6° Capitolo
Credo che qualcuno ce l'abbia con me...
- Justin cosa succede? - mi catapultai accanto a lui e gli afferrai le spalle, evitandogli una brutta caduta.
- Vedo tutto nero.. - ammise respirando a fatica. Mi fece preoccupare più del solito.
- E ora che faccio? MAMMAAA! Dimmi se inizi a vedere d'accordo? Resta qui... senti caldo? Hai freddo? -
- Mi scoppia la testa -
- Solo? -
- No, sento anche caldo -
- Okay non ti preoccupare, mamma sta arrivando - lo sperai davvero con tutto il mio cuore. Nel giro di qualche minuto, mentre io tenevo Justin tra le mie mani e lui continuava a dire che non vedeva nulla e che era tutto confuso, mia mamma si precipitò in camera, spalancando la porta e avvicinandosi a me.
- Cosa è successo? - chiese afferrando Justin e toccandogli la fronte. Quest'ultimo sembrava caduto in un leggero sonno, ma non appena aprii lentamente gli occhi capii che non era così.
- E' caduto a terra e mi ha detto di vedere nero e di sentire caldo. Justin vedi qualcosa? -
- Si, ma è tutto s-sfocato.. - balbettò tremando.
- Ha la febbre alta, fai una cosa Elli, dì a papà di chiamare nuovamente il medico e di venire qui - annuii col capo e avvisai mio padre, poi tornai in camera e con mio stupore vidi Justin sul letto e mia madre bagnargli il viso con delle pezze bagnate. Era riuscita a caricarselo da sola.
- Come sta? - abbassai il tono di voce, facendo sparire sempre di più la paura e il nervoso. C'era mamma e questo stava a significare che la situazione era sotto controllo.
- Si è addormentato... non riesco a capire perchè gli si è oscurata la vista. Ho pensato a un calo di pressione e gli ho dato dell'acqua con il sale e sembra aver leggermente funzionato, ma sono comunque un pò preoccupata per la sua salute. Non ha mai avuto la febbre in questo modo -
- Mamma la febbre non viene sempre nello stesso modo e poi questa volta c'era anche il fattore del freddo e dell'acqua - abbassai il capo, dandomi mentalmente la colpa di tutto.
-So a cosa stai pensando e non è colpa tua. Ha semplicemente preso il tuo zaino dalla macchina e non ha di certo rischiato la vita per te. Sicuramente era già un pò raffreddato e adesso verrà il medico e lo controllerà di nuovo -
- Non è niente di grave, vero? -
- Non penso proprio - nemmeno il tempo di pronunciare quella frase che sentimmo il campanello suonare. Io continuai a restare ferma sulla porta e dopo qualche minuto il dottore salì velocemente le scale e salutò tutti, primi di dirigersi da Justin. Dopo parecchi minuti finalmente disse qualcosa.
- E' normale che abbia avuto un calo di pressione, dato che ha mangiato pochissimo in questi giorni. Deve continuare a stare a riposo e non deve saltare i pasti. Se farà come gli ho detto guarirà velocemente -
- La ringrazio davvero molto dottore e mi scusi se è già venuto -
- Non si preoccupi, è il mio lavoro. Chiamatemi se ci sono altri problemi e non fatelo faticare molto, soprattutto ora che è debole e proprio per questo motivo tenetelo sotto controllo e assicuratevi che mangi abbastanza. E' normale che con la febbre la voglia di mangiare scenda, ma non deve diventare un altro problema -
- Certo, grazie ancora - mia madre e mio padre uscirono dalla stanza, per accompagnare il medico alla porta, mentre io continuai a restare davanti alla porta, sperando di spofondare in quello stesso istante. Justin era davvero pallido, faceva quasi paura e sembrava un vampiro. I capelli erano scompigliati, ma gli stavano comunque bene. Gli occhi erano contornati da uno strato violaceo e per finire le labbra erano pallide, dolorosamente pallide. Le guance un po' rosse per la febbre. Il petto che si alza e si abbassa pesantemente, come se respirare fosse diventato un privilegio che pochi riuscissero a fare. Capii di aver trattenuto il fiato solo quando dovetti prendere più aria del solito. Sbuffai annoiata da quella situazione, piuttosto che riprendersi andava a peggiorare.
La mia attenzione fu nuovamente riposta a lui solo quando mi accorsi che stava aprendo leggermente gli occhi. Mi precipitai alla sua destra e iniziando a tamponare la fronte come faceva mamma lo aiutai a sollevarsi un po'. Mi guardò confuso e sapendo già cosa voleva chiedermi decisi si parlare per prima.
- Sei svenuto. Non vedevi niente. Era tutto nero. Abbiamo chiamato un dottore e ha detto che sei debole perchè mangi poco. Insomma non puoi saltare pasti proprio ora che sei debole capisci? - lo rimproverai alzando un po' il tono della voce e facendogli assumere un sorrisetto compiaciuto su quelle labbra asciutte e prive di vita.
- Mi piaci quando ti prendi cura di me.. - ammise con ancora del tremolio nella voce. Restai in silenzio e mi avvicinai al suo armadio per tirarne fuori due coperte e per per posarle sopra il suo corpo. "Sembra un burrito" pensai, riferendomi alla frase detta da Jacob Black in Breaking Dawn, quando Bella era sotterrata dalle coperte.
- Senti ancora freddo? -
- Con queste coperte lo sento di meno, ma è dentro le ossa che sento freddo e riempendomi di coperte non risolverai molto - ridacchiò e tossì.
