Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Violet2013    01/03/2014    16 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
nuovo
''Senti, io non voglio più parlare di ciò che è vero e di ciò che illusione: la vita è breve, non sprechiamo tempo per pensare alla vita. Viviamola e basta''
Woody Allen -La rosa purpurea del Cairo





''Ti prego, abbi pietà di me!''

''Non ho ancora finito con te, Mercedes!"
Silvia le strappò via una manica dello splendido vestito da sposa che la madre di Esteban le aveva cucito personalmente e con tanta fatica: aveva venduto metà delle mucche della sua fattoria per poter acquistare la pregiata stoffa con cui era stato confezionato.
''Silvia, lasciami! Non capisci che io non c'entro niente? Non è colpa mia se Esteban ha scelto me! Inoltre tu lo hai ingannato!''
''Taci, vigliacca! Tu mi hai sempre portato via tutto!'', urlò la sua ex collega, tirando fuori un grosso pugnale.
''Io non ho mai fatto niente! Ti prego, lasciami sposare l'uomo che amo, Silvia! Ti ricordi quanti bei momenti abbiamo passato insieme, alla sartoria? Perchè vuoi sciupare tutto?''
''Troppo tardi, Mercedes. Tu soccomberai ed Esteban sarà mio''






Il suo sonno fu disturbato dal rumore delle pesanti tende della sua camera che venivano spostate e dalla forte luce che, improvvisamente, fu proiettata dal suo viso.
Aprì gli occhi, arrabbiata per il brusco risveglio ma, allo stesso tempo, sollevata di essere finalmente fuori da quell'incubo, e sorrise ad Estrella, che le stava servendo la sua colazione preferita direttamente a letto, su uno splendido vassoio d'argento che apparteneva alla sua famiglia da generazioni.
''Muchas gracias, Estrella''
''Buenos dìas, bambina. Hai dormito bene?''
''Mmh non molto... Ho avuto una specie di incubo sudamericano...'', asserì pensierosa.
''Anche tu?'', spalancò gli occhi la portoricana, stupita.
''Perchè?''
''Ah niente, niente... Vado a lavorare, stasera sarà un inferno aquì!''
''Già, la festa di Nabiki...'', sbuffò.
''No fare così, che te divertirai, tu. Soy yo che devo lavorare e lavorare e lavorare...''
''Lo sai che non amo questo genere di cose, mi annoiano'', rispose addentando una brioche enorme.


