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Autore: lacrimenere    02/03/2014    1 recensioni
“Buongiorno, principessa” fece Harry sollevandosi per trovarsi faccia a faccia con lui e stampandogli poi un fugace bacio sulle labbra.
“…regina”
“Cosa?”
“Non sono una principessa, sono una regina”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Louis si svegliò presto quella mattina.
La luce filtrava dalle fessure delle ante, e si maledì in silenzio per non aver controllato più attentamente che fossero ben chiuse, la sera precedente.
Al suo fianco, Harry dormiva ancora profondamente e Louis sorrise nel notare che le loro mani erano ancora intrecciate.
Si stiracchiò e allungò la mano libera per raggiungere il cellulare che giaceva sul comodino accanto al letto e, una volta afferratolo, si mise a scorrere i messaggi che non aveva ancora avuto modo di leggere.
Ne aveva ricevuti sette: uno era da parte di sua madre, che lo rimproverava di non aver chiamato casa per più di due settimane, tre erano di Niall e due di Liam (in entrambi i casi i messaggi erano un ammasso di frasi senza senso e parole scollegate tra loro, segno che i due quella notte avevano bevuto probabilmente qualche bicchiere di troppo), ma fu sull’ultimo che focalizzò la sua attenzione.
Delicatamente sfilò la mano da quella di Harry  e si mise a sedere senza distogliere lo sguardo dal display.
“Cazzo, no. Non proprio ora..” sussurrò a denti stretti.
Riappoggiò il cellulare sul comodino e gettò uno sguardo ad Harry.
Sospirò chiudendo gli occhi, come se stesse cercando la forza di pronunciare quella frase.
“Perdonami, se puoi, ancora una volta”
Gli lasciò un leggero bacio sulla guancia, poi si alzò dal letto e uscì dalla stanza.
 
 
Harry aprì gli occhi svogliatamente, svegliato dagli schiamazzi dei bambini nel parco.
C’era parecchia luce nella stanza.
Si voltò per cercare Louis al suo fianco
“Buongiorno signor Toml..”
Lasciò la frase in sospeso, restando interdetto nel notare che il letto era vuoto.
Si mise a sedere, cercando di elaborare il più razionalmente possibile quell’informazione.
Deglutì nervosamente guardandosi intorno, poi si alzò e prese a scendere le scale.
Magari, per una volta, sua maestà si era decisa a prepararsi da sola la colazione.
Del resto il sole era già alto, e non si poteva escludere la possibilità che Louis avesse avuto un improvviso attacco di fame, no?
E probabilmente aveva preferito non svegliarlo, così era sceso da solo. Era possibile, giusto?
Ma mentre faceva queste considerazioni tra sé e sé, sapeva di essere fuori strada.
Raggiunto il piano terra, notò un insolito silenzio.
Prima di arrendersi all’evidenza, però, fece un rapido giro per le stanze.
Sala, bagno, giardino, camera degli ospiti.
Niente.
Louis non era in casa.
Si avviò verso la cucina, sapendo che non l’avrebbe trovato neppure lì.
“Certo che almeno poteva avvisarmi, cristo santo!” borbottò mentre tirava fuori una tazza dalla credenza e apriva il frigorifero per prendere del latte.
Si portò la tazza alle labbra e mentre sorseggiava notò sul tavolo un foglietto.
Si avvicinò lentamente e dopo aver appoggiato la scodella sul piano del lavandino prese tra le mani il pezzo di carta.
Lesse velocemente.
Appena ebbe finito, con calma apparente e un sorriso irritato sul volto, lo appallottolò e lo lanciò con forza contro la parete opposta.
“Vaffanculo” sussurrò, mentre si lasciava cadere sulla sedia più vicina.
 
