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Autore: mardeybum    28/02/2014    4 recensioni
Cosa succederebbe se Luke, prima di un concerto, si mettesse a giocare a Flappy Bird e Calum, annoiato a morte, provasse a distrarlo in svariati modi?
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bored Calum is bored

 
Luke Hemmings era a tanto così dall'urlare un paio di bestemmie quando, a causa di una mossa sbagliata, l'uccellino - questa volta di colore rosso - andò a sbattere contro il tubo e la scritta "game over" gialla che, ogni volta, riusciva a fargli ribollire il sangue nelle vene ma non a farlo desistere e smettere di provare, apparì sullo schermo del suo IPhone. Era a soli tre tubi dal superare il suo precedente record, ma era fermo lì da poco più di un'ora. E più si ripeteva di smettere e più continuava a giocarci. Quella sera i 5 Seconds of Summer si sarebbero esibiti a Manchester e, nonostante fossero tutti emozionati come per ogni concerto, nessuno stava dando di stomaco o urlando come accadde la prima volta che si esibirono - nessuno tranne Luke. Lui, di tanto in tanto, strillava per la frustrazione e l'unico a voltarsi per guardarlo era Calum che era sprofondato nel divano accanto al suo, l'espressione annoiata e la chitarra tra le braccia. Ogni tanto strimpellava qualcosa; Luke riconobbe, tra i mille tentativi di arrivare ad un numero a due cifre di cui poi si sarebbe potuto vantare, Amnesia e anche Lost Boy. Sapeva che quelle erano le sue canzoni preferite perché gliel'aveva confidato una sera, quando Michael e Ashton erano andati in giro ad ubriacarsi e loro, ancora diciassettenni e non legali, erano rimasti in hotel a cantare e farsi il solletico. Glielo disse così, tra una risata e il ritornello di For Baltimore, e Luke all'inizio non capì perché l'avesse fatto. Tutt'ora non sa che Calum, quando canta che non può accettare il fatto che non ci sia niente di meglio, si riferisce a lui. E' troppo ingenuo, Luke, per capirlo. Fu quando Calum fece vibrare le corde per l'ultima nota della canzone che riuscì a superare il suo record. Esultò per qualche secondo, attirando l'attenzione del bassista, che, con una mossa che lo fece quasi assomigliare ad una volpe, posò la chitarra e si avvicinò a lui tanto da riuscire a sporgersi e vedere come se la stesse cavando. «Dodici?» domandò, accompagnando le parole con un verso di scherno. «Luke, se la cava meglio Michael quando è ubriaco!»
A quelle parole Luke gli lanciò uno sguardo assassino, ora ancora più convinto che mai che avrebbe superato quel dannatissimo record, avesse dovuto impiegarci tutta la notte. Una vocetta nella sua testa gli suggerì che lo voleva fare soltanto perché così avrebbe fatto colpo su Calum. E forse era vero perché Luke, la cui mamma gli ripeteva sempre quanto geloso fosse delle cose, ma soprattutto delle persone, non riusciva a sopportare il tono quasi sognante che  Calum - il suo Calum - usava quando parlava di Michael o di Ashton. Perciò, con gesti stizziti, ci tentò per quella che era la duecentesima volta di fila. Ma Luke è ingenuo e quella sera non aveva ancora fatto i conti con Calum, che, quando s'impunta, può essere più testardo degli altri tre messi assieme. «Luke?» lo chiamò, puntellandogli la spalla con un dito.
Il biondo, senza spostare gli occhi dallo schermo, lo incitò a continuare. Calum stette in silenzio per qualche secondo, forse scegliendo la domanda più stupida che avesse pensato. «Stasera andiamo da Nandos
«Chiedi a Michael e Ashton» lo liquidò Luke. Nel frattempo l'uccellino planò verso il basso e cadde di becco sul prato. Luke grugnì e ricominciò daccapo. Calum scosse la testa e «No, io intendevo solo noi due» fece, serafico. Luke ce la mise tutta per non arrossire, neanche avesse detto di volerlo trombare lì su due piedi.