''Meno male, mi sentivo un alieno!''
Ranma sorrise alle due donne appoggiato allo stipite della porta della sua stanza, con le braccia incrociate dietro la nuca e vestito solo di un pantalone della tuta grigio.
''Che ci fai qui?'', sbottò la ragazza con ancora un pezzo di croissant alla marmellata in bocca mentre Estrella le copriva gli occhi con una mano.
''Ho visto la porta aperta e speravo di strapparti qualche indizio sul tuo costume di stasera, io non ho ancora deciso come vestirmi''
''Nemmeno io'', mentì prontamente Akane mentre la cameriera si guardava intorno per sincerarsi che il suo abito fosse ben nascosto nell'armadio, ''Anche perchè non sono cose a cui do molta importanza. Deciderò all'ultimo momento''.
''Sei proprio un maschiaccio senza un briciolo di senso del romanticismo''
''Da che pulpito!", urlò lei lanciando, con gli occhi ancora coperti dalla mano dell'amica, un piattino in ceramica in direzione dell'odiosa voce saccente del suo fidanzato.
Ranma recuperò al volo il piattino e si avvicinò per posarlo sul vassoio, mentre la donna si faceva il segno della croce e si alzava dal letto, pronta a congedarsi.
''Fate i bravi voi due, che non avrei l'età per occuparme de un bambino, ahora!"
''Sta' tranquilla, non c'è pericolo che io faccia qualcosa con lei'', rispose il codinato mentre la donna usciva dalla stanza e la giovane si voltava dall'altra parte coprendosi fino al naso col pesante piumone color avorio, offesa. Si sedette sul letto accanto a lei,appoggiando il vassoio sul comodino e cercando, invano, di rubarle un pezzo di coperta per sè.
''Chi ti ha detto che potevi sederti?''
''Te l'hanno mai detto che non sei proprio una maestra dell'accoglienza?'', chiese prendendole il mento tra le dita e cercando di farla voltare verso di lui. Arreso, gattonò fino alla fine del letto, infilandosi direttamente sotto la coperta e strisciando accanto a lei, evitando i suoi calci.
''Che vuoi, Ranma?'', chiese tirando ancora un po' la coperta.
''Perchè ti copri? Cosa nascondi?''
''Ma cosa vuoi che nasconda?'', chiese, alzando la voce, ''Stavo dormendo, se non te ne sei accorto!"
''Non è che c'è il tuo amante, qui sotto, vero?'', chiese iniziando a tastare le coperte.
''Ce ne sono dieci, non li hai visti?'', gli fece una linguaccia.
''Non dirmi che devo compiere un omicidio plurimo di prima mattina, perchè non ne ho proprio voglia!'', rise buttandosi addosso alla fidanzata ed iniziando a farle il solletico per cercare di farle mollare la presa dal piumone. Akane rideva e tirava schiaffi a casaccio, cercando di divoncolarsi e di non soccombere sotto il peso del giovane, che la stava schiacciando.
Finalmente, dopo vari tentativi, riuscì a rubargliene una buona porzione e ad infilarcisi sotto, al caldo.
''Ah, così sto meglio! Fa freddo, eh?''
''Se non andassi in giro nudo...'', replicò lei a bassa voce, con l'espressione livida e contrariata di chi non sa ammettere una sconfitta.
''Beh ma anch'io stavo dormendo! Anzi, per venire qui mi sono addirittura messo i pantaloni. Sai, a letto mi danno fastidio''
''Wow, ora che so che dormi in mutande sono tutta un fuoco, Ranma'', replicò sarcasticamente e con voce atonale lei.
''E lei come dorme, miss Tendo?'', chiese facendole l'occhiolino.
''Non sono cazzi suoi''
''Quanta grazia e raffinatezza ogni volta in cui apre bocca, Madame''
''Dai, fammi finire la colazione. Sono in ritardo'', gli tirò uno schiaffo e cercò di sporgersi oltre il ragazzo per rubare un pezzo di croissant dal vassoio accanto a lui. Ranma la afferrò per i fianchi e le spostò la coperta di dosso.
''Akane Tendo, i nostri telespettatori smaniano per sapere cosa indossi!'', urlò con un tono di voce imperante e teatrale che ricordava quello di Kuno quando lo sfidava a duello in cortile nell'intervallo, circa tre volte a settimana, togliendole le lenzuola di dosso.
''Smettila, scemo!''
''Oh, ma cosa vedo, qui? Ah, quanto sono fortunato!''
''Ranma, lasciami!''
''Ma non capisci, Akane? Un giorno mi ritroverò a condividere il letto con un maschiaccio che dorme con addosso i pigiamini di Spongebob! Non è meravigliosa, la vita?"
''Tu non condividerai il letto proprio con nessuno, maniaco!''
''Questa mise è talmente sexy che lascerebbe senza parole anche Tatewaki Kuno''
''Ma guarda che se non ti piace nessuno ti costringe a guardare!''
''Akane, il problema non è se piacerebbe o meno a me. Il problema è che se miri a un uomo che abbia, non so, più di otto anni, dovresti essere un filino più femmina''
''Abbiamo finito con le lezioni di moda? Sembri uno di quei gay che danno consigli di stile in tv"
''Con la differenza che io sono etero, etero, etero'', scosse la testa.
''Intanto sei a letto con una ragazza e tutto quello che sai fare è parlare di abbigliamento, mio caro etero''.
''Per forza!'', rise lui.
''Per forza, cosa?''
''E dai, Akane, chi mai avrebbe il coraggio di metterti un dito addosso?''
''Ah, grazie!''
