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Autore: Roulette    02/03/2014    7 recensioni
*STORIA INTERATTIVA*
Una misteriosa creatura si sta risvegliando, accompagnata da un vecchio nemico.
Due dei scompaiono nel nulla e una misteriosa eclissi provoca scompiglio nel mondo degli umani e sull'Olimpo.
Saranno i vostri semidei a ristabilire l'ordine. La profezia è già scritta, siete pronti, semidei?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pranzo era il momento che Friedrich odiava di più in assoluto.
Dopo la cena e il falò, ovviamente.
Un gruppo di adolescenti divoravano con barbaria pietanze di ogni tipo, uno spettacolo disgustoso per il figlio di Ade.
Ogni volta che volgeva lo sguardo verso il tavolo dei figli di Ares doveva tapparsi la bocca con le mani per non vomitare. Dal canto suo, si definiva un gran signore nel mangiare.
Anche gli altri pochi figli del Dio degli Inferi, spuntati come funghi, nell’ultimo periodo, erano abbastanza educati. Nulla, insomma, in confronto a quelle bestie.
Fece a fette un piccolo würstel e ne infilzò un pezzetto con la forchetta. Per fortuna quel giorno avevano servito qualcosa che gli faceva ricordare casa sua, a Monaco di Baviera.
Era così felice lì.
Se quel giorno non fosse successo l’incidente.
La sua vita era stata radicalmente cambiata. Tutto per colpa di Zeus.
Lo odiava.
Lo odiava con tutta l’anima.
Un odio profondo, che non sparirà mai.
Strette la presa sul suo libro. Non vedeva l’ora di poter correre a rifugiarsi in un angolo e bearsi della magnificenza dell’opera di Goethe.
 
Annalisa non aveva smesso di sorridere dal momento in cui il secchio di vernice era caduto in testa a Drew.
Tutto il Campo l’aveva acclamata e aveva portato lei e Logan sollevati sulle loro braccia fin sotto il padiglione della mensa.
Si voltò verso il tavolo di Ebe. Logan le dava le spalle.
Avrebbe voluto che fosse girato, per sorridergli e ricevere, in risposta, un altro dei suoi meravigliosi sorrisi. Sospirò posando lo sguardo sul tavolo di Afrodite.
Drew non era riuscita ad asciugarsi i capelli in tempo ed erano tutti arricciati e sporchi di vernice, nessun ragazzo l’avrebbe più guardata da quel momento.
Finalmente pensò imparerà cosa si prova a non avere i capelli perfetti ogni santo minuto.
Sorrise e si cacciò in bocca un pezzo di carne.
 
Francis passò il pomeriggio steso sull’erba a pancia in su. In una radura solitaria.
Non era un ragazzo solitario, anzi. Ma dopo l’incontro di quella mattina aveva in testa l’idea per una poesia.
Era convinto fosse per la bambina grande che aveva incontrato. Il pensiero lo fece sorridere quasi impercettibilmente.
Era come se, quando se l’era caricata sulle spalle, una folata di vento l’avesse investito. Forse era stato davvero così, in effetti era bagnato fradicio di sudore, e caricarsi una ragazza sulle spalle non aveva migliorato la situazione.
Si soffiò un ciuffo castano dagli occhi e sbuffò.
Ce l’ho in testa, cavolo pensò mentre mordicchiava una matita corta come un mozzicone di sigaretta, Ma non riesco ad assemblare le parole.
Volse lo sguardo al sole che gli riscaldava la faccia e notò che i suoi occhi riuscivano a fissarlo senza cambiare visuale.
Strano.
Pur essendo figlio di Apollo non sapeva di avere una capacità del genere, come era possibile?
Si stropicciò gli occhi e fissò ancora l’astro che illuminava il campo. Nulla, non gli faceva male nemmeno un po’.
Il figlio di Apollo si tirò su a sedere fissando lo specchio d’acqua che gli stava davanti. Se sono capace di guardare il sole senza scottarmi, chissà che non riesca anche a volare.
Sorrise pensando alla favola che la badante dell'orfanotrofio gli raccontava quand’era piccolo.
Peter Pan, il bambino che non voleva crescere. Proprio come Peter.
 
