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Autore: Fred_Deeks_Ben    28/02/2014    1 recensioni
Due nuove arrivate,tre personaggi che conosciamo bene di cui uno un tantino inusuale,un grande segreto,un rapimento e due storie d'amore...come se la caveranno i nostri eroi?
Fanfiction scritta a quattro mani insieme a magika.
N.B.vorrei chiarire che i personaggi e la storia di cui tratto nella fan fiction in questione non appartengono a me ma a chi di diritto,come il programma Squadra Speciale Cobra 11 e io non li utilizzo a scopo di lucro.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inutile

Inutile. Tutto quello che aveva fatto era stato assolutamente inutile.

Non sapeva esattamente quanti giorni erano passati dal suo rapimento ma era sicura si trattasse di più di una settimana. Gilbert era passato quasi tutti i giorni per cercare di convincerla a confessare dove aveva nascosto quella maledetta MicroSD, ma era stato inutile. Proprio come i suoi tentativi di fuga.

Cercava sempre di scappare ma le poche forze che aveva non le erano d'aiuto: ogni giorno si sentiva più debole del precedente, le manette le impedivano anche i più semplici movimenti e il fatto che la notte non dormisse per più di due o tre ore a causa degli incubi, la stava letteralmente distruggendo.

Di tutta quella situazione, la cosa peggiore rimanevano gli incubi. Ogni volta lo stesso, sempre più reale.

Eppure anche lei si rendeva conto che non si trattava di un vero e proprio incubo, ma di un ricordo...un ricordo troppo doloroso per lei: Ben.

Il colpo di pistola che aveva sentito, il corpo del suo collega a terra e un urlo, il suo.

Proprio quando sembrava andare tutto per il meglio, il suo stupido carattere era stato in grado di rovinare tutto. Certo, negli anni aveva imparato a non fidarsi delle persone, ma se il problema era la fiducia, perché non aveva detto niente neanche a Connie, l'unica su cui sapeva di poter contare sempre? Per proteggerla? Bhe...se quello era il motivo allora aveva fatto un ottimo lavoro. Il proiettile che aveva centrato Ben poteva colpire Connie e in quel caso, si che l'avrebbe protetta per bene...che assurdità.

E, nonostante tutto, le sue preoccupazioni continuavano ad riguardare Ben. Non riusciva a toglierselo dalla testa e, finalmente, Isabella realizzò che non era solo per il fatto che si sentisse in colpa. No, certo. Doveva esserci qualcos'altro.

Forse anche tu hai un cuore Isabella Di Angelo...forse anche tu sei capace di amare...sussurrò una vocina nella sua testa. Ma bene! Perfetto! Ora parlava anche da sola come quelle ragazze delle soap opere che ne avevano uno diverso ad ogni puntata. E poi, lei non credeva nell'amore, o almeno non più.

Prima anche lei sognava il ragazzo perfetto con cui mettere su famiglia, ma era ancora bambina e la sua famiglia non era stata massacrata dall'uomo che amava..

Quando si riscosse dai suoi pensieri, sentì una lacrima silenziosa solcarle il viso. La osservò cadere e chiuse gli occhi per un attimo. Sarebbe scappata da lì. Lo avrebbe fatto per Ben, per Connie e anche per i suoi genitori, che avevano sempre creduto in lei. Avrebbe fatto in modo che i sacrifici che tutte quelle persone avevano fatto per lei non fossero inutili.

* * *

 

Inutile. Tutto quello che avevano fatto era stato semplicemente inutile. Tutti le piste erano risultate false...ed ora si trovavano ad un punto morto. Ben era consapevole che le possibilità che Bella fosse ancora viva erano davvero poche ma a lui non importava, avrebbe continuato a cercarla.

Aveva deciso di parlare a Connie e Semir della sua idea sul fatto che Isabella potesse essere a conoscenza di qualcosa di segreto e scomodo per qualcuno.

Secondo i suoi colleghi poteva anche essere vero, ma il ragazzo aveva il sospetto che lo dicessero solo perché oramai non avevano più piste da seguire.

A complicare il tutto c'era il fatto che non riusciva più a pensare lucidamente, concentrato com'era su quello che poteva essere successo alla ragazza rapita. Chissà dov'era adesso e chissà con chi. Magari era ferita gravemente o addirittura già....no. Si disse di non pensarci. Lei non poteva essere morta. Avrebbe fatto l'impossibile per salvarla, anche se questo avesse dovuto significare tentare la morte.