Gli diede le spalle e smise di rivolgergli la parola per cinque minuti abbondanti. Ranma, dopo aver smesso di ridere ed aver bevuto un sorso del suo cappuccino, la abbracciò da dietro, abbassando la spallina della sua canottiera e prendendo a baciarle la spalla.
''Vattene, ti odio''
''Ma te la sei presa?''
''Assolutamente no''
''Guarda che hai capito male, come sempre. Intendevo dire che è difficile avvicinarsi a te sapendo che meni come un pugile professionista''
''Non stai migliorando la situazione, se è a questo che miravi''
''Dai, scemotta. Girati, dobbiamo scegliere come vestirci questa sera''
''E chi ti dice che voglia scegliere un travestimento di coppia?'', chiese voltandosi e spingendolo.
''Pensavo che sarebbe stato carino. Potremmo fare, che ne so... Batman e Robin''
''Ranma!'', si lamentò lei, sbuffando.
''Perchè no, scusa? Saremmo perfetti''
Akane abbassò lo sguardo, triste.
''Ranma, vattene. Devo fare un sacco di cose ed ho già perso mezza mattinata per stare dietro alle tue cretinate''
''Che fai, oggi?'', chiese alzandosi. Akane si soffermò un secondo di troppo ad osservare gli addominali scolpiti del ragazzo che si protendevano fino all'elastico dei suoi pantaloni, portati con la vita un po' troppo bassa.
''Devo pranzare con Shin ed accompagnarlo a comprare il suo costume, poi andrò dal parrucchiere, cenerò con Mousse e verremo qui a prepararci''
Ranma storse il naso nel sentire nominare il giovane dagli occhi verdi che aveva conosciuto il giorno prima. Cercò di dissimulare la sua irritazione e raccogliere più informazioni possibili tentando di fare il vago.
''Mi è sembrato di capire che vive insieme a Shampoo''
''Sì, ma non essere geloso. Lei lo ospita perchè suo nonno, che vive qui, è andato a Palm Springs per l'inverno, lasciando le chiavi del suo attico ad un'impresa edile. Intende ristrutturarlo e farne un loft per il nipote, visto che ormai lui è vecchio e vuole andare a vivere al mare''
''Quindi il ragazzo si troverà a vivere da solo in un loft a New York ed a spassarsela con i soldi del nonno?'', domandò ignorando l'allusione della giovane alla sua gelosia per Shampoo e non potendo fare a meno di chiedersi se se la sarebbe spassata anche con Akane, una volta ottenuto l'appartamento.
''Esattamente''
''Bella vita!''
''Non direi, Shinnosuke ha un sacco di problemi''
''Di che genere?'', incalzò.
''Cose private''
''Oh'', si rabbuiò, ''Beh però ha te. T-tu gli vuoi bene, no?'', esitò.
''Beh certo che gli voglio bene, che domande sono?''
''Te lo chiedo perchè di solito con gli ex non si riesce mai a rimanere amici. Hai detto che è il tuo ex, no?''
''Sì, lo è''
''Perchè è finita?''
''Cos'è, un interrogatorio?''
''Sono solo curioso! Dopotutto t-tu sei la mia... Hem... Ed io devo sapere tutto''
''Io non ti ho mai chiesto un elenco in ordine alfabetico delle tue conquiste, però''
''Oh beh, ma io sono un uomo. E' giusto che abbia fatto le mie esperienze, lo dice anche Soun'', continuò nonostante l'espressione irritata di Akane, ''Invece tu sei una ragazza, anche se non sembra, ed è conveniente mantenere un po' di decoro, se non lo sai, altrimenti tanto vale criticare quelle come Shampoo o come Nabiki che almeno fanno tutto alla luce del sole ''
''Io e Shampoo siamo su due pianeti diversi e non ti permetto di paragonarci, nè tanto meno di paragonarla a mia sorella, Ranma"
''Credevo che anche lei fosse un tipo piuttosto allegro''
''C'è una grossa differenza tra l'essere un tipo allegro che sceglie consapevolmente di divertirsi senza prendere in giro se stessa o i suoi partners e che, al bisogno, sa impegnarsi ed essere fedele e devota com'è successo con Jason e l'essere una troia senza speranza che non ha un briciolo di rispetto per il suo corpo e lo usa per legittimare tutti i suoi scopi, la maggior parte dei quali sono legati alla sofferenza di qualcun altro'', rispose d'un fiato, con una punta di amarezza che il codinato non notò, troppo preso dal cercare di capire in quale delle due categorie inquadrare la fidanzata.
''E tu, Akane Tendo, che tipo sei?''
''Io sono io''
''Beh ma anche tu avrai... Sai... Ecco... Io vorrei capire... Con quanti, ecco'' balbettava.
''Ranma, ma cosa stai dicendo?''
''Dai che hai capito''
''Non che ti interessi'', rispose lei, su tutte le furie, ''Ma si da il caso che Shinnosuke non sia quel tipo di ragazzo e che sia stato anche l'unico che io abbia frequentato''
''Oh andiamo, vuoi lasciarmi credere che facevate lunghe passeggiate e che ti teneva la mano al cinema e basta?''
''Esattamente''
''Quindi tu... Sei...'', sorrise. Un sorriso aperto, sincero.
''La conversazione è finita''
''Posso abbracciarti per fare pace?''
''Non pensarci nemmeno''
''E se ci vestissimo come Bob e Patrick?''
''Sei un deficiente!", urlò tirandogli dietro la lampada che teneva sul comodino, sradicandola dalla presa di corrente cui era attaccata.
''E dai!'', scoppiò a ridere, buttandosi sul letto accanto a lei e stringendola a sè, felice.



