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Autore: Seekerofdreams_    01/03/2014    24 recensioni
The maid (in italiano La domestica) è la storia di una ragazza universitaria che si riempie di marshmallow e caramelle piangendosi addosso davanti ad un pc guardando serie tv e ascoltando musica. Un giorno deciderà di cambiare tutto, ma sarà il giorno giusto per alzarsi dal letto e iniziare a vivere? La risposta la troverà in un paio di occhi azzurri. Tra figuracce, nuove amicizie, tradimenti e segreti vi narrerò la storia d'amore di Niall e Serena.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.The Maid.

Capitolo 12

 

 


 

"Quello che il sobrio tiene nel cuore l’ubriaco ce l’ha sulla lingua."



 

Pov di Louis

 

Porto una mano a coprirmi gli occhi ed un lamento roco fuoriesce dalla mia gola, sono stanco e voglio dormire, ma qualcuno ha deciso di infastidirmi.

Perchè stanno facendo entrare tutta questa luce nella stanza?

Mi giro dall'altro lato del letto e tiro su il lenzuolo fino a coprirmi il viso, il profumo di lavanda mi arriva subito alle narici e mi lascio coccolare mentre piano piano ricado in un sonno prof...

“Louis alzati da quel letto!” sento urlare e sbuffo mandando a quel paese il sonno profondo!

Tiro fuori la testa e mi fermo ad osservare Jess alzarsi sulle punte per prendere una maglia dall'armadio, la canotta che indossa scopre un pezzetto della sua pancia e sento già lo stomaco contorcersi, così scatto fuori dal letto e la catturo tra le mie braccia.

“Lou, mi hai spaventata!” dice ridacchiando con un tono più alto di un ottava.

Amo quando la colgo di sorpresa e lei si finge infastidita, in fondo so che ama quando lo faccio.

Le lascio un bacio tra i capelli e mi scosto da lei, quel tanto che basta per afferrare i miei pantaloni sulla sedia.

La sua stanza è un po' come lei, strana ma attraente, le tende scure danno un aria minacciosa all'arredamento, ma basta aprirle per far filtrare la luce del sole e tutto sembra più bello e dolce.

La scrivania è piena zeppa di fogli, non so nemmeno per quale motivo, ma sono tutti macchiati da spruzzi di colore e vernice.

Mi avvicino per toccarne uno ma lei subito mi trattiene la mano.

“Non toccarli, devono asciugarsi!” mi dice nervosa.

Io la guardo qualche minuto prima di ritirare la mano e chiudere velocemente la zip dei jeans, infilo la maglia rossa in un unico gesto e dopo aver dato una sistemata ai miei capelli con le mani mi volto verso di lei.

“Prima o poi mi dirai cosa ne fai di tutti questi fogli!” dico curioso.

Non voglio metterle pressione, se non vuole parlarne con me ci sarà qualche motivo, ma sono fatto così, se una cosa cattura la mia attenzione ne voglio sapere la storia.

Eppure lei è sempre così riservata sulla sua vita privata, tutto il contrario di quando siamo a letto, bè lì... direi che non si vergogna di niente. Sorrido ripensando alla notte passata insieme e la seguo fuori dalla sua stanza.

La casa è illuminata dalla luce del sole, l'aria fresca arriva dalla porta finestra del balcone lasciata aperta, Serena è inginocchiata a terra accerchiata da viti, martello e altri utensili.

“Buongiorno dormiglioni, come state?” chiede stranamente felice.

“Bene, che stai facendo?” le chiede Jess.

“Mmh, sto montando la mini libreria per la mia stanza, l'ho comprata l'altro ieri ma non ho ancora avuto tempo per sistemarla!” risponde tranquilla.

La guardo meglio, in queste settimane ho imparato ad osservarla e mi reputo abbastanza in grado di capirla, per questo sono più che sicuro che nasconda qualcosa.

Jess sembra non averci fatto caso e così, dopo averle dato un bacio lascio che vada a fare una doccia e ne approfitto per sottoporre la mia amica ad un terzo grado.

