazzo normale. In realtà non sei niente di tutto questo. Tu per me sei.. tu sei diverso,
Julian. –
Era incredibile come la parola diverso avesse assunto due significati estremamente opposti in due contesti differenti. In una pareva che Julian fosse il niente, una nullità assoluta, mentre nell’altro il ragazzo rappresentava il massimo che Arianna potesse avere davanti ai suoi occhi in quel momento. Una cosa aveva già capito di Arianna anche conoscendola solo per pochi minuti: Era tutto meno che coerente.
Analizzando il resto della frase, non seppe come reagire.
Nessuna ragazza gli aveva parlato così. Forse perché in realtà nessuna ragazza gli aveva proprio parlato.
In preda all’emozione, rispose.
- Cosa risponderebbe un ragazzo normale adesso? –
La risposta fu completamente imbarazzante e ridicola, tanto che il ragazzo scoppiò a ridere. La sua risata fece scoppiare a ridere anche Arianna. Non riuscì a stabilire se fosse una risata che significasse qualcosa di positivo o di negativo, stabilì solamente che si innamorò della sua risata, si innamorò dei suoi occhi, si innamorò di lei.
E l’aveva vista solamente una volta.
Julian era ancora fermo alla porta di ingresso, non si era ancora mosso di un millimetro, non ne aveva il coraggio dall’emozione.
Improvvisamente, i due smisero di ridere all’unisono, adesso si fissavano negli occhi, uno sguardo profondo, intenso.
Fu in quel momento che successe per la prima volta.
Due immagini si presentarono davanti alla mente di Julian, due immagini veloci, compatte, concrete, coincise e precise.
Inizialmente Julian sentì girare la testa, come se stesse per svenire. Poi, all’improvviso, svanì la stanza, svanì Arianna, svanì tutto. La visuale si fece terribilmente nera. Un secondo dopo, sullo sfondo nero, poteva vedere una ragazza, vestita interamente con un vestito lungo dalle spalle ai piedi colorato di blu. La ragazza aveva i capelli neri ed era voltata di spalle. La ragazza misteriosa si iniziò a voltare molto lentamente. Ed, incredibilmente veloce, la ragazza si voltò.
Adesso poteva vederla.
Era la ragazza che aveva sognato la notte scorsa.
Aveva uno sguardo ancora più perfido, ancora più malvagio, uno sguardo satanico.
L’immagine scomparve più velocemente ancora di come era comparsa.
Al suo posto, apparve una visuale interamente bianca, talmente bianca da sembrare il paradiso.
Poi, quel bianco da paradiso, incredibilmente iniziò a tingersi di rosso.
Un rosso fuori dal normale. Non era un normale colore quello, quello era sangue.
Una scritta stava iniziando a venire fuori, lentamente. Qualche secondo dopo Julian poteva leggere la scritta, stilata paurosamente col sangue.
Due parole, orribili quanto cattive, malvagie quanto perfide.
omni die!
Julian riuscì a decifrare la lingua, era latino.
“Morirete tutti” Che cosa poteva significare?
E, proprio come era comparso, la visuale sparì.
 
Julian tornò a vedere la stanza. I colori lentamente iniziavano a prendere forma, tutto stava tornando normale, come se non fosse successo niente.. e se fosse stato tutto frutto della sua immaginazione?
Era a terra, sdraiato. Vedeva il soffitto rosso come il sangue, come il sangue dell’immagine. Alzò la testa e si mise seduto per terra, non aveva la forza né mentale né fisica per alzarsi, stava bene seduto per terra. Arianna era di fronte a lui, era seduta per terra con le gambe accavallate, aveva un’espressione alquanto strana, pareva stordita anche lei, come se sapesse cosa avesse visto Julian.
Julian non ebbe tempo di provare a capire i significati di quelle due immagini, Arianna parlò per prima.