***






Shampoo si alzò ed entrò nella sua vestaglia in seta preferita, mentre il ragazzo nel letto con lei la guardava ammirato.
Accendendosi una sigaretta, si rilassò sprofondando sui cuscini foderati in raso e buttò una compressa di multivitaminico nel bicchiere d'acqua che la ragazza gli aveva lasciato sul comodino.
''Non che mi dispiaccia intrattenere questo tipo di relazioni, Shampoo, ma vorrei capire cosa stiamo facendo''
''Non lamentarti, non mi sembra che ti stia andando male'', sussurrò lei spazzolandosi i lunghi capelli, seduta davanti allo specchio. ''Avrai la tua Akane e nel frattempo hai me. Non mi sembra un grosso sacrificio per il piccolo favore che ti ho chiesto in cambio''
''E' questo il problema, non ho ancora capito che cosa devo fare''
Si avvicinò a lui e lo fissò dritto negli occhi, seria: ''Devi distruggere Ranma Saotome''
''Vuoi che faccia a botte con uno palesemente più grande e forte di me?''
''No, Shinnosuke, voglio che gli porti via ciò che gli è più caro''
''...E ritorniamo ad Akane''
''Esatto. Sii l'uomo perfetto e l'avrai. E saremo tutti contenti''
''Suona bene''
Si sporse a guardare fuori dalla finestra, mentre il giovane si avvicinava e l'abbracciava. ''E' arrivata Kodachi, ci vediamo stasera''
''Romeo, hai detto?'', chiese infilandosi i jeans.
''Esatto, Romeo'', sorrise saltellando fuori dalla stanza.





***






''Ciao, Shin! Hai l'aria stravolta, stamattina!''
''Buongiorno, Akane! Ho avuto un incubo ed ho passato la notte in bianco...'', mentì mettendo il broncio.
''Cos'hai sognato di tanto brutto?''
''Ecco... Ho sognato che la ragazza che amo scappava via con un altro'', abbassò lo sguardo assumendo un'espressione cupa che fece intenerire la Tendo.
''E chi sarebbe la fortunata?'', chiese scompigliando i capelli dell'amico.
''Non te lo dico'', cantilenò lui, ''Ma è una persona molto, molto speciale''
''Lo immagino, se arrivi addirittura a sognarla la notte'', rispose assorta ripensando all'incubo della notte precedente.
''Akane, come ti vestirai stasera?''
''E' un segreto, non voglio dirlo a nessuno!'', sorrise raggiante, già proiettata con la testa al momento in cui, finalmente, sarebbe stata Giulietta.

