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Autore: Lely1441    25/06/2008    6 recensioni
"Cosa fareste se voi abitaste in una bettola, e faceste credere al vostro corteggiatore che abitate nella casa dove lavorate come cameriera, non sapendo però che proprio lui ne è il proprietario?" Liberamente tratto dal film "Quello strano sentimento".
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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quello strano sentimento 2

Quello strano sentimento



- Buongiorno!

Riza entrò nel piccolo negozio dove tante volte era passata davanti, senza mai fermarsi, in tutti quei mesi. Era la bottega di un rigattiere e, a dispetto di quello che poteva suggerire l’esterno, una volta entrati ci si trovava in un ambiente piuttosto ampio e curato. La merce era disposta ordinatamente sugli scaffali e gli armadi aperti, e vi era veramente di tutto: da elettrodomestici, a vestiti, a gioielli (quelli conservati con riguardo dentro una teca di vetro sotto al bancone).

Aspettò educatamente che si presentasse qualcuno per servirla, e nel mentre si guardò in giro, finché un colpo di tosse non la fece voltare verso l’alto bancone, allarmata. Per qualche secondo non notò nulla, poi scorse un filo di fumo salire verso l’alto. Pensò ad un principio di incendio e si sporse preoccupata per controllare, ma con sua grande sorpresa trovò solo una vecchietta che si era appena accesa la sua pipa.

Nonostante lo stupore iniziale, riacquistò in fretta il suo autocontrollo, e chiese gentilmente se fosse lei la proprietaria. L’altra annuì e non diede cenno di voler aprir bocca, se non per emettere il fumo che aveva aspirato in precedenza. Riza attese che l’altra dicesse qualcosa, ma si rese ben presto conto che se non avesse preso lei in mano la situazione, non avrebbe cavato un ragno dal buco. Posò l’apposita custodia di abiti sul piano davanti a sé e vedendo l’occhiata della vecchia, cominciò:

- Vorrei lasciare qui queste giacche e pantaloni, ma ho una richiesta da farle: è molto probabile che le rivoglia indietro, quindi potrebbe non venderle prima di due settimane?

La vecchia non rispose, limitandosi ad afferrare uno sgabello e a salirci sopra, per riuscire ad aprire l’involucro di stoffa chiara. Esaminò con occhio critico gli indumenti ed espirò l’ennesima boccata di fumo, prima di risponderle.

- Sono di ottima fattura… Si tratta di una vendetta, vero?

Riza sbarrò gli occhi, sorpresa.

- Non capisco di cosa stia parlando!

L’altra si limitò ad osservarla attentamente, proprio come aveva fatto poco prima con le giacche, poi scese dallo sgabello e scomparve dietro il bancone, prima di riapparire nuovamente con una cassetta di ferro stretta fra le dita energiche. Tirò fuori diverse banconote, e le contò mostrandogliele. Riza era sbalordita dalla cifra secondo lei eccessiva.

Con un ammiccamento, l’anziana signora aggiunse una banconota in più al mucchio e le disse, con aria complice:

- Fagliela pagare, a quel bastardo, mi raccomando. Torna quando vuoi, te le terrò per un mesetto.

Riza accennò un segno di consenso, sempre più sbalordita, ed uscì dal negozio. Al suo interno, la vecchia continuò a fumare pensierosa, riflettendo a quanto i tradimenti cominciassero a diventare più frequenti. Sperava solo che gliela facesse pagare come lei aveva fatto anni prima con Dominique, il suo vecchio fidanzato. Sorrise al pensiero e portò in magazzino i vestiti abbandonati sul bancone, continuando a ridacchiare piano fra sé e sé.

 

Il piano di Roy era perfetto: presentarsi davanti a casa di Riza – sua, si corresse mentalmente – un’ora prima, così che lei non avrebbe potuto lasciarlo fuori sul pianerottolo come le altre volte, e fosse costretta a farlo entrare in casa. Una volta dentro, avrebbe con un pretesto controllato le sculture in camera sua e rassicurato così Edward per qualche altro giorno.

Portò le lancette del suo orologio avanti di un’ora – cosa, infatti, meglio di un orologio guasto avrebbe avvalorato la sua tesi? – e suonò il campanello, una volta davanti al suo appartamento.

Non dovette aspettare molto, prima che Riza apparisse davanti a lui, sorpresa.

- Sono venuto a prenderti!

Annunciò, con un sorriso raggiante. Lei lo guardò perplessa.

- Ma non era per le otto?

Lui parve confuso quanto lei e consultò il suo orologio da polso come da copione, e rispose:

- Infatti… Non sono le otto, ora?

Riza osservò il quadrante, e capì.