- Siamo sempre un passo avanti... prima tremavi come una foglia. Mamma ti aveva detto che non dovevi alzarti dal divano e tu hai fatto sali e scendi... - bagnai nuovamente la pezza e la appoggiai sulla sua fronte ancora un po' calda. Aspettai qualche minuto prima di ricevere un'altra risposta tremante.
- Sai che non sono quel tipo che rimane fermo - se ne uscì in questo modo. Evitai di porre altre domande, tanto sarebbe comunque stata una guerra inutile.
Passai tutto il giorno a occuparmi di Justin. La febbre stava lentamente scendendo, sia per i farmaci che per i bagni con l'acqua fredda e notavo dei miglioramenti. Le labbra erano nuovamente rosee. Gli occhi meno lucidi e le guance meno rosse dato che il colore sulla sua pelle stava ritornando normale.
Saltai sul letto accanto a lui e mi posizionai verso la fine. Incrociai le gambe e fui pronta per intraprendere un discorso che avevamo lasciato in sospeso.
- Posso domandarti una cosa? - chiesi. Lui in risposta annuì e tossì un altro po'. Aspettai che finisse o non mi avrebbe nemmeno sentito.
- Ieri, prima che tu svenissi, ho trovato un foglio di carta nel cestino della spazzatura.Sai che sono curiosa, così l'ho aperto e ho notato delle cose scritte. "Elly ti amo"... ti dice qualcosa? - e fu in quel momento preciso che il suo viso perse nuovamente colore. Mi maledii per aver tirato fuori quell'argomento troppo presto... ma volevo sapere la verità.
- Si... l'ho scritto io - ammise con qualche difficoltà. Mio fratello era innamorato di me? Spalancai la bocca e gli occhi per poi domandare cautamene - Sei innamorato di me? - lui sbiancò ancora di più, se fosse stato possibile.
- NO! NO! NO! Ma che ti salta in mente! Mi piaceva una ragazza che si chiamava Eleonor, ma che io chiamavo Elli, così ho scritto quel foglietto pensando a lei, ma risale a tempo fa quindi l'ho buttato in quel cestino perchè lo avevo trovato in giro - chiarì immediatamente. Mi sentii sollevata.
- Oddio mi era venuto uno spavento assoluto. Insomma, è impossibile che tu fossi innamorato di me! -
- Ovvio e poi non potrei mai innamorarmi di una nana malefica come te! -
- Tralasciando questo "falso" dettaglio, abbiamo pure lo stesso sangue. Sarebbe schifoso -
- Terribilmente... Terribilmente schifoso -
- E' quasi la prima volta che siamo d'accordo su una cosa -
- Lo so, sarà sicuramente la febbre a non farmi venire in mente qualche stregoneria verso di te -
- O sarà il rimorso che sta lentamente venendo fuori -
- Ah ah ah, spiritosa -
Scoppiammo a ridere e lo obbligai a non alzarsi per il resto della giornata, almeno che non dovesse andare in bagno. Purtroppo non riscii a liberarmi per uscire con Zac, ho dovuto pure disdire il pranzo, ma sarebbe venuto l'indomani, non c'erano problemi.
Prima di andare a letto mamma controllò Justin e affermò che la febbre stava scendendo. Era a 37°. Fui sollevata e andai a dormire senza brutti pensieri.
Il giorno seguente mi svegliai, dovevo andare a scuola e sarei tornata per pranzo, con il mio ragazzo. Ero leggermente, un pò troppo, ansiosa.
Le ore di lezione passarono nella stessa monotonia, noiose come sempre. All'uscita aspettai Zac e poi mi incamminai verso casa. Mano nella mano.
- Mi dispiace doverti far subire un pranzo con i miei - ridacchiai disperata.
- Non preoccuparti, se vogliono conoscermi è una cosa positiva. Pensa se ti avessero obbligato a non uscire con me-
- In effetti. Ma se entrano troppo nei particolari ti do il consenso di ignorare la domanda e di non rispondere -
- D'accordo - mi baciò dolcemente le labbra ed entrammo in casa. Fui sorpresa di vedere mamma e papà davanti la porta. Mi stavano aspettando? Di Justin nemmeno l'ombra...
- Ciao Zac... preferisci qualcosa di particolare per pranzo? -
- No signora, mi va bene qualsiasi cosa, la ringrazio -
- Oh non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia - tipico... chi non lo direbbe?
- D'accordo... -
- Lucia. Chiamami Lucia... proprio come la scorsa volta -
- Okay, Lucia. - risi leggermente per allentare la situazione tesa che si stava realizzando e ci andammo a sedere sul divano, aspettanto che il pranzo fosse pronto.
Pochi minuti dopo un'intensa chiaccherata sul basket, vidi Justin scendere le scale. Aveva una tuta grigia, le supra nere e una felpa dello stesso colore. I capelli erano un pò disordinati e la faccia aveva ancora un'espressione che descriveva notti insonne e debolezza. Avanzò incerto verso di noi e salutò Zac con una stretta di mano, come se fossero colleghi di lavoro. Per poco non scoppiai a ridere.
- Passata la febbre? - domandai, trattando con lui un argomento diverso da quello precedente.
- Stamattina non c'era. Mamma mi ha riempito di farmaci... Come mai lui è qui? - chiese indicando Zac con un cenno del capo.
- Sarebbe dovuto venire ieri per pranzo, ma tu stavi male, così mamma lo ha invitato oggi -
- Pranzo? Cos'è deve chiederti la mano? -
- Smettila di fare l'idiota... lo sai come sono protettivi mamma e papà - sbottai un pò irritata dal suo cambiamento d'umore. Era troppo irrascibile.
