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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    03/03/2014    1 recensioni
E se nella prima guerra magica Voldemort fosse stato sconfitto? E se Lily e James non fossero morti? E se Lily avesse avuto un'altra sorella oltre alla scorbutica Petunia? E se questa sorella avesse avuto un figlia della stessa età del cugino Harry? Che cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato da solo ad affrontare Voldemort? Leggete e lo scoprirete...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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When you’re gone

40
Il sogno rivelatore
 
James varcò la soglia di casa con Lily fra le braccia. La ragazza tremava, era madida di sudore e sembrava aver perso i sensi durante la Materializzazione,  il viso era bagnato dalle lacrime ed era pallido come un cencio. Reggendola tra le braccia, l’uomo non aveva potuto fare a meno di notare che era dimagrita. Chissà da quanto non mangiava e non dormiva.
La moglie sentendo la porta sbattere, uscì dalla cucina e quando vide il marito con sua nipote fra le braccia si avvicinò. – James, cos’è successo? – domandò preoccupata, sfiorando la fronte della nipote con una mano.
James si mosse verso il divano e ci adagiò la ragazza. – Puoi prendere delle coperte e dell’acqua fresca, per favore? – le disse, poi si inginocchiò accanto alla nipote e la osservò.
Perché devi soffrire così? pensò e le scoccò un bacio sulla fronte. Aveva la febbre e non sarebbe potuta tornare a casa da sola. Avrebbero dovuto chiamare Remus o Sirius.
La donna tornò con una coperta e una bacinella d’acqua fresca. Porse un fazzoletto al marito e lui, dopo averlo immerso nell’acqua e strizzato lo poggiò sulla fronte della ragazza, che non reagì quando la stoffa fredda toccò la sua pelle.
- Che cos’ha? - domandò la donna, in piedi dietro di lui. Aveva steso una coperta sulla nipote, dopo averle sfilato la giacca, anch’essa madida di sudore, e la stava osservando con apprensione, seduta al suo fianco.
- Severus. – rispose il marito.
Lei annuì.
Non c’era altro da dire. Anche lei stava soffrendo all’idea di ciò che l’amico stesse passando, ma sapeva bene che ciò che provava la nipote era di gran lunga più devastante. Si era già vista distruggere la famigli quando Fenrir Greyback aveva torturato e ucciso Marion e adesso anche Severus, colui che l’aveva cresciuta e amata come una figlia, era in bilico tra la vita e la morte.
James sospirò. – Silente le ha detto che Severus non ce la farà. –
La donna aggrottò le sopracciglia. – Perché l’ha fatto? – domandò incredula – E poi come può saperlo? –
- Non lo so. –
Lily accarezzò la mano della nipote. – Dove l’hai trovata? – domandò riferendosi alla nipote.
- Al cimitero. - spiegò – Davanti alla tomba di sua madre. – spiegò, intingendo nuovamente il fazzoletto nell’acqua e poggiandolo nuovamente sulla fronte della giovane. – Quando sta male va sempre lì. – durante la loro convivenza aveva imparato a conoscere sua nipote e molto spesso l’aveva vista uscire di casa e andare al cimitero, soprattutto quando qualcosa andava storto. Probabilmente vedere sua madre le dava conforto, ma spesso la portava ad allontanarsi dalla sua famiglia, che in realtà era l’unica che poteva veramente aiutarla.
La signora Potter parlò nuovamente interrompendo il corso dei pensieri del marito. – James, guardala. – disse – È distrutta. –   
- Lo so. – confermò lui – Ma cosa possiamo fare? – domandò. Avrebbe tanto voluto aiutarla, se solo avesse saputo come. – Se potessi salvare Severus lo farei. Davvero. So quanto Lily tenga a lui e anche quanto tu gli sia affezionata. Ma hai sentito cos’hanno detto i Medimaghi. Possiamo solo aspettare. –
- Ne sono cosciente, ma… –  Lily si interruppe – Ha già perso Marion, Dora e adesso anche Draco. E Severus è la sua famiglia. È come un padre per lei, se dovesse perdere anche lui… –
Lui annuì. – Sai meglio di me che non c’è nulla che possiamo fare. – replicò. – Possiamo solo starle accanto e aiutarla ad andare avanti. – concluse.
La donna annuì e accarezzò la guancia della nipote. – Preferirei essere io a soffrire, che vederla così. –
James annuì mestamente. – Anche io. –
La donna si volse verso l’orologio. – Dobbiamo chiamare Remus. Era preoccupato. – aggiunse lei. Il marito sfilò la bacchetta dalla giacca.
 