- Probabilmente si è rotto… Dovevo uscire per fare la spesa, ma se nel frattempo vuoi accomodarti…

Roy, con la domanda già sulle labbra, si fermò interdetto. Era stato così facile? Riza rise davanti a quell’espressione e si fece da parte, invitando con un ampio gesto della mano a farsi avanti. Mentre si richiudeva la porta dietro di sé, riprese il discorso.

- Comunque non ti sei accorto che doveva essere ancora presto? Fuori c’è ancora luce, era impossibile che fossero già le otto, non trovi?

Lui non rispose, troppo intento ad osservare il suo appartamento, o meglio, quel che ne rimaneva. Ad un certo punto, non fu nemmeno così sicuro che quella fosse casa sua, in fondo. Troppo femminile, decisamente troppo femminile. Osservò con stupore sempre crescente il salotto – il suo salotto – e Riza, fraintendendo il suo atteggiamento, commentò divertita:

- Mi sono arrangiata da sola, se aspettavo la cameriera…

- Vedo…

Roy non aggiunse altro, e continuò ad osservarsi intorno. A Riza sembrò quasi un rapace a cui erano stati sottratti i piccoli e che li stava cercando.

- Senti, come già detto, devo uscire un attimo a far compere, ti dispiace aspettarmi?

Colse la palla al balzo: era un’occasione perfetta per controllare lo stato delle sculture dell’amico.

- Certo, certo… Vai pure, ti aspetterò qui.

Riza gli sorrise, e per un momento a Roy si seccò la lingua contro il palato. Mentre la osservava uscire, si diede mentalmente dell’imbecille: ormai se n’era accorto, stava rischiando di innamorarsi sul serio. Fortunatamente, neppure per un attimo lo sfiorò l’idea di eliminare quello strano sentimento che provava verso Riza. C’erano delle difficoltà in mezzo, sciocchezze per lui, come ad esempio il fatto di non sapere chi fosse veramente, ma non gli importava poi così tanto. Non si chiamava Edward Elric, in fondo. E poi, aveva frequentato talmente tante donne, da saper riconoscere che quella sensazione non era comune. Trascorse così vari minuti immerso nei suoi pensieri, tanto che sobbalzò quando sentì suonare alla porta. Aprì, e si trovò davanti il commesso della lavanderia, che come ogni giovedì era venuto a ritirare i vestiti da lavare.

- Ah, Jean, oggi non…

Si fermò, e rifletté. Aveva un unico cambio a casa dell’amico, e l’altro l’aveva giusto indosso. Ormai era tempo di cambiarsi.

- Aspetta, Jean, ti do questi, tanto che ci sono, di là ne ho altri. A proposito, - proseguì mentre imperterrito si spogliava – come è andata a finire poi con quella ragazza… Come si chiamava? Mary?

- Marylouise. Semplicemente, non è andata.

Roy guardò esasperato il ragazzo, e gli passò la camicia.

- Non puoi continuare così. Devi trovarti una donna, e presto, pure!

Jean ridacchiò amaro.

- Certo, e lo dice lei, che non ha neppure bisogno di uscire in strada, per trovarsene tre?

Roy ridacchiò, mentre ripensava a Riza e al loro incontro-scontro in strada, e ammiccò.

- Sai cosa? Forse ho trovato quella definitiva, amico mio…

E gli lanciò i pantaloni, mentre l’altro cominciava a ridere di gusto, incredulo.

- Certo, certo.

- Se non ci credi, fa’ pure. Però è vero. Questi li voglio puliti entro sabato, li passo a prendere io.

- Capito tutto, Capitano.

E facendo scherzosamente il saluto militare, Jean Havoc se ne andò, continuando a ridere di gusto.

- E comunque è: Agli ordini, Capitano!

Il ragazzo non si voltò neppure. Roy sentì la sua risata spegnersi nella tromba delle scale, prima di decidere di chiudere la porta e di dirigersi, semi-nudo, nella sua camera da letto. Per fortuna quella era rimasta uguale, sicuramente Riza non aveva pensato di farlo entrare fin là dentro, pensò divertito. Notò una cosa per terra, e pensò di sbirciarci dentro: era la grossa borsa bianca contro la quale era andato a sbattere qualche giorno prima, la fatal borsetta. Trovò la sua lettera per l’impresa di pulizie e il biglietto che aveva lasciato per la cameriera il giorno prima del suo presunto viaggio. Sorrise, mentre tutti i nodi venivano finalmente al pettine. Udì suonare un’altra volta e la voce di Riza chiedergli di aprirle. Ripose in fretta e furia la borsa dove l’aveva trovata e aprì l’armadio per prendere dei vestiti, ma rimase scioccato nel constatare che era pressoché vuoto. Schiuse anche l’altra anta, e vide le tre statue, che sembravano volerlo prendere in giro, con la loro aria seria. Andò nel panico quando sentì Riza chiamare più forte dall’esterno: che figura avrebbe fatto se l’avesse scoperto praticamente nudo in camera da letto? Lei non sapeva che quella era casa sua, come faceva a spiegarglielo? Avrebbe sicuramente frainteso.