Mi siedo sul divano e la vedo sbuffare, è strano come alcune persone riescano a legare meglio di altre, prendete ad esempio Jess, conosce Serena da anni ormai eppure sembra non accorgersi quando c'è qualcosa che non va e la stessa cosa per Sere, sono amiche ma non si capiscono come dovrebbero, e un po' mi dispiace perchè tengo ad entrambe, certo, in modo diverso, ma comunque fanno parte della mia vita tutte e due.

“Allora, tutto bene?” chiedo facendo il vago.

Lei annuisce senza guardarmi, tornando ad occuparsi dello scaffalino in legno, cambio posizione sul divano innervosendomi un paio di volte, così da farla poggiare gli attrezzi e voltarsi.

“Hai finito?” chiede spazientita e io sorrido.

“Si, ora si!” dico soddisfatto facendole scuotere la testa.

Si alza in piedi e dopo essersi sgranchita un po' le gambe, la vedo armeggiare con il cellulare, fa una smorfia per poi sedersi accanto a me.

“E' tutto ok Louis, non posso stare tutti i giorni chiusa in casa come una reclusa, no? Non eri tu quello che fino a ieri sera mi invogliavo ad uscire ed andare a fare bordello?” chiede ridendo.

Si, gli avevo detto di uscire, di non fasciarsi la testa per Niall e continuare a vivere come aveva sempre fatto, prima di incontrarci, ma non mi aspettavo di vedere questo cambiamento così presto.

La cosa mi spaventava, si può guarire da un cuore andato a pezzi in poco tempo? No, non credo.

Quello che sta facendo è peggio, fingere. Fingere di stare bene non è la soluzione a nessun problema e io lo so, ho finto per tanto di essere felice, di non fregarmene degli altri a cui non piacevo, ho provato a pensare a chi voleva il meglio per me; ma non so per quale motivo spesso l'approvazione di chi ci scredita vale più di molte parole belle buttate lì come conforto e sostegno.

La mente umana è contorta e di certo non sono io che posso trovare una soluzione, qui su due piedi sul divano di una casa, che per giunta non è nemmeno mia.

“Sai Lou, ti avevo immaginato in un altro modo, prima di conoscerti intendo!” dice fissando lo schermo del televisore, spento, davanti a lei.

“Come pensavi che fossi? Ti ho deluso?” dico mettendomi a sedere meglio per ascoltarla.

“No, non l'hai fatto! In realtà, nonostante tutto, voi continuate a non deludermi mai. Mi sono affezionata a voi ancora prima di legarmi alla vostra musica, è strano eh?” sospira e sorride, forse ripensando a qualcosa di piacevole, poi continua “Ricordo ancora il giorno in cui iniziai ad interessarmi a voi, vedevo tante ragazzine perse dietro questo gruppo e un po' ce l'avevo con voi, insomma, da dove venivate fuori?” ride ed io faccio una smorfia scherzosa e lei ride ancora di più.

“Dai, non fare quella faccia, non avevo niente contro di voi, solo odiavo il modo in cui vi avevano usato e odiavo le ragazzine che vi seguivano, molte anche adesso! Ma cresceranno e capiranno che vuol dire veramente seguire un gruppo, non è difenderlo sempre a spada tratta, anzi, spesso quello è il modo peggior per far valere l'amore verso qualcuno. Anche io facevo così a quindici anni, poi ho capito che rispondere ad insulti con altri insulti significa riceverne il doppio e ho lasciato perdere, non perchè non me ne fregasse, semplicemente perchè la mia passione era più grande di tutto e non potevo farmela rovinare per qualcuno con un cervello troppo piccolo!” riprende fiato e le sue guance sono così rosse che mi sembra stia per esplodere.

“E poi, cos'è successo?” chiedo realmente interessato al suo racconto.

“Poi è successo che ho ascoltato Little Things, e dannazione, lo amata subito, al primo ascolto! C'era una ragazzina che conoscevo che vi seguiva, così le ho chiesto qualche informazione, vi ho cercati su internet, ci ho messo una vita per capire che tu ti chiamavi Louis e non Liam!” scoppia a ridere ed io con lei, stranamente tutti ci confondevano all'inizio.