Logan era raggiante.
Un venticello caldo gli scompigliò i capelli biondi, mentre si arrampicava sul tetto della Casa Grande.
Nessuno poteva vederlo lì, e poi tra qualche minuto sarebbe venuta Annalisa e avrebbero passato un po’ di tempo lassù, a osservare il Campo in movimento.
Si sporse leggermente e volse lo sguardo verso il laghetto delle canoe. Una ragazza mora e incredibilmente magra - sì, si notava anche da quell’altezza – stava cavalcando un bellissimo pegaso dal manto bianco perla.
Si dirigeva verso la foresta.
Il figlio di Ebe aveva un espressione talmente presa che non si accorse della sua amica che era appena arrivata.
-Carina, eh?- Disse Annalisa con un tono indecifrabile.
-Eh? Co-cosa?- Logan si voltò e il suo volto arrossì un po’.
Annalisa aveva i capelli castani raccolti in una coda disordinata e la fronte era imperlata di sudore.
Scoppiò a ridere anche se i suoi occhi non dicevano la stessa cosa. C’era qualcosa che Logan non colse in quello sguardo tanto attraente.
Si sedette e osservò la ragazza sparire tra il folto degli alberi.
-Che cavolo dici.- Disse lui abbassando lo sguardo, e la sua faccia fece scoppiare a ridere la figlia di Ermes per la seconda volta.
 
Alex si stiracchiò e chiuse il libro lasciandoci l’indice in mezzo per non perdere il segno.
Era quasi ora di andare, non poteva starsene tutto il giorno a leggere, doveva allenarsi.
Raccolse il segnalibro dai piedi dell’albero e lo inserì tra le pagine bianche con riluttanza.
Si passò una mano tra i capelli castani e accarezzò una delle sue due spade. Sull’elsa era inciso un nome. Claire.
Quando la sua mano la sfiorava era come se sapesse di stare accarezzando lei.
Fece per alzarsi, ma un rumore lo fece riabbassare.
Era un rumore sordo, come di zoccoli.
Un centauro? No, a parte Chirone non ce n’erano molti in circolazione nella foresta.
Sollevò la testa da dietro un cespuglio e la scena chi gli si aprì davanti agli occhi verde chiaro gli fece aprire la bocca dallo stupore.
Una ragazza dai capelli castano chiaro stava scendendo da un pegaso bianco.
Si sedette a terra e estrasse dalla tasca dei pantaloncini un mucchio di conchiglie colorate.
Iniziò a rigirarsele tra le mani e Alex sentì qualcosa dentro.
La guardò bene, i capelli castani le ricadevano sulle spalle con grazia e gli occhi blu come il mare erano completamente presi dalle conchiglie che aveva tra le mani.
Ma quello che lo colpì di più fu l’incredibile magrezza della ragazza.
Riusciva quasi a vedere le costole, ma tutto ciò non gli fece impressione, anzi.
Sentì un’irrefrenabile voglia di correre da quella ragazza e parlarle.
Si sporse un po’ e, inciampando, provocò un rumore sordo.
La ragazza si voltò e si sfilò un anello che si trasformò in una spada.
Sull’elsa bronzea scintillarono le lettere Als, mare in greco antico.
Alex non tentò di nascondersi, anzi. Si sollevò.
-Per-Perdonami.- Riuscì a dire –Ero qui a leggere e…-
La ragazza si infilò l’anello-spada e il suo sguardo si addolcì.
-Non fa niente.- Sorrise, poi il suo sguardo si posò sul libro che il ragazzo teneva tra le mani. Le Cronache di Narnia.
-Anch’io l’ho letto.- Disse alludendo al libro.
Il figlio di Afrodite sorrise e le pose la mano.
-Sono Alex.- Disse.
-Eliabeth.- Rispose lei, per poi aggiungere: -Ma non azzardarti a chiamarmi così, preferisco Effy.-
 
