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Autore: Willows    01/03/2014    2 recensioni
Durante il medioevo, era credenza diffusa che, nascere sotto una determinata combinazione astrale, avrebbe condizionato la vita per sempre. Per esempio, quando eri nato Giove era in congiunzione con Venere?
Allora tranquillo, che la fortuna ti sarebbe sempre stata favorevole. Ti saresti dovuto preoccupare, invece, se il giorno della tua nascita vedeva Marte in opposizione a Saturno (brutta storia quella, piena di presagi di morti dolorose o vite lunghe, ma altrettanto spiacevoli).
Ora, mentre Wendy apre la porta in pigiama – quello carino, con gli orsetti, che risale a quando aveva almeno quattordici anni- macchiato di quello che sembra essere cioccolato (ma avendo due fratelli di cinque anni non si può mai sapere) struccata e con i capelli arruffati, trovandosi davanti Niall, verso cui ha una cotta paurosa da circa tre anni, beh la ragazza è certa del fatto che, il fatidico 17 aprile 1996, giorno della sua nascita, le stelle avessero proprio avuto una posizione di merda.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You think I’m crazy
 

Quando si sveglia Wendy è confusa, parecchio confusa e il simpatico mal di testa che le sta massacrando le tempie non aiuta di certo. La serata di ieri appare confusa nella sua testa, come ha fatto ad arrivare a letto? Stava riordinando il salone quando… il ragazzo tatuato! Dov’è finito? E soprattutto, chi era?
«Mamma!- urla una vocina al suo fianco e la bionda si stupisce di vedere i gemellini seduti ai piedi del suo letto che giocano- mamma Wendy si è svegliata!»
«Stavi russando» afferma Matty, qualche secondo dopo, mentre giocherella con dei lego.
«Non è vero» grugnisce Wendy alzandosi dal letto e stiracchiando le membra indolenzite dal sonno e acciaccate dalla caduta.
«Si invece- è Phil a parlare, accorso in aiuto del fratello- e stavi pure sbavando!»
«No, non è vero. Ma non lo sapete che se dite le bugie, poi vi si accorciano le gambe e non crescete più?» domanda lasciando la stanza e ridendo delle reazioni dei suoi fratellini.
«Mamma, cos’è successo al ragazzo che era in salone? Chi era? E cosa ci faceva a casa nostra?» domanda non appena mette piede in cucina.
La signora Fisher smette per un attimo di fare quello che sta facendo, ovvero lavare i piatti, e si volta verso la figlia con quello sguardo negli occhi.
«No, no e no!- protesta subito la bionda- te lo giuro non me lo sono inventato, era reale»
Vedete, Wendy Fisher è sempre stata una ragazza strana, con una fervida immaginazione e un’illimitata fantasia. Quando era piccola aveva più amici immaginari, che reali e non era strano che spesso parlasse ad alta voce con loro, o che li presentasse ai suoi genitori come se fossero persone in carne ed ossa. All’inizio i coniugi Fisher non ci avevano fatto caso, insomma tutti i bambini hanno amici immaginari giusto? Ma con il tempo e vedendo che Wendy preferiva sempre di più la compagnia dei suoi amici immaginari che le persone esistenti, avevano iniziato a preoccuparsi e tutte le volte che la bambina diceva o faceva qualcosa di strano le lanciavano quello sguardo.
Quello sguardo che diceva: “Tesoro vorrei che fossero reali, ma non vedi che non c’è nessuno? Ma perché fai così? Perché non sei come tutti gli altri?”
Con il tempo questa particolare inclinazione della ragazza era diminuita, insomma adesso ha degli amici reali – pochi, ma li ha- e saranno cinque anni che non parla con quelli immaginari, tuttavia capita che i suoi genitori le scocchino ancora quello sguardo. E lei lo odia.
«Bambolina non stiamo dicendo che te lo sei immaginato- la rassicura il signor Fisher appena entrato in cucina- ma ieri sera hai bevuto, giusto?»
«Sì, però..» protesta la ragazza, ma viene interrotta dal padre con un gesto della mano.
«Non preoccuparti, non siamo arrabbiati. Siamo solo dicendo che, magari, eri un po’ fuori di te ieri, quindi non puoi essere sicura di quello che hai visto»
«Papà ieri sera ho bevuto una birra, non ero sotto acidi, so quello che ho visto!» urla la ragazza spazientita, lasciando la cucina per rifugiarsi in camera sua, da cui caccia Matty e Phil nonostante le loro proteste. Una volta dentro si butta sul letto e soffoca con un cuscino le grida di frustrazione.
Odia quando i suoi genitori la trattano in questo modo, come se fosse fuori di testa o altro, quando cercano di non darle torto senza, tuttavia, darle neanche ragione.
