Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: bellavitaheart10    28/02/2014    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Ma che sbadata! Non mi sono presentata a dovere: mi chiamo Elli Bieber e sono la sorella di Justin Bieber, il figo della scuola, ma non puttaniere. Ho i capelli biondo scuro e gli occhi verdi, stranamente nessuno li ha nella mia famiglia. Sono 1,69 cm. Pft... un centimetro non me lo potevano regalare eh?
Spero che questa storia vi intrighi abbastanza. Voglio iniziare dicendovi che qui Justin non apparterrà a qualche Gang mafiosa e non farà una brutta vita. E' un ragazzo normale. Un mistero si cela dietro questa famiglia. Un mistero che riguarda Elli. Justin sarà al corrente di questo mistero o lo scoprirà solo dopo? Questo sta a voi scoprirlo. Vi dico soltanto di non giudicare il libro dalla copertina e di non fidarvi delle apparenze, perchè spesso ingannano. Cercherò di non deludervi e spero proprio che questa storia vi piaccia. Fateci un salto e venite con me per vivere questa storia. Il finale, come lo svolgimento, sarà solo una sorpresa. Non vi resta che scoprirlo no?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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6-

6° Capitolo

Credo che qualcuno ce l'abbia con me...

- Justin cosa succede? - mi catapultai accanto a lui e gli afferrai le spalle, evitandogli una brutta caduta.

- Vedo tutto nero.. - ammise respirando a fatica. Mi fece preoccupare più del solito.

- E ora che faccio? MAMMAAA! Dimmi se inizi a vedere d'accordo? Resta qui... senti caldo? Hai freddo? -

- Mi scoppia la testa -

- Solo? -

- No, sento anche caldo -

- Okay non ti preoccupare, mamma sta arrivando - lo sperai davvero con tutto il mio cuore. Nel giro di qualche minuto, mentre io tenevo Justin tra le mie mani e lui continuava a dire che non vedeva nulla e che era tutto confuso, mia mamma si precipitò in camera, spalancando la porta e avvicinandosi a me.

- Cosa è successo? - chiese afferrando Justin e toccandogli la fronte. Quest'ultimo sembrava caduto in un leggero sonno, ma non appena aprii lentamente gli occhi capii che non era così.

- E' caduto a terra e mi ha detto di vedere nero e di sentire caldo. Justin vedi qualcosa? -

- Si, ma è tutto s-sfocato.. - balbettò tremando.

- Ha la febbre alta, fai una cosa Elli, dì a papà di chiamare nuovamente il medico e di venire qui - annuii col capo e avvisai mio padre, poi tornai in camera e con mio stupore vidi Justin sul letto e mia madre bagnargli il viso con delle pezze bagnate. Era riuscita a caricarselo da sola.

- Come sta? - abbassai il tono di voce, facendo sparire sempre di più la paura e il nervoso. C'era mamma e questo stava a significare che la situazione era sotto controllo.

- Si è addormentato... non riesco a capire perchè gli si è oscurata la vista. Ho pensato a un calo di pressione e gli ho dato dell'acqua con il sale e sembra aver leggermente funzionato, ma sono comunque un pò preoccupata per la sua salute. Non ha mai avuto la febbre in questo modo -

- Mamma la febbre non viene sempre nello stesso modo e poi questa volta c'era anche il fattore del freddo e dell'acqua - abbassai il capo, dandomi mentalmente la colpa di tutto.

-So a cosa stai pensando e non è colpa tua. Ha semplicemente preso il tuo zaino dalla macchina e non ha di certo rischiato la vita per te. Sicuramente era già un pò raffreddato e adesso verrà il medico e lo controllerà di nuovo -

- Non è niente di grave, vero? -

- Non penso proprio - nemmeno il tempo di pronunciare quella frase che sentimmo il campanello suonare. Io continuai a restare ferma sulla porta e dopo qualche minuto il dottore salì velocemente le scale e salutò tutti, primi di dirigersi da Justin. Dopo parecchi minuti finalmente disse qualcosa.