Harry rientrò a casa alle 18.
Aveva finito di sbrigare alcune pratiche al Ministero e appena Kingsley si era distratto un attimo, lui se n’era andato. Era stata una giornata spossante: la morte di Draco, il ferimento di Piton… avevano anche perso due Auror molto validi a causa di due Mangiamorte. La missione non sarebbe potuta andare peggio.
Prese le chiavi dalla tasca e le infilò nella toppa.
Dall’interno della villetta provenivano i rumori di voci sommesse. Sua madre doveva già essere tornata dal lavoro e suo padre se n’era andato dal Ministero quando Remus e Sirius gli avevano fatto sapere che Lily aveva lasciato Grimmauld Place per andare al San Mungo, ma che quattro ore dopo non era ancora tornata.
Si richiuse la porta alle spalle, appese la giacca all’appendiabiti nell’ingresso.
Sua madre si affacciò dal soggiorno e gli regalò un debole sorriso. – Ciao, Harry. –
- Ciao, mamma. – la salutò avanzando – Papà è qui? – domandò.
- Sì, è di là in salotto. - rispose lei.
Lui la seguì, ma si bloccò sulla soglia. Quando vide che Lily era stesa sul divano, priva di sensi, impallidì. – Lily… – mormorò. Si avvicinò, si inginocchiò accanto al padre e le prese la mano. –Cos’è successo? – domandò rivolgendosi a James.
- Ha la febbre. – spiegò il padre.
- È stata da Piton, vero? –
Il padre annuì.
- Non dovrebbe farlo. – affermò il giovane. – Dopo quello che ha visto… –
A quel punto intervenne la madre. – Harry, Severus è come un padre per lei. Non rinuncerà mai a stargli accanto. –
- L’ha visto in un lago di sangue. Gli è quasi morto fra le braccia. – spiegò – Proprio come Draco. – deglutì, accarezzando il Marchio Nero ancora impresso sull’avambraccio sinistro della cugina.
James sospirò. – Tua cugina ha visto cose terribili nella sua vita. – confermò  – Ma è forte, proprio come lo era sua madre. E noi saremo sempre qui per lei. Dobbiamo starle accanto. Siamo la sua famiglia. – spiegò, ma vedendo che il figlio non sembrava convinto, riprese. – Vedrai si riprenderà. – assicurò.
Lui annuì. – Avete già chiamato Remus? – domandò.
I genitori annuirono.
- Portatela in camera mia. Starà più comoda. - disse il ragazzo.
Il padre annuì e prese la ragazza tra le braccia. Salì la scala che portava al piano superiore e raggiunse la stanza di Harry. Adagiò la nipote su letto e la coprì con una coperta pesante. Le sfiorò la guancia con il dorso della mano e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Lily aveva bisogno di riposare, di riprendersi e soprattutto aveva bisogno di aiuto.
 
Quando il campanello suonò, James si avviò lungo il corridoio e aprì la porta. Si trovò Remus e Sirius, entrambi pallidi e spaventati.
- Remus. Sirius. – disse scostandosi per lasciarli entrare – Entrate. –
- Dov’è Lily? – chiese Sirius, immediatamente.
James li guidò in salotto. – Sta dormendo in camera di Harry. – spiegò e prima che potessero domandarlo, continuò – L’ho trovata al cimitero, di fronte alla tomba di Mar. –
Remus chiuse gli occhi. – Grazie per esserti preso cura di lei, James. –
L’amico scosse il capo. – È mia nipote. – affermò – È il minimo che possa fare. –
Lily entrò in salotto. – Ciao. – li salutò entrambi abbracciandoli forte. Accarezzò il volto di Remus e sorrise mestamente – Andrà tutto bene, Rem. –
- Non so come aiutarla. – affermò il Mannaro. – Sono suo padre e non so come aiutarla. –
Sirius gli poggiò una mano sulla spalla per sostenerlo. Sapeva quanto si sentiva in colpa per quello che era successo. Credeva di essere la causa di tutto ciò che era successo ai suoi figli, in particolare a Lily.  
- Devi solo starle accanto. – spiegò James.
Remus scosse il capo. – Io l’ho abbandonata. Quando aveva più bisogno di me non ho fatto nulla. Se non fosse stato per Severus… – si interruppe – L’ho lasciata sola, abbandonata a se stessa, perché ero troppo impegnato a… –
- No. – intervenne Lily – No, Remus, non è vero. –
- Non tentare di giustificarmi, Lily. Sono un pessimo padre. – la bloccò – Perché se così non fosse, non saremmo qui a discuterne. –
- Non è vero, Remus. – la voce di Harry li fece voltare. Il ragazzo era in piedi, sulla soglia della cucina e li stava osservando. – Sai bene che non è così. –
- Non ci sono mai stato per lei, Harry. – affermò – Sono entrato nella sua vita quando aveva già sedici anni. È cresciuta con Severus. Avrei dovuto lasciarla tornare a Spinner’s End dopo la guerra. Sarebbe stata la cosa migliore per lei. –
- Non sapevi di essere suo padre. – fece notare – E da quando hai lasciato Hogwarts, dopo la morte di zia Marion le sei sempre stato accanto. Eri l’unico in grado di farla star bene. Nessuno di noi riusciva a farla sorridere dopo ciò che era successo. –
James annuì. – È vero, Remus. – disse – È rimasta qui per due anni e le poche volte in cui l’ho vista sorridere era quando venivi qui per portarla da Sirius o per passare del tempo con lei. – sospirò – È vero: è stato Severus a crescerla, ma tu la ami quanto la ama lui, quanto tutti noi. Perciò non dire che sei un pessimo padre, perché non è così. –
Lupin stava per ribattere che non era così, che sarebbe dovuto andare via, che non avrebbe più dovuto avvicinarsi a lei, ma un grido proveniente dal piano di sopra lo interruppe.
    