Improvvisamente un'idea lo fulminò: ma certo! Perché non ci aveva pensato prima! L'anticrimine!

Non perse tempo e chiese di getto:

“ Connie, perché tu e Isabella avete deciso di lasciare l'anticrimine?”

“Che...ehm...perché questa domanda?”

“ Bhè...” cominciò il ragazzo “ Siamo tutti d'accordo sul fatto che probabilmente Bella sapeva qualcosa che non avrebbe dovuto sapere, giusto?”

I due annuirono.

“Mi è venuto in mente che forse c'entra qualcosa sul vostro vecchio lavoro...”

Connie annuì pensosa. Poi parlò.

“In realtà è stata Bella a scegliere di andarsene ma eravamo troppo amiche, non avrei mai potuto lasciarla sola, e quindi ho deciso di seguirla...neanche io conosco il motivo che l'ha spinta a consegnare le dimissioni, amava il suo lavoro infondo...però, ora che ci penso...successe un fatto abbastanza strano il giorno prima della sua decisione...”

I due ispettori le fecero cenno di proseguire, forse sarebbero riusciti a venire a capo di quella terribile faccenda.

“Mi ricordo che quella mattina, Bella doveva tornare dal suo turno di notte speciale e...”

“ Scusa” interruppe Semir, beccandosi un'occhiataccia da un ansioso Ben che stava facendo di tutto per non tralasciare nemmeno un dettaglio del racconto.

“ In che senso “speciale?” chiese infine.

“Io veramente non so se posso...è una cosa personale e sapete quanto a Bella non piace che si parli della sua vita privata, non voglio...”

“Senti Connie, ti capisco. Anche a me non farebbe piacere se qualcuno andasse in giro a raccontare i fatti miei ma la tua migliore amica, la nostra amica e collega, è stata rapita e se questa cosa può aiutarci a ritrovarla...beh...è necessario che tu ce la dica...vuoi o no salvarla?!”

“Certo che lo voglio!”

“Bene, allora continua...” terminò Semir facendo un sorriso che riuscì a rassicurare la ragazza.

“Allora, dovete sapere che la sua vita non è stata tutta rosa e fiori. Non per quanto riguarda l'infanzia, no, quella è stata felice; i “problemi” sono iniziati circa un anno fa...

Flashback

Era da molto che Bella indagava su un'organizzazione che spacciava droga in tutta Europa e faceva affari anche con alcuni volti noti del crimine mondiale, che avevano il loro giro nell'America del Nord e in Canada. Il capo di questo giro era veramente furbo, mai un errore o una volta in cui si faceva vedere; era come uno spettro. Invisibile. Molti avevano provato ad indagare e tutti quanti erano morti. Decine di poliziotti che si infiltravano nel giro non ne uscivano più e i loro corpi venivano recapitati direttamente nel suo ufficio, fatti a pezzi o sciolti nell'acido. Lei, giustamente, non riusciva a pensare ad altro che non fosse la vendetta e, proprio per questo motivo, restava tutto il giorno in ufficio a scavare nelle vite dei sottoposti dello Spettro – soprannominato, ormai da tutti, così – cercando ogni cosa che potesse aiutarla a scoprire qualcosa di utile. Le poche volte che usciva dal comando, più che altro per mangiare dato che ora dormiva direttamente lì, erano un incubo perché aveva sempre paura che, rientrando, avrebbe trovato un altro pacco ad aspettarla sulla scrivania. Dopo mesi, finalmente, era riuscita a far infiltrare il miglior agente della sua squadra nell'organizzazione e stavano avendo dei risultati; erano riusciti addirittura a sequestrare un intero carico di droga. Proprio per questo si fece convincere dai colleghi e organizzarono un'uscita per festeggiare. Non era niente di speciale, una normale serata al ristorante tra colleghi, ma per Isabella ci fu dell'altro. Quella sera conobbe Chris...

Stavano uscendo dal locale quando lui la urtò e la fece cadere, scatenando risatine da parte dei presenti. Potete immaginare quanto era furiosa, insomma, già non le piaceva che la gente ridesse di lei e preferiva non essere al centro dell'attenzione, se poi a questo ci si aggiungeva il fatto che era stato uno sconosciuto a ridicolizzarla davanti a tanta gente...be'...non faceva che peggiorare la situazione. Dopo essersi rialzata, in tutta fretta, si allontanò con l'intento di andare a casa, che non distava molto da lì. Era arrivata all'entrata, quando qualcuno la prese per il polso e fece in modo che si girasse: era l'uomo con cui si era scontrata.