Sa quello che ha visto, e quello che ha visto è un ragazzo con gli occhi azzurri e tatuaggi sulle braccia, che diceva di essere un fantasma.
Più ci pensa, però, più si rende conto di quanto tutto ciò sia assurdo. Forse ha ragione suo papà, lei non è abituata a bere e la storia della seduta spiritica deve averla sconvolta parecchio, forse si è davvero immaginata tutto. Sta per uscire dalla camera e scusarsi con i suoi genitori per lo scatto di prima, quando sente una presenza dietro di lei. È come uno spiffero gelato sul collo, quasi impercettibile, tuttavia fastidioso.
Si volta con gli occhi chiusi e non appena li apre ecco che davanti ai suoi occhi c’è di nuovo quel ragazzo. Occhi azzurri e braccia tatuate.
Indossa gli stessi vestiti del giorno prima, l’unica differenza è che adesso non indossa il cappello e i capelli castani gli cadono delicati sulla fronte.
«No, no, no Wendy non è reale» mormora a sé stessa, sbattendo gli occhi ripetutamente, come se si trattasse di una fastidiosa pagliuzza da mandar via.
«Ciao» la saluta il ragazzo.
«No, tu non sei reale» è la risposta di Wendy, perché okay che è stordita, ma due volte non ci casca.
«Ancora non ci credo che riesci a vedermi, è una figata assurda» afferma avvicinandosi alla ragazza.
«Piantala di parlare e vattene!» gli urla contro Wendy, sempre più spazientita dalla situazione.
«Si che esisto Wendy, solo le altre persone non riescono a vedermi»
Oh beh, questo consola molto la ragazza.
All’improvviso la porta di camera si apre e i genitori  fanno capolino nella stanza.
«Wendy tutto bene? Perché stai urlando?» domanda la signora Fisher.
«Mamma, non vedi niente qui?» chiede in risposta la bionda, indicando il ragazzo tatuato al suo fianco.
 Ruth e Eugene si scambiano uno sguardo, quello sguardo, di nuovo.
«Non c’è niente lì tesoro, cosa dovrei vedere?» chiede Eugene, mentre la moglie si gira le mani fra le mani, nervosa.
Wendy vorrebbe, urlare dire che c’è un ragazzo nella sua stanza, proprio davanti a loro e che non è pazza, ma poi li guarda negli occhi e non ce la fa. Non ce la fa perché finalmente le cose stanno andando bene e non vuole dare loro un ulteriore delusione. Non ce la fa perché i suoi genitori sono stanchi, incapaci di comprendere una figlia che è davvero troppo lontana da loro. Ed infine non ce la fa perché anche lei è stanca di quello sguardo, e delle discussioni a bassa voce mentre i suoi genitori la guardano di nascosto, pensando di non essere visti. Così dice:
«C’era un ragno proprio lì, sul muro, mi sono spaventata e ho urlato»
Il sollievo che si dipinge sui visi dei genitori è palese e Wendy sa di aver fatto la decisione giusta, gestirà da sola la questione, può farcela.
«Un ragno? Oddio, ci avevi fatto preoccupare» commenta Ruth con una risatina, prima di lasciare la stanza insieme al marito.
La ragazza sospira e lentamente si accascia per terra, con la schiene poggiata all’armadio e lo sguardo che vaga nella stanza, nel disperato tentativo di evitare che s’incroci con quello del ragazzo. Ecco arrivato il momento tanto temuto da lei, quanto dai suoi genitori: è uscita veramente fuori di testa. Chissà perché se l’aspettava, un giorno la più grande paura dei suoi genitori sarebbe diventata realtà.
«Quindi com’è che funziona?- domanda rivolta al ragazzo, che ha assistito alla scena di prima in completo silenzio-  sei frutto della mia mente? Una cosa del genere?»
«Aspetta, mi sono perso. Di cosa stiamo parlando?» la guarda confuso il ragazzo tatuato.
«Di questo- gesticola spazientita, nel tentativo di farsi capire- tu sei un’allucinazione giusto? Tipo i serial killer che sentono le voci che gli dicono di uccidere le persone, o i musicisti che impazziscono perché hanno la musica nel cervello»
«Non voglio che tu uccida nessuno, se è questo che stai chiedendo. E comunque te l’ho già detto, non sono frutto della tua mente, o qualsiasi altra cosa tu sei convinta io sia. Io sono reale»
La ragazza lo guarda di sbieco e lui subito si corregge.
«Beh più o meno, un tempo ero reale, adesso sono un fantasma»
«Porca miseria» sono le uniche parole pronunciate dalla ragazza prima di chiudersi in un religioso silenzio.