Afferrò in tutta fretta un giaccone invernale regalatogli tempo addietro, e che si era ripromesso di non mettere mai per quanto era ridicolo, aprì la finestra e salì sulle scale antincendio, facendole in tutta fretta per arrivare il prima possibile in strada e alla cabina telefonica più vicina.

Correndo, si fece largo sgomitando tra la gente sul largo marciapiede, e si ficcò dentro la cabina telefonica, passando davanti ad una grassa signora che stava per entrare, ignorando le sue proteste. Afferrò la cornetta, ma si accorse di non avere soldi con sé, così aprì la porta a vetri e prese dalle mani della donna la monetina che stringeva.

- Un piccolo prestito, mi scusi!

La donna spalancò gli occhi e boccheggiò, contrariata, mentre un’altra donna si aggiungeva alla coda e osservava la scena. Roy compose in tutta fretta il numero dell’amico, sapendo che era già tornato dall’albergo dove aveva alloggiato – rabbrividì, pensando al Plaza Hotel, l’albergo a cinque stelle che Edward aveva scelto – e pregando con tutto il cuore che si sbrigasse a rispondergli.

- Pronto?

- Finalmente! Edward, ho bisogno che tu mi venga a prendere.

- E perché?

Roy alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Intanto, la coda fuori dalla cabina aveva incominciato ad ingrossarsi, mentre la donna, oltraggiata, si lamentava con una voce da bovino mentre si accingono a squartarlo.

- Ma sì, vi dico, mi ha rubato la mia monetina, quel birbante!

Una donna molto anziana si mise vicino a lei, e gracchiò:

- Come, le ha rubato un diamante?

Un agente si avvicinò e la massa di comari inviperite lo assalì e lui capì solo ciò che l’acuta vocetta dell’ultraottantenne gli disse urlando nell’orecchio.

- Agente, quell’uomo le ha rubato un diamante!

- Come? Be’, basterà aspettare che esca.

La folla belò soddisfatta, vedendolo che accarezzava piano l’impugnatura del manganello appeso alla sua cintura.

- Edward, ti supplico! Fiondati qui senza fare tante storie e portami qualche vestito!

- Dove sei?

Roy sospirò di sollievo.

- Davanti a casa mia, non farai fatica a riconoscermi, sono in mutande. Sbrigati, per favore.

Riattaccò che l’amico ancora se la stava ridendo della grossa, e si voltò per uscire. Solo allora notò la confusione che regnava fuori dalla cabina e il robusto agente della polizia che lo stava aspettando. Impallidì e pensò a qualche altra possibile via di uscita, ma visto che la cosa non era in alcun modo fattibile, si rassegnò ed aprì la porta a vetri, come un condannato a morte che si dirige verso il patibolo.

- Agente, posso aiutarla in qualche modo?

L’agente Breda gonfiò il petto per mettere meglio in mostra il distintivo che riluceva sulla camicia.

- Questa signora l’ha accusata del furto di un diamante. È vero?

Sia Roy che la donna lo guardarono allibiti.

- Ma non è assolutamente vero!

- Io ho detto che mi ha rubato una monetina, cos’è, non ci sente?

L’agente li fissò per un attimo, senza dire nulla. Poi diventò paonazzo ed esplose.

- E lei mi ha fatto venire qui per il misero furto di pochi cenz? No, dico, come se non avessi cose più importanti da fare che stare ad ascoltare i deliri di una vecchia pazza!

Per un attimo, il silenziò regnò sulla folla. Poi iniziarono a strillare tutte insieme, sbraitando offese come un gregge particolarmente rumoroso di pecore, incominciando una filippica sulla gioventù da correggere e sulla polizia che non faceva mai il suo dovere. La massa si strinse attorno al malcapitato Breda, che nel frattempo tuonava tutto il suo sdegno, e Roy decise che quello fosse il momento migliore per svignarsela.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ora, per la gioia di voi lettori, ho lo schizzo di una delle statue di Ed!!

Ovviamente (e sottolineo ovviamente XD) non è opera mia, bensì di una mia amica che vuole rimanere anonima, e che ringrazierò ancora per gli anni a venire XD Mi ha tolto dall’impiccio, e l’ha disegnato al posto mio ^^ (Grazie grazie grazie… XD)

 

Ecco qua!! Tanto per la cronaca, non sono alte quanto potete immaginare, altrimenti nell’armadio non ci sarebbero mai entrate XD

 

 

Le ormai celeberrime statue di Edward Elric!