“Mi lasci immediatamente...” sibilò nella sua direzione

“Stia tranquilla, volevo solo chiederle scusa per averla fatta cadere” rispose pacatamente lui

“E allora perché non l'ha fatto prima?!” chiese, mentre si liberava della stretta dell'uomo

“L'avrei anche fatto...se lei mi avesse dato il tempo, invece di scappare via” disse, facendo comparire un sorrisetto soddisfatto

“Bhe...” la ragazza era decisa a non dargliela vinta per alcun motivo

“Bhe...cosa?” quanto adorava vincere...

“Se lei fosse stato veramente dispiaciuto mi avrebbe, come minimo, aiutato ad alzarmi!” incrociando le braccia al petto, alzò lo sguardo fiero e incontrò quello dell'altro. Avrebbe preferito non farlo.

L'uomo di fronte a lei era certamente stupendo: capelli biondi, un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque, alto e, per quanto la maglietta le permettesse di vedere, anche abbastanza muscoloso...ma era stata un'altra cosa a colpire Isabella...gli occhi. Quegli occhi erano qualcosa di indescrivibile. Neanche lei sapeva dire di che colore fossero, effettivamente. Forse grigi, forse viola...non riusciva a capirlo, esattamente... Sarebbe volentieri rimasta a guardarli per molto tempo, ma si disse che non era il caso.

“Ok, va bene. Lo ammetto, non sono stato un perfetto gentiluomo. Che ne dice di darmi un'altra possibilità?”

“In che modo? Vuole farmi cadere nuovamente per poi aiutarmi ad alzarmi?!” rispose divertita Bella

“Ahahah...be'...anche quest'idea non è male! Se permette, però, io preferirei invitarla a cena...”

“Ehm...veramente non so se sia una buona idea...”

“Oh, avanti! Il mio è un semplice invito, un'occasione per conoscerci meglio, niente di più”

“E chi le dice che io voglia conoscerla meglio?!”

“Potrebbe aiutare il fatto che lei mi stia fissando da circa dieci minuti...”

Bang. Colpita ed affondata cara Isabella Di Angelo.

“Oh, d'accordo!” si arrese in fine.

Si scambiarono i numeri di telefono ma, proprio quando l'uomo stava per andarsene, Bella si ricordò di un piccolo ma fondamentale particolare.

“Ehi, aspetta! Io non esco con persone di cui non conosco il nome, quindi piacere, io sono Isabella Di Angelo, Bella per gli amici!” disse porgendo la mano all'uomo, che si presentò a sua volta

“ Christopher Cross, Chris per gli amici”

I due si diedero appuntamento per la sera seguente.

Pian piano tra i due iniziò a nascere qualcosa e Isabella non poteva desiderare di meglio: Chris era veramente un uomo fantastico ed erano riusciti a sapere il luogo della prossima consegna, in cui sarebbe stato presente il capo in persona; avrebbero aspettato lo scambio e, solo allora, sarebbero intervenuti mettendo finalmente la parola fine a quella storia.

Peccato che le cose più belle sono destinate a finire, prima o poi.

Anche quella volta fu così.

Il giorno dello scambio Isabella lasciò Chris e i suoi genitori, visto che avevano pranzato da loro, e andò al comando per prepararsi.

Gli uomini della squadra speciale erano in posizione, era tutto pronto. C'era solo un piccolo particolare: mancava lo Spettro. Non potendo più aspettare, decisero di intervenire.

“Fermi tutti, polizia!” e, poi, solo colpi di pistola e corpi a terra.

Compratori e venditori, tutti morti. Qualche agente ferito. Imprecazioni urlate al vento.

“Mi spiegate come facciamo ora a sapere chi è lo Spettro, eh?!”

“Capo, lo ha visto anche lei come è andata. Dovevamo difenderci”

“Scusa Svan, hai rag-...”

“Venite! Questo qui è ancora vivo!”

Isabella si avvicinò velocemente al collega, si chinò sull'uomo e, prendendolo per la maglia, chiese con non troppo grazia

“Dimmi il nome del tuo capo! Adesso!”

