****Il
Cigno e la bambina****
Capitolo
4
Due
Ragazzi, Una Madre, e Una Sorpresa Inaspettata.
Tranquillamente,
i due fratelli giocherellavano con la piccola, seduti su una panchina del parco,
tra le risatine sdentate della neonata.
Sembrava
tutto tranquillo.
Ma
si sa, la tranquillità dura molto poco.
E
presto, ne avrebbero avuto la conferma.
Infatti, Shun, dopo qualche minuto s’alzò: “Ehi, dove vai?” gli
chiese Hyoga, tenendo la piccola tra le braccia, “A prendere qualcosa da
leggere, c’è un rivenditore di giornali laggiù.” spiegò tranquillo il più
giovane, dirigendosi attraverso il parco, diretto presso il piccolo chioschetto
in legno che sorgeva poco lontano.
Il ragazzo dai capelli bruni acquistò distrattamente un
quotidiano, pagò, e fece per tornare indietro, quando un’ articolo in prima
pagina e una foto attirarono la sua attenzione.
Lesse rapidamente il titolo, e sbiancò: “Non è possibile…”
mormorò, ma l’articolo non lasciava il benché minimo dubbio, e anche la grossa
foto che lo corredava.
Rapidamente, corse verso il
fratello.
Dovevano fare qualcosa.
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Cygnus era seduto sulla panchina quando vide il fratello corrergli
incontro, il viso fino a poco prima tranquillo e rilassato, ora contratto in un
espressione di stupore e ansia: “Cosa succede, Shun?” chiese
preoccupato.
Per tutta risposta, il bruno gli mostrò il giornale: “Leggi qui!”
sbottò.
Il biondo sbuffò, e prese il quotidiano, e anche lui ebbe la
stessa reazione.
Deglutì più volte, gli occhioni azzurri erano
sbarrati.
Fissò il fratello, poi l’articolo, e ancora il
fratello.
Shun si sedette al suo fianco, prendendo la piccola in braccio e
posandole un dolce bacetto sulla fronte, aggrottata nel tentativo di capire
quell’intrico di segnetti e strani simboli (la lingua
giapponese).
“Ancora senza esito le ricerche della piccola Izumi Mizuki,
l’unica figlia della famiglia Mizuki, una delle più ricche del Giappone. La
piccola, rapita alla sua governante durante un tentativo di rapina, è sparita da
ormai quasi cinque giorni. Una donna, vicina alla famiglia e alla piccola ha
lanciato un appello: “Se avete cuore, restituite la piccola alla sua
famiglia.”.
Ma, nonostante l’accorato appello di questa giovane donna, la
madrina della bambina, Izumi è ancora nelle mani dei suoi
rapitori.
Chiunque la veda, è pregato di riferirlo al più vicino comando di
polizia.
Sotto, una foto della bambina, in braccio a una donna, la sua
madrina, secondo la didascalia.
Il viso della donna non si vedeva bene, ma i lineamenti della
bimba erano inconfondibili.
Era la piccola Natassia.
I due fratelli si guardarono in viso,
sconvolti.
“Ecco perché l’avevano abbandonata sulla spiaggia, per paura di
essere scoperti. Povera piccola…” sussurrò Shun, carezzandole la testolina,
“Dobbiamo portarla a casa sua… Villa Mizuki so qual è, è vicino al Manor.”
affermò Hyoga, alzandosi in piedi, e aiutando il fratello a far lo
stesso.
“Forza, riportiamola a casa sua.” sussurrò teneramente, mentre la
bimba si addormentava tra le braccia di Shun.
I due ragazzi lasciarono il parco, dirigendosi verso il quartiere
residenziale.
Era il tramonto ormai.
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I due ragazzi camminavano tranquilli per le vie ampie del loro
quartiere.
