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Autore: Lapam8842    03/03/2014    3 recensioni
AU: Tutti umani
Elena e Damon si incontrano su un aereo diretto in Canada. Entrambi hanno scheletri nell'armadio, sentimenti nascosti e un passato troppo livido. Riusciranno a tornare ad amare?
Dal testo:
«Una tenda e un sacco a pelo?» il ragazzo cercò di trattenere le risate, per rispetto delle idee della giovane donna che aveva accanto, e si scoprì particolarmente stupito del clima piacevole che si stava creando, con quella sconosciuta.
«Rida, rida pure. –lo ammonì la bruna- Mi prenderò un anno sabbatico. Niente lavoro, niente famiglia e niente amore.» Diceva questo contando con le dita, in modo autorevole.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stefan Caroline

 

9. Non giudicare se non vuoi essere giudicato.

 

 

Siamo tutti quanti in cerca d’amore: lupi solitari con un grande cuore.

 

Ivana Spagna

 

 

Stefan era proprio lì, davanti a loro. Aveva i folti capelli biondo cenere in piedi, con un taglio regolare; gli occhi verdi lampeggiavano di rabbia e il sorriso che si era dipinto sul volto, era di sfida e di ribrezzo. Come poteva presentarsi lì, sputando sentenze? Pensò Damon, alterato per la spiacevole interruzione inaspettata.

Come sapeva dove trovarla? Considerò Elena, disturbata dalla presenza del suo ex ragazzo nonché fratello del ragazzo con cui si era appartata. Sapeva che non stava facendo nulla di male: Stefan l’aveva tradita, le aveva strappato e ridotto in brandelli il cuore, l’aveva lasciato senza che lui provasse a fermarla, o quanto meno, a darle una spiegazione razionale dell’accaduto e ora si faceva vedere davanti a lei stizzito per quello che stava facendo. Aveva avuto il coraggio di complimentarsi per la velocità con cui si era consolata. Quanto poteva essere meschino e falso quel ragazzo? Come poteva permettersi di rivolgerle la parola e di farla sentire sbagliata? Lui era nella parte del torto e non poteva pretendere nulla da lei. Il mondo funzionava al contrario evidentemente. Prese un respiro profondo e contò fino a dieci. Non si sarebbe arrabbiata. Stefan non meritava neanche un secondo in più della sua attenzione. Spinta da tale convinzione, riafferrò la mano di Damon, che aveva lasciato dallo spavento per l’apparizione di Stefan, e lo tirò per andar via, lontano da quello stupido ragazzino biondo.

Damon non era dello stesso avviso perché, in un primo momento, rimase fermo sul posto per poi lasciarsi guidare dalla giovane, non prima di aver sferrato un pugno in faccia al fratello. Stefan si massaggiò il volto, sputò un po’ di sangue e sorrise: conosceva Elena ma conosceva ancor di più Damon. Elena lo stava deliberatamente ignorando ma il moro, con quel gesto, dimostrava chiaramente il suo punto debole. Damon teneva ad Elena e per riaverla avrebbe insinuato dubbi nella testa del fratello. Che poi, perché Caroline non l’aveva avvertito della presenza di Damon? Forse non l’avrebbe dovuta ascoltare e sarebbe dovuto restare a New York: lo studio aveva bisogno di lui. Decise che non avrebbe dato nessun aumento a Caroline. Stefan ignorò i due giovani, che erano ancora lì davanti a lui, ed entrò nel ristorante.

«Devo andarmene. Non posso restare qui un minuto di più.» Elena si stava mordendo il labbro inferiore spasmodicamente. Non voleva più avere a che fare con Stefan e non l’avrebbe più voluto sentir nominare.

«Ti accompagno a casa.» Furono le parole di Damon.

«Casa? Quella non è casa mia.» Alzò di un’ottava la voce. Era stravolta. Stefan l’aveva ferita e continuava a farlo.

Damon si mise una mano fra i capelli, resi più scuri dal buoi della sera:«Non dovresti restare sola.» esalò in un unico respiro.

«Sono scappata in Canada. Ho messo 400 miglia di distanza tra la mia vecchia me, fra le mie inquietudini e i miei problemi per capire che avevi ragione tu: le mie paure sono ancora qui, mi hanno inseguito e non mi vogliono lascar andare. Ci ho provato. E’ stato tutto una grande bolla di sapone. E’ stato sbagliato. Devo allontanarmi da qui. Non posso star qui un minuto di più.» Le lacrime erano tornare a rigarle il volto smunto in modo copioso. La felicità, o almeno, quell’effimera sensazione, era scemata. Credeva di poter ricominciare ed invece si sbagliava. Damon la strinse a se. Le avvolse le spalle, la inondò del profumo di pino marino, la rassicurò con il suo tepore, sussurrandole parole dolci.

