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Autore: NCSP    04/03/2014    1 recensioni
Dopo tre anni Jimmy torna dalla persona a cui sa di appartenere, ma non è solo...
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jimmy Kent, Nuovo personaggio, Thomas Barrow
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Family'
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Qualcuno suonò alla sua porta.

Non sapeva chi potesse essere, non era solito ricevere visite a sorpresa, ma piegò il giornale e si diresse sbuffando alla porta, interrogandosi su chi diavolo potesse essere a quell’ora della domenica sera.

Aprì la porta di legno scuro e si trovò davanti l’ultima persona che si aspettava di sentir suonare alla sua porta.

Jimmy.

Sgranò gli occhi, stupito, confuso e senza sapere cosa pensare.

«Ciao, Thomas.» lo salutò con un sorriso esitante, cullando il fagotto che aveva tra le braccia.

«Jimmy? Che cosa ci fai qui?»

Si erano lasciati, erano quasi tre anni che non si vedevano, ma Jimmy era diventato se possibile ancora più bello di come se lo ricordava; vederlo lo lasciava incapace di parlare, dopotutto non era ancora riuscito a dimenticarlo completamente nonostante il tempo trascorso da quando il biondo gli aveva detto che la sua famiglia non poteva accettare una situazione simile e che quindi sarebbe stato meglio per entrambi loro se ci avessero dato un taglio.

«Posso spiegartelo dentro? Lei ha freddo.» accennò al fagottino tra le sue braccia e i suoi occhi furono animati da un lampo di dolcezza.

«Lei?» chiese con la fronte aggrottata nel tentativo di capire.

Annuì e dalla coperta si levò un debole vagito.

Sgranò gli occhi se possibile ancora di più ma poi si scostò facendogli cenno di entrare.

Jimmy varcò la soglia e si guardò intorno, ritrovandosi immerso in un’atmosfera familiare che gli era mancata in modo tremendo «Hai ancora il piano.» commentò stupito vedendo lo strumento nell’angolo, lucido e spendente proprio come lo aveva lasciato.

«Non sono riuscito a liberarmene.»

«Ma tu lo odiavi.»

«Era pur sempre un bel ricordo.» commentò abbassando lo sguardo, e a vedere la sua espressione triste Jimmy si sentì morire dentro.

«Scusami.» mormorò avvicinandosi a lui, non osando però toccarlo.

Annuì mogio ma poi si riscosse e lo invitò a sedersi sul divano «Suppongo che lei sia tua figlia.» disse vedendo un ciuffo biondo che sbucava dalla copertina.

«Lo è. Si chiama Charlotte.» sollevò un angolo della bocca in una specie di strano sorriso.

«E cosa ci fai in casa mia con tua figlia?» inarcò un sopracciglio.

«È una lunga storia, ma soprattutto volevo scusarmi con te, per come ci siamo lasciati.»

«Lo so già il perché: non te la sentivi di deludere la tua famiglia stando con me, va bene.» rispose acido; parlarne riapriva quella brutta ferita dai bordi frastagliati che ancora non si era rimarginata del tutto e che lo portava a sentire la mancanza di qualcuno al suo fianco ogni volta che andava a letto.

«È stato lo sbaglio più grande che io abbia mai fatto.» confessò

«Cosa?» non poteva credere a una frase simile, soprattutto non con la presenza lì accanto della bimba tra le braccia dell’uomo che aveva continuato ad amare.

«Mi sono sposato con una donna che non ho mai amato, poi abbiamo avuto lei ed è morta di parto. La mia famiglia mi ha praticamente imposto di risposarmi ad appena un mese dalla sua morte, ma mi sono stufato di ascoltare tutti loro pianificare la mia vita come se fosse la loro e sono venuto qui.»

«Perché proprio da me?»

«Perché mi sei mancato.» confessò guardandolo intensamente, quasi incapace di resistere alla tentazione di toccarlo, di stringerlo e di farsi stringere come faceva una volta.

Thomas rimase zitto.

«Non… non pretendo che tu mi perdoni, sono passati tre anni e probabilmente tu ti sei rifatto una vita, ma quando mi sono trovato qui volevo… beh, scusarmi con te per come ho avuto paura di espormi per la nostra relazione.»

Lo guardò incuriosito ma non disse niente lo stesso.

«Io… forse non avrei dovuto venire qui, non è stata una buona idea. Magari stai aspettando qualcuno o c’è qualcuno che ti sta aspettando di là.» farfugliò.

«Non c’è nessuno di là.» lo corresse, e in quelle poche parole espresse quanto gli era mancato, quanto in quei tre anni fosse stato solo se non per qualche sporadica compagnia effimera.

