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Autore: poetzproblem    01/03/2014    1 recensioni
Quinn vuole di più che semplicemente andare alla deriva per i prossimi quattro anni; vuole aprirsi a nuove esperienze—belle esperienze. Dio sa che di brutte esperienze ne ha già avute fin troppe. Primo racconto, in ordine cronologico, della serie 'Don't Blink, You Might Miss'.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Blink Series'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice

NDA: Eterni ringraziamenti a Skywarrior108 perché è la miglior beta del mondo.

Disclaimer:  i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

***

Where Your Book Begins

By poetzproblem

***

Drench yourself in words unspoken

Live your life with arms wide open

Today is where your book begins

The rest is still unwritten

~Unwritten, Natasha Bedingfield

***

Parte prima: The Blank Page Before You-La pagina bianca che hai di fronte

 Quinn Fabray ha diciassette anni la prima volta che prende seriamente in considerazione la possibilità di essere attratta dalle donne—da una donna, più precisamente. Rachel Berry, per essere esatti. Ha ammesso di non aver mai odiato Rachel. È stata irritata da lei, e invidiosa di lei, e arrabbiata con lei, ma è anche stata innegabilmente affascinata da lei. Ad un certo punto, Quinn aveva deciso che doveva essere per forza a causa della voce di Rachel, e quell'idea non l'abbandona finchè Finn e Rachel non si rimettono insieme alle Nazionali a New York City.

Sta impedendo a Santana di strappare gli occhi a Rachel nella stanza dell'albergo, e le ci vuole tutta la propria forza di volontà perché vuole semplicemente mollare Santana e piantare le proprie unghie in faccia a Finn Hudson finchè non sanguinerà all'esterno quanto lei sta sanguinando dentro di sé. È il contrario di quello che dovrebbe fare, e ne è consapevole. Dovrebbe voler fare del male a Rachel per averle portato via Finn, ma non è quello che sta provando e questo la terrorizza. Il suo cuore si spezza ogni volta che pensa che Rachel potrebbe finire a vivere la vita che Quinn immagina quando pensa di diventare la signora Finn Hudson. Ha un'idea del perché si senta così, ma è impossibile e peccaminoso ed è un pensiero che non vuole in testa, così lo seppellisce.

Quinn torna a Lima con il suo nuovo taglio di capelli e un sorriso falso e si rifuta di pensare a Rachel e Finn—consciamente. Il suo subconscio non riceve l'avvertimento, ed è perseguitata da sogni (e incubi) che la strappano al sonno ogni notte, con il cuore che batte all'impazzata e il corpo surriscaldato. Passa l'estate a cercare di dimenticare le immagini che le tengono compagnia nel suo letto. Incontra Mack un pomeriggio in una tavola calda, e Quinn prova a fumare una sigaretta e si innamora del concetto di lasciar bruciare il mondo finchè non sia ridotto in cenere. Il fratello maggiore di Mack è una gradita distrazione per un po', ma per quanto ci provi Quinn non è esattamente coinvolta, e Tommy è tanto perbene da non insistere.

Il fatto che non riesca a provare granchè con Tommy, con Finn, con Sam, con Puck, le dà fastidio. Le dà fastidio ma seppellisce anche questo, perché la sua mancanza di passione non può essere colpa sua—ma per forza colpa loro. Torna a scuola con una nuova immagine e un nuovo atteggiamento, e non le importa. Non le importa finchè Rachel non si presenta sotto le gradinate con occhi spalancati e onesti, offrendo scuse e dicendo che Quinn le manca e promettendole tutto il tempo che serve per sistemare le cose e quell'idea si risveglia per tormentarla, mano nella mano con le immagini sfocate dei suoi sogni. Quinn le respinge, perché non le vuole nei suoi pensieri, e cerca di nascondersi dietro il fumo e l'atteggiamento. Poi Shelby ritorna sventolandole sotto il naso come un premio l'unica cosa perfetta che sia mai riuscita a fare, e la sua mente all'improvviso si riempie di Beth e tutto il resto scompare per molto, molto tempo.

xox

Un abbraccio in bagno e la notizia che Finn Hudson è più stupido di quanto Quinn abbia mai creduto, la costringe a prendere in considerazione quell'idea, e non è meno terrorizzata rispetto alla prima volta in cui è entrata nella sua mente. La ignora, annega i sussurri nelle sue orecchie e nel suo cuore pensando al college e al proprio futuro, e crede che forse un giorno sarà capace di dimenticare, e andare avanti con un bravo ragazzo, una casa dallo steccato bianco, un paio di figli e, semplicemente…felicità.

Un messaggio di testo e un camioncino mettono quel 'un giorno' in attesa indefinita. Perché è incastrata su una sedia a rotelle, e deve fare fisioterapia e prega di poter andare ancora al college e che il suo futuro la aspetti una volta che sarà riuscita a superare il dolore. Rachel è ancora fidanzata con Finn quindi non importa se Quinn sia un po' innamorata di lei o no. Si dice che è solo Rachel, quindi forse è un'attrazione emotiva e non deve per forza cambiare quello che Quinn è. Non è attratta dalle altre donne. Naturalmente, non è nemmeno attratta dal povero Artie, che sa che ha una piccola cotta per lei, o da Teen Jesus con le sue parole incoraggianti, ma non può negare che sia bello avere qualcuno che la vuole anche se è spezzata. Lascia che loro accarezzino il suo ego, ma non li prende sul serio. Ce la fa a lasciarsi alle spalle il liceo, e la sedia a rotelle, e arriva a Yale.