 Una nebbia fitta avvolgeva Lily, impedendole di vedere ad un palmo dal suo naso. La ragazza si voltò più volte, fino a che questa non si diradò, quasi fosse riuscita a spostarla con il suo movimento. Il paesaggio divenne nitido, il banco di nebbia si squarciò, scoprendo una grande collina verde.
Dietro di lei si ergeva Hogwarts, imponente e maestosa come sempre. Alla sua sinistra, la Foresta Proibita e la capanna di Hagrid erano come chiazze di colore su una tela totalmente verde. Il sole non c’era, ma una luce calda e rilassante avvolgeva ogni cosa.
- Lils. - una voce alle sue spalle la costrinse a voltarsi.
La conosceva.
Era melliflua e profonda.
- Sev? - chiese, abbagliata dalla luce.
La figura avanzò verso di lei e quando entrò nel suo campo visivo, la ragazza vide che era il padrino.
Stava bene.
Era in forma, come ai tempi in cui lei frequentava Hogwarts.
I capelli neri gli incorniciavano il volto pallido e gli occhi la stavano osservando, scrutando ogni centimetro del suo corpo e del suo volto, quasi non la vedesse da secoli e avesse bisogno di memorizzare ogni particolare della figlioccia.
- Ciao. - la salutò, sorridendo dolcemente.
Lei fece per avvicinarsi, ma si bloccò a metà strada. – Stai bene? – domandò cauta.
- Sì, sto bene. - rispose lui.
Rimasero in silenzio, a guardarsi per lungo tempo, poi lei parlò ancora.
Sentì le lacrime bagnarle le guance e un terribile dolore al cuore. – Mi dispiace, Sev. – singhiozzò. – Non avrei mai voluto che Henrie ti facesse del male. –
- Lo so. - la rassicurò lui, muovendo qualche passo verso di lei. – Va tutto bene. –
- No, non va bene. – ribatté – Stai morendo. Per colpa mia, perché non sono riuscita a salvarti, perché non sono riuscita a convincere Henrie a prendere me e… –
- Lils. – la interruppe, avvicinandosi sempre di più – Non avrei lasciato che ti offrissi al posto mio. Non gli avrei mai permesso di farti del male. Ho dato volentieri la mia vita per te. – concluse.
- No, no, no… - ripeté lei, come se avesse potuto cambiare qualcosa solo pronunciando quelle parole. Si portò le mani alle tempie.
- Ehi - la interruppe lui. – A me importa solo che tu stia bene. –
- Ma a che prezzo? - esclamò lei, interrompendolo a sua volta. – Hai già sofferto così tanto… –
- Anche tu. - le fece notare.
Lily scosse vigorosamente il capo. – Non ti meriti questo, Sev. Sei buono, avresti dovuto vivere in pace dopo la guerra. Essere felice… –
- Anche tu sei buona. Eppure da quando è morta tua madre non hai fatto altro che rinunciare a tutto pur di proteggere gli altri e soffrire anche se eri l’ultima persona a questo mondo a meritartelo. – le fece notare – Lils, ho fatto cose orribili nella mia vita. Ho ucciso, ho tradito le persone a cui tenevo, ti ho abbandonata. Perciò credimi quando ti dico che va bene così. In fondo è quello che merito. –
- No, ti sbagli. – replicò – Hai fatto anche cose bellissime. Mi hai cresciuta, mi hai amata e mi hai protetta. È grazie a te se sono diventata la ragazza che sono. – concluse, singhiozzando. – Ho ancora bisogno di te, non puoi abbandonarmi. –
- Non ci sarei stato per sempre in ogni caso. - spiegò lui sorridendo debolmente.
- Io non voglio perderti, Sev! - sbottò Lily – Ho già perso mia madre, Dora, Draco… – si bloccò per ingoiare il groppo che le si era formato in gola – Non puoi lasciarci. – concluse – Non puoi lascarmi… –
- Mi dispiace tanto, Lils. -
Lei singhiozzò e abbassò lo sguardo. Allora Silente aveva ragione. Severus le stava dicendo addio e questa volta per sempre. Come avrebbe potuto superarlo?
Questa volta non ce l’avrebbe fatta. Non poteva farcela.
- Ti voglio bene, Lils. - aggiunse l’uomo, dopo un momento di silenzio – Sei la mia vita. E non ti ringrazierò mai abbastanza per essermi rimasta accanto così a lungo. –
- Anche io ti voglio bene, Sev. – ribattè lei, sollevando lo sguardo.
A Piton sfuggì un gemito.
Le lacrime appannavano la vista di Lily, ma oltre il velo che copriva i suoi occhi, Lily riuscì a vedere perfettamente ciò che stava succedendo. Una grande chiazza di sangue si stava allargando sul petto dell’uomo.
Lui le rivolse un ultimo sguardo carico di dolore e poi cadde in ginocchio.
- Sev! - gridò lei. Si avvicinò e tentò di aiutarlo, ma le sue mani trapassarono il corpo del padrino.
Erano proiezioni. Non potevano nemmeno sfiorarsi.
- Sev, ti prego! - implorò.
Inutile, lui era già caduto sulla schiena e il suo corpo aveva preso a tremare, scosso da convulsioni potenti. La pelle si fece pallida e ogni traccia di vita scomparve dal suo viso.
Lily gridò. Gridò a squarciagola, fino a farla bruciare.
 