- Julian! Ti senti bene? –
Evidentemente qualcosa di strano era successo, e dall’espressione preoccupata di Arianna pareva che fosse successo qualcosa di veramente preoccupante, e forse lo era veramente. Julian rispose, parlando lentamente, era ancora leggermente scosso dal capogiro precedente.
- Si.. tutto apposto.. ho solo v..-
Non riuscì a finire la frase perché lei lo interruppe.
- Hai avuto una visione vero? –
Come faceva a saperlo? Era incredibile, lei non poteva saperlo. Gli aveva letto nel pensiero forse? Arianna pareva sempre più strana agli occhi di Julian, incredibilmente bella quanto misteriosa. Eppure, sentiva nel profondo del cuore, che quella ragazza in un certo senso, sarebbe potuta diventare veramente importante. C’era qualcosa in lei di cui lui aveva bisogno, doveva solamente scoprire cosa.
Non sapeva cosa rispondere. Doveva dirle la verità? Non era ancora sicuro che si sarebbe potuto fidare di lei, ma decise di rischiare. In fondo, non aveva niente da perdere.
- Ho sentito come se stessi per svenire..mi girava la testa. Poi ho visto due immagini, sono apparse davanti a me, come se in quel preciso momento fossi lì, ad osservarle.
E’ durato tutto pochissimi secondi, e dopo mi sono ritrovato qua, come se non avessi visto niente. –
Arianna, che prima pareva parecchio sconvolta, adesso sembrava tranquillizzarsi, non capiva il motivo. In fondo non era una cosa del tutto normale avere quel genere di visioni.. o forse si.
L’espressione di Arianna si fece diversa. Adesso era allegra, sorrideva.
Si alzò da terra, adesso era in piedi. Anche se lei era in piedi Julian non voleva saperne di alzarsi, anche perché non era del tutto sicuro di avere le forze per restare in piedi, magari sarebbe caduto, e non gli pareva il momento adatto per fare brutte figure, visto che una l’aveva già fatta.
Sempre col sorriso sulle labbra, si scosse rapidamente la poca polvere che aveva sul corpo con le mani, poi si decise a parlare.
-E’ la prima volta che ti succede? –
Guardava fissa negli occhi Julian, senza distogliere lo sguardo un secondo.
Al ragazzo dava quasi noia sentirsi così osservato da qualcuno, era come se gli togliesse libertà di parola..come se sentisse dentro che ad Arianna non poteva mentire. Ancora era leggermente confuso dal capogiro precedente, così non si mise a pensare più di tanto al significato delle parole della ragazza, anche se erano molto strane. Era come se lei già sapesse cosa gli fosse successo, era come se anche lei ne sapeva qualcosa.
Julian decise di dire la verità, non voleva mentire, anche perché sapeva che a dire la verità ci avrebbe solamente guadagnato.
- No, in realtà è la seconda.. – Rispose Julian, con un tono che pareva alquanto sottomesso, senza motivo, come se avesse sbagliato qualcosa.
Arianna adesso era strana, pareva felice. Aveva sempre quel fantastico sorriso sulle labbra, qualunque fosse la risposta, era difficile togliergli il sorriso.
Rispose velocemente.
- Raccontami tutto, ho bisogno di sapere. Mi sembra impossibile di averti trovato Julian, pensavo di essere l’unica. Scoprire che siamo in due mi rende incredibilmente più forte, incredibilmente più coraggiosa. – La sua risposta lasciò sconvolto il ragazzo, che aveva capito ben poco del vero significato della frase.
“Siamo in due” che cosa significava? In due? Al ragazzo tutto questo pareva una lingua sconosciuta. Voleva capire, doveva capire, non voleva restare all’ignoto di quello che forse era lo scopo della sua vita. Prima ancora che potesse controbattere, parlò Arianna, che nel frattempo si era avvicinata a lui.
Gli tese la mano per aiutarlo a mettersi in piedi.
