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Autore: Pedio Uichi    03/03/2014    1 recensioni
Quando qualcosa accade, senza un valido motivo.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera.
Questa sera, vi invitiamo ad un viaggio molto speciale. Un viaggio dentro il nostro cervello, dentro questo piccolo ma straordinario pacchetto di cellule capaci di produrre pensieri, opere d’arti matematiche. Ma anche sentimenti ,passioni e violenze.
Sembra incredibile che questo chilo e mezzo di neuroni, riesca a fare tutto questo e molto altro, senza mai fermarsi e ogni volta, arricchendosi di nuove memorie. {cit. Piero Angela , puntata Speciale di Super Quark del 19/12/13}

Questa è una storia.
Davvero?
No.
-C’era una volta un pomodoro di nome Sonia.
Troppo banale, vero?
Allora, ricominciamo.

Buona sera.
C’è un pomodoro, si chiama Sonia.
Questa è l’avventura di un pomodoro, che d’ora in avanti chiameremo Sonia, uno di quelli che nemmeno vendono al supermercato.
Perché effettivamente quelli fanno schifo. {cit.}

Un bel giorno mamma pomodoro e papà semino di pomodoro, decidono di mettere al mondo un piccolo pomodorino.
Sonia nacque nella provincia di patata, in un paese chiamato Utero il 13 settembre del #millenovecentonevogliodipiù .

Papà e mamma furono felicissimi, talmente felici che dopo un paio di anni, decisero di mettere al mondo un altro pomodoro, ma quella è un’altra storia.

Sonia cresceva e nel corso della sua infanzia le cose cambiavano di giorno in giorno.
Stanca della solita monotonia che aleggiava nel paesino, Sonia incominciò a leggere.
La lettura divenne il suo sport preferito.
Lo sport: la sua passione.
Amava le prospettive e inclinazioni di Mila e Shiro, roba da veri professionisti.
Nonostante tutto, crebbe. Crebbero i capelli.

Diciamocela tutta.
Sembra noiosa sta storia, no?
Sonia cresce, sonia ha i capelli lunghi.
A Sonia piace Mila e Shiro.
Sonia di qua, Sonia di la.

La storia è finita.
No!

La vera storia, deve ancora arrivare.
In effetti tutto ebbe inizio il 18 Novembre del #millenovecentonevogliodipiù+ {si legge 1900 ne voglio di più più}  quando Sonia, iniziò a frequentare le scuole elementari.
Fu lì che Sonia che si innamorò di un piccolo ramoscello d’ulivo. Un giovane birbante dall’aria da playboy che sbatteva le sue doti da bravo seduttore ai quattro venti.
Sonia, non poteva fare a meno che notarlo.
In effetti, tutte le bimbe arrapate dal fascino di Ken, quello di  Barbie , non potevano fare a meno di non ammirarlo. [Però a Sonia, le bambole non piacevano tanto.]
Sembrava il figo dei tempi. Il bambino dall’aria di macho. Macho macho man. [Non Action man].

Ulivo, si chiamava Ulivo. Ecco perchè “piccolo ramoscello d’ulivo”.
Ulivo era un sempliciotto, uno di quei bimbominkia che un bravo adulto riconosce anche ad occhi chiusi. Uno di quelli che appena dice : “A” , si capisce che non ha imparato il resto dell’alfabeto. Lui, il semplice e solo Ulivo.
Si sa che, quando si è piccoli si vive senza dare troppa importanza alle cose e in effetti, non è stato proprio così per Sonia.
Sonia in realtà di cognome faceva, Ciuffo.
Ciuffo?
{[("Si chiama Ciuffo" "Ciao Ciuffo è la prima volta che voli?" "Sì, è piccolo gli dò ancora il latte" "Brava così cresce bene, e a te piace il latte" "Sì, ma con il cioccolato perché io sono già grande".)]}
Ecco perché era fissata con i capelli, ma li odiava! Li odiava soprattutto in estate quando diventavano ingestibili. Alla sanfasò li chiamava.