- Lily! – la chiamò una voce. Due braccia forti la stavano scrollando. – Lily, svegliati! –
Lei aprì gli occhi, umidi di lacrime come il suo viso, e vide che davanti a lei c’era suo padre.
Gli occhi erano colmi di preoccupazione e tristezza e il volto pallido e segnato dalla stanchezza.
Cosa stava succedendo? Un attimo prima Lily era sicura di essere a Hogwarts con Severus e adesso era in una stanza che non era la sua. Stava respirando affannosamente e la gola le doleva per le grida che aveva lanciato.
- Papà… - mormorò – Oh, mio Dio… Severus… Lui sta… Io… – singhiozzò portandosi una mano alla bocca.
Lui la tirò a sé, stringendola tra le braccia. – Shh... Sta’ calma, piccola. – le sussurrò all’orecchio – Sono qui. –
- Mi dispiace… - pianse contro la sua spalla – Non volevo. Non volevo che Henrie facesse del male a nessuno… - suo padre continuò a cullarla dolcemente e solo in quel momento, Lily notò che dietro di lui, c’erano anche James, Harry e Sirius. Erano in piedi, immobile e impotenti di fronte a quella scena. – Mi dispiace. – bisbigliò rivolta verso di loro.
I tre scossero il capo.
- Tesoro, ti va di parlarne? - domandò il padre, allontanandola di qualche centimetro per guardarla negli occhi.
Lily scosse il capo. – Severus… lui stava… – ansimò – Non ho potuto fare nulla per... –
- Lily, so cosa provi. - disse il padre accarezzandole le guance.
La ragazza scosse nuovamente il capo. – No, non lo sai. – affermò.
- Lily… - tentò di interromperla.
Lily singhiozzò. – Io non voglio perderlo. Non posso perderlo. –
- Tesoro… -
Lo interruppe. – No, papà. Ma come fai a non capire che è tutta colpa mia? – chiese allontanandosi da lui. – Se non avessi preso la cura, Henrie non sarebbe mai scappato e non avrebbe fatto del male a nessuno. –
- Lily. - la interruppe Sirius. Si sedette accanto a lei e le sfiorò la guancia con una mano. – Non è colpa tua. Nulla di ciò che è successo è colpa tua. – erano stati lui e Severus a prendere la cura, dopotutto.
Lei scosse il capo. – Sì, invece. È colpa mia. – gemette.
Remus rivolse uno sguardo preoccupato agli amici e loro ricambiarono. Cosa potevano fare per aiutarla? Il senso di colpa la stava torturando e corrodendo dall’interno. E ciò che era peggio era che aveva perfettamente ragione. Nessuno di loro sapeva cosa stava provando, nessuno di loro poteva nemmeno lontanamente immaginare quanto profondo e radicato fosse il dolore che provava in quel momento, dopo anni e anni di sofferenze.
Lily continuò a singhiozzare. Sev, mi dispiace. Mi dispiace, continuò a ripetersi.
- Andiamo a casa, tesoro. - le disse il padre. Lei non rispose, ma quando lui la sollevò dal materasso e la tirò a sé, non si oppose. Circondò il collo di Remus con le braccia e poggiò la fronte contro la sua tempia.
- Grazie di tutto, James. - disse il Malandrino fermandosi di fronte a lui.
Lui scosse il capo e accarezzò la fronte della nipote. – Figurati. – disse – Fammi sapere. – concluse, riferendosi alla ragazza.
L’amico annuì. Scesero le scale e Sirius, Lily e Remus lasciarono la villetta di Godric’s Hollow, Materializzandosi a Grimmauld Place.
 