Bacia Puck un'ultima volta per dare una spinta al suo ego, perché non vuole vedere nemmeno lui incastrato a Lima, e perché vuole scoprire se è in grado di farle senire ancora qualcosa. Non è in grado.

xox

Quinn ha diciotto anni quando arriva a New Haven. La sua compagna di stanza le piace—Megan è carina e dolce e (grazie a Dio) intelligente—e Quinn non prova niente quando Megan si spoglia dei vestiti e si cambia davanti a lei. Si sente sollevata e speranzosa, così accetta quando un ragazzo di nome Zane, che incontra la seconda settimana di lezione, le chiede di uscire con lui. È nervosa e imbarazzata, perché zoppica un po' e ha delle cicatrici orribili che le attraversano la gamba sinistra—per non parlare del torace, ma non sta pianificando di mostrarle a qualcuno tanto presto— ma fa del proprio meglio per rilassarsi e dare a Zane una possibilità. Non avrebbe dovuto darsi pena. È il tipico sportivo, egocentrico e non troppo intelligente, e Quinn è già uscita con tre versioni diverse di questo modello. Non le interessa rivivere quell'esperienza.

Quinn incontra Jason alla lezione di introduzione al teatro. È gentile e intelligente e affascinante e non è affatto come i ragazzi con cui soleva uscire quindi quando le chiede un appuntamento alla fine di settembre, Quinn dice di sì. Si divertono assieme e hanno molto di cui parlare, quindi è facile accettare un secondo invito. È alla fine della serata che le cose vanno di nuovo storte. Lui le chiede se può darle il bacio della buonanotte, e Quinn sorride e annuisce timidamente, e le loro labbra si incontrano e non prova…niente. Jason è bravo a baciare—non è troppo aggressivo, non è troppo dolce—e il bacio è piacevole, ma non ci sono fuochi d'artificio. Nemmeno lo scoppio di un petardo.

Ormai Quinn ha superato il bisogno di avere un ragazzo carino attaccato al braccio per completare la propria immagine. La sua autostima non dipende più da un uomo che la rassicuri costantemente che è abbastanza magra o abbastanza bella o abbastanza popolare. È andata all'inferno e ritorno, e l'ha fatto da sola, ed è abbastanza forte da desiderare qualcosa di vero. Quinn non ha alcun incentivo per fingere con Jason, ma non è pronta a mollare solo per un bacio. Lo stringe a sé, sperando di sentire qualcosa (come quello che sente quando parla con Rachel) perché dovrebbe, ma non è così. Lo rimanda a casa, torna nella propria stanza e piange nel proprio cuscino, due giorni dopo, dice a Jason che forse è meglio che restino amici.

xox

Rachel le fa visita per la prima volta verso la fine di ottobre. È stata occupata a New York con le lezioni e con Finn, e si scusa più volte per non aver potuto liberarsi prima. Quinn sorride e le dice di non preoccuparsi, perché anche lei ha avuto da fare. È vero, ma è anche una comoda scusa che ha usato per evitare di fare il viaggio a New York. Rachel ha la capacità di evocare emozioni che Quinn preferisce tenere sepolte e la prospettiva di vedere Rachel e Finn assieme in città, che vivono i loro sogni, le fa provare una rabbia irrazionale. Qui a New Haven, quando c'è solo Rachel con il suo entusiasmo contagioso e il suo sincero interesse per la sua vita universitaria, Quinn può godersi il momento e la compagnia, e immaginare che nulla cambierà.

Per alcuni giorni, è solo una ragazza che porta in giro per Yale la sua migliore amica. Ridono, parlano del campus, e della compagna di stanza di Quinn e di quella stronza dell'insegnante di danza di Rachel, di musica e di film. Parlano di New York, e Quinn guarda le labbra di Rachel incurvarsi in un sorriso che la accende dall'interno. Guarda i suoi occhi scuri scintillare di pura gioia e le sue mani eccitate che non riescono a stare ferme mentre spingono una ciocca di capelli dietro un orecchio. Sente la gioia di vivere di Rachel penetrarle nella pelle, fino al midollo delle ossa, finchè non crede che sia sua. Cerca di aggrapparvisi più che può dopo che Rachel se n'è andata, ma svanisce come il sole nei cupi cieli autunnali.

xox.