La villa dei Mizuki si trovava proprio al centro del quartiere,
nei pressi di Villa Kido, ed entrambi sapevano che Saori era molto amica della
signora Mizuki, malgrado l’abisso d’età che le
separava.
Ormai erano quasi arrivati.
In lontananza già si scorgeva Kido Manor, con le sue austere
colonne greche che reggono il porticato, con l’enorme balcone che indica lo studio-salotto di Saori,
con la statua di Athena sul tetto.
Tutti, vedendola, avrebbero pensato all’eccentricità dei
proprietari, ma la realtà era ben diversa.
E solo loro e pochi altri la
conoscevano.
Improvvisamente, dal cortile, udirono la voce di Seiya e Shiryu
che giocavano a pallone e decisero di allungare il
passo.
Superarono di corsa il cancello e si diressero rapidamente verso
la villa che sorgeva poco lontano.
Villa Mizuki.
Era una bella abitazione signorile, anch’essa in stile greco, ma,
a differenza di Kido Manor, le statue raffiguravano
Poseidon.
Giunti presso il cancello, i due furono fermati da una guardia:
“Ehi, ragazzi, non potete stare qui.” affermò lui, cercando di cacciarli via, ma
con un semplice sguardo, Hyoga lo fece arretrare, “Dobbiamo parlare con la
signora Mizuki, è importante!” replicò Shun, “Abbiamo con noi la piccola Izumi.”
terminò.
La guardia annuì, e borbottò qualcosa nel piccolo walkie-talkie
che teneva alla cintura.
Poi li fece passare: “Vi aspettano nell’ingresso.” disse solo,
aprendo la cancellata.
I due ragazzi si inoltrarono nel parco, con la
piccola.
Il giardino era molto simile al loro, e a Shun parve quasi di
sentire le voci di Seiya, di Shi…
Con un sospiro triste, si voltò verso il fratello: “Come pensi che
la prenderanno gli altri una volta che racconteremo loro la storia? Seiya ci
odierà, vero?” affermò lui a mezza voce, a capo
chino.
Il biondo gli passò un braccio dietro il collo, e gli sorrise:
“Vedrai, capiranno. Seiya non è stupido, se gli spiegheremo tutto con calma,
vedrai che accetteranno la situazione, e ci
perdoneranno.”.
Erano arrivati all’ingresso.
La porta era aperta.
I due ragazzi, entrarono.
Si ritrovarono in un enorme hall, e una giovane donna,
dall’espressione abbattuta che sembrava aspettare
qualcuno.
Loro.
Quando li vide, corse loro incontro, le lacrime che scorrevano
copiose dagli occhi.
La madre della bambina.
I due ragazzi l’avevano già vista un paio di volte, quando veniva
a far visita a Saori-san.
A entrambi si strinse il cuore, nel vedere quella scena, Shun
trattenne a stento le lacrime.
Entrambi avevano perso i genitori, ed erano ormai anni che non
sentivano sulla loro pelle il calore di un abbraccio
materno.
E nel vedere la bimba che avevano accudito con tanto amore
coccolata dalla madre, per poco non scoppiarono in lacrime, nei loro cuori, un
misto di gelosia e gioia.
Poi, la donna li guardò.
Era felice, e a quello sguardo, i due ragazzi non poterono più
provare alcun sentimento di gelosia, perché conoscevano bene quello sguardo, lo
sguardo di una madre felice per il proprio
figlio.
“Grazie di cuore ragazzi, grazie infinitamente…” piangeva la
donna, “Non si preoccupi, è stato il nostro dovere.” disse solo Hyoga, “Ma dove
l’avete trovata?” chiese lei, ancora scossa “Era sulla spiaggia, l’ho ritrovata
io, e non sapevo cosa fare. Così è rimasta con me e mio fratello. Solo oggi
abbiamo scoperto tutto. La preghiamo di perdonarci per il dolore arrecatole.”
Cercò di spiegare lui, era ancora
molto confuso.