- E' normale che abbia avuto un calo di pressione, dato che ha mangiato pochissimo in questi giorni. Deve continuare a stare a riposo e non deve saltare i pasti. Se farà come gli ho detto guarirà velocemente -

- La ringrazio davvero molto dottore e mi scusi se è già venuto -

- Non si preoccupi, è il mio lavoro. Chiamatemi se ci sono altri problemi e non fatelo faticare molto, soprattutto ora che è debole e proprio per questo motivo tenetelo sotto controllo e assicuratevi che mangi abbastanza. E' normale che con la febbre la voglia di mangiare scenda, ma non deve diventare un altro problema -

- Certo, grazie ancora - mia madre e mio padre uscirono dalla stanza, per accompagnare il medico alla porta, mentre io continuai a restare davanti alla porta, sperando di spofondare in quello stesso istante. Justin era davvero pallido, faceva quasi paura e sembrava un vampiro. I capelli erano scompigliati, ma gli stavano comunque bene. Gli occhi erano contornati da uno strato violaceo e per finire le labbra erano pallide, dolorosamente pallide. Le guance un po' rosse per la febbre. Il petto che si alza e si abbassa pesantemente, come se respirare fosse diventato un privilegio che pochi riuscissero a fare. Capii di aver trattenuto il fiato solo quando dovetti prendere più aria del solito. Sbuffai annoiata da quella situazione, piuttosto che riprendersi andava a peggiorare.

La mia attenzione fu nuovamente riposta a lui solo quando mi accorsi che stava aprendo leggermente gli occhi. Mi precipitai alla sua destra e iniziando a tamponare la fronte come faceva mamma lo aiutai a sollevarsi un po'. Mi guardò confuso e sapendo già cosa voleva chiedermi decisi si parlare per prima.

- Sei svenuto. Non vedevi niente. Era tutto nero. Abbiamo chiamato un dottore e ha detto che sei debole perchè mangi poco. Insomma non puoi saltare pasti proprio ora che sei debole capisci? - lo rimproverai alzando un po' il tono della voce e facendogli assumere un sorrisetto compiaciuto su quelle labbra asciutte e prive di vita.

- Mi piaci quando ti prendi cura di me.. - ammise con ancora del tremolio nella voce. Restai in silenzio e mi avvicinai al suo armadio per tirarne fuori due coperte e per per posarle sopra il suo corpo. "Sembra un burrito" pensai, riferendomi alla frase detta da Jacob Black in Breaking Dawn, quando Bella era sotterrata dalle coperte.

- Senti ancora freddo? -

- Con queste coperte lo sento di meno, ma è dentro le ossa che sento freddo e riempendomi di coperte non risolverai molto - ridacchiò e tossì.

- Siamo sempre un passo avanti... prima tremavi come una foglia. Mamma ti aveva detto che non dovevi alzarti dal divano e tu hai fatto sali e scendi... - bagnai nuovamente la pezza e la appoggiai sulla sua fronte ancora un po' calda. Aspettai qualche minuto prima di ricevere un'altra risposta tremante.

- Sai che non sono quel tipo che rimane fermo - se ne uscì in questo modo. Evitai di porre altre domande, tanto sarebbe comunque stata una guerra inutile.


Passai tutto il giorno a occuparmi di Justin. La febbre stava lentamente scendendo, sia per i farmaci che per i bagni con l'acqua fredda e notavo dei miglioramenti. Le labbra erano nuovamente rosee. Gli occhi meno lucidi e le guance meno rosse dato che il colore sulla sua pelle stava ritornando normale.

Saltai sul letto accanto a lui e mi posizionai verso la fine. Incrociai le gambe e fui pronta per intraprendere un discorso che avevamo lasciato in sospeso.

- Posso domandarti una cosa? - chiesi. Lui in risposta annuì e tossì un altro po'. Aspettai che finisse o non mi avrebbe nemmeno sentito.