È metà novembre quando Quinn è costretta prendere consapevolezza di sé stessa. È a una festa con Megan, ed è piacevolmente stordita dall'alcol, ma non è ubriaca. Sta guardando gli altri invitati danzare e strusciarsi l'uno contro l'altro, e non si rende conto che i suoi occhi indugiano più sulle donne presenti che sugli uomini. Un'amica di Megan, di cui non ricorda il nome—pensa che forse sia Josie, o Jessica—si avvicina e le chiede se vuole ballare. Quinn lo vuole davvero, perché ha sempre amato ballare, e per alcuni mesi ha pensato che non ne sarebbe più stata in grado. Non dà molto peso all'invito perché la canzone è allegra e parecchie ragazze stanno danzando in gruppo, quindi permette alla ragazza (che è alta e aggraziata, con capelli biondo rame e la guarda interessata) a prenderla per mano e farla alzare dalla sedia, ma la sua gamba ancora non coopera granchè—e ancor meno dopo due bicchieri di birra—così inciampa finendo tra le braccia dell'altra. In un istante, due mani forti si posano sul suo sedere e la ragazza la solleva e la tiene stretta e Dio—Quinn sente ogni centimetro di quelle curve stringersi alle sue e un'ondata di fuoco danza nel suo sangue. Vuole…strusciarsi e strofinarsi e fare cose che non dovrebbe mai voler fare con un'altra donna.

Forse è l'alcol o forse è la musica—alta e pulsante come un battito cardiaco dentro la stanza—o forse è solo Yale e il momento e il desiderio di ballare. Quinn si appoggia all'altra ragazza e permette al proprio corpo di muoversi a tempo di musica e per un po' si sente libera. Si sente giovane e coraggiosa e selvaggia. Finchè non sente due labbra morbide sfiorarle la mascella e la sua coscienza annebbiata diventa di nuovo limpida. Si volta, e quelle labbra sono proprio lì, così vicine alle sue che può sentire la tequila nel respiro dell'altra ragazza. E poi lo fa—solo un sorso, un morso, un assaggio di sapore e calore che le brucia la lingua e le incendia il ventre. È troppo, e troppo presto, così si fa prendere dal panico, si allontana e mormora una scusa sconnessa prima di barcollare fuori e crollare contro il muro, in lacrime.

In qualche modo riesce ad arrivare al suo dormitorio e rimane in piedi sotto la doccia bollente per lungo tempo, singhiozzando con il viso nascosto tra le mani. Quello che ha provato in quell'abbraccio durato dieci secondi è più di quanto abbia mai provato baciando uno dei suoi ragazzi—più di quanto senta ogni volta che Rachel la tocca. E Quinn ha idea—l'ombra di un ricordo—di aver notato altre donne prima, e di essersi chiesta se la loro pelle fosse morbida come sembrava o come fossero i loro corpi sotto i vestiti. Non le accade con chiuque. Tuttora non prova alcuna attrazione particolare per Megan—bionda, entusiasta Megan. Non ha mai sentito il desiderio di baciare Tina o Mercedes. Non ha mai nemmeno immaginato di baciare Brittany, ma non può più fingere che Rachel sia l'unica donna che abbia il potere di far cantare il suo sangue.

Quinn chiude il rubinetto e si asciuga le lacrime mentre si asciuga il corpo. Quando Megan torna nella loro stanza, non chiede a Quinn dov'era sparita, e Quinn non offre alcuna spiegazione.

xox

L'amica di Megan—il cui nome è Josie—trova Quinn nella sala comune del dormitorio due giorni più tardi. Si siede esitante davanti a lei e dice, "Mi dispiace per l'altra sera." Quinn fa un respiro tremante, tenendo gli occhi puntati sul proprio laptop.

"Non volevo spaventarti," si scusa Josie. "Volevo solo ballare, e pensavo saresti stata d'accordo. È ok se non ti va."

Quinn si sente arrossire; annuisce e borbotta, "Sì, non mi va," e continua a fissare lo schermo. Josie sospira, ma coglie il suggerimento e lascia Quinn alle sue attività.

Attività che comprendono ricerche su internet condotte in segreto, libri che tira fuori furtivamente dagli scaffali della biblioteca e una vacanza per il Ringraziamento durante la quale Megan fa le valigie e torna a casa in Pennsylvania e Quinn rimane al dormitorio da sola (per risparmiare soldi perché vuole prendere l'aereo per tornare a casa a Natale) per fare una maratona di ogni telefilm e film a tema lesbico che le riesce di trovare su Netflix o Hulu.

Pensa a Rachel mentre lascia vagare le mani sul proprio corpo. Dovrebbe sentirsi sporca—perché Rachel è fidanzata con Finn—ma non è così. È la sua mente e il suo corpo, ed ha diritto alle proprie fantasie. Viene con il nome di Rachel sulle labbra, e piange da sola nell'oscurità, perché la sua immaginazione di un corpo femminile che non toccherà mai è mille volte meglio della realtà che ricorda, muscoli duri e barba e un peso soffocante sopra di lei. Piange perché non sarà mai reale. Piange perché ormai non può più sperare in un ragazzo gentile e una casa con lo steccato bianco. Avrà solo più avversità da affrontare, più rifiuti, più paura.

xox

Quinn torna a Lima per le vacanze invernali. È felice di vedere Mercedes, e chiacchera un po' con Artie. Passa il giorno di Natale con sua madre, fingendo di essere felice mentre nessuna di loro due sta vivendo la vita che vuole. Judy è sola e lotta per restare sobria, e Quinn è sola e lotta per far pace con sé stessa.