 
Il ragazzo tatuato si chiama Louis, ha diciannove anni e li avrà per sempre.
Queste sono le prime parole pronunciate dallo stesso, quando si è stancato del silenzio di Wendy e ha deciso che quello è il momento giusto perché i due inizino a conoscersi. La bionda vorrebbe tanto stare zitta, ignorarlo o dirgli di andarsene, ma sembra un ragazzo così simpatico e lei non riesce a fare a meno di partecipare alla conversazione.
«Io mi chiamo Wendy i due mostriciattoli che girano per casa sono i miei fratelli, mentre quelli che sono entrati prima nella mia stanza sono i miei genitori»
«Anche io avevo due sorelle gemelle…» si lascia scappare a bassa voce Louis, come se stesse parlando con se stesso più che con Wendy.
«Come? Comunque è un piacere conoscerti Louis, ma che ci fai qui? Se sei morto non dovresti essere da qualche parte in paradiso o cose così?» domanda come se fosse una cosa ovvia.
E forse lo è, non è quello che ti insegnano fin da piccoli? Nasci, cresci, vivi e muori. Se sei stato buono vai in paradiso, se sei stato cattivo, invece, vai all’inferno. Semplice. Niente mondi di mezzo, niente fantasmi o seconde possibilità.
«Credimi, mi piacerebbe tanto saperlo» è la risposta del ragazzo, che nel frattempo si è alzato e sta gironzolando per la stanza.
Wendy ne approfitta per osservarlo meglio, è un bel ragazzo, fisico minuto, ma atletico, non troppo alto. Qualche centimetro in più del suo metro e  sessantotto, stima ad occhio.
«Come? Vuoi dire che non sai perché sei qui?»
«Non guardarmi con quella faccia!- esclama vedendo lo sguardo incredulo della ragazza- quando… quando muori non te le spiegano certe cose» pronuncia la parola muori a fatica, come se avesse avuto un groppo in gola.
Wendy annuisce in silenzio, assimilando le informazioni appena ricevute. Quindi non solo la vita non te la insegna nessuno, ma nemmeno la morte ti spiegano.
Dopo qualche secondo la ragazza si alza e si avvicina a Louis con calma, studiandolo con i suoi grandi occhi azzurri.
«Cosa stai facendo?» domanda il ragazzo guardandola accigliato.
«Posso toccarti?» replica Wendy, continuando ad avvicinarsi.
«Emh, se proprio ci tieni» si stringe fra le spalle.
Wendy continua la sua avanzata, i piedi che toccano quelli del ragazzo e il viso a qualche centimetro di distanza, lentamente alza la mano tremante e l’avvicina al viso del ragazzo. Non sa perché è così tesa, l’ha già toccato prima- più precisamente gli ha dato una testata- ma la consapevolezza di star per toccare un fantasma la mette in agitazione.
La pelle è fredda, liscia e fredda. Sembra quasi di star toccando del ghiaccio perché la sensazione è la stessa, ma quando si controlla le mani nota che non sono bagnate.
«Woah» non riesce a trattenersi dal sussurrare a bassa voce, guardandolo con occhi stupiti.
«Beh che c’è?» Louis le scosta bruscamente le mani, lievemente scocciato e va a sedersi sul letto, dall’altra parte della stanza.
«è strano, non spiacevole, ma strano» commenta la bionda osservandosi le mani per controllare che non siano umide.
«Pffh, come vuoi. Ora lascia fare una domanda a me, io non saprò perché sono qui, ma tu perché riesci a vedermi?»
La ragazza lo fissa a bocca aperta e non sa cosa rispondere.
 
 


Hey ho.
Eccomi qui con il secondo capitolo, ho avuto problemi nel postarlo, cioè questa è la seconda volta che lo faccio perché nella prima, boh. Non si vedeva. 
Comunque avrei voluto postarlo prima, ma tra la scuola e il resto non ce l’ho fatta :(
Questo capitolo serve per presentare il personaggio di Louis (avevate capito che si trattava di lui?) e per mostrare come Wendy accetti la sua esistenza, più o meno. Come avete visto Wendy è una ragazza strana e se in un primo momento crede di esser impazzita, poi si convince del fatto che Louis veramente un fantasma. Nell’introduzione non c’è scritto niente, ma tra gli avvertimenti si, quindi spero che la cosa non vi abbia stupito troppo ahah.
Nei prossimi capitoli ritroveremo anche gli altri personaggi e ritornerà anche Niall, amatissimo dalla nostra Wendy. Grazie per aver letto e per le recensioni al primo capitolo, a presto A (:
Se avete qualche domanda sulla storia o cose così ecco il mio ask
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