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Autore: Picciartina    24/06/2008    0 recensioni
Salve a tutti! Ecco la mia prima FF su Slam Dunk, il mio manga/anime preferito! Vi avverto subito che non è una FF Yaoi anche se due personaggi maschili ci sono: Sendoh e Mitsui. La vera protagonista è però una donna, di mia invenzione!! :P Spero vi piaccia! Buona lettura e commentate in tanti!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“TIC-TIC-TIC...TUC!!”

Spensi la sveglia di casa Megu con una gomitata e mi alzai da quel futon caldo ed appiccicoso dove avevo dormito tutta la notte. Accidenti, lo sapevo che il tradizionale “letto” l’avrei rimpianto...Non mi ricordavo quanto fosse “scomodo” rispettare le tradizioni del mio paese. Aprii la finestra e notai vicino al mio cuscino un bigliettino fuxia con su scritto

"Tesoro sono in negozio, dopo passerò a comperare alcune tinte che sono finite. Per la colazione c’è del thè da fare, sulla mensola della cucina. A più tardi. Megu"

Sorrisi. Che strano mi faceva tutto ciò. Gurdai l’orologio appeso al muro dell’appartamento. Le 9 e 15. Ancora...il mio appuntamento di lavoro era verso le 12...cosa avrei fatto per tutto questo tempo?

Optai per una passeggiata verso i vecchi ricordi. La piazza principale, il mercato del lunedì, il museo di storia naturale, ed infine lo Shohoku, il mio vecchio liceo. Sempre uguale.

Sorrisi di fronte a quel cancello, poi feci per andarmene ma un pazzo correndo quasi m’investì.

“Ma sei matto?! Se non ci vedi, stattene a casa!!”

Neanche si voltò. Non sembrava per niente un liceale, tanto meno indossava la divisa scolastica. Sotto il braccio aveva una palla da basket e ancora correndo si diresse verso il campetto che ricordavo si trovava dietro il campus.

Non so perchè, ma lo seguii.

Forse perchè non avevo nulla da fare in quelle poche ore di tempo libero, o forse perchè il mio istinto ancora si faceva sentire...

Arrivata cercai di nascondermi dietro l’edera rampicante che ornava la rete del campetto. Sembravo una maniaca!!

Appena la palla rimbalzò sull’asfalto sentii un tonfo al cuore.

Quel rumore, quanti ricordi...

Osservai l’uomo misterioso giocare. Non se la cavava per niente male! Ansi, al contrario era da tanto che non vedevo qualcuno giocare così bene a basket (esclusa l’NBA a Chicago).

Ma chi era?

Mentre cercavo di sporgermi per osservare meglio il gioco, mi poggiai sulla rete che appena sfiorata si accasciò a terra....con me sopra!

Mi sfuggì un urlo e l’uomo del basket si voltò di scatto verso di me.

“Ahi ahi...” mi sollevai da terra con fatica, la botta l’avevo bella che presa...non mi ero ancora accorta però che l’improvvisa ombra proiettata sul mio volto era provocata da un’alta figura maschile...

“Tutto a posto signorina?” disse lui porgendomi la mano Che figuraccia! Starà pensando che lo spiavo...e in effetti era proprio così!

“Oh, si la ringrazio è che...ehm...raccoglievo dei fiori e mi sono sporta troppo!!” era meglio se gli dicevo la verità suppongo...che pessima scusa!

Coprii con una mano i raggi del sole che cercavano di accecarmi, e finalmente vidi in volto quel ragazzo. Alto, sul metro e 90, occhi blu come la notte e capelli...beh...”strani” direi, sembrava un porcospino!

“Scusi se l’ho disturbata dal gioco...” cercai di cambiare discorso.

“Ma si figuri!” rise. Che bella risata possente!

“Piacere, Akira Sendo!” si grattò la nuca con la mano, come imbarazzato dalle circostanze.

“Evelin Shinobu! Ansi, Akiko!” sorrisi e gli tesi la mano. Il basketman mi guardò perplesso...

“Evelin o Akiko?”

Che stupida è vero!

“Diciamo Evelin! Akiko è il mio primo nome, Evelin è il mio secondo, datomi da mia madre. Lei era statunitense...”

Sembrava alquanto sorpreso...”E tu di dove sei? Americana o giapponese?”

Sorrisi per la domanda. Quante volte avevo risposto? Avevo perso il conto.

“Metà e metà. Sono nata qui ma ho vissuto fino a ieri all’estero. Era da quattro anni che non vedevo Kanagawa...”

Akira poggiò a terra la palla e prese dalla sua tasca una lattina di coca-cola. “Ne vuoi?”

Lo guardai perplessa. Stando così lontana da casa per tanto tempo, mi ero dimenticata delle buone maniere dei giapponesi. Anche se questo ragazzo era particolarmente gentile.

“Ti ringrazio ma non vorrei...ti serve per l’allenamento!” Indicai con un cenno del capo il canestro del campo e lui di scatto si voltò. Poi rise ancora con quella sua risata rumorosa.

“Non mi stavo nemmeno impegnando!”

“Eppure hai fatto un tiro niente male prima!” mi grattai il mento per pensare

“Ah si?” mi guardò asciugandosi poi con il braccio la sua fronte imperlata di sudore.

“Si...non hai fatto un canestro in sospensione pochi minuti fa?”

Rimase con la bocca spalancata per qualche secondo.

“Ma per caso sei qui per quell’intervista che dovevo fare per il settimanale del Ryonan?! Sei del liceo Ryonan tu?!”

Liceo?!

Ryonan?!

Ma cosa diceva questo pazzo?!?

Ho quasi 23 anni e secondo lui lavoro per il giornalino scolastico di un liceo?!?

Mi sentivo alquanto offesa.

“Scusa ma ora devo veramente andare...ho un appuntamento dall’altro capo della città” era vero in effetti!

“S-cusa non volevo offenderti...io...”

”E’ stato un piacere Akira Sendoh, buon lavoro...” uscii dal campo e mi diressi verso il centro della città.

Ma poi, perchè me la sono presa tanto?!
  
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