Rachel rimane a New York fino al 23 di dicembre, perché Finn deve lavorare e non può lasciarlo in città da solo. Quinn è di nuovo in sua presenza il giorno dopo Natale e, per alcune ore, è la tortura più dolce che esista mentre chiacchierano facendo colazione e passeggiano per il Lima Lima Mall durante i saldi. La sera ci sarà una piccola riunione per il vecchio glee club, e Quinn è costretta a vedere Finn. Cerca disperatamente di ignorare il modo in cui il suo cuore si stringe e il suo stomaco si rivolta quando le mani di lui toccano costantemente il corpo di Rachel.

È solo per un giorno, perché la coppia felice deve prendere l'aereo per New York la mattina presto il ventisette di dicembre, così che Finn possa tornare al suo lavoro, e Rachel non vuole che parta da solo. Quinn rifiuta l'invito che le fanno di passare il capodanno in città con loro. Non ha bisogno di guardarli baciarsi a mezzanotte in mezzo ad una marea di allegri estranei.

Invece dà il benvenuto all'anno nuovo a Lima, con Santana e Brittany un rumoroso gruppo di facce familiari e di sconosciuti. Alcuni stanno assieme, ma molti altri sono di nuovo single. Tina e Mike sono ai lati opposti della stanza e Sam sta guardando tristemente Brittany, con dispiacere di Santana, mentre Mercedes parla a tutti quelli che sono disposti ad ascoltarla di un ragazzo che ha trovato a Los Angeles, dove Puck è rimasto perché non ha abbastanza soldi per comprare un biglietto per tornare a casa durante le vacanze.

Kurt e Blaine sembrano impegnati in un litigio, ma Quinn pensa che, tecnicamente, siano ancora insieme, almeno per il momento.

Artie sta uscendo con Sugar ora che Rory è tornato in Irlanda, e Joe ha una bella ragazza il cui nome Quinn non si è premurata di sapere, e ci sono altri studenti che non è interessata a conoscere, tutti impegnati in disgustose esibizioni di ormoni adolescenziali.

Quando arriva mezzanotte, Quinn si costringe a fare un sorriso falso mentre i suoi amici si scambiano i primi baci dell'anno. Non si è mai sentita così sola, mentre la stringono in amichevoli abbracci e le baciano le guance.

Siede sul sofà alle quattro e tredici del mattino, raggomitolata sotto una morbida coperta di flanella mentre guarda i fiocchi di neve che si sciolgono sul vetro della finestra.

La festa è finita circa un'ora fa, e gli ultimi invitati che erano troppo ubriachi per guidare sono strategicamente accampati in giro per casa Lopez. Quinn sospetta di essere l'unica sveglia, ma non riesce a calmare la propria mente.

Pensa a Santana e a quanto fosse spaventata al pensiero di rivelare la propria sessualità, anche se tutti i suoi amici già sapevano che era innamorata di Brittany. Pensa a Kurt e ai tormenti che ha dovuto sopportare da parte di Dave Karofsky, e a come la situazione fosse peggiorata così tanto che era stato costretto a cambiare scuola. Poi pensa a Karofsky e a come, per un po', morire gli fosse sembrata un'opzione migliore di vivere come un adolescente apertamente gay.

Per quanto si senta turbata, Quinn sa che accettare la prorpia sessualità non la spezzerà. È già stata spezzata per due volte. Il suo cuore non rimarrà mai intero a causa dell'assenza Beth, e il suo corpo non sarà mai perfetto a causa delle cicatrici che ha sulla pelle, o per il dolore che perseguita i suoi incubi. Sopravviverà anche a questo. Sopravviverà, ma avrà bisogno di una stampella finchè il terreno che ha sotto i piedi non smetterà di tremare.

xox

Il semestre primaverile a Yale non comincia fino al quattordici gennaio, e Quinn non ha intenzione di tornare a New Haven fino alla prossima settimana. Le lezioni di Santana alla Columbia cominciano il ventuno, e vuole approfittare di ogni minuto extra che riesce a passare con Brittany prima di tornare al college. Quando Brittany non era riuscita a diplomarsi la primavera precedente Santana aveva quasi rimandato l'università per lei, ma Brittany non aveva voluto che lei facesse quel sacrificio. Quinn sa che la relazione a distanza sta cominciando a imporre il suo prezzo, e sospetta che Santana abbia accumulato più ore di volo tra New York e Lima che ore di lezione alla Columbia.

Tutto quello che Brittany deve fare quest'anno è diplomarsi. Quinn sta pregando per lei. Onestamente non sa cosa farà Santana se Brittany non sarà con lei a New York il prossimo anno.

Le lezioni al McKinley cominciano il tre di gennaio, quindi Quinn invita Santana a casa sua per passare il tempo mentre Brittany è a scuola. Prepara il pranzo—niente di troppo complicato, solo qualche sandwich fatto con del prosciutto avanzato. Riflette sulla possibilita di rivelare la propria sessualità durante una maratona di film tematici via Netflix. Ride fra sé, pensando che sarebbe qualcosa che potrebbe fare Rachel, o forse una presentazione in PowerPoint. A Quinn quella roba non manca affatto.

Santana arriva, indossa dei jeans e una felpa col cappuccio, i suoi capelli sono raccolti in una coda e non è troppo truccata.