- Se sono protettivi vuol dire che quel tipo non gli piace -
- Oppure che lo vogliono conoscere meglio. Guarda come ride papà e com'è felice mamma. Fattelo piacere anche tu Justin! - mi dedicò un'occhiata rassegnata e cupa, ruotò gli occhi al cielo e si buttò con le spalle al divano lasciandosi scappare uno sbuffo che attirò l'attenzione di papà.
- Campione, come va oggi? - chiese, concludendo prima il discorso con Zac. Afferrai la mano di quest'ultimo e iniziai a giocare con le sue dita, mentre lo sentivo ridacchiare alla mia sinistra.
- Bene... - rispose evasivo e con un finto sorriso.
Ci sedemmo tutti a tavola non appena mamma ci chiamò, avvisandoci che era tutto pronto.
- Allora Zac, cosa preferisci? Pennette con panna e prosciutto o farfalle con piselli e panna? -
- Pennette con panna e prosciutto... grazie sig-Lucia... - si corresse immediatamente e mi lanciò uno sguardo di scuse misto a terrore verso la reazione di mia mamma. Quest'ultima in compenso ridacchiò comprensiva del suo piccolo errore e gli porse il piatto di pasta. Io presi la stessa cosa. Papà e mamma presero la seconda pietanza e Justin non mangiò nulla. Preferiva il secondo.
- Allora Zac, come va con la scuola? - soliti argomenti... che palle!
- Molto bene, grazie -
- Oh figurati... sei mai stato fidanzato? -
- Emh... beh si certo... - ammise un po' imbarazzato. Abbassò lo sguardo e si impegnò a infilzare la pasta. Gli strinsi la mano come atto di compassione più che forza, poi passai l'acqua a Justin che me l'aveva chiesta e continuai a mangiare, prendendo una forchettata di pasta e mettendola in bocca. La stessa cosa fece Zac, mentre mio fratello bevve e mia madre mise altra pasta nel piatto di mio padre. Quest'ultimo fece un'altra domanda.
- Sei vergine? Lo hai fatto con loro? - La reazione che ebbe su di noi? Mamma fece rovesciare il piatto di pasta, richiamando mio padre: "Braaaaaad! Ma cosa ti salta in menteee!" e raccogliendo ciò che era caduto. Io mi soffocai lettaralmente con la pasta e bevvi dell'acqua per non strozzarmi. Justin sputò quella che aveva in bocca e corse verso la cucina. Lo sentii tossire per parecchi minuti. Zac diventò bordeux in faccia e gli cadde la forchezza di mano, facendo un rumore poco orecchiabile non appena si scontrò con il piatto e per finire mio padre assunse un'espressione che stava a dire. " Beh? Che ho detto di male?" Lo guardammo tutti male e allora decisi di intervenire.
- Papà non credo che siano domande da fare! - lo richiamai, poco cortese. Ma cosa gli passava per la testa?
- Volevo sapere se aveva esperienze e se ti avesse chiesto di farlo con lui -
- Smettila Brad! Così li metti in soggezione! Sono ragazzi.... - fortunatamente mamma era dalla mia parte. Justin tornò dopo qualche minuto, con un fazzoletto in bocca e l'espressione ancora sconvolta in viso. Ogni tanto tossiva.
- D'accordo... ma vedi di non usare la mia bambina chiaro? - a questa domanda Zac annuii, ancora un pò sconvolto da quella precendente. Era chiaro che mio padre non fosse per niente normale.
- E tu Justin? - mio fratello guardò mio padre inarcando le sopracciglia.
- Dico... tu sei ancora vergine? - mio fratello tossì nuovamente e diventò rosso in viso. Anche lui in imbarazzo.
- Ancora? Brad smettila o ti ritrovi senza cibo per una settimana! - dichiarò mamma, allentando la situazione e facendoci ridere. Tutti tranne Justin ovviamente.
- E' mio figlio... voglio saperlo... allora campione, sei bravo a letto? -
- Papà seriamente! Smettila.... - urlò esausto di quell'attenzione su di lui.
- Dai rispondimi e non dico più nulla -
- No. Non sono vergine... va bene? - Si abbandonò allo schienale della sedia e borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre Zac e mia madre ridacchiaorono, mio padre esultò felice e io abbandonai la testa alle mani, chiedendo chi mi avesse portato in quella famiglia... Quale cicogna si era presa questa briga?
- Adesso cambiate discorso... vado a prendere il secondo e se non mangi sono guai per te, Justin - comunicò mamma, sparendo dalla nostra visuale.
- Com'è stato? - sussurrò papà, avvicinandosi a Justin.
- Fantastico -
- Quanto sei durato? -
- Fino alla fine -
- Tu si che sei un uomo! -
- Oh, lo so.. dovevi sentirla -
- Che schifoooo! Mamma vengo a darti una manooooooo - scoppiai a causa di quell'assurda situazione e corsi in cucina, sentendo tutti e tre scoppiare e ridere e papà dire " Ecco Zac, ecco come siamo fatti noi Bieber. Batti il cinque figliolo"
- Allora Zac... polpettone... carne al forno... patate fritte... pollo.... insalata... cosa preferisci? -
- Sembra di essere in un ristorante... prendo questi due grazie - indicò la carne al forno e le patate fritte. Justin prese anche l'insalata, io solo le patate e mamma e papà un pò di tutto. Parlammo, fortunatamente, del più e del meno e in breve arrivammo al dolce. Una bellissima e buonissima torta al cioccolato, con un perfilo di panna ai lati. Dovetti fare il bis... in fondo non era sempre che mangiavo dolci. Justin mangiò poco e si prese una bella sgridata da parte di mamma. Io le diedi ragione e lui mi guardò come a incenerirmi con lo sguardo. Quando ci vuole, ci vuole.