- Ieri, prima che tu svenissi, ho trovato un foglio di carta nel cestino della spazzatura.Sai che sono curiosa, così l'ho aperto e ho notato delle cose scritte. "Elly ti amo"... ti dice qualcosa? - e fu in quel momento preciso che il suo viso perse nuovamente colore. Mi maledii per aver tirato fuori quell'argomento troppo presto... ma volevo sapere la verità.

- Si... l'ho scritto io - ammise con qualche difficoltà. Mio fratello era innamorato di me? Spalancai la bocca e gli occhi per poi domandare cautamene - Sei innamorato di me? - lui sbiancò ancora di più, se fosse stato possibile.

- NO! NO! NO! Ma che ti salta in mente! Mi piaceva una ragazza che si chiamava Eleonor, ma che io chiamavo Elli, così ho scritto quel foglietto pensando a lei, ma risale a tempo fa quindi l'ho buttato in quel cestino perchè lo avevo trovato in giro - chiarì immediatamente. Mi sentii sollevata.

- Oddio mi era venuto uno spavento assoluto. Insomma, è impossibile che tu fossi innamorato di me! -

- Ovvio e poi non potrei mai innamorarmi di una nana malefica come te! -

- Tralasciando questo "falso" dettaglio, abbiamo pure lo stesso sangue. Sarebbe schifoso -

- Terribilmente... Terribilmente schifoso -

- E' quasi la prima volta che siamo d'accordo su una cosa -

- Lo so, sarà sicuramente la febbre a non farmi venire in mente qualche stregoneria verso di te -

- O sarà il rimorso che sta lentamente venendo fuori -

- Ah ah ah, spiritosa -

Scoppiammo a ridere e lo obbligai a non alzarsi per il resto della giornata, almeno che non dovesse andare in bagno. Purtroppo non riscii a liberarmi per uscire con Zac, ho dovuto pure disdire il pranzo, ma sarebbe venuto l'indomani, non c'erano problemi.

Prima di andare a letto mamma controllò Justin e affermò che la febbre stava scendendo. Era a 37°. Fui sollevata e andai a dormire senza brutti pensieri.

Il giorno seguente mi svegliai, dovevo andare a scuola e sarei tornata per pranzo, con il mio ragazzo. Ero leggermente, un pò troppo, ansiosa.

Le ore di lezione passarono nella stessa monotonia, noiose come sempre. All'uscita aspettai Zac e poi mi incamminai verso casa. Mano nella mano.

- Mi dispiace doverti far subire un pranzo con i miei - ridacchiai disperata.

- Non preoccuparti, se vogliono conoscermi è una cosa positiva. Pensa se ti avessero obbligato a non uscire con me-

- In effetti. Ma se entrano troppo nei particolari ti do il consenso di ignorare la domanda e di non rispondere -

- D'accordo - mi baciò dolcemente le labbra ed entrammo in casa. Fui sorpresa di vedere mamma e papà davanti la porta. Mi stavano aspettando? Di Justin nemmeno l'ombra...

- Ciao Zac... preferisci qualcosa di particolare per pranzo? -

- No signora, mi va bene qualsiasi cosa, la ringrazio -

- Oh non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia - tipico... chi non lo direbbe?

- D'accordo... -

- Lucia. Chiamami Lucia... proprio come la scorsa volta -

- Okay, Lucia. - risi leggermente per allentare la situazione tesa che si stava realizzando e ci andammo a sedere sul divano, aspettanto che il pranzo fosse pronto.
Pochi minuti dopo un'intensa chiaccherata sul  basket, vidi Justin scendere le scale. Aveva una tuta grigia, le supra nere e una felpa dello stesso colore. I capelli erano un pò disordinati e la faccia aveva ancora un'espressione che descriveva notti insonne e debolezza. Avanzò incerto verso di noi e salutò Zac con una stretta di mano, come se fossero colleghi di lavoro. Per poco non scoppiai a ridere.

- Passata la febbre? - domandai, trattando con lui un argomento diverso da quello precedente.