Il pomeriggio passò tra allenamenti e ore passate tra gli alberi.
Luna stava continuando ad intagliare la sua statuetta di legno, quando il rumore di un corno la fece sobbalzare.
Ora di cena. Pensò.
In effetti si era fatto tardi, e lei stava ancora rimuginando sul come farla a pagare a quella figlia di Ermes che l’aveva presa in giro.
Non che le avesse dato fastidio. Quasi quasi stava per ridere anche lei.
Ma non poteva dimostrarsi tutto d’un tratto gentile e spiritosa.
Odiava dimostrare affetto o simpatia per gli altri.
Non era un stupida bambinetta che abbracciava le altre, era un’adulta.
Ripose il pezzetto di legno in tasca e scese all’albero sul quale era salita.
Mentre si dirigeva verso il padiglione qualcuno le tirò una pacca sulla schiena.
Si voltò e il sorriso scaltro di Dastin le si materializzò davanti.
-Idiota.- Borbottò con un sorriso quasi impercettibile.
-Menomale che dovevamo vederci, oggi.-
Si maledì mentalmente. Aveva promesso al suo amico satiro di incontrarsi al laghetto della canoe, ma tra tutti i pensieri che aveva in testa le era passato davvero di mente.
-Scusa, Das.-
-Tranqulla.- Fece lui –Ho rimorchiato uno schianto di ninfa dell’acqua. Con la scusa del ‘sono stato scaricato’ si acchiappa un sacco.- Sorrise lui –Anche se sta volta non era una scusa.-
Luna lo guardò e gli tirò una pacca sulla spalla. –Sta zitto.- Sta volta rise davvero.
Leo non riusciva a smettere di fissare la ragazzina che aveva incontrato quella matina.
Cavolo, se era carina.
Chirone pestò il suolo con lo zoccolo per ristabilire il silenzio.
-Cari semidei- Iniziò –Prima di dare inizio alla cena vorrei farvi un paio di annunci.-
Dalle tavole imbandite si alzò un brusìo crescente, che il centauro fece cessare con un'altra battuta di zoccoli.
-Silenzio, per favore. Dunque, vi stavo dicendo che ci sono degli annunci da fare. Il primo è che sta sera ci sarà una partita di Caccia alla bandiera, come annunciato già qualche sera fa.-
Dal tavolo di Ares si alzarono gridi di gioia.
Leo, però non ne era tanto felice.
Non gli piaceva usare delle armi, preferiva il fuoco. Ma nessuno doveva saperlo.
Nessuno doveva sapere quello che era capace di fare.
Gli avrebbero messo in mano una lancia arrugginita e lo avrebbero buttato lì a fare da difesa.
-Per favore, silenzio.- Ripetè Chirone –Il secondo annuncio – e vi prego di non fare confusione – è che gli Dèi ci hanno annunciato il motivo del Blackout di giovedì.-
Qui, si scatenò il panico totale, nonostante l’avvertimento di Chirone.
Chirone ristabilì l’ordine per l’ennesima volta e continuò: -Ma vi sarà detto tutto al focolare, ora gustatevi pure la cena.-
Leo era davvero senza parole.
Tutti i semidei lo erano.
Infatti, quella sera, la cena finì prima del previsto.

Ciao lettori!
Allora, prima di tutti vi chiedo PERDONO, per l'aggiornamento tanto in ritardo.
Vi dico subito che sarà la prima ed ultima volta che lo faccio, è che in questi giorni ho avuto una marea di impegni e scrivere era diventato più un impegno, appunto, che un piacere.
Quindi ho deciso di staccare per un pò, e devo dire che è servito perchè non vedo l'ora di scrivere il prossimo capitolo.
Scusatemi se la trama non è andata molto avanti, anche se avrete capito che tutti i semidei sono accomunati da una specifica capacità.
Ma sarà una capacità o qualcosa di più?
Spero di avervi incuriosito con questo capitolo e vi annuncio che nel prossimo si saprà il motivo del Grande Blackout.
Al prossimo, allora!
Perodonatemi per l'attesa!
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