- Ragazzi noi usciamo.. - annunciò mamma. Io stavo costringendo Zac a guardare un film d'azione. Lui voleva uscire, ma a me seccava.
- Mamma io devo andare da Rayan... - annunciò Justin, afferrando il suo giubbotto.
- Cosa? No, tu non esci! -
- Ma è a pochi passi da qui! -
- Non m'interessa. Se prendi freddo ti riviene la febbre e ti è appena passata da pochissimo. Inoltre domani hai scuola -
- Sono solo le cinque di pomeriggio! -
- Ho detto di no! -
- Mi accompagnate voi con la macchina! -
- Devi stare a casa! -
- Vuoi smetterla di trattarmi come un bambino? -
- Justin non alzare il tono di voce con me! - disse la donna che alzò il tono di voce. Da notare l'ironia..
- Io sto uscendo! -
- Non provarci Justin - mio padre era in macchina o lo avrebbe fulminato. Juss si avvicinò alla porta e mia mamma lo tirò dentro, girandolo bruscamente verso di lei. Io preferivo guardare quella scena che il film.
- Ho detto di no! Li capisci gli ordini? -
- La febbre è passata, Rayan abita a due passi da qui, perchè cazzo non dovrei andarci? - Sbam! Uno schiaffo dritto sul suo viso...
- Non usare questo tono con me e fila in camera tua. Stai rovinando questa bella giornata con il tuo carattere! - urlò isterica. Justin, il cui volto era ancora verso destra per lo schiaffo subito, la guardò negli occhi e aprì la porta.
- Se esci da qui sei in punizione! -
- Fai quello che vuoi! - urlò questo di rimando. Uscendo di casa e sfuggendo dalla presa di mia mamma, che si scusò infinitamente con Zac prima di uscire fuori.
- Scusalo... solitamente non fa così - ammisi ancora scioccata.
- Non ti preoccupare. Mi dispiace di essere stato qui in questo momento, dovevate essere soli, come un'unità familiare intendo -
- Non importa -
Lo baciai e poi continuammo a guardare il film, fino a quando non dovette andare a casa. Io aggiustai lo zaino e fortunatamente non dovetti fare compiti, era troppo tardi. Aspettai l'arrivo di mamma e papà e poi quello ancora furioso di Justin. Aveva la guancia sinistra un pò arrossata.
- Justin! Ti voglio in salotto - urlò mio padre. Quest'ultimo sbuffò. Scese le scale che aveva prima salito e poi ci raggiunse sul divano, dove ero anche io.
- Oggi hai risposto male a tua madre davanti a persone! -
- Lei non mi lasciava uscire! -
- Lo ha fatto per il tuo bene! -
- Sai che odio quando mi trattano da bambino davanti alle persone -
- Sai quanto odio quando tratti così tua madre no? -
- Si lo so... ma non ho più cinque anni -
- Questo non ti dà il diritto di fare finta che non sei stato male e uscire di casa -
- Volevo prendere aria. Qui soffocavo -
- Non è un problema. Aprivi le finistre... -
- Quanto sarcasmo! Vuoi mettermi in punizione? Bene. Posso andare? -
- Cosa ti prende? Perchè fai così? -
- Perchè voglio andare in camera e odio essere trattato da bambino - iniziò a salire le scale e mio padre si alzò furioso dal divano e lo afferrò per il braccio facendolo voltare.
- Non andartene quanto ti parlo - non lo avevo mai visto così furioso. Mi sentivo come una mosca in un bicchiere d'acqua.
- Cos'altro vuoi? -
- Vogl..... - si interruppe bruscamente e si avvicinò a Justin.
- Justin.... -
- Si? - chiese lui spalancando un pò gli occhi.
- Hai fumato? - domandò mio padre, guardandolo fisso negli occhi e stringendo le sue mani sulle spalle di mio fratello.
- No.. -
- Justin non mentirmi... - tratteneva a stento la rabbia. Ne ero sicura.
- Ho detto di no -
- Justin si sente da qui che la puzza di sigaretta ce l'hai addosso! - mio fratello non osò rispondere ed ecco che partì uno schiaffo da parte di mio padre. Talmente forte da fargli quasi perdere l'equilibrio. Lui lo guardò scioccato e faticosamente prese parola - Me lo avevi promessi - disse lasciandoci in confusione e scappando in camera sua. Con gli occhi inevitabilmente lucidi. Mio padre ancora scosso da quelle ultime parole si andò a sedere e guardò mia madre che voleva spiegazioni.
Io? Beh io ero totalmente scioccata. Mio fratello che fumava? Non me lo sarei mai aspettata.
- Cosa gli avevi promesso? - chiese mia madre.
- Che non gli avrei mai alzato un dito - ammise sconfitto, abbassando lo sguardo al suolo. Solo in quel momento capii come potesse sentirsi Justin. Aveva appena scoperto che suo padre non sapeva mantere le promesse.
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ABBASTANZA LUNGO QUESTO CAPITOLO NO? BEH SPERO DI ESSERMI FATTA PERDONARE DATO CHE NON AGGIORNO DA MOLTO TEMPO. PURTROPPO IL TECNICO NON VUOLE AGGIUSTARMI INTERNET E NON RIESCO A FARLO FUNZIONARE. NON SO NEMMENO IO GRAZIE A COSA ORA STA PRENDENDO. RINGRAZIO TUTTI E MI SCUSO SE NON POSSO AVVISARVI DI AVER AGGIORNATO MA QUI IL TEMPO SCADE AHAHAH A PRESTO E SPERO TANTO CHE VI PIACCIA E CHE RECENSIATEE <3
- Vedo tutto nero.. - ammise respirando a fatica. Mi fece preoccupare più del solito.
