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Autore: Jane_sfairytales    01/03/2014    2 recensioni
Niall è un ragazzo con un enorme problema: riuscirà Ginevra a guarirlo? O dovrà vedere l'uomo che ama allontanarsi e distruggersi a poco a poco?
From Chapter XXIV: « Non mi interessa ragazzo. Il tuo scopo nella vita non è farti ammazzare tentando di salvare persone che spesso si mettono da sole nei guai o che comunque la polizia potrebbe tranquillamente aiutare se tu gli dessi modo di fare il suo lavoro; smettila una buona volta di fare il paladino della giustizia e fai ciò che ogni uomo come si deve dovrebbe fare: amare la donna che il Signore gli ha concesso di avere accanto e rendere felice ogni giorno della sua vita; è un compito più che onorevole ed è tuo dovere farlo bene. Non fartela scappare ragazzo perché senza di lei la tua vita non vale nulla; non te lo dimenticare mai. »
P.S.
Il titolo della Long è dato dalla canzone "Just the way you are" di Billy Joel.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note.
Consiglio "Weapons" degli Hudson Taylor,
le parole sono perfette per questo capitolo.


 





 


Chapter XXXII – Put down your weapons… let’s be defenceless.
 
« Harry non ci pensare nemmeno! »
« Ginevra, dobbiamo far finta di stare insieme, e così non ci sembra affatto. Su, esci fuori da questa biblioteca, Niall non ci viene più qui. »
« Sì, ma salvare Niall non deve per forza significare uccidere te. » Protestò lei mentre veniva trascinata nel parco.
« Nah, non succederà nulla. E poi, nessuno può resistere al mio fascino. » Concluse ammiccando, cingendole i fianchi per avvicinare i loro corpi e i loro volti.
« Harry, non ho alcuna intenzione di baciarti, mi spiace. » Si svincolò e si sedette sul prato tornando alla sua lettura; l’amico sospirò, poi fece lo stesso posandole il capo sulla spalla per leggere anche lui le “interessantissime” tradizioni delle tribù primitive siberiane.
« Senti, perché stasera non andiamo a farci un giro quando hai finito di lavorare? » Non sapeva se fosse una buona idea poiché non le aveva ancora detto di quanto fosse cretino l’amico a provarci con qualsiasi bipede di sesso femminile, ma non sapeva come fare ad esser sicuro che li vedesse insieme.
« Non ho voglia di vederlo Harry… non sono ancora pronta ad affrontarlo. »
« Allora usciamo domani dopo l’uni? »   
« Ok, però lo sai che sei proprio insopportabile? »
« Io ottengo sempre quello che voglio babe. » Concluse lui lanciandole un’occhiata alla “Maverick”: altro che Tom Cruise. Ma Ginevra non ce la fece e gli scoppiò a ridere in faccia guadagnandosi una buona dose di solletico; almeno una cosa era certa, era riuscito a tirarle su il morale.
 
« Hai sentito? »
« Sì. » Rispose lei quando Liam venne ad aprirle la porta di casa dei genitori di Zayn; lo seguì nello studio del signor Malik e li trovò già tutti lì, seduti a confabulare. La abbracciarono forte per consolarla.
« Che facciamo? » Chiese Louis guardandola speranzoso: evidentemente loro non avevano avuto nessuna buona idea.
« Non credo che riusciremo a beccarlo per un bel po’…» I ragazzi annuirono in conferma. « Mi sa che saremo costretti ad aspettare finché lui non si faccia vivo da sé. » Concluse lei sconsolata prendendo a giocare con una splendida zanna attaccata ad una collanina di caucciù.
« E’ bellissima Zayn… cos’è? »
« E’ un’antica zanna di lupo. È di papà, dice che appartiene da secoli alla nostra famiglia. »
« Sembra uno degli amuleti di una antica tribù siberiana: li usavano per veicolare gli spiriti degli animali affinché entrassero nei loro corpi rendendoli dei grandi guerrieri. »
« Beh, noi siamo di origini siberiane infatti. »
« Ma non è quella che cadde nella “pozione” di Niall? » Chiese Louis pensieroso e l’amico annuì. La mente della ragazza cominciò a lavorare, ma mentre quelle sensazioni strane cominciavano a prendere corpo in un pensiero, Harry parlò distraendola.
« E se ti portassi in giro per locali? »
« Cosa? No! »
« Se lui si arrabbiasse uscirebbe allo scoperto. »
« O forse è proprio perché ieri stavamo insieme che lui ha perso il controllo? »
« Ginny non sai neanche se ci ha visto. Dobbiamo provare. »
« Forse c’è un altro modo…» E così dicendo uscì di corsa di casa ignorando le loro urla.
 