«Va bene, Cal» rispose Luke, deglutendo a vuoto svariate volte.
Il bassista rimase in silenzio per quattro turni. Decisamente troppo tempo, constatò Luke, il quale intanto si stava preparando a ciò che stava architettando Calum. Qualcosa gli diceva che non sarebbe stato nulla di buono. «Pensi che i piccioni abbiano sentimenti?» sbottò all'improvviso, lasciando Luke del tutto spiazzato. Quest'ultimo gli lanciò un'occhiata sconsolata e notò che, con le labbra corrucciate e le sopracciglia inarcate, gli faceva tenerezza e quasi gli venne voglia di lasciar perdere il gioco e tirargli una guancia. Quasi, appunto, infatti non lo fece ma anzi spostò di nuovo lo sguardo sul telefono. «Ovvio che ce l'hanno» rispose finalmente, piccato. Lo sentì sbuffare rumorosamente, forse perché non era riuscito a distrarlo - non ancora, perlomeno. Calum si alzò, vagando per il camerino, sfiorando le corde delle chitarre e lanciando sguardi al corridoio, forse sperando di vederci Michael, che l'avrebbe di sicuro aiutato nel suo intento. Sbuffò ancora una volta perché l'amico non si sarebbe fatto vivo - probabilmente stava provando insieme ad Ashton - e raggiunse con pochi passi il minifrigo. Esaminò l'interno per molto, tanto che Luke pensò che magari avesse perso la voglia di importunarlo. Alla fine ne estrasse una Red Bull e dopo averla osservata, come se quella contenesse il segreto che avrebbe salvato l'umanità o il modo con cui avrebbe distratto il chitarrista, «Ne vuoi un po'?» domandò, sovrappensiero, aprendola e trangugiandone il contenuto. Luke fece l'errore madornale di alzare gli occhi esattamente nello stesso momento in cui Calum gli si era avvicinato e si stava leccando le labbra impregnate. Il biondo deglutì - di nuovo, pensò con un filo di irritazione - e scosse il capo energicamente. Con un gesto veloce, Calum ammaccò la lattina e centrò il cestino distante pochi metri mentre Luke era tornato a far volare l'uccellino del gioco che stava uccidendo anche gli ultimi neuroni rimasti della popolazione del mondo. Non si sarebbe meravigliato se quella sera, al concerto, avesse cominciato a fare cose stupide - anche più stupide dei suoi soliti salti dagli amplificatori. Prima o poi si romperà un braccio e allora come riuscirà a suonare la sua chitarra? Calum lo stava fissando da un bel po', probabilmente domandandosi perché stesse guardando con tanta attenzione il muro. Fu quando Luke si riscosse che si convinse a chiedere: «A cosa stavi pensando?»
Luke lo guardò, poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma Calum lo precedette. «Di' la verità, stavi immaginando me... Nudo» fece, il tono malizioso e un sorrisetto ammiccante che era soltanto suo e di nessun altro. Luke sgranò gli occhi azzurrissimi e cominciò a tossire così tanto che si piegò in due, rischiando di cadere dal divano. Il cellulare che finì sul pavimento fu un ottimo pretesto per accovacciarsi e nascondersi dallo sguardo del bassista e far scemare il rossore diffusosi sulle sue guance. Ed era in momenti come questi che Luke malediva la sua pelle troppo chiara che mostrava ogni minimo accenno di imbarazzo. Tossì ancora e ancora, fino a quando il sorriso di Calum si tramutò in uno sguardo preoccupato e «Stai bene?» si premurò di chiedere.