“Sono uscito con Eleanor.
Non aspettarmi per pranzo
Lou xx”
 
 
 
“Louis”
Louis mescolava il suo cappuccino distrattamente, ignorando la ragazza che gli stava di fronte.
Era un piccolo bar in centro e per il momento nessuno si era ancora accorto della loro presenza lì, se non un paio di ragazze che erano poi corse via urlando.
“Louis, per favore, degnati almeno di alzare lo sguardo”
Non riuscendo ad ottenere la sua attenzione, continuò con una nota in più di irritazione nella voce
“Speri che ti venga rivelato il futuro continuando a contemplare il tuo caffè? Nel caso non te ne fossi accorto, non hai davanti una sfera di cristallo”
“Non sarà una sfera di cristallo, ma non è neanche un caffè”
Eleanor lo guardò con aria interrogativa.
“E’ un cappuccino” concluse il ragazzo senza alzare lo sguardo.
“Fa lo stesso, dio mio”
Louis afferrò un’altra bustina di zucchero e ve la versò dentro, poi mise in un angolo del tavolo la carta insieme ad altre cinque bustine vuote e riprese a mescolare con lo stesso ritmo.
“Cerca almeno di fingere un sorriso, siamo usciti per questo, no?” riprese la ragazza alzando gli occhi al cielo contrariata “là dietro c’è un fotografo, guarda distrattamente da quella parte e fagli fare qualche foto decente”
Louis alzò lo sguardo cercando di individuare l’uomo, e lo vide appostato dietro all’aiuola che separava i tavolini esterni del bar dal marciapiede.
Tentò un sorriso tirato, mentre il tizio regolava l’obbiettivo e premeva il pulsante scattando la prima foto della giornata.
“Sai, El… Harry non la prenderà affatto bene” azzardò Louis.
“Cosa c’è di diverso dalle altre volte?” chiese lei  dopo un attimo di esitazione, sfiorando la mano del ragazzo nel tentativo di confortarlo, per quanto le fosse possibile.
“Non è passato molto tempo dall’ultima volta in cui abbiamo avuto una discussione a proposito di queste uscite… di tutta questa storia della copertura e di ciò che ne comporta”
Eleanor lo fissò nell’attesa che continuasse
“Gli avevo detto che avrei trovato un modo per smettere questa farsa, solo che davvero.. non so come potrei riuscirci, non so come fare. Non credo neanche che esista un modo, perché non posso svegliarmi una mattina e decidere di urlare al mondo che amo Harry, capisci? Non posso perché non dipende da me. E nonostante siamo entrambi consapevoli della nostra situazione, lui ha voluto lo stesso che glielo giurassi, che gli giurassi che avrei smesso di fingere di essere ciò che non sono. Che avrei smesso di obbligarlo a mettersi ogni giorno una maschera. E io, stupido, l’ho fatto. Gliel’ho giurato, El. E il problema è che in quel momento, ci ho creduto anche io.”
Abbassò lo sguardo.
“Oh, Lou…”
Eleanor si alzò e fece il giro del tavolo, raggiungendo il ragazzo e abbracciandolo dal dietro.
L’uomo dietro l’aiuola ne approfittò per scattare altre foto.
 
 
 
Più tardi quel pomeriggio, Louis si stava incamminando verso l’appartamento.
Si era preparato un discorso da fare nel caso Harry gli avesse chiesto o rinfacciato qualcosa, ma la realtà era che non sapeva esattamente cosa sarebbe successo una volta varcata la soglia di casa.
Si fermò davanti alla porta e sospirò profondamente abbassando lo sguardo.
Strinse i pugni ripetendosi di rimanere calmo.
Harry lo amava, no? Gliel’aveva detto anche la sera precedente quando gli aveva preso la mano prima che si addormentassero.
Avrebbe capito. Insomma, Eleanor non aveva tutti i torti. Cos’era cambiato da tutte le altre volte?
Erano solo entrambi più stanchi.
Girò lentamente le chiavi nella toppa ed entrò.
Il salotto era immerso nella penombra.
L’unica fonte di luce proveniva dal televisore acceso.
Stavano passando un vecchio film in bianco e nero.
Scorse la figura di Harry oltre il divano, appoggiò le chiavi sulla mensola e si sorprese nel notare che il posacenere non era più al suo solito posto.
Mosse un passo in avanti, ma si bloccò a metà strada tra la porta d’ingresso e il divano.
Il ragazzo non si era ancora accorto della sua presenza.
“Hey” sussurrò Louis flebilmente.
Harry fissava assorto le spirali di fumo della sua sigaretta.
Nell’altra mano, rigirava la coroncina di margherite.
“Ciao, Louis” rispose secco.
Fece un ultimo lungo tiro, poi spense la sigaretta.
 “…avevi promesso che avresti smesso di fumare” disse con tono insicuro e con un certo tremito nella voce
“allora facciamo entrambi schifo a mantenere le promesse, non credi?”
Detto questo si alzò dal divano buttando fuori il fumo che aveva ancora nei polmoni.
“Harry…”
Il riccio sollevò una mando facendogli intendere di restar zitto.
Lo superò in silenzio e prese a salire le scale.
Louis rimase immobile nella sua posizione, lo sguardo rivolto al pavimento, i capelli a coprirgli il viso.
Sentì la porta della camera da letto sbattere, alzò lo sguardo e si rese conto suo malgrado di non esser più in grado di distinguere chiaramente i lineamenti degli oggetti intorno a lui.
Si avvicinò al divano e notò la coroncina per terra.
Doveva essere caduta ad Harry quando si era alzato.
La raccolse delicatamente e la sfiorò con le dita.
Il gambo tra le due margherite rosa era spezzato.
Louis si portò la coroncina al petto e si lasciò sprofondare nel divano, mentre le guance diventavano umide.
 