- Ma prima, lascia che ti presenti la casa. Abbiamo tanto tempo, ho da raccontarti tante cose che non sai e che devi assolutamente sapere. Penso che sarebbe meglio parlarne a pancia piena, che ne dici? –
Tanta fretta per voler sapere l’oggetto delle visioni, e adesso diceva così? La cosa si faceva più strana di quanto pensasse. Nel frattempo, Julian era sorpreso dalla risposta. Voleva sapere tutto subito, non dopo pranzo. Ma in ogni caso non voleva sembrare scortese, per cui accettò la proposta di Arianna.
Entrambi avevano storie da raccontarsi, quello sarebbe stato un pomeriggio sconvolgente, senza ombra di dubbio.
- D’accordo. -
Prese la mano di Arianna e si alzò.
La mano di Arianna era incredibilmente calda. Calda come se avesse la febbre, se non di più. La sua non era una temperatura corporea normale.
- Ma hai la febbre?- disse il ragazzo, in preda alla confusione.
- Ah mi senti calda eh? No Julian, questa è la mia normale temperatura corporea. Imparerai a conoscermi, vedrai.-
Era sempre più sorpreso. Cerco di convincersi che era tutto normale, ma non ci riuscì.
Eppure gli pareva di vivere quella vita da sempre, di essere parte della famiglia di Arianna.
Julian non rispose all’ultima domanda, ma sorrise semplicemente.
Non appena fu in piedi, lasciò la mano alla ragazza e tentò di non cadere.
- Molto bene, questa è la mia camera, e da oggi anche la tua ha, se mi pare di aver capito bene da Lucinda. –
Avrebbe dormito in camera con Arianna? Insomma, un ragazzo e una ragazza in camera insieme, era strana come cosa.
Ma lei disse quelle parole come se ne fosse contenta, anzi lo era.
E se lei era contenta, allora lo era anche lui.
- E’ fantastico, non è vero? – Rispose Julian, rosso in viso dalla timidezza.
Si sentiva onorato di stare con lei, e in qualche modo doveva farglielo capire.
- Già. – rispose lei, apparentemente contenta. Aveva il sorriso sulle labbra ed era come se stesse sempre per ridere. Julian si accorse che anche lei era leggermente rossa in viso. Intanto lo condusse fuori dalla stanza.
Adesso di fronte a lui c’erano le due porte nella quale Julian non era entrato prima con Lucinda, ma che fine aveva fatto Lucinda? Era a parlare con sua madre fino a qualche minuto fa.. Julian cercò di auto convincersi che sua madre stava bene e che sua nonna non gli aveva fatto niente di male, anche se non ne era poi così tanto sicuro. Non ebbe comunque il coraggio di chiedere niente riguardo a Lucinda ad Arianna.
Si accorse di come cambiava notevolmente la luminosità della casa a seconda della stanza in cui si trovava. Le pareti avevano colori completamente diversi, a volte addirittura opposti. Era proprio la misteriosità della casa che la rendeva così incantevole. Arianna volle presentargli la stanza all’interno della porta a sinistra, inizialmente.
- Adesso entreremo nella camera di Lucinda; non sorprenderti più di tanto. La camera potrà sembrarti strana a primo impatto. –
Julian annuì senza rispondere. In fondo ormai di cose strane ne aveva viste parecchie, quindi non si poneva più cosi tanti problemi.
Arianna si fece avanti ed aprì la porta. Entrò per prima, Julian la seguì.
Non appena entrò, notò subito l’incredibile diversità della stanza dalle altre, unica, originale. Tutto era di colore azzurro, azzurro come il cielo, che effettivamente era disegnato sul soffitto della stanza: Nuvole che parevano splendidamente realistiche erano disegnate sul soffitto probabilmente con pennelli, di ottima capacità si presume.
Le pareti invece erano tutte azzurre, senza l’ombra di altri colori, esattamente come il pavimento. L’azzurro regnava maestoso sulla stanza. Ma la cosa che la rendeva così unica a differenza delle altre che fino ad adesso aveva visitato era un'altra.