- E ora che faccio? MAMMAAA! Dimmi se inizi a vedere d'accordo? Resta qui... senti caldo? Hai freddo? -
- Mi scoppia la testa -
- Solo? -
- No, sento anche caldo -
- Okay non ti preoccupare, mamma sta arrivando - lo sperai davvero con tutto il mio cuore. Nel giro di qualche minuto, mentre io tenevo Justin tra le mie mani e lui continuava a dire che non vedeva nulla e che era tutto confuso, mia mamma si precipitò in camera, spalancando la porta e avvicinandosi a me.
- Cosa è successo? - chiese afferrando Justin e toccandogli la fronte. Quest'ultimo sembrava caduto in un leggero sonno, ma non appena aprii lentamente gli occhi capii che non era così.
- E' caduto a terra e mi ha detto di vedere nero e di sentire caldo. Justin vedi qualcosa? -
- Si, ma è tutto s-sfocato.. - balbettò tremando.
- Ha la febbre alta, fai una cosa Elli, dì a papà di chiamare nuovamente il medico e di venire qui - annuii col capo e avvisai mio padre, poi tornai in camera e con mio stupore vidi Justin sul letto e mia madre bagnargli il viso con delle pezze bagnate. Era riuscita a caricarselo da sola.
- Come sta? - abbassai il tono di voce, facendo sparire sempre di più la paura e il nervoso. C'era mamma e questo stava a significare che la situazione era sotto controllo.
- Si è addormentato... non riesco a capire perchè gli si è oscurata la vista. Ho pensato a un calo di pressione e gli ho dato dell'acqua con il sale e sembra aver leggermente funzionato, ma sono comunque un pò preoccupata per la sua salute. Non ha mai avuto la febbre in questo modo -
- Mamma la febbre non viene sempre nello stesso modo e poi questa volta c'era anche il fattore del freddo e dell'acqua - abbassai il capo, dandomi mentalmente la colpa di tutto.
-So a cosa stai pensando e non è colpa tua. Ha semplicemente preso il tuo zaino dalla macchina e non ha di certo rischiato la vita per te. Sicuramente era già un pò raffreddato e adesso verrà il medico e lo controllerà di nuovo -
- Non è niente di grave, vero? -
- Non penso proprio - nemmeno il tempo di pronunciare quella frase che sentimmo il campanello suonare. Io continuai a restare ferma sulla porta e dopo qualche minuto il dottore salì velocemente le scale e salutò tutti, primi di dirigersi da Justin. Dopo parecchi minuti finalmente disse qualcosa.
- E' normale che abbia avuto un calo di pressione, dato che ha mangiato pochissimo in questi giorni. Deve continuare a stare a riposo e non deve saltare i pasti. Se farà come gli ho detto guarirà velocemente -
- La ringrazio davvero molto dottore e mi scusi se è già venuto -
- Non si preoccupi, è il mio lavoro. Chiamatemi se ci sono altri problemi e non fatelo faticare molto, soprattutto ora che è debole e proprio per questo motivo tenetelo sotto controllo e assicuratevi che mangi abbastanza. E' normale che con la febbre la voglia di mangiare scenda, ma non deve diventare un altro problema -
- Certo, grazie ancora - mia madre e mio padre uscirono dalla stanza, per accompagnare il medico alla porta, mentre io continuai a restare davanti alla porta, sperando di spofondare in quello stesso istante. Justin era davvero pallido, faceva quasi paura e sembrava un vampiro. I capelli erano scompigliati, ma gli stavano comunque bene. Gli occhi erano contornati da uno strato violaceo e per finire le labbra erano pallide, dolorosamente pallide. Le guance un po' rosse per la febbre. Il petto che si alza e si abbassa pesantemente, come se respirare fosse diventato un privilegio che pochi riuscissero a fare. Capii di aver trattenuto il fiato solo quando dovetti prendere più aria del solito. Sbuffai annoiata da quella situazione, piuttosto che riprendersi andava a peggiorare.
La mia attenzione fu nuovamente riposta a lui solo quando mi accorsi che stava aprendo leggermente gli occhi. Mi precipitai alla sua destra e iniziando a tamponare la fronte come faceva mamma lo aiutai a sollevarsi un po'. Mi guardò confuso e sapendo già cosa voleva chiedermi decisi si parlare per prima.
- Sei svenuto. Non vedevi niente. Era tutto nero. Abbiamo chiamato un dottore e ha detto che sei debole perchè mangi poco. Insomma non puoi saltare pasti proprio ora che sei debole capisci? - lo rimproverai alzando un po' il tono della voce e facendogli assumere un sorrisetto compiaciuto su quelle labbra asciutte e prive di vita.
- Mi piaci quando ti prendi cura di me.. - ammise con ancora del tremolio nella voce. Restai in silenzio e mi avvicinai al suo armadio per tirarne fuori due coperte e per per posarle sopra il suo corpo. "Sembra un burrito" pensai, riferendomi alla frase detta da Jacob Black in Breaking Dawn, quando Bella era sotterrata dalle coperte.
- Senti ancora freddo? -
- Con queste coperte lo sento di meno, ma è dentro le ossa che sento freddo e riempendomi di coperte non risolverai molto - ridacchiò e tossì.
- Siamo sempre un passo avanti... prima tremavi come una foglia. Mamma ti aveva detto che non dovevi alzarti dal divano e tu hai fatto sali e scendi... - bagnai nuovamente la pezza e la appoggiai sulla sua fronte ancora un po' calda. Aspettai qualche minuto prima di ricevere un'altra risposta tremante.