 
 

****
 

«Stefan, sei tu?» Elena aveva sentito un rumore e si affrettò ad uscire dalla doccia, avvolgendo la salvietta verde pistacchio al corpo. Il verde era il suo colore preferito, o meglio, lo era diventato. Era la nuance di quelle splendide gemme che aveva Stefan al posto degli occhi; era il colore dei prati e della natura che le ricordavano casa.

Nessuno rispose alla sua domanda ma a lei sembrava aver sentito qualcuno aprire e richiudere la porta della stanza condivisa del dormitorio.

«Stefan?» Lo richiamò. Nuovamente nessuna risposta. Si strofinò l’asciugamano e si mise la crema corpo che profumava di frutti di bosco. Probabilmente Stefan stava ancora dormendo.

Avevano passato la loro prima notte insieme: avevano spedito il compagno di stanza in camera di Caroline –Santa Donna-. Stefan le aveva preparato la cena a lume di candele e aveva cosparso il letto di petali di rosa. Era stato tutto perfetto. Le note romantiche di una canzone, che sarebbe divenuta la loro canzone; i baci sempre più profondi e passionali, la dolcezza nello sguardo di lui mentre la spogliava lentamente, provocandole piccoli brividi…

«Elena, ti ho preparato la colazione.» Stefan era entrato in bagno vestito solo con dei pantaloni sportivi, il petto scolpito e muscoloso in bella vista. Era tutto perfetto. Non poteva essere più bello di così.

 

****
 

«Sei contento adesso?» Rose era sfrontata anche se ubriaca.

«Non eri obbligata. Non eri obbligata a far nulla.»

«Non dire che non ti è piaciuto, che non puntavi a questo quando hai cominciato a ronzarmi attorno al bar.» Rose stava guardando Damon con stizza e rabbia.

«No. io volevo solo trovare una donna da portare a letto.»

«Oh, quindi tu sei acido perché non te l’ho permesso.»

Damon sbuffò. Aveva bevuto, come faceva ogni sera dalla morte della madre e come ogni sera, voleva un corpo caldo che concedesse distrazione ai suoi tormenti. “Nessun legame” era il suo motto perché nessuno era indispensabile, perché prima o poi, se ti affezioni a qualcuno, quello sparisce dalla tua vita, lasciandoti un vuoto nel petto e facendoti soffrire. Damon non era il tipo da storie serie, non lo era mai stato e non avrebbe iniziato adesso. Aveva la fortuna di assomigliare alla madre: lineamenti gentili, occhi chiari e labbra carnose. Praticamente le ragazze si gettavano ai suoi piedi, facendo a gara per avere le sue attenzioni. Crescendo era diventato ancor più bello e fare il modello gli permetteva maggior popolarità e più corpi caldi da appagare. Lui seduceva, prendeva e scappava alle prime luci dell’alba, senza mai lasciare un biglietto né una spiegazione alle malcapitate di turno. Rose era solo una ragazza difficile, più delle altre e questo lo faceva andar fuori di testa. Erano arrivati all’appartamento che condivideva con Rick e Klaus.

«E’ qui che abiti? Bel posticino.»

«Basta parlare.» Damon scese dalla macchina e le aprì la portiera.

«Uno che va al dunque non avrebbe mai aperto la portiera.» Constatò con occhi furbi la ragazza.

Il moro alzò le spalle con finta non curanza:«Mi hanno insegnato le buone maniere.»

«Non mi freghi, Damon. Tu vuoi fare il duro, magari usci il trucchetto della gara di bevute con tutte, le fai ubriacare, ti approfitti di loro e poi le abbandoni a letto. Non lasci né il numero nè un ringraziamento ma la verità è che hai paura di provare qualcosa.»

«Come ti pare.»

«Vedi. Ti sei chiuso in te stesso perché ho ragione. Non è vero?»

«Volevo farmi una sana scopata. Se avessi voluto una seduta psicologica, avrei preso appuntamento da uno bravo non da una mezza ubriaca che non sa quel che dice.»

«Bene, allora facciamolo ma alle mie condizioni.»

Cosa sentivano le sue orecchie? Rose aveva anche delle condizioni. Perché l’aveva abbordata? Perché, per una sera, non era rimasto a casa?