In seconda elementare la sua classe aveva partecipato ad un concorso nazionale di recitazione. Avrebbero messo in scena la famosa tragedia Shakespeariana davanti a scuole provenienti da tutto il Paese e, la Akane allora bambina, aveva desiderato con tutta se stessa quel ruolo così romantico e drammatico, così pieno di fascino ed emozione.
Purtroppo per lei, i suoi capelli corti e la madre di Shampoo, direttrice artistica nonchè madrina dell'evento, avevano fatto sì che il ruolo principale fosse assegnato alla cinesina, mentre a lei era toccato essere Romeo.
Ricordava perfettamente di aver abbracciato la sua allora migliore amica, triste anche lei perchè voleva interpretare una parte più marginale, essendo molto timida, e di averle giurato che, un giorno, sarebbe stata una splendida Giulietta Capuleti.
Da quel giorno aveva smesso di tagliarsi i capelli da maschietto ed aveva cercato di acquisire dei modi di fare più aggraziati, ottenendo anche un discreto successo, visto che nessuno poteva negare che, in società, era davvero una principessina di Park Avenue.
Che nella vita di tutti i giorni fosse un maschiaccio portato all'autolesionismo ed all' illegalità, come non mancava mai di farle notare Ranma, era ovviamente un altro discorso.
Chissà che faccia avrebbe fatto quella sera, vedendola scendere la scalinata principale nel suo splendido abito rosso, confezionatole da Nodoka in persona.


''Non importa, sarai comunque splendida'', Shinnosuke la destò dai suoi pensieri.
''Sei troppo buono con me, Shin. Troppo generoso''
''Te lo meriti. Piccola, so che tra di noi non è finita in un bel modo, ma...''
''Basta così'', lo bloccò la Tendo, alzando una mano per farlo smettere di parlare, ''Non importa, Shin. So che non eri in te e sono felice che le cure ti abbiano fatto bene''
''Anche se sono certo che non ti avrei mai fatto del male, non riesco a non pensare che non mi perdonerò mai per averti aggredita in quel modo. Sono un mostro'', si sedette su una panchina ed affondò il viso tra le mani, piangendo sommessamente.

Akane non poteva certo dimenticare la paura che aveva avuto la sera in cui Shinnosuke l'aveva aggredita. Era appena uscita dall'ospedale dopo aver rischiato seriamente la vita, in seguito all'incontro di arti marziali in cui si era gravemente infortunata.
Durante la convalescenza si era sentita sola ed abbandonata: sua madre era mancata da soli tre anni e mentre Kasumi, allora sedicenne, aveva cercato conforto nello studio forsennato delle scienze, impegnandosi al massimo per prepararsi al test di ammissione alla facoltà di medicina, in modo da diventare un bravo dottore ed impedire che altre ragazzine soffrissero per la perdita prematura dei loro cari, Nabiki si era chiusa in un guscio impenetrabile. Dopo aver appreso dell'incidente della sorella non aveva versato una sola lacrima e Soun, preoccupato, le aveva fatto fare il giro di tutti gli psicologi della città per aiutarla ad esternare il suo dolore.
Senza suo padre e le sue sorelle a starle vicino, ad Akane vennero a mancare anche l'affetto degli amici e del fidanzato: con Shampoo aveva litgato sei mesi prima per via di Ataru, e la cinese non era stata in grado di mettere da parte l'orgoglio nemmeno quando la ragazza aveva rischiato di morire. Shinnosuke, invece, aveva preso l'incidente peggio di chiunque altro: giravano varie voci sulla reazione avuta dal giovane nel vedere la propria ragazza in quello stato, alcune delle quali infondate, ma ciò che era certo era che per un ragazzino di quindici anni non era stato facile da sopportare, soprattutto perchè il ragazzino in questione aveva già da tempo qualche problema con la gestione della rabbia, collegato probabilmente all'abbandono dei suoi genitori. Non l'aveva più visto da quando le stringeva la mano mentre la portavano via in ambulanza.
Quando Akane era uscita dall'ospedale, scortata da Estrella e Mousse, le uniche persone che le erano state realmente vicine, Shinnosuke l'aveva aspettata in camera sua.
Akane ricordava perfettamente di aver trovato tutti i suoi karateji ammucchiati per terra, cosparsi da benzina ed altri liquidi combustibili.
Shinnosuke le aveva chiesto -anzi, le aveva imposto-  di dire per sempre addio alle arti marziali, e davanti al rifiuto della Tendo aveva reagito molto male.