“Poi mi sono imbattuta nel resto delle vostre canzoni, ho cercato immagini, video su youtube e nel giro di cinque giorni ne sapevo più di alcune persone che vi seguono da sempre! Avevo iniziato a parlare di voi in ogni discorso in famiglia, non so nemmeno perchè, ma pronunciare i vostri nomi a voce alta mi rassicurava, era come una dimostrazioni che voi eravate veramente delle persone!” sorride e io le tiro una gomitata.

“In realtà sono un alieno, ma non lo dire a nessuno!” dico assumendo un'espressione minacciosa, degna di un vero attore.

“Suona strano anche a me quello che ho appena detto, ma non so spiegartelo a parole, non sono pazza, avevo bisogno di sapere che non eravate frutto della mia fantasia! Si, lo so... siete persone in carne ed ossa ma quando vivi tutto dietro un computer o dietro un paio di cuffie, quello che accade nel resto del mondo ti sembra quasi irreale.” continua il suo discorso e anche se ci metto un po' a capirlo, alla fine riesco ad immedesimarmi e cerco di non perdermi nemmeno una parola.

“Poi il mio declino totale c'è stato un mesetto dopo, vi ascoltavo tutti i giorni, mi addormentavo con le cuffie e mi svegliavo con la vostra voce ancora nella testa e così, iniziai a scrivere!” chiude gli occhi e si passa una mano sul viso, sembra stanca e provata dal raccontarmi quelle cose.

“Se non vuoi continuare non fa niente, in fondo ti ho chiesto solo cosa pensavi di me!” dico cercando di non essere sgarbato.

“Hai ragione, ti sto annoiando con tutta questa storia” dice alzandosi di fretta e girandosi attorno quasi impaurita, la blocco per un polso tirandomi su, la guardo negli occhi qualche secondo e lei smette di agitarsi.

“Siediti, voglio sentire tutto, pensavo che per te fosse un problema continuare!” le dico dolcemente. Sciolgo la presa sul polso e risalgo piano il suo braccio per poi accogliere sul mio palmo la sua guancia, chiude gli occhi e si accoccola contro di essa, la tiro a me e l'accolgo contro il mio petto.

“Scusa!” dice soltanto.

“Non scusarti, forza, raccontami! Cos'hai scritto?” chiedo scostandomi da lei e tornando sul divano.

Senza farmi notare butto un'occhiata al corridoio, il rumore dell'acqua ormai non si sente più, segno che Jess è uscita dalla doccia, chissà cosa stava facendo! Scrollo le spalle e torno ad ascoltare Serena.

“Iniziai a scrivere di voi, sai una di quelle fanfiction dove si può tutto! Solo che per me era diverso, non scrivevo perchè non avevo nient'altro da fare. Scrivevo perchè avevo bisogno di mettere su carta i miei sentimenti verso di voi e più crescevano e più la storia diventava troppo parte integrante della mia vita, ho immaginato di vivere quelle situazioni milioni di volte ma la cosa peggiore è che mi sono innamorata dei miei personaggi!” dice scuotendo la testa.

“Mi sento una stupida, vi ho descritti così minuziosamente che trovare delle differenze nella realtà mi ha destabilizzato, per capirci meglio, nelle mie storie e anche in molte che ho letto, Zayn è quello estroverso, invece è esattamente il contrario, Zayn è timido e chiuso, riserva il suo vero essere solo per le persone a lui vicini, non capisco perchè, ha un carattere così bello che dovrebbe vantarsene un po' di più!” dice con lo sguardo ancora una volta perso nel vuoto.

Mi fermo a riflettere sulle sue parole, non ha tutti i torti, dev'essere un po' strano iniziare a frequentare persone che fino a qualche tempo fa erano una specie di fantasia.

“Questa cosa ti ha sconvolto così tanto? Intendo, capire di aver sbagliato su di noi ti ha fatto male?” chiedo.

Lei scuote la testa e mi guarda, ma questa volta lo fa davvero, i suoi occhi incontrano i miei e io vi leggo sicurezza in quella risposta muta.