Rose si avvicinò, diede un bacio lento e passionale al ragazzo. Un bacio dolce. Un bacio di altri tempi: un bacio come quelli che si danno quando lei ti piace e vuoi chiederle di essere la tua ragazza, un bacio morbido, timido. Un bacio che segna un nuovo inizio e che non provoca paura, non ti suscita pensieri. Un bacio in mezzo all’Upper East Side in piena notte, al chiarore della luna e delle stelle. Un bacio fin troppo romantico per Damon Salvatore. Un bacio che l’avrebbe sicuramente incastrato. Non sapeva se era per il troppo bourbon o per le parole di lei, ma si lasciò andare. la trascinò lentamente verso l’ingresso del palazzo, senza staccarle le labbra di dosso. Non c’era fretta nei gesti né esitazione. Chiamò l’ascensore e lemme lemme le cominciò a togliere i primi vestiti. Arrivarono di fronte all’appartamento di Damon, con solo l’intimo che faceva da scudo.

«Se vuoi che mi fermi, lo devi dire ora.» Damon non era ragazzo da avvertimenti né di proposte. Tutto ciò che voleva, lo prendeva senza troppi giri di parole. Non era da lui lasciarsi coinvolgere. Non era da lui preoccuparsi dell’altra persona, non era da lui accettare delle stupide condizioni silenziose fatte di sguardi e gesti. Non era da lui, eppure lo stava facendo.

Rose si sfilò il reggiseno e fece scivolare le mutandine. Damon sarebbe finito nei guai ma per qualche strana ragione non se ne curò.

 

*****
 

«Bene, bene. Caroline e Alaric qui tutti soli. È un appuntamento romantico anche il vostro?» sputò sarcastico Stefan, una volta raggiunto il loro tavolo. Caroline lo guardò confusa:«Stefan… che cosa vuol dire “anche il nostro”?» mimò le virgolette con le mani.

«Ho visto Elena con mio fratello.»

«Io non sapevo che Damon fosse tuo fratello. Non sapevo neanche che ce l’avevi un fratello! –quando Caroline era arrabbiata cominciava a diventare tutta rossa e la vena della testa si faceva più marcata.- Quando l’ho scoperto…» Stefan non la lasciò finire spazientito dal vederla furibonda:«E non hai pensato di avvisarmi? Mi hai fatto fare tutte queste ore di viaggio per ritrovare Elena a sbaciucchiare mio fratello?» Stefan non avrebbe mai abbandonato lo studio “Salvatore&Salvatore” se non avesse avuto la speranza di riportare Elena a New York con lui. Caroline gli aveva dato tale sicurezza. La bionda non aveva menzionato a Damon e al ragazzo della zia di Elena. Le aveva rivelato che si trovavano in un ristorante per festeggiare il venticinquesimo compleanno della bruna e che lui sarebbe stato una sorpresa gradita. Non si sarebbe mai aspettato di vedere Elena con un altro ragazzo, per di più con suo fratello. Credeva che fosse affranta dal dolore. La sua Elena era riuscita a passare oltre. 

Alaric fu l’unico che sorrise. Era contento per Elena. Lei aveva sofferto troppo e questa era la sua rivincita. Aveva, però, paura per il suo migliore amico. Si stava incastrando in una situazione pericolosa e si sarebbe fatto male. Elena avrebbe perdonato Stefan e avrebbe lasciato un Damon innamorato in completa solitudine. Forse stava andando troppo avanti con la fantasia ma Elena amava Stefan. l’aveva sempre guardato con devozione ed amore. I suoi occhi erano molto espressivi: rivelavano più di quanto riuscivano a fare le parole. Che sguardo aveva riservato adesso, dopo il tradimento? Di quell’amore infantile, adolescenziale, puro era rimasto qualcosa?

Caroline si alzò dalla sedia e diede un abbraccio di conforto al suo migliore amico:«Mi dispiace Stefan. credevo che l’avremo riportata a casa. Mi manca Elena.»

Alaric sbottò con ira:«evidentemente non la consideri così tanto se sei venuta qui solo per tuo tornaconto.»

«Per mio tornaconto? Ma come ti permetti! Io sono la sua migliore amica.» disse a denti stretti la bionda.

«Se lo fossi, le daresti lo spazio che cerca. Lei non è pronta a tornare a New York. Non è pronta ad affrontare il ragazzo che l’ha pugnalata alle spalle.» Alaric sospirò contrito per aver alzato la voce.

«Elena non è pronta per il Canada. Lei si deve sposare!» spiegò quello che per lei era evidente, come se avesse davanti un bambino con dei seri problemi di comprensione.