Sonia era travolta dal fascino di Ulivo.
Non poteva non guardarlo e non desiderare altro che un bel pezzo di pane con l’olio in quel momento. Si, buffo.
Però ad Ulivo, piaceva essere ricordato così.
Diceva alle sue piccole seduttrici: “Spremetemi bimbe, che il mio olio sarà il vostro piacere”.
Un giorno Ulivo si avvicinò a Sonia. Le si avvicinò così tanto che Sonia divenne rossa tutto d’un colpo. Non riusciva nemmeno a parlare, infatti l’unica cosa che disse fu un timido “ciao”. Un compagno , alias Giuseppe Pandispagna, disse ad alta voce: “Guardate Ciuffo, è tutta un pomodoro”. E da lì nacque a n’ciuria. SONIA POMODORO.
Finite le elementari, Sonia non voleva più continuare la sua vita scolastica. Dopo la tremenda delusione amorosa con Ulivo, Sonia non voleva fare più nulla.
Ma qualcosa dentro le diceva che doveva assolutamente fregarsene del giudizio altrui e proseguire verso le medie.


Benvenuta alle medie.
E’ il 18 Novembre #duemilaequalcosadimeno.
Si, nel paesino di Sonia, tutte le scuole iniziavano il 18 Novembre. Traumatico direi.
Nuovi compagni, nuove amicizie le dicevano...già.
Fu così che incotrò di nuovo l’acerrimo Giuseppe Pandispagna.
Sin dai primi giorni di scuola, i due non si calcolavano proprio. Sonia pur di non vederlo, si alzava la mattina presto e arrivava in classe alle 7 del mattino e si addormentava sul banco e si svegliava quando iniziava la lezione.
L’unica cosa che dava conforto a Sonia era che Mr. Pandispagna, era oggetto di burle da parte degli altri compagni di classe.
3 anni, le medie.
Pandispagna ne fece 5 di anni.
Sonia, non lo vide più per un bel pezzo.

Finite le medie ,nacque un malsano piacere in Sonia: “Voglio i picciuli” (i soldi). Così diceva, così raccontano.

Sonia mandò curriculum a destra e a manca  ma data la sua tenera età, nessuno la prese con se.
Tristezza a palate, roba da #depressofafigo.
Sonia perciò si rimboccò le maniche e così per caso, ed è proprio questo il bello, un giorno andò su Youtube e le si aprì un mondo.
Per sua fortuna o sfortuna, lo capiremo dopo, la pagina di Youtube le sbatteva in faccia il video di Rita Pavone : Viva la Pappa col Pomodoro.
Sonia scoppiò a piangere. Un pianto forse liberatorio, o forse chissà aveva fame di pomodoro.
Comunque sia, Sonia ascoltò la canzone e le entrò in testa il ritmo:
- La storia del passato
ormai ce l'ha insegnato
che un popolo affamato
fa la rivoluzion.
ragion per cui affamati
abbiamo combattuto
perciò buon appetito
facciamo colazion.



Viva la pa-pa-pa-ppa
col po-po-po-po-po-po-pomodoro
Viva la pa-pa-pa-ppa
che è un ca-po-po-po-po-lavoro
Viva la pa-pa-pa-ppa
col po-po-po-modor


Fu così che Rita Pavone ispirò Sonia.
Youtube, quel mondo sconosciuto privo di pappa al pomodoro, da quel memorabile 18 Novembre #orasiamonelduemila le aprì le porte verso il successo.
Sonia creò un canale Youtube.
Uno di quelli da veri professionisti.
Sonia cucinava di tutto e di più e mostrava la sua capacità nel cuocere la pappa al pomodoro a milioni di visualizzatori. Fu un successo, inaspettato oserei dire.
Fintanto che un bel giorno, qualcosa le cambiò la vita.