«Non l’ho mai amata e lei lo sapeva.» confessò dopo qualche attimo di silenzio lasciandosi andare contro lo schienale del divano, cullando la bimba che dormicchiava tra le sue braccia «Sapeva che per me non era altro che un’amica, ma la cosa le andava bene lo stesso.»

«E allora perché l’hai sposata?»

«Lo sai, Thomas. Se non fosse stato per la mia famiglia non avrei mai lasciato, lo sai.» ripeté voltandosi verso di lui.

«Ma perché ora hai cambiato idea?»

«Perché non ce la facevo più. Mi mancavi, finalmente mi sono liberato e ho pensato di tornare da te, ma non ho riflettuto molto sulla cosa e non so, non sono stato a pensare che tu forse fossi andato avanti senza di me.»

«Non sono andato avanti senza di te.» puntò gli occhi grigi nei suoi comunicandogli quanto a parole non riusciva a esprimere a causa del proprio orgoglio.

Sbatté più volte le palpebre senza sapere cosa dire, ma poi posò la bambina accanto a sé e si sporse verso l’altro, andando a baciarlo con timidezza ma anche con decisione, prendendogli il viso tra le mani in modo che non provasse nemmeno ad allontanarsi da lui dopo quei tre anni in cui gli era mancato in modo indicibile.

Thomas si irrigidì di colpo, non volendo cedere a quella sensazione che lo aveva tormentato nei suoi ricordi per anni, ma non poté fare a meno di ricambiare quel contatto, finendo con lo stringere il biondo a sé in modo da rendersi conto non era solo un sogno che sarebbe svanito con i primi raggi dell’alba.

Proseguirono quel bacio a lungo, esplorandosi di nuovo e tornando a conoscersi, ma poi furono interrotti da un pianto acuto che Jimmy provò a ignorare.

«Tua figlia piange.» gli fece notare Thomas mormorando contro le sue labbra.

«Ha ancora un paio di minuti di autonomia prima di diventare assordante.» rispose prendendogli il labbro inferiore tra i denti.

«Che papà cattivo.» disse con tono di rimprovero, ma Jimmy non accennò nemmeno ad allontanarsi da lui per consolare la piccola così fu lui ad alzarsi, a scavalcarlo e a prendere Charlotte tra le braccia, cullandola goffamente nel tentativo di farla calmare.

Il biondo sgranò gli occhi vedendo la figlia tra le braccia dell’uomo che non aveva mai smesso di amare, e non poté fare a meno di sorridere a quella vista così tenera «Devi tenerla così.» si alzò anche lui e fece spostare le mani grandi e affusolate dell’altro a sorreggere la bimba nel modo corretto.

La piccola al sentirsi così avvolta e coccolata si tranquillizzò subito e si accomodò fra le braccia di Thomas, un Thomas parecchio stranito dal proprio comportamento; tornò a sedersi sul divano e in breve si trovò la testa di Jimmy in grembo.

«Che stai facendo?» gli chiese.

«Ti guardo.» sorrise strusciando una guancia contro il suo stomaco e passandogli le braccia attorno alla vita.

«Mi spieghi perché sono io che mi sto occupando di tua figlia?» domandò posandogli la piccola al centro del petto, ma questa si mise a frignare disperata e Thomas fu costretto a riprenderla in braccio e a cullarla in un modo che gli veniva stranamente naturale.

«Perché le piaci.»

«La piccola ha buon gusto.» rise e la bimba emise un piccolo “nghe” di apprezzamento allungando una manina verso il suo viso; Thomas non poté fare a meno di fissarla stupito quando un paio di occhioni grigio-azzurri incredibilmente simili ai suoi incrociò il suo sguardo «Ma…»

«Sua madre aveva gli occhi quasi uguali ai tuoi, se ho sopportato questa situazione per tre anni è solo per questo.» gli sorrise aumentando la stretta delle braccia sui suoi fianchi.

Il moro non disse niente ma si rilassò lasciandosi andare al suo tocco, aspettando che la bimba si addormentasse prima di adagiargliela sul petto.

«Sta diventando tardi, forse è meglio se noi andiamo.» disse Jimmy sollevandosi cautamente per non svegliare Charlotte.

«Perché?» chiese Thomas senza volere che il biondo se ne andasse e lo lasciasse di nuovo solo.

«Sono le undici passate, è ora che togliamo il disturbo.» spiegò senza riuscire ad alzarsi dal divano, finendo con l’appoggiare la testa alla spalla dell’altro.

