Capitolo 12
L'invito di Atropo

Diversamente dalle altre mattine, Senshi si alzò abbastanza presto e si mise la tuta che Vegeta gli aveva dato per i loro allenamenti. Si recò in cucina e trovò il nonno seduto al tavolo che lo osservava torvo, segno che non si era ancora sbollito per il litigio della sera prima. Senshi stava per borbottare un buongiorno quando un curioso ronzio riempì le loro teste, segno che qualcuno si stava mettendo in contatto con loro.
«Buongiorno terrestri, come state? Bene, vero? Chiudete gli occhi, così potrete vedermi».
Senshi e Kibith chiusero gli occhi e al posto del buio trovarono un'immagine come di un video trasmesso in televisione. Atropo era al centro e sorrideva, mentre attorno a lei i Kaioshin e la famiglia di Kibith scrutavano fissi davanti a sé, immobili come soldatini di piombo.
«Il mio nome è Atropo e sono la vedova del potente mago Bibidi» disse lei: «E gli otto forti guerrieri che vedete con me sono i miei giocattolini».
«Dove vuole arrivare?» sibilò Kibith tra i denti.
«So che è consuetudine, su questo pianeta, organizzare tornei di arti marziali, quindi ho deciso di indirne uno per decidere le vostre sorti» esordì Atropo: «Otto guerrieri terrestri si scontreranno con i miei otto giocattolini. Badate, se sarà uno dei miei a vincere, della Terra non rimarrà che un mucchietto di cenere».
L'immagine di Atropo e dei Kaioshin scomparve e si avvicendarono le immagini di Kibith, Gohan e Senshi prese dagli scontri della sera precedente, poi Atropo parlò: «Vedete questi tre? Loro sono invitati, anzi obbligati, a partecipare al mio torneo e le cose potrebbero mettersi male se decidessero di non presentarsi».
Le immagini scomparvero e un primo piano di Atropo le sostituì: «Vi attendo tra cinque giorni nella mia... sì, chiamiamola arena personale. Vi aspetto, terrestri» gracchiò e il contatto si interruppe.

Gohan riaprì gli occhi e li abbassò cupamente sulla tazza di caffè che stava bevendo. Non si allenava da anni, la sera prima aveva respinto a malapena quello che pareva il Kaioshin più forte e quella strega pretendeva che partecipasse.
Assurdo, semplicemente assurdo.
Senza considerare che Atropo aveva costretto anche Senshi a partecipare.
«È troppo giovane» mormorò finendo il caffè freddo e Videl inarcò un sopracciglio: «Senshi non può partecipare».
«Ah, non può? Senti, quanti anni avevi quando hai combattuto con Cell?».
«Nove, ma quella era una situazione diversa».
«Davvero? Uno psicopatico che organizza un torneo per decidere se la Terra salterà in aria o meno, a me sembra una situazione identica».
Gohan tacque e Videl proseguì: «Non dimenticare, poi, che Senshi si è allenato con Vegeta, che è forte quasi come tuo padre. Io dico che lui può partecipare».
Uno a zero per Videl.

Tutti i guerrieri che avrebbero partecipato al torneo di Atropo si riunirono al Palazzo del Supremo poco più di un'ora dopo, su richiesta di Goku e Dende. Quando Vegeta raggiunse il palazzo con Senshi e Kibith, gli altri guerrieri accennarono a un saluto freddo.
«Abbiamo cinque giorni per prepararci al torneo» disse Goku e sorrise: «Fortunatamente, abbiamo un modo per sfruttare questi giorni, non è così, Dende?».
«Io e Popo abbiamo modificato la Stanza dello Spirito e del Tempo, in modo da permettere a chi ci è entrato due volte di poterla usare di nuovo» disse il namecciano.
«Come funziona? Cioè, io entro e...» esordì Senshi perplesso.
«Tu entri con me» disse Vegeta seccamente: «Ed entriamo per primi».
Il suo tono non ammetteva repliche e tutti furono più o meno d'accordo.