Strano a dirsi, ma quando una cosa deve accadere, vuoi o non vuoi ci vai di mezzo tu.
Il 18 Novembre #duemilaequalcheannoinpiù , Sonia si trovò a passeggiare per le strade di Utero, il famoso paesino in provincia di patata.
Era da tanto che non tornava in quelle strade. La sua popolarità, in un certo senso la costrinse a staccare dal mondo intero e di ritirarsi per qualche giorno nella più totale tranquillità.
Cazzate. Insomma, anche lì c’era internet però la gente era interessata di più ai tutorial tipo: “Come riparare il cesso di casa, usando una forchetta” oppure : “Come fare la ceretta, senza usare il silk-épil”.
Nulla a che vedere con la “Pappa al pomodoro di Sonia”.

Durante la sua passeggiata, Sonia incontrò un corteo di manifestanti.
Più che altro, corteo è una parola grossa. Erano per lo più:
-5 vecchietti sugli 80 anni
-3 vecchiette, sicuramente compagne o amanti di quei 5.
-7 donne adulte.
-12 bambini.

Ora la domanda è d’obbligo, perché uno si chiede:
Come sono nati questi dodici bambini? Dove sono i padri?
In effetti, una risposta bisogna averla ed è questa.
I vecchietti erano parenti di Sonia. Le 3 vecchiette erano le mogli dei vecchietti, quindi anche loro parenti di Sonia e le 7 donne erano le badanti. Ora, in un paesino piccolo come Utero, insomma, i vecchietti vedendo queste donne, sapete com’è, l’arrapamento non è normale. Quindi ..adesso sapete perchè tutti quei bambini.

Ritornando al corteo.
Sonia vide un piccolo gattino e lo prese. Era intenta a portarlo con se, finché uno di quei vecchietti, Arcistobaldo per essere pignoli, diventò un cane. Non un cane vero e proprio, tipo trasformazioni improvvise, ma un cane , cioè cattivo.
Il vecchio era convinto che il gattino fosse suo.
Fin qui, nulla di male no?
Però se il vecchietto viene a dirti che è figlio suo, uno si preoccupa. Ed è quello che successe a Sonia.
Non curante delle baggianate raccontate da Arcistobaldo, Sonia incominciò ad accudire il gattino.
Un nome, una garanzia. Il gattino venne chiamato ArciCat.

Qualche attento lettore avrà pensato:
Ma non era il Il 18 Novembre #duemilaequalcheannoinpiù , ed il 18 Novembre non inziava sempre la scuola?
Sonia non andava più a scuola?
No. Abbandono!
La sua popolarità fu devastante al punto che rinunciò agli studi. Non poteva nemmeno andare a fare compere, doveva mettersi il burka per non farsi riconoscere, oppure un passamontagna. Troppo scomodo per una teenager.

Un bel giorno del #demilaediecianniipiù Sonia venne arrestata per violazione di copyright.
Rita Pavone, stanca della popolarità che Sonia aveva acquisito nel corso del tempo, fece in modo di incastrarla e fu così che finì dietro le sbarre del Castello d’if.
Per chi non lo sapesse:
Il castello d'If sorge su una piccolissima isola dell'arcipelago delle Frioul nel golfo di Marsiglia.
I principali e più famosi prigionieri del castello d'If furono:
·         Jean-Baptiste Chataud;
·         Il rivoluzionario socialista Auguste Blanqui;
·         E Sonia Ciuffo, Pomodoro.
Cit. [Wikipedia]

Il castello d’If di notte era un lugo misterioso. Pieno di insidie e fatti alquanto strani.
Uno fra tutti segnò particolarmente Sonia durante la sua permanenza in prigione.
Strano ma vero, si aggiravano strane presenze la notte.
Alieni.
Alieni?
Si.
Sonia aveva una matta paura da #micagosotto .
Le circostanze vedevano Sonia dividersi in due:
1 - O restava nel carcere per altri 10 anni.
2 - Oppure chiedeva all’alieno, di aiutarla a fuggire.

Quale volete che sia il finale della storia?

Scegliete voi il finale che più vi piace :

 

  
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