«Non mi state disturbando.» lo avvolse tra le braccia e lo strinse.

«Non possiamo restare qui tutta la notte…» disse, ma quell’idea, ora che l’aveva espressa, non gli sembrava così male, ma non sapeva dove lasciare la bimba e non poteva semplicemente andare a letto con quella persona che gli era mancata da morire sapendo che la sua piccola non era al sicuro nella sua culla; il problema era che se fosse tornato a casa avrebbe trovato la sua simpatica famigliola ce avrebbe preteso di sapere, giusto per conferma visto che tanto lo sapevano già, dove era stato con Charlotte, senza nemmeno pensare al fatto che lui voleva riprendersi la sua vita.

«Certo che potete.» lo fece voltare verso di sé e si astenne dal baciarlo, intrigato dalla sua adorabile espressione mesta, solo per la presenza della piccola tra di loro.

«E dove la metto a dormire? Io so dove potrei restare questa notte, ed è un posto che mi è mancato davvero tanto,» un piccolo lampo di malizia attraversò i suoi occhi azzurri «Ma lei deve dormire nella sua culla.»

«Una volta i bambini li mettevano a dormire nei cassetti…» fece notare, ma poi posò lo sguardo sulla piccola e si rese conto che non sarebbe mai riuscito a mettere quella bambina quasi sconosciuta in un cassetto anche se questo voleva dire dover rinunciare ad avere Jimmy nel suo letto «Scherzavo, piccola, non ti mettiamo via come un paio di calzini.» si rivolse alla bimba che sembrava lo stesse guardando con aria di rimprovero.

Jimmy sorrise quasi estasiato a vedere quelle due persona, che a ben vedere erano le più importanti della sua vita, così vicine e così d’accordo «Non voglio andare via...» mormorò accoccolandosi contro di lui dopo aver posato Charlotte sul divano.

«Nemmeno io voglio che tu te ne vada.» affondò il naso nei suoi capelli dorati perfettamente pettinati.

«Ma non possiamo restare… e nemmeno tornare là.» concluse con tono triste passandoli le braccia dietro le spalle, praticamente sdraiandosi su di lui anche se erano entrambi seduti.

«Perché no?» chiese mentre lo sguardo gli cadeva sulle sue labbra così vicine che un minimo movimento sarebbe bastato per unirle alle proprie.

«Perché la mia famiglia sa che sono stato qui con te.» confessò cercando i suoi occhi.

«E dov’è il problema?»

Si stavano avvicinando sempre di più e a breve sarebbero inevitabilmente finiti con il baciarsi di nuovo con la stessa voracità di prima, senza riuscire a parlare.

«Lo sai dov’è il problema. È un problema piuttosto grande considerando che mi ha spinto a lasciarti tre anni fa.» aumentò la stretta dietro al suo collo e le loro labbra si sfiorarono, ma ora Thomas voleva sapere.

«E sarebbe?» con una mano allontanò il viso dell’altro dal proprio.

Jimmy esitò, ma poi decise che glielo doveva, che dopotutto dopo averlo lasciato senza una spiegazione decente se non quella del rifiuto della sua famiglia spiegargli tutto era il minimo che poteva fare «Tre anni fa quando mi sono opposto all’idea di lasciarti hanno minacciato prima di disconoscermi e poi quando hanno visto che non mi importava di farmi passare quasi per pazzo e di mettere te nei guai.»

«Cosa?» chiese stupito.

«È per questo che me ne sono andato: non volevo far finire te nei guai per colpa della mentalità della mia famiglia.»

«Tutto qui?»

«Fosse stato per me non me ne sarei mai andato.» posò le labbra sulle sue e Thomas le catturò in un bacio, finendo con il trovarsi il biondo completamente addosso, le mani di entrambi che andavano a riscoprire tutti quei punti che nonostante il tempo non avevano dimenticato; non capirono quanto rimasero così, a perdonarsi e a sanare quell’enorme ferita che si era creata con quella separazione forzata, fino a quando un pianto disperato non li interruppe di nuovo.

«Secondo me lo fa apposta.» borbottò Thomas mentre Jimmy prendeva in braccio la bambina ridendo.

 

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

Sono tornata ad ammorbare questo fandom con questa cosa, ma non potevo farne a meno: riguardandomi le varie stagioni mi viene solo voglia di abbracciare Thomas, perché al poveretto non ne va una giusta nemmeno a pagare.

Spero che l’arrivo della bimba non vi dispiaccia visto che sto scrivendo anche il seguito di questa shot demenziale.

Un grazie particolare alla mia nonna stalker stalkerata e a tutti voi che avete letto <3

  
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