"Figurati se mi metto in tiro per te," dice, ridendo, quando Quinn fa un commento in proposito, la spinge la da parte ed entra in cucina, dirigendosi dritta verso il prosciutto. Nemmeno Quinn è vestita con i suoi abiti migliori, ha optato per un paio di jeans e un maglione, ma non può fare a meno di essere irritata dal fatto che Santana non la considera più tanto importante da tentare di impressionarla.

Vede Santana prendere il suo sandwich, per poi frugare nel frigo alla ricerca di un po' di maionese extra, un vasetto cetrioli, insalata di patate avanzata e salsa di mirtilli. Quinn sbuffa e alza gli occhi al cielo, appoggiandosi al bancone mentre permette all'amica di saccheggiarle la cucina.

"So che tua madre ti dà da mangiare," commenta in tono asciutto.

Santana le rivolge un'occhiataccia da sopra la sua spalla, tirando fuori anche l'ultimo quarto di torta di zucca che era rimasto.

"Mi dà da mangiare," conferma mentre chiude il frigo, "ma ho sviluppato dell'appetito extra l'altra notte, se capisci quello che voglio dire," aggiunge con un sorrisetto.

Quinn arrossisce e scuote la testa, voltandosi per prendere il proprio sandwich. Parte di lei pensa che questa sia l'apertura perfetta.

Oh, ehi, so esattamente cosa intendi. A dire al verità ho baciato una ragazza a Yale, e penso che potrei essere gay.

Non lo dice. Non dice nulla.

"Suppongo che il college non abbia sciolta affatto," mormora Santana, prendendo il proprio piatto e mettendolo sul tavolo.

Quinn ci pensa su. Un bacio, un'ammissione silenziosa e alcune fantasie spaventosamente dettagliate non sono certo granchè, e la verità è che ha passato gli ultimi quattro mesi a fare nient'altro che studiare ed ad evitare qualsiasi esperienza che possa farla avvicinare a qualcuno. Quinn vuole di più che semplicemente andare alla deriva per i prossimi quattro anni; vuole aprirsi a nuove esperienze—belle esperienze. Dio sa che di brutte esperienze ne ha già avute fin troppe.

"Mi sto ancora…adattando," dice alla fine, sedendo di fronte a Santana. Pensa a quella ragazza, Josie, e a come si era sentita quando i loro corpi erano stati stretti assieme in quei momenti prima che si facesse prendere dal panico, e a come un giorno, presto, sarà capace di farlo senza provare l'impulso di scappare.

"Penso che mi succederanno delle cose belle quest'anno," decide, annuendo.

"Non hai detto niente di proposito, Q?" chiede Santana interessata, posando il suo panino mezzo mangiato nel piatto. Un sorrisetto familiare le incurva le labbra, "Hai già trovato qualche ricco studente di Yale in cui affondare gli artigli in modo da far diventare vero l'appellativo che ti hanno dato nell'annuario?"

"Per niente," brontola Quinn aggrottando la fronte. Non le piace molto la frase 'Colei che ha più probabilità di sposare un milionario' che lo staff dell'annuario del McKinley le ha appiccicato addosso.

"Io," sospira, si morde l'angolo del labbro e si stringe nelle spalle, "penso che sia il momento di fare qualche cambiamento."

Sul viso di Santana passa un'espressione strana, ma se n'è andata prima che Quinn riesca a decifrarla.

"Non starai pensando di colorarti i capelli di viola, stavolta, vero?"

Quinn ride.

"Se non altro, potrei tingerli di nuovo di rosa."

Santana si stringe nelle spalle e stuzzica l'angolo del proprio sandwich con un'unghia.

"Bè, hai bisogno di fare qualcosa per uscire dallo stato in cui sei. Sei una studentessa universitaria sexy e single. Esci e divertiti, cazzo, rimorchia qualcuno, spezza qualche cuore. È quello che farei io se non avessi Brittany," ammette inarcando un sopracciglio. "Quelle ragazze alla Columbia sono fottutamente sexy."

Quinn sente il proprio viso imporporarsi, ma lo ignora, concentrandosi invece su quello che Santana ha appena rivelato e aggrotta la fronte, " Brittany sa che i tuoi occhi vagano?"

"A lei non frega niente dei miei occhi," dice Santana alzando i suoi al cielo, "finchè il resto di me rimane fedele. Ci siamo accordate per prenderci un po' di pausa quando non stiamo assieme, perché diciamoci la verità, siamo entrambe sexy e le persone flirtano con noi. È difficile non notarlo, sai?"

Quinn annuisce distrattamente, anche se non lo sa affatto. Secondo lei, Santana e Brittany che notano persone che le notano non è buon segno, ma non ha intenzione di fare domande a Santana. Non ha il diritto di parlarne, considerando il fatto che ha avuto i suoi problemi a rimanere fedele, ma sa per esperienza che occhi che vagano precedono mani che vagano e labbra e altre parti del corpo. Vuole che la sua prossima relazione—con chiunque sarà—sia libera da quel genere di tentazione.

"Intendo, non tutti possiamo essere disgustosamente codipendenti come Finchel," sbuffa Santana.

Quinn aggrotta la fronte al sentire l'irritante soprannome di Rachel e Finn, desiderando di nuovo che Rachel fosse rimasta a Lima più a lungo.