Ma la donna capì lo stesso: “Vi credo, so riconoscere una brava
persona quando la vedo, e voi due, ragazzi, lo siete. Venite, vi presento alla
madrina di mia figlia, era molto in pensiero per lei, e sono certa che vorrà
ringraziarvi di persona. Seguitemi.”.
Dopo aver affidato la bambina alle cure della nutrice, i due
ragazzi furono condotti nel salotto.
“Saori, questi sono i ragazzi che mi han riportato Izumi.”
annunciò la donna, entrando nella sala.
A quel nome, sia Shun che Hyoga si
bloccarono.
E così la donna che li attendeva nella sala
s’alzò.
I tre si fissarono negli occhi per alcuni istanti, incapaci di
dire alcunché, poi Saori rise, e si rivolse all’amica: “Mikoto, tua figlia non
poteva capitare in mani migliori. Ti presento due persone molto speciali, Shun e
Hyoga Kido, i miei fratelli adottivi.” disse
lei.
I due ragazzi le corsero incontro e la
abbracciarono.
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Dopo qualche ora, i tre lasciarono la villa per ritornare a
casa.
La giovane duchessa aveva rimandato a casa Tatsumi, preferiva fare
quattro passi coi suoi Saints: “Eravamo molto preoccupati per voi, ma ora ho
capito tutto, siete stati veramente bravi.” affermò Saori ridendo, “Speriamo che
Seiya non l’abbia presa troppo male, mi dispiace di essermi comportato così.”
ammise Cygnus, “Beh, a casa allora meglio chiedere scusa no?” replicò Shun,
introducendosi nel discorso.
Chiacchierando e ridendo, i tre raggiunsero la
villa.
Saori trasse di tasca il telecomando per aprire il cancello quando
questo s’aprì da solo, e una voce li chiamò: “SAORI!! SHUN!!! HYOGA!!!! ERA
ORA!!!”.
I tre alzarono lo sguardo, e videro Shiryu e Seiya correr loro
incontro.
Il più giovane dei Saints abbracciò i due fratelli con trasporto,
e gioia: “Finalmente!! Eravamo tanto preoccupati per voi! Ma dove eravate??!”
interloquì il ragazzo, lasciandoli respirare per un momento, “Ci racconteranno
tutto dentro, Seiya, lasciali andare, li stai soffocando.” affermò Shiryu,
cercando di preservare la salute degli altri due ragazzi, “Ops, scusatemi.” si
allontanò subito Pegasus, prendendoli per i polsi e trascinandoli
dentro.
SALVE
GENTE!!!
ECCO
A VOI IL QUARTO CAPITOLO!!
Beh,
se devo dirla tutta, in realtà sta storia è già stata scritta su carta da Natale
circa ma, essendo io innegabilmente una pigrona, non ho molta voglia di
ricopiarla.
Adesso
siamo ormai alla fine.
Nel
prossimo capitolo, tutto verrà spiegato, e vedremo l’arrivo di una vecchia
conoscenza, e la gioia di tutti.
E
poi, l’epilogo, un epilogo un po’ speciale.
Devo
ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato in questa
avventura.
LILY88:
Questa storia è tutta incentrata su uno sprazzo di vita normale, non amo molto
scrivere sol odi lotte, preferisco le storie tranquille, introspettive e
malinconiche, con tanta dolcezza. Spero che ti piaccia anche questo
capitolo.
ENGEL88:
Anche qui ho salvato le tue unghie?? Presto posterò anche gli ultimi, ci ho
preso gusto a scriverla sta fic!!! Grazie di tutto!
SESSHY94:
Vedi che ti ho accontentato? Tu mi devi dire come va avanti la tua!! Ah, per
caso il nemico nuovo è il vecchio Ares?? XDXD Non mi si frega con la
mitologia!!
CIAO
A TUTTI!
ALLA
PROSSIMA!!
UN
BACIONE
SHUN