Sul lato destro della stanza, si estendeva un’enorme gabbia per un canarino giallo di dimensioni normali. La gabbia aveva come parte destra il muro, che però, nonostante ci “abitasse” il canarino era ancora pulitissimo e in ottime condizioni. La gabbia si estendeva per due metri in larghezza verso sinistra ed era lunga tutta la stanza.
La gabbia era di colore naturale.  Julian, sorpreso dalla gabbia chiese subito ad Arianna per quale motivo ci fosse e per quale motivo fosse così particolarmente grande.
- Perché la gabbia per il canarino è così grande?-
- Lascia che ti presenti Blue, il canarino di Lucinda. Presto capirai il resto. –
Rispose Arianna, breve e coincisa quanto precisa.
Blue.. un nome strano per un canarino. Un nome strano proprio direi.
In fondo i misteri in quella casa erano talmente tanti, che quella cosa non lo sconvolse poi più di tanto.
Nella parte destra della stanza c’era il letto in cui probabilmente dormiva Lucinda, un letto ampio solamente per una persona. “Questo significa che Lucinda non ha un marito, o almeno non dovrebbe averlo” Pensò il ragazzo vedendolo.
Infine c’erano vari accessori dove mettere vestiti ed altre cose che sono in ogni normale camera. Vi era poi un’altra piccola porta dove c’era un piccolo bagno, nel quale c’era una doccia e un water.
Arianna rimase ferma ad aspettare che Julian avesse squadrato in modo perfetto la stanza qualche altro minuto, dopo di che disse di andare a visitare le altre.
Aprì la porta della camera di Lucinda, ed ecco che la donna le appare davanti agli occhi, con la mano destra sulla maniglia che stava per girare.
- Arianna! Che ci fai qua? –
- Ho fatto vedere la camera a Julian, nonna. Gli sto facendo fare il giro della casa, tanto perché possa conoscerla, d’accordo?
Lucinda non pareva del tutto contenta della decisione della ragazza, forse perché era entrata in camera sua senza permesso,  però non volle rifiutare.
- Va bene, però non fargli visitare il terzo piano, ci tengo a farlo io. –
Cosa ci sarà mai nel terzo piano che non posso vedere?
Altro mistero che Julian doveva risolvere. Aveva ormai perso il conto, e stava iniziando a non capirci più niente né della casa, né di sé stesso, né di niente.
Lucinda in seguito si rivolse a Julian, dandogli alcune informazioni riguardo il dialogo con sua madre avvenuto in precedenza.
- Tua madre sembra contenta che hai deciso di venire da me, ragazzo. Sono sicura che diventeremo ottimi amici. Puoi fidarti di me, qualunque cosa non esitare a chiedermela.-
C’erano molte cose che voleva chiedere, ma adesso non era il momento. Decise di lasciar perdere, non voleva scomodarla più di tanto, non pareva del tutto in forma in quel momento. Per cui decise di affermare solamente, dicendo:
-D’accordo, grazie di tutto. – Cercò di impegnarsi mettendoci tutta la cortesia possibile, e forse ci era riuscito. Lucinda annuì, ma non rispose, sorrise.
I due ragazzi fecero per andarsene, però prima che scomparsero dalla vista della donna, ella disse loro un’ultima cosa.
- Tra poco sarà pronto il pranzo, Arianna. Vedi di fare in fretta, non dilungarti più di tanto nelle presentazioni, avrà modo di conoscere bene la casa in futuro.
Arianna si voltò e fece un cenno con la mano sinistra che doveva rappresentava un’affermazione, poi condusse Julian al di fuori della camera di Lucinda, la quale chiuse la porta della propria camera.
Adesso rimaneva da visitare la porta centrale. Arianna invece, disse a Julian che non era il momento di vedere cosa contenesse quella porta all’interno; gli disse solamente che ci avrebbe pensato Lucinda a mostrarglielo.
Doveva essere il terzo piano. Lucinda si era raccomandata che la ragazza non glielo presentasse, per questo gli faceva proprio pensare che al di là di quella porta ci fossero nuove scale, che portavano ad altre misteriose stanze.