"Ma se non li hai nemmeno visti quando erano qui," le fa notare Quinn, scuotendo la testa. Infatti, sia Santana che Brittany in qualche modo erano riuscite ad eclissarsi ogni volta che Finn e Rachel erano in giro. La festa dell'ultimo dell'anno era stata la prima volta in cui avevano passato una quantità significativa di tempo con il glee club riunito, e Finn e Rachel ormai se n'erano già andati.

Santana arriccia il naso e stringe le labbra, l'espressione di chi ha appena mangiato qualcosa di cattivo.

"Non ho bisogno di vederli per sapere che sono disgustosi. Sono orgogliosa di dire che non ho mai dovuto sopportare le loro nauseanti esternazioni d'affetto da quando mi sono diplomata."

Quinn aggrotta pensosamente la fronte.

"Pensavo li avessi già visti a New York qualche volta."

Sa che non è accaduto spesso—Rachel l'aveva informata di quanto Santana fosse occupata dalle sue lezioni.

Santana alza di nuovo gli occhi al cielo.

"Ho incontrato Kurt e Rachel per un caffè un paio di volte, e solo perché Finndigestione doveva lavorare. Avrei pensato che Berry l'avesse capito, dopo tutte le dozzine di inviti che ho rifiutato," commenta in tono asciutto.

"Allora li stai evitando?" chiede Quinn, un po' irritata dal fatto che Santana lo sta facendo, probabilmente, solo per ferire i sentimenti di Rachel.

Santana incrocia le braccia sul petto e sbuffa.

"Senti, sono stata costretta a vedere Finn-Complesso-Dell'Eroe-Hudson ogni giorno per quattro anni, ma non siamo più al liceo. Non devo fingere che mi piaccia. E prima che tu dica qualcosa," si affretta ad aggiungere Santana, sollevando una mano e anticipando la domanda di Quinn, "non piace neanche a Britts, specialmente da quando ha rivelato che sono gay nel mezzo di un corridoio affollato. Quindi no, non ho intenzione di frequentare lui e Berry come se mi importasse delle loro noiose, patetiche vite."

Quinn non riesce a difendere Finn. È il genere di ragazzo che può sembrare davvero dolce quando si sforza, e un un po' stupido, quindi tendi a perdonare tutti i suoi stupidi errori perché pensi che abbia il cuore al posto giusto, ma meglio lo conosci, più cominci a chiederti se sia veramente dolce come sembra, o se sia solo uno stronzo egoista e irriflessivo che ha imparato ad evitare di prendersi la responsabilità delle sue parole e delle sue azioni. Aveva cercato di tirarla fuori dalla sedia a rotelle al ballo del liceo. E non si era nemmeno scusato. Certo, allora aveva potuto stare in piedi per brevi periodi di tempo, e okay, forse Finn aveva avuto ragione quando aveva detto he stava sperando di tirare su voti di simpatia con la sua condizione, ma non era stata ancora abbastanza forte da camminare senza un sostegno. Finn lo avrebbe saputo se si fosse dato pena di ascoltarla invece di saltare alle conclusioni e decidere che era una stronza spudorata.

Quinn annuisce, sospirando, "Suppongo di non poterti dare torto," specialmente perché sta facendo quasi la stessa cosa, tentando di evitare di vedere Finn e Rachel in tutta la loro felicità post fidanzamento.

"Giusto, cazzo," brontola Santana, dando un grosso, rabbioso morso al proprio sandwich per sottolineare l'argomento.

Quinn giocherella con il proprio cibo, sentendo lo stomaco stringersi mentre riflette esattamente su cosa sta pensando di fare. È davvero pronta a rivelare la propria sessualità? A dire le parole che per lei cambieranno tutto? Ha giù lasciato andare tre aperture perfette e sta permettendo a Santana di portare la conversazione sempre più lontano dalla destinazione desiderata.

Alla fine Santana ripulisce il proprio piatto, mentre diverte Quinn con storie colorite sui suoi compagni di college alla Columbia e il vicino di casa irritante che vive nell'appartamento di fronte. Quinn sciacqua i piatti e li lascia nel lavello per lavarli più tardi, e raggiunge Santana in salotto, crollando sul sofà mentre l'amica naviga nel menù di Netflix con aria disinteressata.

"Lo sai," commenta, "devi proprio mettere il culo su un treno per New York, questo semestre. Dimentica gli HummelHudsonBerry. Un weekend di questi usciamo assieme, troviamo un paio di carte d'identità false, facciamo il giro dei bar e ci diamo dentro. Forse riusciremo perfino a trovarti un maschio di bella presenza che tu possa usare e abusare prima che te ne ritorni all'Ivy League."

Quinn si morde il labbro, e il suo stomaco si stringe.

"E se," comincia, sentendo la propria voce suonare debole e affannata, schiarendosi nervosamente la gola, "e se non volessi un uomo?"

Santana si irrigidisce accanto a lei, con un dito sospeso sul pulsante di cambio canale del telecomando. Rivolge a Quinn uno sguardo che la fa sentire come un insetto sotto un microscopio. Quinn deglutisce, cercando di forzare un po' di saliva nella sua gola secca, e rimane a guardare mentre Santana aggrotta la fronte e inclina la testa.