“No, me l'aspettavo, ma non mi avete deluso, affatto! E' ovviamente impossibile conoscere una persona senza starci a stretto contatto, io ho capito tanto di voi, ma non potevo certo sapere tutto, per tornare a Zayn, io l'ho descritto estroverso e in fondo lo è, solo che non sapevo come Zayn diventasse così, a chi lui desse il privilegio di farsi conoscere realmente! Capisci?” chiede cercando una conferma in me e io stranamente mi trovo ad annuire, perchè capisco veramente, c'è solo una cosa che non mi è chiara.

“E allora cos'è che ti fa stare male?” do vita ai miei pensieri.

“Niall, il mio Niall!” dice tornando a distogliere lo sguardo e l'intensità con cui pronuncia quell'aggettivo possessivo mi fa trasalire.

“Se in voi quattro ho trovato differenze con i personaggi delle mie storie con Niall mi sono ritrovata ad innamorarmi per l'ennesima volta di quello che avevo scritto, è esattamente come lo immaginavo e ogni giorno che ho passato con lui, ogni singolo minuto mi ha riportato ai primi mesi e come allora, più andavo avanti più mi innamoravo ed ora mi ritrovo un muro davanti!” dice sconvolta.

“Il blocco dello scrittore?” chiedo cercando di farla ridere.

“Si, è proprio così, solo che quando mi capitava di non riuscire a scrivere mi prendevo qualche giorno di pausa, mi distraevo e poi quando mi sentivo pronta ricominciavo, nella vita reale è un'altra cosa!”

Tutto quello che mi sta confidando ha un senso ma c'è qualcosa che sfugge, qualcosa che la sta divorando dentro.

“C'è qualcosa che non so?” le chiedo.

Lei esita qualche minuto, si morde un labbro e poi guarda in alto, forse per evitare di piangere.

“Mi ha scritto!” dice infine, facendomi strozzare con la mia stessa saliva.

La guardo confuso, dalla sua espressione capisco subito che si tratta di Niall, così la invito a parlare e lei sospira. Mi sembra strano che lui le abbia scritto, con noi è stato chiaro un paio di giorni fa, ricordo perfettamente quella conversazione.

“Sto con Amy ora, non ho intenzione di tornare indietro e mandare tutto all'aria, sto bene con lei” aveva detto.

Mah... chi lo capisce quel folletto, l'ho sempre detto che gli irlandesi sono strani.

“Cosa ti ha scritto?” chiedo curioso.

Si morde un labbro, ancora, forse indecisa se parlarne o forse spaventata da qualcosa che non riesco a capire.

“Ehi, stai tranquilla, sono solo io... il solito Louis!” le dico sorridendo.

“Lo so Lou, è che fino a qualche secondo fa mi sembrava una cosa bella che mi avesse cercata, ma adesso che sto per dirtelo non mi sembra poi così allettante!” ammette abbassando lo sguardo, ma non le sue difese, forse non si sente pronta ad aprirsi o forse non vuole farlo con me.

“Ti ripeto che se non vuoi parlarne con me...” dico ancora ma lei mi zittisce con uno sguardo rabbioso.

“Tomlinson, sei quanto di più vicino ad un amico ho in questo momento quindi sta zitto e smettila di frignare!” dice infastidita.

“Si signora!” dico simulando un saluto militare.

“Idiota!” dice cercando di trattenersi dal ridere.

“Mi ha scritto, quattro messaggi in tutto, ma so per certo che ieri sera era ubriaco! Ho visto le foto su internet!” dice con un sorriso amaro sulle labbra.

“Gli hai risposto?” chiedo solamente.

Lei annuisce e prende il suo cellulare, si accoccola sul divano, proprio di fronte a me, con una mano ravviva i suoi capelli all'indietro e poi torna a guardarmi.

“Tieni, da qui in giù!” dice porgendomi il cellulare.

La finestra della conversazione tra loro due aperta, cento e più messaggi si nascondevano sopra a questi ultimi, ma non volevo tradire né lei né il mio miglior amico, così mi limito a leggere gli ultimi.

 

“Niall: “Ti sto pensando!”

 

Il primo messaggio recita solo questo, così vado avanti.

 

Serena: Niall...

Niall: Non mi credi vero?

Serena: Dove sei Niall?

Niall: Non chiamarmi così tanto per nome, sono in un bar

Serena: Come dovrei chiamarti? Torna a casa, per favore.