- Stamattina non c'era. Mamma mi ha riempito di farmaci... Come mai lui è qui? - chiese indicando Zac con un cenno del capo.

- Sarebbe dovuto venire ieri per pranzo, ma tu stavi male, così mamma lo ha invitato oggi -

- Pranzo? Cos'è deve chiederti la mano? -

- Smettila di fare l'idiota... lo sai come sono protettivi mamma e papà - sbottai un pò irritata dal suo cambiamento d'umore. Era troppo irrascibile.

- Se sono protettivi vuol dire che quel tipo non gli piace -

- Oppure che lo vogliono conoscere meglio. Guarda come ride papà e com'è felice mamma. Fattelo piacere anche tu Justin! - mi dedicò un'occhiata rassegnata e cupa, ruotò gli occhi al cielo e si buttò con le spalle al divano lasciandosi scappare uno sbuffo che attirò l'attenzione di papà.

- Campione, come va oggi? - chiese, concludendo prima il discorso con Zac. Afferrai la mano di quest'ultimo e iniziai a giocare con le sue dita, mentre lo sentivo ridacchiare alla mia sinistra.

- Bene... - rispose evasivo e con un finto sorriso.

Ci sedemmo tutti a tavola non appena mamma ci chiamò, avvisandoci che era tutto pronto.

- Allora Zac, cosa preferisci? Pennette con panna e prosciutto o farfalle con piselli e panna? -

- Pennette con panna e prosciutto... grazie sig-Lucia... - si corresse immediatamente e mi lanciò uno sguardo di scuse misto a terrore verso la reazione di mia mamma. Quest'ultima in compenso ridacchiò comprensiva del suo piccolo errore e gli porse il piatto di pasta. Io presi la stessa cosa. Papà e mamma presero la seconda pietanza e Justin non mangiò nulla. Preferiva il secondo.

- Allora Zac, come va con la scuola? - soliti argomenti... che palle!

- Molto bene, grazie -

- Oh figurati... sei mai stato fidanzato? -

- Emh... beh si certo... - ammise un po' imbarazzato. Abbassò lo sguardo e si impegnò a infilzare la pasta. Gli strinsi la mano come atto di compassione più che forza, poi passai l'acqua a Justin che me l'aveva chiesta e continuai a mangiare, prendendo una forchettata di pasta e mettendola in bocca. La stessa cosa fece Zac, mentre mio fratello bevve e mia madre mise altra pasta nel piatto di mio padre. Quest'ultimo fece un'altra domanda.

- Sei vergine? Lo hai fatto con loro? - La reazione che ebbe su di noi? Mamma fece rovesciare il piatto di pasta, richiamando mio padre: "Braaaaaad! Ma cosa ti salta in menteee!" e raccogliendo ciò che era caduto. Io mi soffocai lettaralmente con la pasta e bevvi dell'acqua per non strozzarmi. Justin sputò quella che aveva in bocca e corse verso la cucina. Lo sentii tossire per parecchi minuti. Zac diventò bordeux in faccia e gli cadde la forchezza di mano, facendo un rumore poco orecchiabile non appena si scontrò con il piatto e per finire mio padre assunse un'espressione che stava a dire. " Beh? Che ho detto di male?" Lo guardammo tutti male e allora decisi di intervenire.

- Papà non credo che siano domande da fare! - lo richiamai, poco cortese. Ma cosa gli passava per la testa?

- Volevo sapere se aveva esperienze e se ti avesse chiesto di farlo con lui -

- Smettila Brad! Così li metti in soggezione! Sono ragazzi.... - fortunatamente mamma era dalla mia parte. Justin tornò dopo qualche minuto, con un fazzoletto in bocca e l'espressione ancora sconvolta in viso. Ogni tanto tossiva.

- D'accordo... ma vedi di non usare la mia bambina chiaro? -  a questa domanda Zac annuii, ancora un pò sconvolto da quella precendente. Era chiaro che mio padre non fosse per niente normale.

- E tu Justin? - mio fratello guardò mio padre inarcando le sopracciglia.