« Che cosa ci fai qui? Hai per caso cambiato idea? »
« No. »
« Allora non ho niente da dirti o meglio, sai già cosa ho da dirti. » Concluse il vecchietto voltandogli le spalle per andare a preparare il tè, lasciandolo solo coi propri pensieri. Il biondo scosse la testa: nell’ultimo periodo era costantemente annebbiata. Causa? Alcool: quel che si dice “annegare i propri dispiaceri”. Risultato: tremendamente scarso. Le mani gli ripresero a tremare quando la rivide tra le braccia di Harry, che rideva spensierata mentre lui ci provava spudoratamente. Sapeva che erano passati due mesi e che era proprio quello che lui doveva desiderare per lei affinché lo dimenticasse, ma vederla con qualcun altro faceva male, troppo male.
Il tintinnio delle tazzine sul tavolinetto lo distolse dalle sue cupe considerazioni, ma Paul ne mise in mezzo altre.
« Quando hai intenzione di smettere? Quando ti ritroverai con una pallottola tra le tue costole di lupo, o quando ti accascerai al suolo con il fegato distrutto dall’alcool? Oppure quando avrai superato il punto di non ritorno uccidendo qualcuno. » L’ultima non era una domanda, ma una gelida e terrificante constatazione, e Niall ne rimase colpito come da una sferzata di vento invernale.
« Non accadrà mai…» soffiò inespressivo.
« Quale delle quattro cose? »
« Tutte. »
« Ah davvero?  Il fegato e il cervello già stanno andando, a giudicare dal tuo alito e dagli occhi acquosi: non sono più neanche azzurri, e dire che a te piacevano tanto perché ti ricordavano i suoi capelli. » Il ragazzo incassò il colpo senza riuscire a ribattere. « E ti stanno braccando Niall: hanno detto al tg che tutte le notti ci saranno delle squadre di fucilieri esperti a pattugliare la città e i dintorni. Quanto credi che ci voglia perché ti becchino? »
« Non lo faranno, non mi trasformerò più. »
« Ti spareranno anche come umano e poi, come puoi affermare una cosa del genere se non riesci neanche  a star in piedi dritto? » Il vecchio era davvero infuriato: non gli importava la statura, la pericolosità o la differenza d’età, ciò che andava detto, andava detto. Infatti un sordo ringhio non tardò a farsi strada nel petto del ragazzo.
« Tu non sai niente…» sibilò alzandosi, i pugni serrati e i denti scoperti. « Tu non sai niente di cosa significhi vivere senza di lei… vederla tra le braccia del tuo migliore amico! » Urlò l’ultima frase a pieni polmoni, poi ringhiò furioso. « Due mesi sono passati, due mesi ed è già come se io non fossi mai esistito! Quel bastardo, la voleva per lui, l’ha sempre voluta e appena io mi sono levato di torno, è corso ad afferrarla e lei, oh lei, che diceva di amarmi di accettarmi per quello che ero e bla bla bla. La vedi tu?! Si è già consolata! Chissà che scintille faranno a letto e come rideranno di me, io che la amavo e volevo solo proteggerla! Io che la seguo ancora la notte, perché ho paura! »
« Tu che l’hai ferita nel modo più brutale ed orrendo possibile; tu incoerente che prima la lasci “per il suo bene”, quando invece sei solo troppo codardo per assumerti la responsabilità di badare a lei e percorrere insieme il cammino della vostra vita, e poi la rivuoi e sei ancora più codardo poiché invece di ammettere quanto il tuo comportamento sia infimo e schifoso, la accusi di infedeltà e, peggio ancora, di non averti mai amato. Svegliati ragazzo: la causa di tutti i tuoi mali sei solo tu! E se lei non vuole più vederti, beh fa bene, perché ciò che sei diventato non è affatto un bello spettacolo. » Il vecchio non l’aveva mai visto trasformarsi, ma c’è sempre una prima volta: gli abiti esplosero in mille pezzettini di stoffa, come fecero anche i muscoli e la pelle, mentre i suoi tratti si dilatavano e affilavano; in men che non si dica, si ritrovò di fronte ad un enorme bestia ringhiante. Cominciò a temere seriamente per la sua vita, ma il suono del campanello li