Niall: Si, credo ci andrò. Grazie, un bacio...”

 

Rimango a fissare quella conversazione per un po', senza sapere cosa dire. Conosco Niall da ormai quattro anni, conosco ogni cosa di lui, le sue paure, la sua voglia di vivere, le sue stranezze, la sua bontà, tutto e per questo mi trovo a capirlo.

Così mi alzo, porgendole il telefono e senza dire niente mi avvio verso la stanza della mia ragazza, so che Serena mi sta guardando incredula per il mio comportamento, così mi giro, almeno una cosa devo dirgliela.

“Sai, forse una cosa di Niall non l'hai capita” dico aggrappandomi alla maniglia della porta.

“Niall ha paura di mettersi in gioco in qualcosa di nuovo, se non ha accanto le persone giuste!”.

“Che vuoi dire Lou? Ti prego!” mi dice alzandosi in piedi.

Chiudo gli occhi, la sento avvicinarsi, si ferma a qualche passo da me e allora ho la forza di aprirli.

“Ho solo paura che tu ne soffra, Niall è la persona più dolce del mondo ma, ha anche molta paura in determinate situazioni! La paura spesso ci fa comportare in modi che non vorremmo, io ci metto la mano sul fuoco che lui si è preso una sbandata per te, ma ammetterlo significa iniziare qualcosa di nuovo per lui, qualcosa a cui non è abituato, Amy invece c'è sempre stata, stare insieme a lei non cambia nulla nella sua vita!” dico sincero e mi sento un po' come se avessi tradito Niall, ma lo faccio anche per lui.

“Quindi tu pensi che ho sbagliato a rispondergli?” chiede.

“No, sei abbastanza matura per fare le tue scelte, voglio solo sapere se sei pronta ad affrontare tutto, a metterti in gioco per lui, a soffrire per lui!” ribatto deciso e lei annuisce con altrettanta convinzione.

“Io lo amo Louis, se servirà mi metterò da parte e aspetterò!” dice affrontandomi a muso duro.

“Lo so! Ora fammi andare dalla mia ragazza, tra un po' dobbiamo andare, vieni anche tu in aeroporto?” chiedo abbracciandola.

“Si, voglio salutare gli altri e poi devo ridare una maglia ad Harry!” dice sorridendo.

“Ad Harry?” chiedo alzando un sopracciglio.

“Si, abbiamo fatto una passeggiata ieri sera e mi ha prestato una maglia perchè avevo freddo!” dice scrollando le spalle, poi mi lascia un bacio sulla guancia e sparisce dietro la porta della sua stanza.

Io resto qualche secondo impalato come uno scemo e poi raggiungo la stanza di Jess.

La trovo sul letto a leggere un libro, con i vestiti puliti e i capelli asciutti, mi siedo accanto a lei e le tolgo il volume dalle mani per appoggiarlo sul comodino.

“Grazie per averci fatto parlare!” dico stringendola tra le braccia e affondando il naso nei suoi capelli profumati.

 

 

Pov di Serena

La chiacchierata con Louis mi ha fatto decisamente bene, mi sento molto più tranquilla di prima e anche se andare in aeroporto significherà vedere Niall e sicuramente anche Amy, mi sento elettrizzata e non vedo l'ora di andare.

Sfilo la tuta e indosso un jeans stretto con sopra una felpa grigia dei baby looney tunes, non sto nemmeno qui a parlare di quanto io ami baby Taz. Rido da sola per i miei pensieri e prima di uscire dalla stanza passo una mano sul poster raffigurante Niall.

Prendo la borsa e aspetto i miei amici all'ingresso.

Qualche minuto più tardi sono immersa nel traffico londinese, Jess mi ha concesso di usare la sua auto per stare ancora un po' con Louis e così ora mi ritrovo ad imprecare da sola verso degli incivili che passano con il rosso.

Sprofondo sul sedile e controllo l'ora, dovrei già essere lì, cavolo!

La fila davanti a me riparte e io accelero nell'ultimo tratto che mi separa dall'entrata all'aeroporto, faccio un giro per trovare parcheggio e poi finalmente scendo da quella macchina.