- Dico... tu sei ancora vergine? - mio fratello tossì nuovamente e diventò rosso in viso. Anche lui in imbarazzo.

- Ancora? Brad smettila o ti ritrovi senza cibo per una settimana! - dichiarò mamma, allentando la situazione e facendoci ridere. Tutti tranne Justin ovviamente.

- E' mio figlio... voglio saperlo... allora campione, sei bravo a letto? -

- Papà seriamente! Smettila.... - urlò esausto di quell'attenzione su di lui.

- Dai rispondimi e non dico più nulla -

- No. Non sono vergine... va bene? - Si abbandonò allo schienale della sedia e borbottò qualcosa di incomprensibile, mentre Zac e mia madre ridacchiaorono, mio padre esultò felice e io abbandonai la testa alle mani, chiedendo chi mi avesse portato in quella famiglia... Quale cicogna si era presa questa briga?

- Adesso cambiate discorso... vado a prendere il secondo e se non mangi sono guai per te, Justin - comunicò mamma, sparendo dalla nostra visuale.

- Com'è stato? - sussurrò papà, avvicinandosi a Justin.

- Fantastico -

- Quanto sei durato? -

- Fino alla fine -

- Tu si che sei un uomo! -

- Oh, lo so.. dovevi sentirla -

- Che schifoooo! Mamma vengo a darti una manooooooo - scoppiai a causa di quell'assurda situazione e corsi in cucina, sentendo tutti e tre scoppiare e ridere e papà dire " Ecco Zac, ecco come siamo fatti noi Bieber. Batti il cinque figliolo"


- Allora Zac... polpettone... carne al forno... patate fritte... pollo.... insalata...  cosa preferisci? -

- Sembra di essere in un ristorante... prendo questi due grazie - indicò la carne al forno e le patate fritte. Justin prese anche l'insalata, io solo le patate e mamma e papà un pò di tutto. Parlammo, fortunatamente, del più e del meno e in breve arrivammo al dolce. Una bellissima e buonissima torta al cioccolato, con un perfilo di panna ai lati. Dovetti fare il bis... in fondo non era sempre che mangiavo dolci. Justin mangiò poco e si prese una bella sgridata da parte di mamma. Io le diedi ragione e lui mi guardò come a incenerirmi con lo sguardo. Quando ci vuole, ci vuole.

- Ragazzi noi usciamo.. - annunciò mamma. Io stavo costringendo Zac a guardare un film d'azione. Lui voleva uscire, ma a me seccava.

- Mamma io devo andare da Rayan... - annunciò Justin, afferrando il suo giubbotto.

- Cosa? No, tu non esci! -

- Ma è a pochi passi da qui! -

- Non m'interessa. Se prendi freddo ti riviene la febbre e ti è appena passata da pochissimo. Inoltre domani hai scuola -

- Sono solo le cinque di pomeriggio! -

- Ho detto di no! -

- Mi accompagnate voi con la macchina! -

- Devi stare a casa! -

- Vuoi smetterla di trattarmi come un bambino? -

- Justin non alzare il tono di voce con me! - disse la donna che alzò il tono di voce. Da notare l'ironia..

- Io sto uscendo! -

- Non provarci Justin - mio padre era in macchina o lo avrebbe fulminato. Juss si avvicinò alla porta e mia mamma lo tirò dentro, girandolo bruscamente verso di lei. Io preferivo guardare quella scena che il film.

- Ho detto di no! Li capisci gli ordini? -

- La febbre è passata, Rayan abita a due passi da qui, perchè cazzo non dovrei andarci? - Sbam! Uno schiaffo dritto sul suo viso...

- Non usare questo tono con me e fila in camera tua. Stai rovinando questa bella giornata con il tuo carattere! - urlò isterica. Justin, il cui volto era ancora verso destra per lo schiaffo subito, la guardò negli occhi e aprì la porta.

- Se esci da qui sei in punizione! -

- Fai quello che vuoi! - urlò questo di rimando. Uscendo di casa e sfuggendo dalla presa di mia mamma, che si scusò infinitamente con Zac prima di uscire fuori.