Ma era acqua passata ed Akane era un tipo molto meno rancoroso di quanto pensasse la gente. Nel veder tornare Shinnosuke, il giorno di Natale di tre anni dopo, era stata così felice di saperlo finalmente guarito dalle sue manie da dimenticarsi dell'accaduto e perdonarlo definitivamente.
Il problema era far capire al ragazzo che anche lui doveva perdonare se stesso.

''Facciamo un patto, Shin?''
''Dimmi tutto''
''Tu mi offri il dolce più buono che hanno in quella pasticceria e scegli un bel costume per stasera, ed io ti perdono'', gli sorrise.
''Akane...''
''Sì?''
''Potrai mai amarmi di nuovo?''
Soppesò le parole in modo da non ferire i sentimenti del ragazzo, per evitare di farlo precipitare in un altro baratro di disperazione.
''Al momento voglio stare da sola, ma... La vita è strana, no? Chissà, forse un giorno...''
Sapeva che illuderlo era la cosa peggiore da fare, soprattutto perchè pienamente consapevole che mai, mai nella vita sarebbe stato possibile un ritorno di fiamma e che nel suo cuore si stava, lentamente, facendo largo qualcun altro, ma lasciargli uno spiraglio di luce le sembrava la scelta più opportuna.
Certo non sapeva che qualcuno stava spiando la sua conversazione con il bel moro.



***





''Ho detto di no. No, no e no! Non ci vado a quella festa, mà!"
''Non fare il bambino, Ranma. E' il compleanno di tua cognata, inoltre è la vigilia di Capodanno ed è giusto che tu stia al fianco della tua fidanzata''
''Non è la mia fidanzata e Nabiki non è mia cognata! Anzi, se proprio vuoi saperlo credo che Akane sia interessata a qualcun altro''
''Questa, poi...'', sbottò Nodoka allargando le braccia, arresa. Suo figlio aveva certo ereditato molto da lei, ma la testardaggine e l'ottusità erano di Genma. Erano totalmente di Genma.
''E' vero! L'ho sentita con le mie orecchie dire a quel bell'imbusto che: Forse un giorno potrei amarti, hihihi!"
''Ti sei anche messo a spiarla, figliolo?''
''Ma che dici? Passavo di lì per caso e li ho sentiti, tutto qui''
''Ovviamente. E visto che sai tutto saprai anche quali sono i programmi di Akane per la serata, vero?''
''Hem...No''
''Akane sta progettando questo evento da settimane. E' stata lei a dare a Nabiki l'idea della festa in maschera. Sarà Giulietta, se te lo stai chiedendo, e vorrebbe che qualcuno fosse il suo Romeo''
Ranma maledì se stesso pensando alla sua proposta di quella mattina, quando le aveva chiesto di essere Robin.
''Beh, ma io che ne sapevo? E poi non ho nemmeno un costume, non farò mai in tempo a trov...''
S'interruppe nel vedere sua madre che, da una busta porta-abiti in seta rosa con lo stemma della sua azienda, tirava fuori uno splendido completo blu e dorato.
''L'ho fatto per te, amore. L'ho confezionato io personalmente. Era da quando avevo vent'anni che non mi mettevo a tagliare e cucire, Ranma, spero tu riesca a capire quanto tutto questo sia importante per me''
''L'hai fatto tu?'', chiese emozionato in un sussurro, accarezzando dolcemente il capolavoro di sartoria e giocherellando con una delle decorazioni dorate sulle spalline in velluto, ''E' troppo, mà. E' troppo... Troppo bello''.
''Sii all'altezza della situazione, figliolo. Romeo diede la vita per la donna che amava, tu cerca almeno di darle un po' di fiducia''.