 

 

 

 

Ringraziamenti personali:

 

Red Robin: Oh be’, nelle cucine di quel ristorante accade di tutto, fidati u_u Povera Winry, la odi così tanto, dunque! XD Mi sa che non leggi il manga, sull’anime non l’hanno caratterizzata molto bene, in effetti (più che altro la doppiatrice, aveva una voce tremenda, a mio parere =_____=) E gridiamo tutti un bell’evviva per la grandiosa idea di andarsene nell’hotel più caro! XD Lo avrei fatto anch’io, naturalmente. Anzi, esiste qualcuno che non l’avrebbe fatto? XP Grazie mille e kissoni!!

 

The_Dark_Side: Ehhhhh, in realtà è Ling il vero protagonista della storia ù_ù Dal prossimo capitolo, spedirò Roy a fare il fattorino al ristorante cinese e adotterò Ling come personaggio principale della storia, che ne dici? XD Ovviamente scherzo, altrimenti mi taglierei io per prima le mani XD Il tuo riassunto sulle case mi ha fatta sbellicare, mica mi ero resa conto di essere arrivata ad incasinare in questo modo la storia X°°°D Ti ringrazio moltissimo per tutto ^^ Kissoni!!

 

Valy88: Tu adori Ling in questa storia? Ma non va mica bene, devi adorarlo sempre! XD Ed che beve latte a tradimento… Ti dirò, è una scena che ho sempre sognato di fare! *ride sadicamente* E Roy… A scrivere di casa sua trasformata in quel modo, ho goduto da matti (Senza contare la scena di lui in mutande XD) XD Kukuku… Ma quanto farò penare i nostri maschietti? X3 Spero ti sia piaciuto anche questo ^^ Grazie mille! Kissoni!!

 

Shatzy: Capitolo migliore quello scorso? E questo? Roy in mutande!! Roy in mutande!!! Non puoi essere rimasta indifferente, ormai ti conosco X°°°D Ti piace troppo poco XD La frase dell’aspirapolvere l’ho presa “para para” dal film, il genio è il regista, non io XD Il matrimonio doppio, o triplo, eh? Ehhhh *afferra la pipa lasciata da Pinako e inizia ad aspirare con aria seria, prima di soffocare e cominciare a tossire* Cough cough… Sì, ecco… Chiedi tutto alla zia Pinako, io non so nulla! XD Roy ci tiene a Riza, dici? Non so nulla! X3 *fischietta allegramente* La scena più… Più! L’ho messa ^^ Ma nei prossimi capitoli XD Grazie di tutto (e sai bene di cosa)! Kissoni!!

 

Lady Greedy: Io amo il principe demente, s’era notato? XD Fosse solo perché è demente… Ma quel nick mi dice qualcosa, per caso è un qualche riferimento specifico? XD Spero che continuerai a seguire la storia, io sono qui ad aggiornare ogni martedì (incidenti del modem a parte XD). Kissoni!!

 

Siyah: No, non morire, altrimenti non saprai mai come va a finire questa storia!! *passa un respiratore a Siyah* XD Davvero ci sono persone capaci di farlo anche con l’aspirapolvere? O_o *Osserva l’aspirapolvere che ha usato solo poco prima e rabbrividisce* Ehm… Sorvoliamo sull’argomento, va’ XD Senti, se io tornassi a casa e invece dei miei mi aprisse Orlando Bloom, gliela cederei senza tanti problemi XD Per poi sistemarmi in pianta stabile in giardino *___* Fossi in Ed, sarei andata nell’unico albergo a 7 stelle esistente, mi sembra stia in Arabia, ma non vorrei dire cavolate XD Però anche lui non si è fatto molti problemi, vero? XD Grazie e kissoni!!

 

Sisya: Ancora tre giorni e torni a casa gemy, non vedo l’ora!! Ling e Lan Fan si sposano… E certo che si sposano, la mia vena RoyAi colpisce sempre, cosa credi? u_u Non sono forse la coppia RoyAi di Xing per eccellenza? XD Io spero solo di non essere andata troppo OOC con Riza, mettere dei personaggi in una AU e rispettarne il carattere è dannatamente difficile >_< (Ed è qua che la mami si è dimostrata bravissima ^^) Ma prima o poi le sculture di Ed ci finiranno in pattumiera, gli farò far un volo XD Vado a montare l’amaca (Dolce far niente!! XD), alla prossima gemy! ^^ Grazie e kissoni!!

 


   
 
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