Qualunque cosa ci sia, non la vedrò adesso. Penso il ragazzo tra sé e sé.
-Torniamo nella stanza dalla quale sei entrato, sono sicura che Lucinda non te l’ha presentata in modo adeguato, non è vero?- Disse Arianna, esprimendo una domanda che aveva già la risposta scontata, ovvero:
-Proprio così. – rispose Julian. Una risposta secca e precisa, come la maggior parte delle sue in questo momento, da quando era arrivato era sempre più in confusione mentale, pensare a risposte elaborate, lo faceva andare fuori di cervello.
- Immaginavo. – Concluse la ragazza, in seguito alla risposta sorrise, poi iniziò a scendere le scale. Julian la seguì.
Non appena anche Julian ebbe sceso le scale, Arianna chiuse la porta.
Una volta tornati nella cucina, Julian notò più di prima l’incredibile grandezza della stanza in sé e vide inoltre che c’erano altre due porte, una esattamente davanti a quella da cui era appena uscito, nel centro della stanza, dalla parte destra.
Mentre l’altra porta esattamente davanti a quella d’ingresso.
Era tutto costruito con simmetrica precisione, una precisione tale da farti perdere la testa. Il ragazzo potette notare che sia nell’ingresso del piano superiore, che in cucina, le porte erano messe in modo molto simile, senza contare che tutte le sette porte che fino ad adesso aveva visto erano tutte uguali. Senza un minimo particolare diverso, uguali, dannatamente uguali.
- Molto bene. Nella porta di fronte a noi c’è un piccolo bagno, che però utilizziamo difficilmente visto che li abbiamo nelle camere. – Spiegò la ragazza.
Allora per quale motivo l’avete costruito? Voleva domandare Julian,  ma si trattenne. Non voleva apparire troppo scortese, per questo, con mille pensieri in testa, annuì solamente. Passò qualche secondo, prima che Arianna tornò a parlare.
- Mentre là c’è l’ultima porta della stanza, si proprio la dietro a quei mobili. –
Disse, indicandola col dito. La porta era coperta a metà da alcuni mobili.
- Andiamo, ti faccio vedere quella stanza.- annunciò in seguito lei, prima che Julian potesse controbattere. Si incamminarono verso la porta, ma arrivarono appena a metà tragitto, quando una voce da dietro li fermò.
- Il pranzo è pronto, ragazzi miei. Penso che Julian vedrà la stanza tra un po’. In fondo, il tempo non ci manca. – Era impossibile non riconoscere quella voce. Era la voce ovviamente di Lucinda.
Arianna parve leggermente sconvolta, forse voleva presentargli la stanza, ma non si permise di contraddire la decisione di Lucinda. Julian, nonostante avesse avuto fino ad adesso poco tempo a disposizione per conoscere Arianna e Lucinda, aveva già capito una cosa: Non si controbattono le decisioni di Lucinda.
- D’accordo. – rispose Arianna, la quale subito dopo si incamminò verso il tavolo, e disse a Julian di seguirla.
Arianna si sedette dalla parte sinistra (ovvero in linea con le scale che portavano alle due camere) del tavolo perfettamente rotondo, mentre Julian decise di sedersi esattamente di fronte alla sua coetanea. Il posto di Lucinda doveva essere quello più vicino a loro, centralmente.
Il tavolo, dipinto con uno splendido marrone scuro, era grande all’incirca per una decina di persone. Probabilmente in quella casa erano abituati ad avere ospiti..
Dopo che i due ragazzi si sedettero, Lucinda iniziò a servire da mangiare.
Mangiarono per circa una ventina di minuti, mangiarono cibi perfettamente normali ai cibi che mangia una qualunque persona in una qualunque casa di un qualunque paese.