Uscì dal laboratorio di sartoria e prese a camminare, infreddolito, verso casa. All'altezza del museo Metropolitan, uno dei tanti che si era ripromesso di visitare, un giorno, incontrò Shampoo.
''Ciao, Ranma''
''Hey, come stai? Sei stata invitata anche tu alla festa?'', chiese indicando la grande busta che la giovane teneva in mano e la stoffa pregiata che ne usciva da un lato.
''Non ti hanno mai detto che le feste più divertenti sono quelle a cui non si è invitati?'', gli fece l'occhiolino lei, maliziosa.
''Non ti permetterò di rovinare la festa a Nabiki. I diciotto anni vengono una volta sola'', rispose tra i denti, con gli occhi ridotti a due fessure.
''Sta' tranquillo, non intendo rovinare la festa a nessuno. Ed il mio accompagnatore èstato  regolarmente invitato. Starò con lui tutta la sera, in caso il tuo ego spropositato ti abbia fatto pensare che sarei venuta per te. E' così sexy e passionale...''
''Non m'interessa'', rispose risoluto, decidendo di darle una stoccata finale prima di lasciarla sola con la sua cattiveria, ''Ora devo andare a prepararmi, sai, io e la mia fidanzata saremo Romeo e Giulietta questa sera, e... Beh, lei sarà bellissima come sempre''
''Romeo e Giulietta, eh?'', chiese sorridendo amaramente. Se anche Ranma fosse stato Romeo i suoi piani di far avvicinare Akane a Shinnosuke sarebbero miseramente falliti, ''Non ne dubito, Ranma, e sarà una bella sorpresa per me capire chi di vuoi due farà l'uomo e chi la donna...''
''Sei molto simpatica''
''Devo andare a prepararmi. Ciao, Capuleti!''
''E' Montecchi! Romeo-Montecchi!" urlò lui alle spalle della giovane, che si era allontanata in fretta e furia con il cellulare in mano.





***




''Allora, come ci si sente a riavere i capelli lunghi?'', le chiese Mousse abbracciandola in ascensore, mentre le porte si aprivano sul salone di casa Tendo.
Si toccò le extention che Malcolm le aveva sapientemente applicato, e che le arrivavano fino al fondoschiena, scendendo lungo i suoi fianchi in morbidi boccoli color nero corvino.
Effettivamente, le mancavano i suoi capelli.
Da quando Shampoo l'aveva costretta a tagliarli aveva pensato a lungo all'idea di farseli allungare artificialmente, ma l'orgoglio ed i complimenti che Ranma aveva rivolto al suo nuovo look l'avevano fatta desistere.

Sorrise al suo migliore amico e salì le scale che portavano alla sua stanza. Appena entrata, lanciò un urlo disperato talmente forte da far accorrere Mousse ed Estrella alla velocità della luce.
Una macchia rossa, come a monito d'avvertimento, si stagliava lungo tutto il tappeto bianco posato davanti al letto. Ad uno sguardo più attento si poteva notare che altro non era che la manica destra del suo costume per la serata, e che il resto del vestito era sparso, in lembi asimmetrici, per tutta la stanza.
''Estrella, chi è stato?'', chiese piangendo, accasciata a terra, mentre il ragazzo cercava di confortarla.
''Ahi, niña, non lo so proprio!''
''Ma è evidente che qualcuno è entrato in questa casa!", urlò Mousse, furioso, ''A che serve avere del personale se nemmeno controlla chi entra e chi esce?''
''Sta' calmino, chico! Le porte sono tutte sorvegliate dalla security da questa mattina, sapete bene che señorina Nabiki fa le cose in grande! Nessuno poteva entrare nè uscire da questo appartamento!''
''E allora è stato qualcuno che era già dentro casa?'', chiese la Tendo disperata, ''Chi è che mi odia così tanto, Estrella? Chi?''
''Nessuno te odia, Akane. Come se potrebbe...''