 
“Haz, avresti un futuro in questo campo, sai?”
Louis, sdraiato nell’erba, osservava Harry armeggiare concentrato con un mazzetto di fiori.
“Ssssh! Non disturbare l’artista!”
Louis alzò le braccia in segno di scusa, accennando una risata.
Il riccio se ne stava a gambe incrociate e con la testa bassa, e lui non poteva smettere di fissarlo divertito.
D’improvviso scattò in piedi con aria trionfante
“TADADADAAAAN! Ho finito”
“Bravissimo”
Harry fissò Louis deluso
“Oh, andiamo, mi merito almeno un applauso”
Louis battè le mani con finta indifferenza, e rise notando la smorfia di disappunto sul volto di Harry.
“Allora, Grande Artista, mi mostra la sua creazione o non sono degno di tale onore?”
Il ragazzo lo fissò dall’alto con i suoi occhi verdi, assunse un’aria pensierosa e poi sorrise amabilmente.
Si avvicinò a Louis e si mise in ginocchio in modo da poterlo guardare negli occhi, lo fissò intensamente in silenzio per alcuni secondi.
Louis deglutì mentre un brivido gli percorreva la schiena.
Il riccio, senza smettere di sorridere, mise la sua creazione tra di loro, smettendo di nasconderla dietro la schiena.
“Una… coroncina?”
“Una coroncina di margherite” precisò Harry,
La pose tra le mani di Louis
“Ecco, vedi queste due?” indicò con un dito le uniche margherite con la punta dei petali rosata.
Louis annuì serio.
“Queste due siamo noi”
“Perché?”
“Beh, punto uno perché sono le più belle. E modestamente noi siamo molto belli”
Il ragazzo rise, ed Harry sorridendo continuò
“..punto due perché sono le uniche diverse in mezzo a tante altre tutte uguali. E finchè resteranno vicine, metteranno in ombra la bellezza delle margherite perfettamente bianche”
“Solo se resteranno vicine?”
“Solo se resteranno vicine. Altrimenti le altre risalterebbero di più”
“Quindi da sole queste due non valgono niente”
“Sbagliato”
Fissò Harry con aria confusa
“Da sole sono belle, ma non risplendono. Quando sono vicine, invece, non ce n’è più per nessuno”
Louis alzò lo sguardo, e il riccio gli sorrise.
Si mise la coroncina in testa e avvicinandosi sussurrò al suo orecchio
 “Sai Harry, mi piace quando ti improvvisi poeta e te ne vieni fuori con queste similitudini, però adesso chiudi quella bocca e baciami”
Prese il viso di Harry tra le mani e appoggiò le labbra sulle sue, sorridendo nel bacio.
 
 
 
Ciao topine!
Colgo l’occasione per ringraziarvi ancora per le recensioni e per aver messo questa storia tra le seguite/preferite, vi amo ♥
Sono finalmente riuscita a scrivere un capitolo più lungo, apprezzatelo dai, lol.
Adios bedde, cercherò di aggiornare il prima possibile :)
 
Lau xx
 
  
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