Mi sistemo i capelli, prendo un bel respiro e mi avvio all'interno, faccio calare gli occhiali sul viso come mi ha consigliato Louis prima ed entro.

Ci saranno più di duecento persone addossate tra loro, cantano, si sbracciano, urlano.

Mi tappo le orecchie con una mano e con l'altra mi faccio spazio per arrivare vicino alla sicurezza, mi ritrovo con un gomito piantato nello stomaco e per poco non inizio una rissa.

“Dove vai carina?” dice una ragazza.

Mi girò per osservarla. Avrà si e no 16 anni, rossetto acceso, vestito striminzito e seno in mostra. Ma io a sedici anni mi conciavo così? Non mi pare.

Con tutta la calma del mondo mi giro, ignorandola, faccio uno scatto in avanti per evitare che lei mi agguanti, non ho intenzione di finire come carne da macello.

Arrivo alla transenna giusto in tempo per vedere Zayn sparire dietro le porte, la ragazza di prima sta urlando qualcosa, forse insulti rivolti a me.

“Dove crede di andare?” l'uomo barbuto della sicurezza smorza il mio piano di correre verso Liam.

“Li conosco, mi stanno aspettando!” dico per giustificarmi.

“Certo, io invece sono il principe William!” dice ridendo.

Dio, gli spaccherei la faccia, le persone dietro di me spingono e nonostante provi ad urlare il nome del mio amico, la mia voce si confonde tra tutte le altre più squillanti e rumorose.

Tiro fuori il cellulare e digito velocemente un messaggio, poi lo infilo in tasca cercando di stare attenta a non perderlo, stringo la borsa davanti a me e saltello aspettando di vedere Harry.


 

“A: Harry

Vieni a prendermi, non vogliono farmi passare! Help!”


 

Per fortuna stringo con una mano il telefono nella tasca della giacca, altrimenti non avrei mai sentito la vibrazione, leggo il messaggio, è Harry, mi chiede dove sono.

Digito velocemente la risposta e poco dopo lo vedo entrare, da non so quale porta e guardarsi intorno.

Mi sbraccio e mi dimeno più del dovuto, ma rischio di slogarmi una caviglia per la troppa irruenza.

“Haaaaz! Maledetto riccio!” urlo facendo ricorso a tutto a tutto il fiato che ho in corpo.

Ma con mia sorpresa a trovarmi non sono i suoi occhi, incrocio quelli azzurri e limpidi di Niall, un sorriso appena accennato, poi lo vedo dirigersi verso l'amico e sussurrargli qualcosa.

Harry si gira nella mia direzione e subito dopo mi ritrovo a scavalcare la transenna per rifugiarmi nelle braccia del mio amico.

Le fan sembrano ammutolirsi per qualche istante, non capiscono cos'è successo, chi sono e soprattutto perchè Harry mi sta abbracciando.

Sorrido sarcasticamente verso l'uomo della sicurezza ed evito di incrociare gli sguardi delle ragazze.

Non voglio leggervi né ammirazione, né sconforto, né disgusto, niente... non voglio sapere niente, perchè quegli occhi color ghiaccio, qualche minuto prima mi hanno mandato in frantumi un castello di sabbia fatto di “Ce la posso fare a vederlo” “Non succederà niente” e “Stai tranquilla, non ti morde!” perchè tutte queste convinzioni erano sparite in un batter d'occhio.

“Scusa se non ti trovavo, c'è troppa gente!” dice Harry tornando accanto a me dopo aver fatto qualche foto.

“Tranquillo, in effetti prima io e Lou non abbiamo pensato a quest'imprevisto!” dico dandomi della stupida.

“Louis è sbadato, dovresti saperlo!” ride lui, spingendomi con una mano verso l'uscita di sicurezza in cui prima ho visto sparire Zayn e Liam.

 

Sorrido mentre chiude la porta alle nostre spalle e le voci urlanti si affievoliscono man mano che procediamo lungo il corridoio dell'aeroporto.

Mi fischiano le orecchie in modo impressionante, mi massaggio leggermente le tempie e sento Harry sorridere.

“Passa subito, sta tranquilla!” dice aprendo la porta per la sala d'attesa riservata a loro e al team.