- Sai che non sono quel tipo che rimane fermo - se ne uscì in questo modo. Evitai di porre altre domande, tanto sarebbe comunque stata una guerra inutile.
Passai tutto il giorno a occuparmi di Justin. La febbre stava lentamente scendendo, sia per i farmaci che per i bagni con l'acqua fredda e notavo dei miglioramenti. Le labbra erano nuovamente rosee. Gli occhi meno lucidi e le guance meno rosse dato che il colore sulla sua pelle stava ritornando normale.
Saltai sul letto accanto a lui e mi posizionai verso la fine. Incrociai le gambe e fui pronta per intraprendere un discorso che avevamo lasciato in sospeso.
- Posso domandarti una cosa? - chiesi. Lui in risposta annuì e tossì un altro po'. Aspettai che finisse o non mi avrebbe nemmeno sentito.
- Ieri, prima che tu svenissi, ho trovato un foglio di carta nel cestino della spazzatura.Sai che sono curiosa, così l'ho aperto e ho notato delle cose scritte. "Elly ti amo"... ti dice qualcosa? - e fu in quel momento preciso che il suo viso perse nuovamente colore. Mi maledii per aver tirato fuori quell'argomento troppo presto... ma volevo sapere la verità.
- Si... l'ho scritto io - ammise con qualche difficoltà. Mio fratello era innamorato di me? Spalancai la bocca e gli occhi per poi domandare cautamene - Sei innamorato di me? - lui sbiancò ancora di più, se fosse stato possibile.
- NO! NO! NO! Ma che ti salta in mente! Mi piaceva una ragazza che si chiamava Eleonor, ma che io chiamavo Elli, così ho scritto quel foglietto pensando a lei, ma risale a tempo fa quindi l'ho buttato in quel cestino perchè lo avevo trovato in giro - chiarì immediatamente. Mi sentii sollevata.
- Oddio mi era venuto uno spavento assoluto. Insomma, è impossibile che tu fossi innamorato di me! -
- Ovvio e poi non potrei mai innamorarmi di una nana malefica come te! -
- Tralasciando questo "falso" dettaglio, abbiamo pure lo stesso sangue. Sarebbe schifoso -
- Terribilmente... Terribilmente schifoso -
- E' quasi la prima volta che siamo d'accordo su una cosa -
- Lo so, sarà sicuramente la febbre a non farmi venire in mente qualche stregoneria verso di te -
- O sarà il rimorso che sta lentamente venendo fuori -
- Ah ah ah, spiritosa -
Scoppiammo a ridere e lo obbligai a non alzarsi per il resto della giornata, almeno che non dovesse andare in bagno. Purtroppo non riscii a liberarmi per uscire con Zac, ho dovuto pure disdire il pranzo, ma sarebbe venuto l'indomani, non c'erano problemi.
Prima di andare a letto mamma controllò Justin e affermò che la febbre stava scendendo. Era a 37°. Fui sollevata e andai a dormire senza brutti pensieri.
Il giorno seguente mi svegliai, dovevo andare a scuola e sarei tornata per pranzo, con il mio ragazzo. Ero leggermente, un pò troppo, ansiosa.
Le ore di lezione passarono nella stessa monotonia, noiose come sempre. All'uscita aspettai Zac e poi mi incamminai verso casa. Mano nella mano.
- Mi dispiace doverti far subire un pranzo con i miei - ridacchiai disperata.
- Non preoccuparti, se vogliono conoscermi è una cosa positiva. Pensa se ti avessero obbligato a non uscire con me-
- In effetti. Ma se entrano troppo nei particolari ti do il consenso di ignorare la domanda e di non rispondere -
- D'accordo - mi baciò dolcemente le labbra ed entrammo in casa. Fui sorpresa di vedere mamma e papà davanti la porta. Mi stavano aspettando? Di Justin nemmeno l'ombra...
- Ciao Zac... preferisci qualcosa di particolare per pranzo? -
- No signora, mi va bene qualsiasi cosa, la ringrazio -
- Oh non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia - tipico... chi non lo direbbe?
- D'accordo... -
- Lucia. Chiamami Lucia... proprio come la scorsa volta -
- Okay, Lucia. - risi leggermente per allentare la situazione tesa che si stava realizzando e ci andammo a sedere sul divano, aspettanto che il pranzo fosse pronto.
Pochi minuti dopo un'intensa chiaccherata sul basket, vidi Justin scendere le scale. Aveva una tuta grigia, le supra nere e una felpa dello stesso colore. I capelli erano un pò disordinati e la faccia aveva ancora un'espressione che descriveva notti insonne e debolezza. Avanzò incerto verso di noi e salutò Zac con una stretta di mano, come se fossero colleghi di lavoro. Per poco non scoppiai a ridere.
- Passata la febbre? - domandai, trattando con lui un argomento diverso da quello precedente.
- Stamattina non c'era. Mamma mi ha riempito di farmaci... Come mai lui è qui? - chiese indicando Zac con un cenno del capo.
- Sarebbe dovuto venire ieri per pranzo, ma tu stavi male, così mamma lo ha invitato oggi -
- Pranzo? Cos'è deve chiederti la mano? -
- Smettila di fare l'idiota... lo sai come sono protettivi mamma e papà - sbottai un pò irritata dal suo cambiamento d'umore. Era troppo irrascibile.