Dopo aver mangiato, Lucinda disse che sarebbe andata a fare un riposino in camera sua per un’oretta, e avrebbe lasciato un po’ di tempo libero ai due ragazzi, alla quale però impose di non visitare le altre stanze fino ad adesso sconosciute a Julian, insistette più e più volte sul fatto che ci teneva lei a farlo.
In seguito, spiegò a Julian che avrebbero sparecchiato e apparecchiato a turni regolari una volta per uno. Il ragazzo non era abituato a farlo, in quanto lo facevano i suoi genitori prima di cambiare abitazione, per cui le prime volte si fece aiutare da Arianna, che accettò volentieri il fatto di aiutarlo.
Finite tutte le varie faccende da svolgere a tavola dopo mangiato, Lucinda si recò in camera sua, dove disse che sarebbe restata fino alle tre esatte, e a quell’ora disse che doveva fare delle cose che non volle anticipare, proprio con i due ragazzi; che si recarono nella propria camera.
In quella casa regnava un ordine pazzesco e sempre rispettato, tutto si eseguiva secondo una scaletta di cose precise. Era un ordine fantasticamente stravagante.
Julian volle domandarsi se ogni tanto magari, sarebbero anche usciti di casa, e soprattutto, se avesse avuto libri da leggere nel tempo libero.
 
Julian ed Arianna arrivarono nella loro camera, si misero seduti entrambi su un letto, l’uno di fronte all’altra, potevano guardarsi dritti negli occhi.
Era il momento di scoprire la verità.
Adesso si sarebbero raccontati le due storie tanto attese da entrambi.
Rimasero qualche secondo senza parlare, poi fu Arianna a parlare a rompere il ghiaccio: - Tocca a te per primo, voglio sapere delle tue due visioni, tutto nei minimi particolari, non tralasciare niente. A volte è un piccolo particolare a cambiare la storia sai? – Concluse con una domanda, una domanda che rimase in testa al ragazzo, e seppe che non sarebbe più uscita da lì.
Così Julian raccontò tutto del sogno e tutto della visione avvenuta qualche ora prima, senza tralasciare un particolare, le disse tutto.
Arianna rimase sorpresa, ma non stupefatta; non pareva sconvolta più di tanto.
Rimase qualche secondo impietrita senza muovere un muscolo, forse pensando a quello che le aveva appena detto Julian, poi rispose.
- Molto bene, cerco di spiegarti tutto in modo più concreto e semplice, in modo che tu possa capire alla perfezione tutto. Potrà sembrarti strano il modo in cui ti dirò queste cose, ma tu non ci far caso e ricorda solamente una cosa: Non perdere la concentrazione, rimani concentrato, sempre e comunque.-
Disse, con un’aria che si fece incredibilmente seria, per la prima volta la vide davvero decisa, adesso non sorrideva.
Si avvicinò ancora di più a Julian, talmente vicino che i loro ginocchi potevano toccarsi. Poi fece una cosa che il ragazzo non si aspettava minimamente che lei facesse. Arianna gli tese le mani, mettendole sopra i ginocchi di Julian, a palmo aperto, come in attesa che lui gliele afferrasse.
- Quando sei pronto, prendimi le mani. –
“Rimani concentrato” Si disse Julian nella testa più e più volte, anche se ancora non aveva capito il significato delle parole.
Non capì nemmeno per quale motivo dovesse afferrare le sue mani, ma decise di farlo e basta, voleva e doveva fidarsi di Arianna.
Mosse prima la mano sinistra, afferrando la mano destra di Arianna.
-Non appena mi avrai preso la mano sinistra, chiudi gli occhi. – Disse Arianna, ma con un tono che indicava un ordine non un consiglio. Julian annuì solamente.
E vide che lei intanto aveva già chiuso gli occhi, come in attesa di qualcosa.
Prese fiato, poi fece un sospiro come di sollievo.
Afferrò la mano sinistra di Arianna, e chiuse subito gli occhi, come gli aveva detto in precedenza.
Adesso la sua vita sarebbe stata sconvolta per sempre.
 
  
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