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Autore: Lily1013    24/06/2008    25 recensioni
Perchè ci sono cose che devono essere sconfitte, ed altre che invece sarebbe meglio lasciar crescere...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Qualcuno qui ha buttato giù le bugie che volevo vedere

Qualcuno qui ha buttato giù le bugie che volevo vedere

La mia vita si è capovolta ma io credo ancora nei miei sogni

Nonostante tutto ho buttato giù milioni di muri

Benvenuti nella mia verità

Io amo ancora

(Anastacia – Welcome to my truth)

Mi sono sposata due volte in un anno, il che sarebbe già di per sé un record per qualsiasi donna, figurarsi per una come me.

Quello che ho imparato in quest’anno, è che la vita ti sorprende. Sempre.

Ho conosciuto il meglio ed il peggio delle persone di cui mi fidavo, o che pensavo meritassero la mia fiducia.

Adesso vivo una regolare vita senza regole, ed imposizioni, beandomi delle mie rose e del profumo del mare.

Quando mi sono sposata la prima volta, non c’era nessuna faccia amica.

Quando mi sono sposata la seconda volta, nella sola chiesa c’erano le mie sorelle con i rispettivi mariti e figli, mia madre, i miei soldati, qualche rivoluzionario, la nonna, mio padre, Andrè, ed un prete rubicondo che non ha mai visto tanta gente diversa tutta insieme.

Andrè è un marchese ora, e quando lo dico a voce alta quasi rido per la sobrietà con cui è accaduto, la velocità e lo spirito con cui abbiamo accolto la notizia. È un marchese, ma non l’ho sentito una sola volta presentarsi così a qualcuno.

Si continua ad occupare lui dei cavalli e di tutto il resto, fin quando la vista regge. Un medico di qui gli ha prescritto delle fasciature che deve fare te volte a settimana, provare non costa nulla.

Siamo solo contenti che ci sia qualcuno che cucini, perché né io né lui siamo bravi in questo.

Mio padre per il suo compleanno gli ha regalato la tenuta in Normandia. Il suo, non il mio. Quando poi gli dico che sono in buoni rapporti, si arrabbia ancora. È come se lo disturbasse che mio padre lo voglia in qualche modo ripagare per tutto quello che ha fatto, ma lui continua a dire che mio padre non gli deve niente e che tutto quello che ha fatto e farà lo fa per me e basta, e non deve certo comprare il suo amore per me.

Così adesso siamo qui, ad agosto pieno, e guardo il mio uomo giocare con Pierrault sul bagnasciuga. Pierrault, gentile regalo di Alain, nasce come cane da caccia, “perché tutti i ricconi ne hanno uno”, ma si è presto tramutato in un sornione cane che pensa solo a mangiare, dormire e divertirsi. Insomma, uno di famiglia.

Cane e padrone atterrano vicino a me, stanchi e sudati.

- Vieni a giocare con noi.

Bacio il mio cucciolone sul naso, e do una carezza al cane.

- Mi diverte di più guardare voi due.

Cane e padrone mettono su l’espressione bastonata, ma sanno che non mi faranno muovere da qui.

Bacio di nuovo Andrè. Non c’è un motivo per cui lo faccio, lo faccio e basta, e forse questa è la migliore conquista che potessi ottenere dalla vita.

- Sai di mare.

- E tu sai di buono – mi lascia un bacio eloquente sul collo.

- C’è Pierrault – bisbiglio. Andrè fa un cenno minaccioso al cane che va via, poverino. – Mi chiedo se userai questi metodi anche con un bambino, Andrè.

- Me ne preoccuperò al momento – dice, assaltandomi.

- Allora forse è il caso che te ne inizi a preoccupare….

Volevo una bella moglie, un figlio intelligente, ed una bella casa.

Sono rimasto incastrato in tutto questo.

Non potrei essere più felice.

Sulle mia ginocchia, Honor apre il regalo di Alain. Ho notato che Alain le fa un certo effetto, e so che la mia gelosia è del tutto fuori luogo. Il regalo di Alain è un cagnolino di pezza uguale al nostro Pierrault, e Honor lo stringe forte al petto.

- Ti piace, piccolina?

Alain le accarezza i riccioli castani, e lei si ritrae come una vergine sul mio petto. Mi fa una tenerezza indescrivibile. Poi scappa via, deve mostrare il nuovo tesoro alla madre, adesso.

- È così tenera e dolce, Andrè.

- Quando vuole. Quando non vuole è cocciuta ed ostinata.

- Degna figlia di sua madre, allora – commenta il Generale.

- Veramente, stavo per dire come voi, Generale.

Alain sorride.