- Se sono protettivi vuol dire che quel tipo non gli piace -
- Oppure che lo vogliono conoscere meglio. Guarda come ride papà e com'è felice mamma. Fattelo piacere anche tu Justin! - mi dedicò un'occhiata rassegnata e cupa, ruotò gli occhi al cielo e si buttò con le spalle al divano lasciandosi scappare uno sbuffo che attirò l'attenzione di papà.
- Campione, come va oggi? - chiese, concludendo prima il discorso con Zac. Afferrai la mano di quest'ultimo e iniziai a giocare con le sue dita, mentre lo sentivo ridacchiare alla mia sinistra.
- Bene... - rispose evasivo e con un finto sorriso.
Ci sedemmo tutti a tavola non appena mamma ci chiamò, avvisandoci che era tutto pronto.
- Allora Zac, cosa preferisci? Pennette con panna e prosciutto o farfalle con piselli e panna? -
- Pennette con panna e prosciutto... grazie sig-Lucia... - si corresse immediatamente e mi lanciò uno sguardo di scuse misto a terrore verso la reazione di mia mamma. Quest'ultima in compenso ridacchiò comprensiva del suo piccolo errore e gli porse il piatto di pasta. Io presi la stessa cosa. Papà e mamma presero la seconda pietanza e Justin non mangiò nulla. Preferiva il secondo.
- Allora Zac, come va con la scuola? - soliti argomenti... che palle!
- Molto bene, grazie -
- Oh figurati... sei mai stato fidanzato? -
- Emh... beh si certo... - ammise un po' imbarazzato. Abbassò lo sguardo e si impegnò a infilzare la pasta. Gli strinsi la mano come atto di compassione più che forza, poi passai l'acqua a Justin che me l'aveva chiesta e continuai a mangiare, prendendo una forchettata di pasta e mettendola in bocca. La stessa cosa fece Zac, mentre mio fratello bevve e mia madre mise altra pasta nel piatto di mio padre. Quest'ultimo fece un'altra domanda.
- Sei vergine? Lo hai fatto con loro? - La reazione che ebbe su di noi? Mamma fece rovesciare il piatto di pasta, richiamando mio padre: "Braaaaaad! Ma cosa ti salta in menteee!" e raccogliendo ciò che era caduto. Io mi soffocai lettaralmente con la pasta e bevvi dell'acqua per non strozzarmi. Justin sputò quella che aveva in bocca e corse verso la cucina. Lo sentii tossire per parecchi minuti. Zac diventò bordeux in faccia e gli cadde la forchezza di mano, facendo un rumore poco orecchiabile non appena si scontrò con il piatto e per finire mio padre assunse un'espressione che stava a dire. " Beh? Che ho detto di male?" Lo guardammo tutti male e allora decisi di intervenire.
- Papà non credo che siano domande da fare! - lo richiamai, poco cortese. Ma cosa gli passava per la testa?
- Volevo sapere se aveva esperienze e se ti avesse chiesto di farlo con lui -
- Smettila Brad! Così li metti in soggezione! Sono ragazzi.... - fortunatamente mamma era dalla mia parte. Justin tornò dopo qualche minuto, con un fazzoletto in bocca e l'espressione ancora sconvolta in viso. Ogni tanto tossiva.
- D'accordo... ma vedi di non usare la mia bambina chiaro? - a questa domanda Zac annuii, ancora un pò sconvolto da quella precendente. Era chiaro che mio padre non fosse per niente normale.
- E tu Justin? - mio fratello guardò mio padre inarcando le sopracciglia.
- Dico... tu sei ancora vergine? - mio fratello tossì nuovamente e diventò rosso in viso. Anche lui in imbarazzo.
- Ancora? Brad smettila o ti ritrovi senza cibo per una settimana! - dichiarò mamma, allentando la situazione e facendoci ridere. Tutti tranne Justin ovviamente.
- E' mio figlio... voglio saperlo... allora campione, sei bravo a letto? -
- Papà seriamente! Smettila.... - urlò esausto di quell'attenzione su di lui.
- Dai rispondimi e non dico più nulla -
- No. Non sono vergine... va bene? - Si abbandonò allo schienale della sedia e borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre Zac e mia madre ridacchiaorono, mio padre esultò felice e io abbandonai la testa alle mani, chiedendo chi mi avesse portato in quella famiglia... Quale cicogna si era presa questa briga?
- Adesso cambiate discorso... vado a prendere il secondo e se non mangi sono guai per te, Justin - comunicò mamma, sparendo dalla nostra visuale.
- Com'è stato? - sussurrò papà, avvicinandosi a Justin.
- Fantastico -
- Quanto sei durato? -
- Fino alla fine -
- Tu si che sei un uomo! -
- Oh, lo so.. dovevi sentirla -
- Che schifoooo! Mamma vengo a darti una manooooooo - scoppiai a causa di quell'assurda situazione e corsi in cucina, sentendo tutti e tre scoppiare e ridere e papà dire " Ecco Zac, ecco come siamo fatti noi Bieber. Batti il cinque figliolo"
- Allora Zac... polpettone... carne al forno... patate fritte... pollo.... insalata... cosa preferisci? -
- Sembra di essere in un ristorante... prendo questi due grazie - indicò la carne al forno e le patate fritte. Justin prese anche l'insalata, io solo le patate e mamma e papà un pò di tutto. Parlammo, fortunatamente, del più e del meno e in breve arrivammo al dolce. Una bellissima e buonissima torta al cioccolato, con un perfilo di panna ai lati. Dovetti fare il bis... in fondo non era sempre che mangiavo dolci. Justin mangiò poco e si prese una bella sgridata da parte di mamma. Io le diedi ragione e lui mi guardò come a incenerirmi con lo sguardo. Quando ci vuole, ci vuole.
