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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    02/03/2014    0 recensioni
[LanciaCentric]
Scritta una vita fa per il compleanno di Lancia-san, personaggio bellissimo ma estremamente bistrattato.
"Per la prima volta dopo, tanto tempo, Lancia si sentiva felice.
Che quella sarebbe stata una giornata speciale, in effetti, non l'avrebbe mai immaginato."
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dino Cavallone, Tsunayoshi Sawada
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Lancia, Dino, Famiglia Vongola.
Tipologia: OneShot
Avvertimenti: Family Fluff, OneShot
Genere: Generale, Sentimentale, Introspettivo, Malinconico
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira Amane, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro ed è stata scritta per celebrare il compleanno di Lancia
.

FROM THIS HEART, I SAY THANK YOU

Per la prima volta dopo, tanto tempo, Lancia si sentiva felice.

Che quella sarebbe stata una giornata speciale, in effetti, non l'avrebbe mai immaginato.

Ma quando, quella mattina, era suonato il campanello del piccolo appartamento in cui viveva e dalla porta erano piombati all'interno sia Vongola che Cavallone... Beh, avrebbe dovuto intuirlo.

FLASHBACK

Un trillo fastidioso era penetrato nei sogni di Lancia che, infastidito, aveva cercato di ignorarlo, tentando di immergersi ancora di più nell'oceano dei sogni in cui era stato a galla per tutta la notte.

Ma era stato tutto inutile.

Chiunque ci fosse dall'altra parte, non sembrava desistere, e neppure sembrava avere intenzione di andarsene tanto presto.

Sulle prime, l'uomo rifletté sul fatto che poteva essere un piazzista, ma una rapida occhiata all'ora sulla sveglia gli fece accantonare all'istante il pensiero: quale venditore porta a porta comincerebbe il suo giro alle 6 di un freddo mattino di Dicembre?

Con uno sbuffo, mentre il misterioso seccatore continuava il suo concerto, scivolò giù dal letto, sfregandosi gli occhi e cercando di orientarsi nella stanza buia.

Ancora rintronato per l'improvvisa levataccia, Lancia si mise addosso la prima camicia pescata dal cumulo di abiti sul pavimento e si avviò lungo il corridoio, tremando per il contatto dei piedi sul marmo gelido.

Alcune voci concitate, le riusciva a udire finalmente, sembravano parlare in giapponese oltre la porta.

E c'erano poche persone di sua conoscenza in grado di parlare quella lingua.

Due in particolare, che lo accolsero con un gran sorriso non appena ebbe spalancato la porta.

Vongola... Cavallone...” balbettò lui, stupefatto di vedere i due giovani Boss sul pianerottolo squallido, freddo più del suo stesso appartamento e deserto.

Scusaci per averti buttato giù dal letto a quest'ora indecente!” esclamò Dino, visibilmente allegro e su di giri mentre abbracciava il fratellino: “Ma ci serve il tuo aiuto.” concluse per lui Sawada, che indossava un elegante completo di sartoria color della neve.

Era da parecchio che non vedeva entrambi, in effetti.

E doveva ammettere che il Decimo-un-tempo-quindicenne-ora-ventenne, era cambiato molto dall'ultima volta in cui si erano visti di persona.

Il Cielo dei Vongola lo afferrò gentilmente per un polso, spingendolo dentro casa, senza abbandonare quel sorriso gentile che faceva il paio con quello del biondo al suo fianco: “Devi prepararti in fretta, abbiamo poco tempo. Romario e Hayato ci aspettano di sotto.”.

FINE FLASHBACK

Perché quell'espressione assente, Lancia-dono?”.

Nel mentre della confusione generale in cui era immerso, Lancia si riscosse dai suoi pensieri grazie alla voce di Basil, che gli si era avvicinato con un bicchiere pieno di liquido trasparente in mano.

Il giovane agente del CEDEF glielo porse, sedendosi poi accanto a lui, sulla sedia lasciata libera da uno Tsuna scomparso all'improvviso nella cucina dell'HQ Vongola.

A fare cosa, non era dato saperlo.

Stavo pensando.” replicò l'uomo, sorridendo appena con lo sguardo che indugiava sulle decorazioni appese in ogni angolo della sala da ballo in cui si trovavano riuniti: i Cavallone, i Vongola e lui, assieme per festeggiare il suo compleanno.

Sawada-dono e Dino-dono hanno organizzato tutto da settimane.” incredibile quanto Basil fosse in grado di vedere dentro le persone: “Ci siamo impegnati tutti per aiutarli dal momento che ci tenevano tanto.” sorrise il giovane accondiscente, “L'hanno fatto perché sono sinceramente affezionati a te.” ammise lui.

Lancia sentì il cuore balzargli in gola.

Quando hanno saputo che oggi sarebbe stato il tuo compleanno, non hanno fatto altro che preparare, organizzare, sistemare cose... Sawada-dono si è anche addormentato sulla sua scrivania più volte.” ridacchiò l'italiano: “Volevano così tanto festeggiarti che non si sono fermati davanti a nulla.”.

Lancia non stentava a crederlo: conosceva il Decimo Vongola da tempo e sapeva che, quando una cosa gli entrava in testa, difficilmente si sarebbe arreso prima di portarla a compimento.

Quel ragazzino un tempo vigliacco e spaventato ora era cresciuto in un uomo capace e in gamba, una persona che lui stesso avrebbe volentieri seguito in capo al mondo.

Ma fu quando, sia Dino Cavallone che Sawada rientrarono nella sala gremita di persona che Lancia credette di sentire il proprio cuore fermarsi per lo shock: “BUON COMPLEANNO!” gridarono all'unisono i due, portando tra le braccia un pesante vassoio, la torta che vi si trovava sopra era stupenda.

Panna e cioccolato, doveva essere stata una mano estremamente malferma a farla ma ciò acuiva soltanto la sensazione di calore nel petto del festeggiato, che venne sospinto in avanti da un Basil sorridente in mezzo alla calca di Guardiani e Cavallone, i quali facevano a gara per dare il loro contributo di auguri e pacche sulla schiena.

Lambo, poi, nonostante ormai avesse compiuto dieci anni, gli si era attaccato alla schiena con entusiasmo infantile, gridandogli nelle orecchie quanto fosse felice di vederlo e di poter giocare con lui.

Certe cose non sarebbero mai cambiate, pensò Lancia, notando con malcelato orgoglio l'Anello del suo Boss campeggiare sul petto di Sawada Tsunayoshi, come a mostrare il suo legame con loro, con lui; e non era difficile intuire la volontà dello stesso Decimo di ereditare il ricordo di quella sua Famiglia spezzata nel sangue, di caricarsi sulle spalle anche quel suo peccato e alleggerirne l'anima.

Tutto perché lui era fatto così.

E lo stesso Lancia non poté esimersi di sussurrare un vago e commosso “grazie”, un grazie che sgorgava puro dal suo cuore mentre soffiava le candeline che affollavano la glassa di guarnizione.

Un “grazie” sincero che spalancava le porte ad un bel futuro che lo attendeva.

   
 
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