Sorrido incrociando lo sguardo della mia amica accanto a Louis ed Harry, al mio fianco mi presenta come una loro amica a gente di cui io so già vita, morte e miracoli.

“E' un piacere conoscerti, non so come sei finita ad incrociare la vita di Harry ma spero non ti abbia già rotto le scatole!” mi abbraccia Louise e io sorrido scuotendo la testa.

“No tranquilla, Harry si è comportato bene!” dico sorridendo.

Il mio sguardo cade velocemente sul divano all'angolo della stanza, Amy è appollaiata sulle ginocchia di Niall, di schiena a noi in modo che nemmeno lui posso guardarci.

Ingoio amaramente e torno a indossare un sorriso falso, nonostante la felicità di conoscere i componenti della band, i tecnici, le stiliste e tutte le altre persone che lavorano dietro le quinte per far si che i ragazzi continuino a fare al meglio il loro lavoro.
Purtroppo però la gioia dura poco, i ragazzi devono imbarcarsi, parte della crew inizia ad andare via e li saluto con un ciao generale, poi mi lascio abbracciare da Zayn.

“Malik, te lo mai detto che ti voglio bene?” dico facendo uscire la mia parte da fan.

“No, ma spero di conoscerti meglio quando torneremo!” dice e io ne rimango onorata, annuisco felice e passo a salutare Liam.

Stringo con forza la sua maglietta dietro la schiena e lui mi sorride come un papà protettivo, gli auguro buon viaggio e con la promessa di sentirci durante il loro viaggio, lo lascio andare via.

Mentre saluto Harry, con la coda dell'occhio vedo Niall guardarci e forse perchè il petto del riccio è caldo o forse perchè voglio farla pagare al biondo, mi stringo a lui.

“Grazie per la maglia, sarei congelata senza ieri!” dico restituendola al proprietario.

“Ma figurati, per così poco!” dice regalandomi un buffetto sulla testa e un sorriso dolcissimo.

Lo guardo andare via e do un bacio veloce a Louis, il tempo scorre e lui, come sempre è in ritardo così fa in tempo solo a sussurrarmi un “Lo farò ubriacare stasera e poi voglio sapere tutto” prima di dare un bacio a Jess e correre via.

Nemmeno mi accorgo che Niall è sparito, non l'ho salutato e lo stomaco si contorce, mi sento insoddisfatta, affondo una mano nella mia borsa e stringo tra le mani la stoffa della sua felpa blu, perchè d'altra parte, un pezzo di Niall lo porto ogni giorno con me.

 

Evito come la peste lo sguardo di Amy, non ho intenzione di parlarle e nemmeno di guardarla, così afferrò Jess per un braccio e la trascino letteralmente fuori.

La sicurezza dell'aeroporto ci fa passare da un'uscita secondaria, così evitiamo la baraonda di gente e in poco tempo ci ritroviamo sulla sua Opel Corsa a viaggiare verso casa, ognuna persa per i fatti suoi.

Una volta a casa ci mettiamo all'opera per mangiare qualcosa, nessuna delle due ha voglia di parlare, io non so cosa dirle e lei evita di chiedermi di Niall, ma comunque le si legge in faccia la curiosità.

Io dentro sento un turbine di emozioni, agitazione mista a tristezza, ma anche eccitazione e ansia.

Lavo i piatti e dopo aver messo a posto, senza una parola mi chiudo in camera, mi butto sul letto, il telefono stretto in una mano, il computer in grembo e un pensiero in testa.

Ti prego Dio, fa che si ubriachi anche questa sera.  



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Eccomi qui, con un nuovo capitolo!
Questo capitolo mi piace particolarmente, forse per le confessioni di Sere a Louis, o forse per Niall ubriaco che scrive a Sere...
direi che ci ho messo tanto di me qui dentro, forse anche più del dovuto ma spero di non aver deluso nessuno!
Mi piacerebbe molto sapere i vostri pensieri e vi chiedo davvero con il cuore di lasciarmi anche solo un piccolo messaggio,
grazie di cuore.
Alla prossima, Serena.


Twitter: @Sere_VR46

   
 
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