- Non può andare avanti così. - disse Sirius camminando avanti e indietro per il salotto.
- Lo so. - concordò Remus, seduto al tavolo del salotto, immobile con la testa fra le mani.
Lily era in camera sua e stava dormendo da un po’, ma una volta sveglia sarebbe ricominciato il dolore.
- Morirà di dolore. - aggiunse Sirius. Era preoccupato per lei, ma in cuor suo sapeva che da fare c’era veramente poco. Non avrebbero potuto compiere un miracolo e salvare Severus e nemmeno avrebbero potuto cancellarle la memoria per farglielo dimenticare, anche se l’idea aveva già sfiorato la sua mente un paio di volte.
- Che cosa possiamo fare, Felpato? – replicò l’amico – Non c’è un modo per salvare Severus. Possiamo solo sperare che si risvegli. –
Lui aggrottò le sopracciglia. – Forse potremmo tirare Lily su di morale. – disse, dopo un momento di riflessione.
- Come? - domandò Remus e il Malandrino sorrise.
 
- Ciao, George. - lo salutò Sirius.
Il ragazzo varcò la soglia della casa e appese la giacca all’appendiabiti.
- Grazie per essere venuto. - aggiunse l’uomo.
- Per Lily farei qualsiasi cosa. – spiegò lui – Spero solo di riuscire ad aiutarla. –  
Salutò Remus e salì al piano superiore dirigendosi verso la camera della ragazza. Bussò, poi aprì lentamente la porta. Quando entrò vide che lei era seduta accanto alla finestra e stava osservando il paesaggio all’esterno.
- Lily? - la chiamò.
Lei si voltò di scatto. I suoi occhi azzurri erano spenti e arrossati dal pianto. – George. Cosa fai qui? – domandò alzandosi dalla sedia e andandogli incontro.
- Sono venuto per vedere come stavi. - spiegò lui allargando le braccia.
La ragazza gli gettò le braccia al collo e si lasciò stringere. – Grazie. –
- Dimmi cosa posso fare, Lily. – disse lui quando si separarono – Voglio aiutarti. –  
Lei ci pensò su e poi annuì. – Puoi accompagnarmi al Ministero? – domandò.
Lui annuì, anche se non sapeva ciò che la ragazza aveva intenzione di fare.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti!
Ecco che con un mega-ritardo pubblico il 40esimo capitolo della mia storia! Stiamo giungendo alla fine, finalmente ci libereremo di lei!, direte voi! E invece no! Non escludo di scrivere un seguito, ma ovviamente dopo la maturità! In ogni caso pubblicherò una nuova ff su HP, Nuovo personaggio/Severus!
Comincerò a pubblicarla quando avrò pubblicato l’ultimo capitolo di When you’re gone!
Spero che questo capitolo vi piaccia! Fatemi sapere!
Un bacio, xX__Eli_Sev__Xx
[Revisionato il 13/06/2015]
   
 
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