distrasse: il lupo si rintanò in un angolo e distolse lo sguardo, come per calmarsi; Paul decise di andare ad aprire e poco prima di uscire, lo sentì emettere come un mugolio di dolore, ma non riuscì a spiegarselo finché non spalancò la porta d’ingresso. Ginny era esattamente come l’aveva descritta lui: il volto tondo e pallido, con due liquidi ed espressivi occhioni color cioccolato, incorniciato da una ribelle massa di onde dai colori del mare; così piccola e delicata da innestare in chiunque la volontà di proteggerla. La sua voce era poco più di un sussurro, e molto gentile: la rispecchiava totalmente.
« Salve, io so che lei non mi conosce ma…»
Il volto dell’anziano signore si aprì in un sorriso triste.
« Vieni bambina mia, accomodati in salotto. »
« Grazie…» sussurrò lei seguendo le sue indicazioni. « Lei non viene? » Chiese fermandosi sulla porta; lui scosse il capo e sparì su per le scale, per lasciar loro la privacy necessaria.
Ginevra aprì la porta scorrevole lentamente, con la mano che le tremava e il cuore che le martellava in petto: temeva quell’incontro, per quanto lo desiderasse. Alzò piano lo sguardo e lo ritrovò specchiato in due enormi iridi dorate.
« Niall…»  sussurrò avvicinandosi rapidamente. « Stai bene? Sei ferito? Ti hanno fatto del male? » Probabilmente non c’era logica in ciò che gli stava chiedendo, ma aveva scorto talmente tanto dolore in quelle pozze d’oro fuso, da non riuscire a pensare ad altro. Gli occhi del lupo si spalancarono, come stupiti e lei si sentì ancora più confusa, soprattutto quando una zampone la spinse da dietro la schiena facendola immergere nella pelliccia del suo collo, in uno strano e peloso abbraccio. Sentì il muso premerle delicatamente sul dorso e strinse forte le braccia intorno al suo collo: che fosse tornato ad essere il suo Niall?
Quando si staccò, era tornato umano e gli occhi azzurri erano limpidi; le prese delicatamente una mano e la guardò deciso, affinché capisse che credeva veramente in ciò che diceva.
« Sono contento che tu abbia trovato la felicità con Harry: è un bravo ragazzo, saprà amarti come io non ho potuto mai. » Le baciò dolcemente la fronte e si diresse verso la porta.
« Niall aspetta ti prego. » Il suo volto ricomparve da sopra la spalla sinistra. « Ti rivedrò? » E in quella domanda erano racchiusi un milione di significati diversi, che lui seppe cogliere.
« Non preoccuparti, me la so cavare. »
« Non hai risposto alla mia domanda…» Gli prese di nuovo la mano. « Qualunque cosa sia accaduto tra noi, io ci tengo ancora a te e non voglio che ti succeda qualcosa di male. Quindi ti ripeto: ti rivedrò ancora? »
« Sì…» Soffiò piano il biondo.
Mi sei mancata così tanto piccola mia… automaticamente una sua mano raggiunse quel volto piccolo e morbido e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
« Non mi accadrà nulla di male. Starò attento e… non sparirò più. » Il sorriso enorme e sincero che le illuminò il volto fu la ricompensa più gratificante che lui potesse desiderare.


Spazio d'autrice.
Hiiii!
Questo capitolo mi piace tanto, non so spiegarmi il perché (forse perché adoro la canzone che lo rappresenta, boh *-*), e spero sia piaicuto anche a voi. Ora sembra che Niall sia tornato in sé e mi fa tantissima tenerezza: povero cucciolo ferito ed indifeso. =''''''(
Che ne pensate voi? Davvero tornerà ad essere un ragazzo moderato e lascerà Ginevra vivere la sua storia d'amore con Harry, il suo migliore amico? E Ginny ed Harry? Si innamoreranno? Ditemi come la pensate che sono curiosa!!!! *.*
Un bacio, Jane.
P.S. Sto scrivendo una nuova FF, a breve comincerò a pubblicarla, è molto più sul comico e, se vi è piaciuto il carattere di Ginevra, in questa la protagonista è ancora più interessante!!! :D Ah, niente soprannaturale mi spiace, ma l'ambientazione è stupenda ;)
  
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