- Scusalo... solitamente non fa così - ammisi ancora scioccata.

- Non ti preoccupare. Mi dispiace di essere stato qui in questo momento, dovevate essere soli, come un'unità familiare intendo -

- Non importa -

Lo baciai e poi continuammo a guardare il film, fino a quando non dovette andare a casa. Io aggiustai lo zaino e fortunatamente non dovetti fare compiti, era troppo tardi. Aspettai l'arrivo di mamma e papà e poi quello ancora furioso di Justin. Aveva la guancia sinistra un pò arrossata.

- Justin! Ti voglio in salotto - urlò mio padre. Quest'ultimo sbuffò. Scese le scale che aveva prima salito e poi ci raggiunse sul divano, dove ero anche io.

- Oggi hai risposto male a tua madre davanti a persone! -

- Lei non mi lasciava uscire! -

- Lo ha fatto per il tuo bene! -

- Sai che odio quando mi trattano da bambino davanti alle persone -

- Sai quanto odio quando tratti così tua madre no? -

- Si lo so... ma non ho più cinque anni -

- Questo non ti dà il diritto di fare finta che non sei stato male e uscire di casa -

- Volevo prendere aria. Qui soffocavo -

- Non è un problema. Aprivi le finistre... -

- Quanto sarcasmo! Vuoi mettermi in punizione? Bene. Posso andare? -

- Cosa ti prende? Perchè fai così? -

- Perchè voglio andare in camera e odio essere trattato da bambino - iniziò a salire le scale e mio padre si alzò furioso dal divano e lo afferrò per il braccio facendolo voltare.

- Non andartene quanto ti parlo - non lo avevo mai visto così furioso. Mi sentivo come una mosca in un bicchiere d'acqua.

- Cos'altro vuoi? -

- Vogl..... - si interruppe bruscamente e si avvicinò a Justin.

- Justin.... -

- Si? - chiese lui spalancando un pò gli occhi.

- Hai fumato? - domandò mio padre, guardandolo fisso negli occhi e stringendo le sue mani sulle spalle di mio fratello.

- No.. -

- Justin non mentirmi... - tratteneva a stento la rabbia. Ne ero sicura.

- Ho detto di no -

- Justin si sente da qui che la puzza di sigaretta ce l'hai addosso! - mio fratello non osò rispondere ed ecco che partì uno schiaffo da parte di mio padre. Talmente forte da fargli quasi perdere l'equilibrio. Lui lo guardò scioccato e faticosamente prese parola - Me lo avevi promessi - disse lasciandoci in confusione e scappando in camera sua. Con gli occhi inevitabilmente lucidi. Mio padre ancora scosso da quelle ultime parole si andò a sedere e guardò mia madre che voleva spiegazioni.

Io? Beh io ero totalmente scioccata. Mio fratello che fumava? Non me lo sarei mai aspettata.

- Cosa gli avevi promesso? - chiese mia madre.

- Che non gli avrei mai alzato un dito - ammise sconfitto, abbassando lo sguardo al suolo. Solo in quel momento capii come potesse sentirsi Justin. Aveva appena scoperto che suo padre non sapeva mantere le promesse.


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ABBASTANZA LUNGO QUESTO CAPITOLO NO? BEH SPERO DI ESSERMI FATTA PERDONARE DATO CHE NON AGGIORNO DA MOLTO TEMPO. PURTROPPO IL TECNICO NON VUOLE AGGIUSTARMI INTERNET E NON RIESCO A FARLO FUNZIONARE. NON SO NEMMENO IO GRAZIE A COSA ORA STA PRENDENDO. RINGRAZIO TUTTI E MI SCUSO SE NON POSSO AVVISARVI DI AVER AGGIORNATO MA QUI IL TEMPO SCADE AHAHAH A PRESTO E SPERO TANTO CHE VI PIACCIA E CHE RECENSIATEE <3

  
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