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Autore: Smora    02/03/2014    3 recensioni
Scorci di vita. Attimi di esistenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era passato il tempo in cui si divertiva ad infierire sulle sue vittime.

Quando era ancora un bambino la conquista di un nuovo pianeta era par lui una sorta di gioco crudele, in cui lui faceva la parte del lupo cattivo e gli abitanti rappresentavano le pecorelle che dovevano sfuggirgli.

Il divertimento principale consisteva nello stanare le sue vittime. Arrivava nei villaggi e nelle metropoli come un angelo sterminatore e poi faceva in modo che un certo numero di persone riuscissero a sfuggirgli in maniera da permettergli di nascondersi, per poi iniziare la sua caccia spietata.

Per rendere il gioco più avvincente non si serviva nemmeno dello scouter, ma fiutava la paura e ascoltava i pianti sommessi che provenivano dai nascondigli più impensati, e da li estraeva le sue vittime per poi spezzargli l'osso del collo, oppure trapassarli con un piccolo raggio energetico.

Ora invece, dopo aver sterminato popolazioni intere, mirava a terminare la missione nel minor tempo possibile, quindi accadeva che a volte, dopo essere atterrato su di un pianeta, si facesse catturare insieme a Napa e Radish, per poi farsi portare al cospetto della maggior autorità del luogo. Qui sfidava i guerrieri più potenti, e dopo averli uccisi, reclamava la conquista del pianeta. In questo modo le bellezze locali non venivano distrutte e gli abitanti potevano essere venduti come schiavi.

Questo era accaduto anche su Orias un pianeta azzurro, popolato da creature umanoidi con una forte affinità verso l'acqua, dovuta alla presenza di numerosi mari e laghi, che rappresentavano l'8o% della superficie del pianeta. Lo scontro tra i campioni di Orias ed i Sayan era avvenuto nel palazzo reale, e dopo che Vegeta ebbe sterminato facilmente i cinque guerrieri che avevano tentato invano di proteggere la loro terra, gli invasori si erano sistemati nella sala del trono, facendosi servire i cibi migliori che quelle lande offrivano.

-Non capisco perché Freezer abbia mandato noi a conquistare questo ridicolo pianeta.

Disse Napa affondando i denti in un enorme filetto di pesce.

-Beh, per noi è un fortuna.- gli rispose Radish - E' stato un lavoro di tutto relax, non è forse vero Vegeta?

Ma Vegeta non era affatto contento. Odiava andare alla conquista di popoli così inferiori, perché non ne ricavava alcun vantaggio. Non poteva mettersi alla prova e sopratutto non si divertiva nemmeno molto.

Rimpiangeva i tempi in cui il semplice fatto di uccidere e avere le mani imbrattate di sangue gli procurava una vera gioia. Ma ora la morte per lui era un'abitudine, e come a tutte le abitudini cominciava ad essere noiosa. Doveva quindi trovare qualcosa per distrarsi un po'.

Si rivolse al sovrano di quel regno, che si trovava prostrato ai piedi del trono.

-Dimmi vecchio, chi è l'erede della tua stirpe?

Il re di quel popolo, con la lunga barba ormai diventata azzurrina sollevò lo sguardo in sua direzione e tristemente gli rispose.

-Tu hai ucciso l'erede di questo trono, tu hai ucciso il principe di questo popolo e il difensore di queste terre. Mio figlio giace su questo pavimento, ed è l'ultimo guerriero che tu hai trafitto.

-Non era poi questo gran difensore – replicò Napa ridacchiando.

Vegeta ignorò volutamente l'affermazione e continuò a domandare.

-Quindi non hai altri figli?

-Ebbene no. Braido era il mio unico figlio maschio.

-Non è quello che ti ho chiesto vecchio.

L'anziano uomo troppo stanco dalla vita e provato dalla morte del figlio, incautamente rispose alla domanda che gli era stata rivolta, incapace di comprenderne le conseguenze.

-...ho anche Alisea, mia figlia, l'unica cosa che ancora mi resta.

-Credo che sia il caso di conoscerla – disse Vegeta maligno, e continuò rivolgendosi a Radish -Va a cercarla, e bada bene di non torcerle un capello, sarò felice di incontrarla.

Il sovrano sussultò spaventato a quelle parole. Ma non c'era niente da fare. Ormai era nelle mani di quegli assassini.

La giovane Alisea era stata quindi portata al cospetto di Vegeta, che mellifluo l'aveva afferrata per il mento osservandola in viso.

-Devo dire che non sei niente male. Credo che potremo divertirci abbastanza insieme – e detto questo cominciò incurante a togliersi l'armatura.

Napa si alzò quindi dal suo comodo giaciglio e seguito da Radish uscì dalla sala del trono, trascinandosi dietro l'anziano re.

-Cosa vuole fare a mia figlia? - chiese terrorizzato con gli occhi carichi di lacrime.

-Non l'hai capito vecchio? Vegeta è un principe e quindi quando può ama “intrattenersi” con le principesse.

-Povera povera figlia mia – pianse il re, e in una sorta di disperata preghiera invocò i suoi dei, affinché sua figlia non rimanesse gravida da quella violenta unione. - vi prego potenti Atlantici, risparmiateci almeno questa umiliazione.

I due Sayan risero di gusto a quelle parole.

-Non temere – disse Napa – Nessuna delle donne di Vegeta corre il rischio di rimanere incinta...-

L'uomo ringraziò gli dei per l'apparente sterilità di Vegeta e principiò un profondo sospiro di sollievo, che però non ebbe il tempo di uscirgli dalla gola.

-...nessuna rimane in vita abbastanza a lungo da concepire qualunque cosa!

  
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