"Questa sei tu che hai intenzione di ritornare alla tua fase sono-una-skank-e-non-me-ne-frega-un-cazzo-di-niente, o stai pensando di comprare delle camicie di flanella, scarpe comode ed esplorare il cespuglio inesplorato?" chiede alla fine.

Quinn fa una risata strozzata che si trasforma quasi subito in un singhiozzo. Si preme un pugno contro le labbra nel tentativo di rimanere composta, ma è inutile. Tutta la sua sicurezza in sé stessa si dissolve sotto lo sguardo di Santana e chiude gli occhi e cerca di concentrarsi su come respirare. Il sussurro "Santa merda," sembra arrivare da molto lontano, poi sente i cuscini del divano abbassarsi e un paio di braccia sorprendentemente forti le cingono le spalle.

Si appoggia a Santana mentre permette a mesi di emozioni represse di uscire fuori.

"Ehi…shh…stai bene, Q," cerca di calmarla Santana, massaggiandole il bicipite, a disagio.

Quinn si asciuga gli occhi ed esala un sospiro tremante. Il brivido che la scuote è completamente involontario. Santana la tiene più stretta, ma Quinn scuote la testa, allontanandosi per recuperare un minimo di dignità. Santana coglie facilmente il suggerimento e la lascia andare, indietreggiando un po' per darle un po' di spazio.

"Pensavo di essere pronta," riesce dire dopo qualche attimo.

Santana annuisce lentamente.

"Allora," esordisce, osservando Quinn con aria guardinga, "mi hai appena detto che sei gay?"

Quinn sente lo stomaco stringersi inaspettatamente. Può ammettere la propria sessualità nella privacy della propria mente, e l'ha anche sussurrata nella sua stanza quando non c'era nessuno che potesse sentirla, ma dirlo ad alta voce—dirlo a qualcuno perché si sappia—è terrorizzante.

Si lecca le labbra e annuisce esitante.

"Sì," esala.

Santana spalanca gli occhi e si lascia sfuggire uno strano respiro,

"Wow," commenta, trascinando quella breve sillaba con espressione rapita, "non me l'aspettavo."

Quinn aspetta in silenzio che Santana digerisca quello che sta accadendo, e guarda la sua amica scuotere la testa incredula.

"Voglio dire, pensavo davvero che saresti stata una di quelle lesbiche tardive," rivela Santana, guardando Quinn con occhio critico.

"Lo sai, del genere che sposa un tipo che non ama in cambio di amore e sicurezza, poi ha un paio di marmocchi perché deve, prima di cominciare a scoparsi la sexy babysitter francese, divorziare dal marito e darci dentro con le donne."

"Aspetta," mormora Quinn, ancora cercando di elaborare quello che ha sentito, "tu pensavi…cosa?"

Santana scoppia a ridere.

"Oh andiamo, non crederai che io sia scioccata dal fatto che sei attratta dalle donne, vero?"

Quinn aggrotta la fronte, stringendo la mascella finchè i muscoli della sua guancia non si contraggono. A parte quell'unico bacio con Josie, la sua storia romantica è stata esclusivamente eterosessuale, al contrario dei giorni in cui Santana si nascondeva. "Oh, wow," Santana ride allegramente, "lo credevi davvero!"

"Fottiti, Santana," ringhia lei.

Santana cinge con un braccio le sue spalle tese e sussurra,

"Scommetto che ti piacerebbe, vero?"

"Ew," Quinn la spinge via, arricciando il naso per il disgusto, "no grazie."

"Sei tu che ci perdi," sorride Santana. "I trucchi che potrei insegnarti…"

"Okay," la interrompe Quinn, sollevando una mano per farla tacere, "non sono ancora pronta per arrivare fin lì."

Può solo immaginare quali siano le abitudini sessuali di Santana e, lesbica o no, Quinn è sicura di non volerle sentire. Non vuole un'insegnante. Vuole solo un'amica.

Santana ride di nuovo, scuotendo la testa, ma il suo sorriso diventa più dolce mentre urta leggermente la spalla di Quinn con la propria.

"Seriamente, Quinn. Sono incredibilmente orgogliosa che tu abbia tirato fuori la testa dal profondo e buio stanzino in cui hai vissuto fin da quando ti ho incontrata, ma avrei una cosa da chiederti," rivolge il proprio sguardo su Quinn, e la sua espressione diventa inaspettatamente seria, "sei proprio sicura?"

"Um...sì, sono abbastanza sicura di essere gay," dice lentamente inarcando un sopracciglio—sollevata dal fatto che sia più facile della prima volta.

"Sì, no, è praticamente un dato di fatto a questo punto," la informa Santana con disinvoltura. "Volevo dire, sei sicura di poterlo dire a tutti?"

Oh.

"Non," comincia a dire, poi fa una risata silenziosa—perché sì, ormai quanlcuno lo sa, anche se si tratta solo di Santana. "Sei l'unica persona a cui l'ho detto."

Santana inarca un sopracciglio, "Non hai sperimentato a Yale?"

"No." La sua mente ritorna a Josie, e si morde pensosamente il labbro. "Bè, non veramente," si corregge.

"Ho baciato una ragazza…ad un party," si affretta a spiegare quando vede Santana sorridere, "ma questo è tutto."

"Fammi indovinare, hai dato di matto."