«Tutto okay» mentì Luke. Ma nulla era "okay", dal momento che adesso lo stava davvero immaginando senza vestiti. Nella sua testa, la maglia bianca era sul pavimento insieme ai pantaloni e ai suoi boxer verdi coi tucani - che erano tanto teneri quanto un'offesa alla moda. Dovette distogliere lo sguardo, avendo paura che Calum potesse intuirlo soltanto guardandolo negli occhi. «Ho indovinato, non è così?» ridacchiò il bassista incrociando le braccia al petto, per nulla scalfito dall'intera situazione. Chiunque altro sarebbe rimasto infastidito se proprio migliore amico - lo stesso ragazzino che aveva conosciuto nove anni prima e che nel tempo era diventato quasi un fratello - pensasse queste cose, ma Calum no; lui avrebbe sfruttato la cosa e l'avrebbe rigirata a suo piacimento. «N-no» gemette Luke, con quel filo di voce che gli era rimasto. In questo modo però non sarebbe riuscito a convincere neanche se stesso.
«Non ci credo,» 
«No» ripeté Luke, ora più convinto.
Calum ignorò le sue parole e continuò ad avvicinarsi. Si fermò giusto a pochi centimetri e, con gesti lenti e destabilizzanti per i nervi già tesi di Luke, sfilò il cellulare dalle mani del chitarrista e lo lanciò lontano, affianco a dove aveva immaginato che stessero i vestiti di Calum. Fece per protestare perché hey, gli IPhone non crescono sugli alberi!, ma Calum avvicinò le labbra al suo orecchio e questo fu sufficiente a farlo rabbrividire. Serrò le palpebre; il respiro del bassista gli solleticava il collo e bastava ed avanzava a mandarlo in estasi, ma si aggiunse una sola parola, un "beccato" sussurrato così piano che, se Calum non fosse stato così dannatamente vicino, Luke non avrebbe sentito e il suo corpo da adolescente con gli ormoni a mille non avrebbe reagito, che lo fece gemere come una ragazzina. E adesso Calum sapeva di averlo in pugno; sarebbe bastato un solo movimento o una parola di troppo e si sarebbe allontanato, continuando a fare ciò che stava facendo e lasciando Luke con un palmo di naso ed una mezza erezione nei pantaloni già troppo stretti. Perché lo sapeva che il biondino si eccitava con un nonnulla e questo, per qualche motivo, eccitava anche lui. Ora Calum si stava sistemando a cavalcioni su di lui e Luke si rifiutava di aprire gli occhi perché temeva che anche uno sguardo l'avrebbe fatto crollare. «Ti piacerebbe se ti baciassi, Luke?» domandò, con una genuinità che non gli si addiceva per nulla, e si aggrappò alla camicia a quadri di Luke. Quest'ultimo, invece di respingerlo - come gli diceva di fare una piccola parte della sua mente, l'unica rimasta lucida perché cazzo, è il tuo migliore amico! - annuì, poiché non sarebbe riuscito a pronunciare una singola sillaba in quello stato. Il più grande, con una lentezza estenuante, quasi volesse metterlo alla prova, appoggiò le labbra sulla sua guancia e vi lasciò un bacio umidiccio, uno di quelli che Luke aveva ricevuto già in quantita spropositate e di cui era stufo. Quel gesto gli fece finalmente aprire gli occhi di scatto, come avrebbe fatto una secchiata d'acqua gelata, e un mormorio di protesta gli uscì dalle labbra fini. Calum scoppiò in una risata rauca e, per tutta risposta, poggiò le labbra sull'altra guancia. Poi le spostò sul naso - a Calum piaceva da morire il suo naso, ma non più della sua bocca - e fu allora che Luke perse la pazienza; attirò Calum a se' e fece aderire le sue labbra a quelle dell'altro in un bacio ai limiti del casto. Si riscoprì presto senza fiato e dovette staccarsi a malincuore, il retrogusto di Red Bull ancora sulla lingua. «Questo è un bacio» si sentì in dovere di chiarire. Subito fu zittito da un altro bacio, forse più aggressivo del precedente; Calum cominciò a modergli e succhiargli il labbro inferiore e il biondo mugolò ancora. Luke lasciò andare un sospiro quando l'altro spostò le labbra sul collo, giusto il tempo di lasciargli un segno rosso e fin troppo evidente. Luke era tanto preso da tutto quello che neanche si domandò come avrebbe potuto coprirlo dato che indossare una sciarpa era un'idea terribile. Calum era riuscito a slacciargli soltanto i primi tre bottoni della camicia prima che qualcuno li interrompesse. 
