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Autore: Picciartina    24/06/2008    1 recensioni
Salve a tutti! Ecco la mia prima FF su Slam Dunk, il mio manga/anime preferito! Vi avverto subito che non è una FF Yaoi anche se due personaggi maschili ci sono: Sendoh e Mitsui. La vera protagonista è però una donna, di mia invenzione!! :P Spero vi piaccia! Buona lettura e commentate in tanti!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 RITORNO A CASA

“E questo è tutto...capo” dissi sospirando profondamente dopo il mio lungo discorso.

“Io penso sinceramente cara Evelin che tu stia facendo una stupidaggine...ma in fondo la vita è la tua. Posso solo dirti che ci mancherai qui in redazione. Hai sempre fatto un ottimo lavoro...”

Imbarazzata spostai una ciocca dei miei capelli dietro le orecchie “La ringrazio molto ma...io seguo sempre il mio istinto, anche quando scrivo un pezzo. Ed ora mi dice di tornare a casa...”

Il Sign. Forrest mi sorrise e venne a stringermi la mano “Spero alemeno sia un arrivederci e non un addio...”

“Chi lo sa...” contraccambiai il sorriso e la stretta di mano per poi voltarmi verso l’uscita dell’ufficio.

“Ah! Aspetta Evelin...”

“Mh?”

“Ovviamente appena arriverai a Kanagawa ti contatteranno per formalizzare il trasferimento al Kanagawa Sport Magazine...ma per la maggiorparte delle cose ci ha già pensato il sottoscritto”

Sorrisi ancora “Non so come ringraziarla capo...a presto allora” m’inchinai alla giapponese e osservando di sfuggita il volto del Sign. Forrest vidi una strana smorfia alla quale non potei davvero resistere. Appena varcata la soglia del Chicago Sport News scoppiai a ridere fragorosamente. In effetti tutto questo mi mancherà, e come se mi mancherà...

“ULTIMA CHIAMATA PER IL VOLO DIRETTO A KANAGAWA!!!”

“Uff...quanto pesa questa roba!!”

“E non lamentarti sempre James! Ma che razza di uomo sei!?” urlai per farmi sentire dal “facchino-James” che, 2 km indietro rispetto a me, si era caricato due borsoni enormi sulle spalle e una mega valigia che trascinava con fatica. Tutta roba della sottoscritta, ovvio “I veri uomini non si vedono certo da questo, te lo assicuro!”

“Ah si? E da cosa? Sentiamo...”

“Eh...eheheheh...anf...” sghignazzò con fatica “Ma per favore...che porco che sei” risi per la scenetta appena aggiunta alle tante che avevano coronato ben 4 anni della mia vita qui, a Chicago in compagnia di uno dei migliori amici che una ragazza possa avere, James Lorentz.

Un cascamorto è vero, ma non con me almeno! Non sono proprio il suo tipo, troppo “acqua e sapone” dice lui...le sue preferenze infatti ricadono sempre su qualche Pamela Anderson della situazione, che puntualmente ci casca in pieno fra le grinfie di Jamie...

“Jamie fermo! E’ questa la sala d’aspetto!”

“Fiuuu...meno male, stavo per morire...” disse lasciando, anzi buttando tutto a terra.

Sorrisi ancora mentre l’osservavo, chissà quando l’avrei rivisto...

“Beh, è il momento dei saluti tesoro...” mi disse strizzando l’occhiolino in modo “dannatamente sexy”, o almeno così mi veniva sempre riferito dalle sue conquiste.

“Mi mancherai playboy...” dissi malinconicamente per poi gettargli le braccia al collo.

“Io ancora non capisco proprio perchè te ne ritorni in Giappone. 4 anni fa sei fuggita di nascosto da lì e per tutto questo tempo non hai fatto altro che ripetermi quando odiavi la vita lì, a casa dei tuoi, e ora vuoi ritornarci di tua spontanea volontà, lasciando addirittura un lavoro stupendo come quello di reporter sportivo al Chicago Sport News!?!”

Sospirai mentre ancora mi stringevo a lui “Prima o poi il passato lo si deve affrontare, lo sai. E poi il mio istinto parla chiaro: prossima meta Kanagawa!” sorrisi al mio compagno dandogli poi una sonora pacca sulla spalla “Su su, ce la farai anche senza di me, Jamie...”

“Lo dici tu...chi mi rifarà il letto la mattina? E la colazione? E chi mi laverà le camicie sporche sul colletto di rossetto?”

“Stronzo...” gli diedi una spintarella sorridendo, e lui ricambiò con quel mega sorrisone “rimorchio-anche-un-sasso”, poi mi si avvicinò e mi baciò sulle labbra, così, a stampo. Non era la prima volta...

“Addio Shinobu-chan!” mi disse inchinandosi. Come lo pronunciava male il mio cognome...

“Arrivederci” sottolineai “Lorentz-kun!”

Presi tutto e mi diressi al check-in.

Aaaaaah....aria giapponese! Da quanto tempo...direi anche troppo, forse...

La primavera in America è bella, ma mai quanto qui...

I ciliegi, il vento che già preannucia un’estate afosa, i bambini che corrono in bicicletta anche nelle strade più affollate, che bella sensazione rimettere piede a Kanagawa! Pensavo davvero di non provarla mai più...

Con i bagagli in mano e un bigliettino da visita percorrevo una delle vie principali della mia cittadina natale.

Accidenti però, Kanagawa era cambiata in 4 anni, eccome!

Tecnologia alle stelle: planetari, scuole, stadi nuovi...ora era quasi una metropoli!

“Zona di Higashiyama...bah, non mi ricordo proprio nulla...”

Dopo circa 20 minuti di camminata sotto il sole arrivai a destinazione.

Un attimo, ma cos’è questa roba?

Un’estetista?!

Ma...ma...qui 4 anni fa ci abitava...

Non feci neanche in tempo a finire di pensare che la porta del negozio si spalancò, ed una ragazza alta, con i capelli biondo platino e un’abbronzatura alquanto esagerata mi corse in contro indossando un mini abitino rosa con un grembiulino verde.

“Oooh!! Eccoti finalmente!! Oh mio dio ma quanto sei bella!!” mi strinse a se e per un momento non riuscii bene a prendere fiato

“Tesoro ma non ti ricordi di me? Sono Megu!!”

A quel nome feci un balzo all’indietro e mi coprii la bocca con la mano destra “Sei...proprio tuuuu!!”

Finalmente l’abbraccio era contraccambiato da tutte e due.

Entrai nel locale della mia carissima amica e mi sedei sotto un casco per i capelli, chi l’avrebbe mai detto che ce l’avrebbe fatta alla fine!

“E così è tutto tuo, Megu-chan?” dissi guardandomi intorno.

"Si!" sorrise lei soddisfatta ed orgogliosa.

Nel negozio c’era solo una signora anziana che si stava facendo mettere lo smalto da un ragazzo alquanto “appariscente” dal ciuffo biondo come Megu. Lo è sempre stata un tipo stravagante ed originale, ma mai quanto ora. Ci eravamo solo sentite per telefono in questi 4 anni lontano da casa, e ora mi ospitava, almeno finchè non mi sarei sistemata a dovere. Ovviamente non in negozio, ma nel suo appartamentino al secondo piano. Piccolo, ma in due ci si stava. Infondo ero tornata a casa, ma a tutto pensavo fuorchè a tali cambiamenti...

  
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