"Più o meno," borbotta, stringendosi nelle spalle con aria contrita. Non è stato uno dei suoi momenti migliori.

"Ti è piaciuto?"

"Più o meno," ammette, sentendosi arrossire fino alle orecchie sotto lo sguardo astuto ed irritante di Santana.

"Okay, sì," sibila, alzando gli occhi al cielo. "Mi è piaciuto."

"Era sexy?" chiede Santana con un sorriso lascivo.

"Santana! Le donne non sono oggetti," ringhia lei in risposta. A volte sa essere peggiore di un ragazzino in preda agli ormoni.

"Quindi è un no," decide l'altra.

Quinn le dà uno schiaffo sul braccio. Forte.

"Ouch. Ehi," brontola Santana, massaggiandosi il punto dolente. "Questa ragazza ti piace?"

"Non la conosco nemmeno," dice sinceramente. Josie è molto attraente—okay, sì, è sexy—ma hanno parlato per il gran totale di due volte, e nessuna delle due volte può essere considerata una conversazione vera e propria.

"È un'amica della mia compagna di stanza. Stavamo ballando e mi ha fatto sentire bene…non pensare," confessa, chiudendo gli occhi e richiamando alla mente il ricordo di quei meravigliosi istant,i quando non era stata altro che un corpo che si muoveva a ritmo della musica.

"Non mi è interessato del passato e del futuro e delle aspettative degli altri. Non sapevo nemmeno che cosa stavo facendo, finchè," si ferma, aprendo gli occhi per scoprire che Santana la sta guardando con un'espressione comprensiva sul viso.

Quinn sospira, scuotendo la testa in silenziosa frustrazione.

"Finchè non ho dato di matto," ammette con un sorriso di autocommiserazione. "Pensavo che il college sarebbe stato diverso, che avrei ricominciato daccapo, che non avrei dovuto rispondere a nessuno tranne che a me stessa e che tutto…si sarebbe sistemato."

"Ma non sta succedendo proprio questo?" la incoraggia gentilmente Santana. "Stai finalmente cominciando a capire cosa vuoi, e non ti stai più nascondendo. Credimi, vivere con onestà è molto più facile che essere triste mentendo a te stessa e a tutti quelli che hai intorno."

"Sì, lo sto finalmente capendo."

"Buon per te. E sai una cosa," si agita a disagio, distogliendo lo sguardo mentre si affretta a mormorare, "sono qui se ne vuoi parlare."

Quinn le sorride con affetto.

"Grazie, Santana."

"Non dirlo. Mai," l'avverte l'altra, ma è una minaccia vuota. Quinn sa che Santana ha un lato tenero, e neanche troppo segreto, per le persone a cui vuole bene, e Quinn è tanto fortunata da trovarsi fra quei pochi prescelti.

Santana abbandona le ultime vestigia dell'amica preoccupata e scivola nella sua familiare stronzaggine come se stesse indossando la sua giacca preferita.

"Ora, ubriachiamoci e facciamo una maratona di The Real L Word. Dobbiamo educarti."

"No, non è necessario," risponde Quinn, distogliendo lo sguardo. Può sentire lo sguardo di Santana sul suo viso.

"Lo hai già guardato, vero?"

"No," nega, arrossendo.

"Bugiarda."

"Stronza," sbotta Quinn di rimando, ma senza cattiveria.

"E tu lo sai," concorda Santana ridendo, dando uno schiaffo ai cuscini del sofà prima di alzarsi. Con le mani sui fianchi, abbassa lo sguardo su Quinn con un sorriso malizioso. "Ora, dov'è che Judy tiene il liquore buono?"

Le ci vogliono dieci minuti per impedire a Santana di saccheggiare tutti gli armadietti, ma alla fine si sistemano su un divano per guardare un film—che Santana trova su Netflix e che Quinn non ha mai visto e che grazie al cielo non è pornografico—e bicchieri d'acqua invece della tequila che Santana vorrebbe. Quinn si sente più rilassata di quanto non si sia sentita da molto tempo, sa di avere qualcuno che conosce i suoi segreti ed è ancora accanto a lei, accettandola senza farsi problemi. Bè, quasi tutti i suoi segreti. Deve ancora parlare del fatto che prova dei profondi sentimenti per Rachel, ma ha come la sensazione che Santana non sarebbe sorpresa neanche da questo.  

Il resto delle vacanze passa in fretta. Quinn riflette se rivelare tutto a sua madre prima di tornare a scuola, ma ancora non è pronta, e ha paura che alla fine della conversazione rimarrà di nuovo senza casa. Il suo secondo semestre è già pagato, e ha il proprio conto in banca che sua madre l'ha aiutata ad aprire con i soldi del fondo per il college che i suoi genitori avevano cominciato a risparmiare quando era nata. Anche parte della somma che negli ultimi due anni Russel è stato costretto a versare per mantenerla è stata versata lì dentro. Quinn può farcela da sola per un po', ma senza sua madre che l'aiuti a pagare le spese scolastiche avrà bisogno di trovare un altro modo di far quadrare i conti, e non sa se il prossimo autunno riuscirà a rimanere a Yale senza aiuto. Forse dovrà trasferirsi in una scuola meno costosa.

Ma queste sono preoccupazioni per un altro giorno.

  
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