«Siete pron- oh, mio Dio!». Ashton era entrato nella stanza per avvertire che il concerto sarebbe inizato presto - troppo presto per i gusti di Luke - e li aveva trovati in una scena un filino compromettente: Calum era ancora spalmato sul biondo, le labbra ancora vicinissime e rosse così come le guance. Il bassista saltò giù dalle gambe di Luke e lanciò un'occhiata truce ad Ashton, che però era troppo occupato a capirci qualcosa per accorgersene. «Cosa stavate facendo?» strillò così forte da attirare Michael. Il poverino entrò di corsa nella stanza col fiatone e la chitarra ancora in mano. Era quasi una scena comica e Luke avrebbe riso, se solo non fosse stato strappato dalle braccia di Calum. «Cosa cazzo sta succendendo? E tu, perché cazzo urli?»
«Questi due» additò Calum e Luke, stringendo gli occhi a due fessure. Aveva cominciato ad assomigliare pericolosamente ad un drago. Luke non si sarebbe meravigliato se, tra una parola e l'altra, avesse sputato un piccolo tentacolo di fuoco, seguito da rivoli di fumo. «Stavano per andarci giù pesante. Nel nostro camerino.»
«Intendi...?» domandò Michael, non troppo sorpreso. Il batterista annuì, facendo svolazzare i capelli tenuti dietro da una bandana. Michael scrollò le spalle e «Prima o poi sarebbe dovuto succedere
» rispose. Alzò il pollice verso Luke, mormorò un "Per il tuo compleanno ti regalo una scatola di preservativi", che fece arrossire il biondo, poi girò i tacchi e uscì dalla stanza. Ashton gli trotterellò dietro, continuando a sbraitare cose come: "Cosa significa "prima o poi sarebbe dovuto succedere"?" o "Perché non me l'hai detto?" fino a calmarsi ed esclamare: «Dici che dovremmo dargli qualche dritta?»
«Quanto sai di sesso gay?»
«
Poco e niente.»
«
Appunto.»
I due ragazzi si lanciarono un'occhiata e scoppiarono a ridere. «Baci bene, comunque» gli confessò Calum, facendogli un occhiolino un po' storto. Poi seguì gli altri due amici, lasciando Luke solo a rimuginare su quello che era appena successo. "Ho baciato il mio migliore amico!" e "Wow" erano gli unici pensieri coerenti - forse il secondo non troppo - che riuscì a formulare. Non completamente lucido raggiunse gli altri tre appena in tempo per salire sul palco. Si dimenticò perfino di riabbottonarsi la camicia e cercare un modo per coprire il succhiotto che violaceo e prepotente spiccava sul suo collo e al diavolo ciò che avrebbero detto le fans! Riuscì a cogliere il sorriso rassicurante di Calum e il "Diamoci dentro!" di Michael, prima di salire sul palco e scatenare quel turbinio di emozioni che gli attanagliava lo stomaco.
 
 
Note autrice (o quel che sono)
Sto trovando qualcosa da dire per giustificare tutti i tentativi di scrivere long buttati nel cestino, ma giuro che non me ne viene neppure uno. Ho scritto questa cosa perché ce lo vedo troppo Luke che gioca a Flappy Bird e Calum (quello stronzetto) che lo distrae coi suoi modi un po', come dire, da Calum.
Prima che mi dimentichi, grazie Rossella perché mi sproni ad andare avanti con questa roba e niente, sei bella. 
E nulla, credo di aver finito. Alla prossima :)

 
   
 
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