Stefan le prese la mano e la fece voltare per guardarla negli occhi:«Caroline, Alaric ha ragione. Elena deve superare, elaborare, perdonare… Se le mettiamo pressione, la spingeremo a scappare più lontano.» Stefan sembrava aver afferrato il discorso di Alaric. Era la soluzione migliore per tutti.

«Lo sai che Elena ha solo bisogno di un input giusto. Lei ti perdonerà perché Elena vede il buono in tutti noi. Elena ci fa essere persone migliori.» Caroline era davvero cocciuta: come poteva professarsi migliore amica di Elena se non la capiva?

«Perché l’hai fatto?» Alaric sorseggiava un bicchiere di vino bianco, seduto in una posa rilassata. La sua non era una domanda posta con cattiveria ma solo per mera curiosità. Voleva capire il motivo che aveva portato Stefan a tradirla.

«Non lo so.» ammise.

Caroline si morse il labbro inferiore ma non riuscì a tenere a freno la lingua:«Non puoi non saperlo. Sapevi che stavi rovinando tutto!»

«Non credevo che lei mi avrebbe visto.» si giustificò.

«Vuoi dire che se non avesse aperto quella porta, tu avresti fatto finta di nulla?» Caroline aveva la bocca spalancata per lo stupore. La rabbia cominciava ad insidiarsi in lei: l’unica persona che riusciva a giustificarlo, classificando la sua “scappatella” come un momento di stress.

«Io e Bonnie…» tentennò mordendosi le labbra.

«Non era la prima volta, vero?» domandò a denti stretti Alaric, ormai convinto che Stefan aveva tradito Elena numerose volte.

Il ragazzo improvvisamente aveva la gola arsa e rispose con un lento cenno del capo. Ammise la sua continua colpa, il suo continuo errore nel ricercare il corpo di un’altra persona; il corpo di una persona diversa dalla sua futura moglie.

«Perché volevi sposare Elena se ti divertivi con Bonnie a sua insaputa?» Caroline alzò il tono di voce e tutte le persone sedute a cenare nel bistrott si girarono verso di lei, compreso Enzo che in quel momento reggeva dei piatti fumanti di grigliata mista di carne.

«Era la cosa giusta da fare. Avrei scelto l’amore più giusto. Elena avrebbe fatto tutto per me; Bonnie sa tenermi testa, ribatte, mi fa impazzire. Elena è buona. Elena sa di mirtilli rossi, di fragole e primavera. Elena è altruista. Elena ama come nessuno è in grado di fare. Con Elena è tutto più facile. Elena è un posto sicuro. Bonnie è una persona impulsiva, diretta, avventata. Elena è sicurezza mentre Bonnie è… lei è…» Stefan cercò le parole giuste per definirla ma fu interrotto da Alaric.

«Non dovresti essere qui. Non dovresti scegliere una persona solo perché ti fa stare bene. In coppia si devono trovare compromessi, ci si tiene testa, si litiga ma c’è amore e fiducia reciproca. Una persona non merita di essere amata a metà.»

«Ma io ho scelto Elena. Quella sarebbe stata l’ultima sera con Bonnie. Le stavo dicendo addio.»

«E dici addio a tutte con una scopata?» Caroline non era solita essere esplicita né scendeva nella volgarità ma Stefan si stava scavando la fossa da solo. Quale donna vuole condividere il cuore dell’amato con un’altra? Lei non l’avrebbe mai voluto né per lei né per la sua amica. Si era sbagliata su Stefan. Elena meritava di meglio.

«Caroline non fraintendermi. Io amo Elena. Lei è stata il mio primo amore ma Bonnie… Io non so cos’abbia Bonnie. Lei è diversa.»

«Volevi toglierti un prurito intimo e sei stato con Bonnie mentre preparavi il tuo matrimonio! Ti saresti sposato, Stefan!»

«Lo so ma io amo Elena e amo Bonnie. Solo che amo di più Elena.»

«Non puoi promettere ad una persona fedeltà eterna, se l’hai già tradita. Come puoi guardarti allo specchio?»
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OooooO
 

Buonasera a tutti =)

Conoscete la storia 
L'amore imperfetto ? No? Filate a leggerla =) E' ovviamente una Delena veramente molto avvicincente. La storia, inizialmente inizia con una bella vacanza in crociera. Peccato che io non abbia mai visto Damon in costume... XD

Tornando a noi, io ve la consiglio. 

Parlando della mia ff: chi l'avrebbe mai detto che Stefan fosse innamorato anche di Bonnie?  Spero di avervi sorpreso.

Un'ultima cosa: avete voglia di schiacciare 
questo link? Grazie =)
A prestoooo!!

 


 

  
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