“N-on sono così st-stupido”

“Morirai comunque, che tu me lo dica o no. Avanti, fai almeno una cosa buona nella tua vita! Aiutaci...sono già morte troppe persone...aiutaci, ti prego...” disse la ragazza, ripensando ai colleghi che avevano perso la vita ingiustamente.

“Ho una fi-figlia e una moglie...se io le d-dico il nome, mi pro-promette che le proteggerà?” rispose l'uomo tossendo sangue

“Si, glielo prometto!”

“Il su-suo no-nome è Christopher Cross” e, detto questo, chiuse gli occhi per sempre.

Nel momento in cui il criminale pronunciò quelle parole, il mondo di Isabella Di Angelo smise di girare.

Come in un sogno riprese la pistola da terra, si alzò e corse verso la macchina. Direzione, casa dei suoi genitori.

Quando entrò le si presentò davanti agli occhi una scena terribile: il salotto era completamente distrutto, il divano pieno di sangue e, seduti come se stessero guardando la televisione, c'erano i suoi genitori...entrambi morti...

Come se non bastasse, sulla parete opposta, una scritta rosso sangue recitava queste parole: hai voluto sfidare lo Spettro? Ora paghi le dovute conseguenze...

E, sotto, come una specie di macabra firma, un fulmine.

Chiunque, guardando quel disegno, si sarebbe chiesto cosa significasse...lei no, sapeva esattamente cosa voleva dire. Una volta aveva definito Chris “fulmine”, perché i suoi occhi gli ricordavano una tempesta.

A quel punto Isabella non ce la fece più e crollò a terra, piangendo.

Dal quel giorno non fu più la stessa. Niente aria allegra, niente battute e niente sorrisi...solo un guscio vuoto...

Viveva per un solo scopo: trovare Christopher Cross e ucciderlo.

Fine Flashback

“Ma...è terribile!” esclamarono in contemporanea i due ispettori.

“Lo so! Per Bella fu dura fidarsi di me a tal punto da raccontarmi questa storia. Fatto sta che, da quel giorno, ogni volta che aveva del tempo libero cercava prove per far incriminare Chris. Quella notte, evidentemente, aveva visto qualcosa che non doveva vedere...” disse Connie

“Esatto! E io scommetto tutto quello che possiedo che c'entra con l'anticrimine!” continuò Ben

“Se hai davvero ragione, è il caso di fare una visitina ai nostri colleghi. Muoviamoci!” rispose Semir

Non perdendo altro tempo si diressero alla macchina – compresa la ragazza – e partirono, direzione Anticrimine.

Durante il tragitto Ben non fece altro che pensare, con lo sguardo rivolto al paesaggio fuori dal finestrino. L'avrebbe ritrovata. Avrebbe fatto in modo che i sacrifici che aveva fatto non fossero inutili.

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI:

 

Fred_Deeks_Ben: Buona sera gentile popolo criminale!

Magika: siamo tornate di nuovo con questa...ehm...cosa!

Fred_Deeks_Ben:E come potete notare, adesso non siamo più Autrice 1 e 2...

Magika:Ma abbiamo dei nomi!

(Popolo: Ma vah?)

Fred_Deeks_Ben:Ad ogni modo, ci scusiamo umilmente per il nostro piccolo ritarduccio...

Magika:Piccolo? Non aggiorniamo da Maggio!

Fred_Deeks_Ben:E di chi è la colpa stavolta? Sentiamo!

Magika:E...vabbè...forse mia...

Fred_Deeks_Ben:Non forse! E' Tua!

Magika:Okay, questo discorso è irrilevante, vi chiediamo perdono e speriamo che questo capitolo vi sia almeno piaciucchiato un po'...

Fred_Deeks_Ben:E poi Magika vorrebbe anche ringraziarmi perché ho scritto questo capitolo senza il suo aiuto, mi ha abbandonato tra i monti e le caprette!

Magika:Non è vero...le caprette non ci sono dove abiti tu!

Fred_Deeks_Ben:Vabbè, niente, vi lasciamo alla prossima puntata di questa storia molto....aaa!

Magika:E stavolta tornerà anche la magnifica me a scrivere (e smetterà di correggere solamente)!

 

TANTI SALUTI DA MAGIKA

E FRED_DEEKS_BEN

  
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