- Allora vorrà dire che verrà su bene – chiosa il Generale, punto su un nervo scoperto.

Ho dovuto attendere di raggiungere la soglia dei quarant’anni, per essere visto come un figlio dal vecchio, burbero Generale Jarjayes. Ma ne è valsa la pena.

Non capita spesso, ma quando siamo solo noi tre uomini, si crea una strana atmosfera. Oscar lo nota ogni volta, e io sono sempre più vago e meno interessato alla cosa, davanti a lei.

Anche perché non importa quanto tempo è passato. Se lo scoprisse, specialmente adesso, ci caccerebbe di casa tutti e tre.

È l’unica cosa che le nascondo.

Non posso dirle che una sera di ormai sette anni fa, il Generale Jarjayes andò da un vecchio compagno d’armi a comprare del veleno. Non posso dirle che suo padre spedì me da Alain la mattina seguente, durante una delle sue consuete visite con Lasonne, con la boccetta di veleno, e non posso dirle che quella boccetta finì nelle mani di Jerome prima e di Lucille poi, per finire, in ultimo, nel calice di vino che Fersen bevve da solo la sera che poi fu trovato morto.

Non posso dirle che è per questo che ora Jerome e Lucille, che si sono sposati sei anni fa, si prendono cura della nostra tenuta in Normandia durante l’inverno, e di quella di Arras quando noi non siamo lì.

Semplicemente, non posso. Nessuno di noi tre può.

Noi, che abbiamo cospirato per uccidere un uomo, suo marito, che non l’amava.

- Chi è quello lì?

Il generale ed io ci voltiamo verso la direzione indicata da Alain.

- È Lèon, il figlio di Bernard e Rosalie. Passerà un paio di settimane in vacanza con noi qui – spiego.

- Quanti anni ha?

- Nove.

- Non mi piace – conclude il Generale.

- Neanche a me – annuisce Alain, che si sente sempre più zio ogni giorno che passa. È stato lui a proporre Honor come nome della piccola: “Volete un nome onorabile? Cosa c’è di più onorabile di Honor?”.

Dovrei dire che neanche a me piace Lèon, ma non posso.

- Piace a lei – Oscar si avvicina a noi, che fissiamo i due bambini come se stessero per combinare chissà quale guaio. Invece, il ragazzino le sta solo dando un fiore come regalo di compleanno personale: un giglio bianco.

- Dove vanno? – chiede allarmato il Generale, quando li vede uscire fuori di casa.

- Fuori a giocare, padre – sospira Oscar.

- Non mi piace – continua lui, imperterrito.

- E tu non dici niente, Andrè? – Alain ha assunto la voce da “quella lì è mia nipote e non si tocca”.

- Lui non può dire niente, Alain – mi prende in giro Oscar. – Per il mio ottavo compleanno, Andrè mi regalò una fionda con cui ruppi tre vasi e due vetrate, ricordate, padre? Quindi, il bambino è un vero gentiluomo.

- Era diverso – borbotto.

- È la stessa cosa. Forza, venite a prendere una fetta di torta della nonna e lasciate in pace i bambini – Oscar ci tira su quasi di forza e ci porta verso il buffet.

Sbircio fuori dalla finestra.

Quando vedo la mia piccola Honor cacciare dalla tasche una vecchia fionda, non posso trattenermi dal sorridere.

FINE!

Salve a tutti, e grazie per essere arrivati fin qui.

Che dirvi? Questa storia nasce in una sera d’estate, rincorrendo pensieri su mondi alternativi. Oscar è lasciata un po’ in disparte, mi piaceva pensare che il Generale ed Andrè, in un momento di vero bisogno, si sarebbero alleati per il bene di Oscar. Ho sempre pensato che se il buon padre voleva un maschietto, sarebbe stato davvero troppo squallido ridurla ad una questione di ereditarietà, ed il vecchio doveva essere molto più buono di quello che dava a vedere, come quando nell’anime si commuove quando la figlia viene graziata da Maria Antonietta, anche se lui stesso, dieci secondi prima, le avrebbe volentieri fatto saltare la testa, ma tant’è.

Nasce anche dopo una lunga nottata a leggere BK’s Night e relativi seguiti. Che dire? Probabilmente ho voluto in un certo senso riscattare l’arzillo vecchietto, tutta quella violenza, poveretto… Comunque, BK’s Night e relativi li trovate su Laura’s Little Corner.

L’ultima parte è un epilogo un po’ melenso, l’ammetto, ma succedono tante cose tristi nel mondo, perché non rallegrarci un po’ l’esistenza? ^-^

Mi farebbe piacere ricevere dei Feedback, positivi e negativi :)

Grazie ancora per avermi letta.

Lily

  
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