- Ragazzi noi usciamo.. - annunciò mamma. Io stavo costringendo Zac a guardare un film d'azione. Lui voleva uscire, ma a me seccava.
- Mamma io devo andare da Rayan... - annunciò Justin, afferrando il suo giubbotto.
- Cosa? No, tu non esci! -
- Ma è a pochi passi da qui! -
- Non m'interessa. Se prendi freddo ti riviene la febbre e ti è appena passata da pochissimo. Inoltre domani hai scuola -
- Sono solo le cinque di pomeriggio! -
- Ho detto di no! -
- Mi accompagnate voi con la macchina! -
- Devi stare a casa! -
- Vuoi smetterla di trattarmi come un bambino? -
- Justin non alzare il tono di voce con me! - disse la donna che alzò il tono di voce. Da notare l'ironia..
- Io sto uscendo! -
- Non provarci Justin - mio padre era in macchina o lo avrebbe fulminato. Juss si avvicinò alla porta e mia mamma lo tirò dentro, girandolo bruscamente verso di lei. Io preferivo guardare quella scena che il film.
- Ho detto di no! Li capisci gli ordini? -
- La febbre è passata, Rayan abita a due passi da qui, perchè cazzo non dovrei andarci? - Sbam! Uno schiaffo dritto sul suo viso...
- Non usare questo tono con me e fila in camera tua. Stai rovinando questa bella giornata con il tuo carattere! - urlò isterica. Justin, il cui volto era ancora verso destra per lo schiaffo subito, la guardò negli occhi e aprì la porta.
- Se esci da qui sei in punizione! -
- Fai quello che vuoi! - urlò questo di rimando. Uscendo di casa e sfuggendo dalla presa di mia mamma, che si scusò infinitamente con Zac prima di uscire fuori.
- Scusalo... solitamente non fa così - ammisi ancora scioccata.
- Non ti preoccupare. Mi dispiace di essere stato qui in questo momento, dovevate essere soli, come un'unità familiare intendo -
- Non importa -
Lo baciai e poi continuammo a guardare il film, fino a quando non dovette andare a casa. Io aggiustai lo zaino e fortunatamente non dovetti fare compiti, era troppo tardi. Aspettai l'arrivo di mamma e papà e poi quello ancora furioso di Justin. Aveva la guancia sinistra un pò arrossata.
- Justin! Ti voglio in salotto - urlò mio padre. Quest'ultimo sbuffò. Scese le scale che aveva prima salito e poi ci raggiunse sul divano, dove ero anche io.
- Oggi hai risposto male a tua madre davanti a persone! -
- Lei non mi lasciava uscire! -
- Lo ha fatto per il tuo bene! -
- Sai che odio quando mi trattano da bambino davanti alle persone -
- Sai quanto odio quando tratti così tua madre no? -
- Si lo so... ma non ho più cinque anni -
- Questo non ti dà il diritto di fare finta che non sei stato male e uscire di casa -
- Volevo prendere aria. Qui soffocavo -
- Non è un problema. Aprivi le finistre... -
- Quanto sarcasmo! Vuoi mettermi in punizione? Bene. Posso andare? -
- Cosa ti prende? Perchè fai così? -
- Perchè voglio andare in camera e odio essere trattato da bambino - iniziò a salire le scale e mio padre si alzò furioso dal divano e lo afferrò per il braccio facendolo voltare.
- Non andartene quanto ti parlo - non lo avevo mai visto così furioso. Mi sentivo come una mosca in un bicchiere d'acqua.
- Cos'altro vuoi? -
- Vogl..... - si interruppe bruscamente e si avvicinò a Justin.
- Justin.... -
- Si? - chiese lui spalancando un pò gli occhi.
- Hai fumato? - domandò mio padre, guardandolo fisso negli occhi e stringendo le sue mani sulle spalle di mio fratello.
- No.. -
- Justin non mentirmi... - tratteneva a stento la rabbia. Ne ero sicura.
- Ho detto di no -
- Justin si sente da qui che la puzza di sigaretta ce l'hai addosso! - mio fratello non osò rispondere ed ecco che partì uno schiaffo da parte di mio padre. Talmente forte da fargli quasi perdere l'equilibrio. Lui lo guardò scioccato e faticosamente prese parola - Me lo avevi promessi - disse lasciandoci in confusione e scappando in camera sua. Con gli occhi inevitabilmente lucidi. Mio padre ancora scosso da quelle ultime parole si andò a sedere e guardò mia madre che voleva spiegazioni.
Io? Beh io ero totalmente scioccata. Mio fratello che fumava? Non me lo sarei mai aspettata.
- Cosa gli avevi promesso? - chiese mia madre.
- Che non gli avrei mai alzato un dito - ammise sconfitto, abbassando lo sguardo al suolo. Solo in quel momento capii come potesse sentirsi Justin. Aveva appena scoperto che suo padre non sapeva mantere le promesse.
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ABBASTANZA LUNGO QUESTO CAPITOLO NO? BEH SPERO DI ESSERMI FATTA PERDONARE DATO CHE NON AGGIORNO DA MOLTO TEMPO. PURTROPPO IL TECNICO NON VUOLE AGGIUSTARMI INTERNET E NON RIESCO A FARLO FUNZIONARE. NON SO NEMMENO IO GRAZIE A COSA ORA STA PRENDENDO. RINGRAZIO TUTTI E MI SCUSO SE NON POSSO AVVISARVI DI AVER AGGIORNATO MA QUI IL TEMPO SCADE AHAHAH A PRESTO E SPERO TANTO CHE VI PIACCIA E CHE RECENSIATEE <3