''Un momento...'', mormorò Mousse pensieroso, avvicinandosi alla finestra socchiusa.
Il giovane notò che uno dei vasi di primule posati sul cornicione era rovesciato e che c'era della terra sparsa sul pavimento immediatamente sotto il davanzale.
''Qualcuno è entrato dalla finestra''
''Impossibile'', replicò la Tendo, ''Solo io so come si fa a salire da lì senza ammazzarsi''
''Ma Ranma sa che l'allarme è disattivato... No che io pensi che quel niño tanto buono e bello sea capace de una cattiveria del genere, che Dio mi fulmini. Solo... Lo sa''
''Quel Ranma Saotome ha passato il limite! Non solo è venuto qui per approfittarsi delle ragazze del posto, si è permesso anche di farti una cosa del genere, Akane!"
''Zitto, Mou. Sai benissimo che Ranma non farebbe mai una cosa del genere''
''Ma se ci pensi era l'unico a sapere che l'allarme non avrebbe suonato e, soprattutto, l'unico abbastanza agile da salire arrampicandosi dalla grondaia senza passare per la casetta sull'albero!"
Mentre Akane rimuginava sulle parole dell'amico, un'immagine le passò per un istante davanti agli occhi, come un flashback.
Lei a dodici anni, che iniziava ad uscire di nascosto la sera per andare a bere litri di frullato al bar di fronte alla sua scuola media.
Lei a dodici anni che, con la sua migliore amica, inventava qualunque stratagemma per scappare di casa, in modo che quest'ultima potesse incontrarsi col ragazzo che le piaceva senza che i suoi genitori la scoprissero.
Lei a dodici anni che invitava Shampoo a dormire da lei e che, quando tutte le luci di casa si spegnevano, si spingeva fuori dalla finestra seguita dall'amica, faceva l'equilibrista sul cornicione, strisciava giù per due piani aggrappata alla grondaia ed atterrava sul balconcino della casa sull'albero che sua madre le aveva fatto costruire in cortile, di nascosto da suo padre e dagli altri inquilini del palazzo. Quella casetta di cui solo lei e la povera Diana conoscevano l'esistenza.
Lei che aveva scoperto grazie all'astuzia dell'amica, una notte in cui erano rimaste fuori perchè il vento aveva fatto chiudere la finestra, che sforzandone un po' i lati con una forcina per capelli questa si sarebbe aperta senza prodursi nel minimo rumore.
La frase che Shampoo le aveva detto quella sera le rimbombò in testa, Akane, sei proprio un' ingenua.

Si alzò in piedi e strinse i pugni, livida.
Benchè nè Mousse nè Estrella fossero in grado di leggerle nella mente, entrambi avevano capito che, anche se non ci fosse stata una Giulietta, si sarebbe comunque consumata una tragedia, quella sera.




Ed eccomi qui di ritorno, scusatemi per il ritardo ma non sono stata a casa e non mi è stato possibile scrivere!
Come alcuni sanno ho già pubblicato questo capitolo una volta, ma Efp ha fatto un casino e non si vedeva da nessuna parte. Ovviamente non avevo salvato l'ultimo pezzo, quindi m'è toccato riscriverlo in fretta e furia e... Sarà pienissimo di errori, vi chiedo scusa in anticipo!
Perdonatemi anche se il capitolo è spezzettato (sì, la citazione iniziale per ora non vi dice niente, lo so!), ma alcuni chiarimenti erano nessari.
Spero di non avervi deluso, ho visto un piccolo calo nelle recensioni e sono già in modalità: ''Oddio, faccio schifo, ecco!"; vi prometto che il capitolo che volevate arriva, e arriva presto, questa volta!
Un bacione ed un grazie enorme a chi legge e commenta!
V.













  
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Violet2013