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Autore: giapponesina6    04/03/2014    2 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Ci sono dolori che non si possono  evitare né cancellare. Esistono e quindi possiamo solo tentare di affrontarli, e cercare di fare di tutto affinché non ci devastino. Perdere la persona che si ama è così ingiusto e inaccettabile, come se venissimo travolti in un tunnel, buio e senza via d’uscita.
Quando una persona che amiamo se ne va via per sempre, è difficile imparare a vivere con quel vuoto profondo che si spalanca all’improvviso. E non basta semplicemente voltare pagina. Non basta ripetersi che la vita continua e che non serve a nulla piangere. Non basta imporsi di non pensarci. Quel vuoto è lì. Come una ferita profonda. Che pian piano cerchiamo di far cicatrizzare. Anche se alcune ferite non si cicatrizzano mai completamente.
Ancora una volta il sonno del ragazzo venne invaso da ricordi del loro viaggio assieme.
Erano al centro medico a Vermilion, pronti per affrontare il capo palestra.
< Deve essere un allenatore fortissimo >
< Che c’è Ash sei già spaventato? > quel suo tono che tanto lo stuzzicava nel profondo.
< Ma che dici? >
< Sei bravo a darti delle arie, ma quando vedi quanto è difficile conquistare delle medaglie diventi un coniglio, dovresti lasciar perdere. Le uniche medaglie che hai te le abbiamo date noi >
< Una medaglia è una medaglia >
< Dimostraci quello che sai fare nella palestra di Vermilion city. Ora voglio vedere se sei capace di conquistarne una da solo >
< Vedrai cosa so fare resterai meravigliata dalla mia forza incredibile >
< Dicono che due persone litigano si vogliono molto bene > quella frase dell’infermiera Joy celava un’immensa verità. L’amore che provava per lei andava oltre l’inimmaginabile.
Si svegliò d’impatto, con la fronte imperlata di sudore, nonostante in camera vi era un’aria fresca. I suoi occhi erano impressi nella sua testa. Si chiese se sarebbe mai tornato a sorridere come un tempo.
Scese giù in salone e si versò un bicchiere d’acqua, lo bevve tutto d’un sorso.
Quanto era duro tornare alla realtà.
Tanto era assorto dai suoi pensieri che non si accorse che sull’uscio della porta apparve la ragazzina dai capelli biondi.
< Non riesci a dormire? > disse in tono assonnato.
< Serena? Non era mia intenzione svegliarti >
< Non preoccuparti. Tu piuttosto hai qualcosa che ti turba? Non hai una bella cera > cercò di essere discreta.
< No nulla, non preoccuparti, avevo solo sete. Ora torna a dormire >
La ragazza vide nei suoi occhi un velo malinconico. Stava spudoratamente mentendo, ma non insistette, del resto si erano ritrovati solo da poche ore.
< Buonanotte Ash >
< Anche a te >
La ragazza si recò in camera sua.
Finalmente rimase di nuovo solo con i suoi pensieri.
Aveva bisogno di tranquillità.
Aveva bisogno di lei.
A quel pensiero un’altra lacrima segnò il suo viso. Quanto bruciavano quelle lacrime sulla pelle. Quanto faceva male la sua assenza.
 
 
Nel salire in camera sua Serena si imbatté nel ragazzo più grande. Anche lui doveva essersi svegliato dal rumore giù in salone.
< Anche tu sveglia? >
< Avevo sentito dei passi, si trattava di Ash, ha detto che aveva sete >
< Ash è giù in salone? >
< Già, sembra un po’ confuso e ha lo sguardo molto triste. Tu sai se qualcosa lo turba? >
Quella ragazza aveva colto nel segno. Purtroppo.
< Un giorno te ne parlerò, ma ora ti chiedo di non insistere con questa storia con lui. >
< Brock, se Ash soffre per qualcosa devi dirmelo. Sarei disposta a qualsiasi cosa per aiutarlo, come lui aiutò me tanti anni fa >
< Purtroppo per questo non basta un fazzoletto legato al ginocchio, le sue ferite sono molto più profonde. >
La lasciò lì impalata senza darle possibilità di risposta per poi raggiungere il ragazzo al piano di sotto.
 
Ash continuava a guardare il cielo dalla finestra. C’era qualche nube, ma la sua testa era ben altrove.
< Non riesci a dormire? >
< Ho avuto uno strano sogno. Poi avevo sete e sono venuto a fare un sorso d’acqua. >
< Quella ragazzina, Serena, non trovi che sia davvero buffa >
< Non so se buffa sia il termine più appropriato, è una cara ragazza >
< Le chiederai di venire con noi? >
< Ci avevo pensato, credo abbia bisogno di una guida, è alle prime armi >
< Lo penso anch’io. Le farà bene viaggiare con noi e poi è molto di compagnia >
< Già > rivolse nuovamente lo sguardo fuori dalla finestra.
< Andiamo a dormire? >
< Vai pure, io resterò qui ancora per un po’ >
Il ragazzo acconsentì lasciandolo solo.
Assorto ancora una volta nei suoi pensieri si chiese nuovamente se sarebbe mai riuscito a tornare a sorridere.
 
 
Un calore vitale prese a scorrerle nelle vene. Ogni fibra del suo corpo stava acquisendo sensibilità.
Il battito del suo cuore era sempre più forte e il ritmo del suo respiro sempre più regolare.
Nella sua mente, ancora intorbidita, un’unica immagine. Quella di lui.
I suoi occhi.
Le sue labbra.
Il suo sorriso.
Prese a muovere qualche muscolo a fatica.
Di nuovo il suo sguardo.
Aprì gli occhi. Quei suoi splendidi occhi verdi.
 
 
A Novartopoli la giornata cominciò prestissimo. Serena aveva deciso di affrontare l’incontro, il suo primo incontro ufficiale, ma le cose non andarono come sperato. Nonostante lei avesse un Pokemon di tipo fuoco, contro quello di tipo coleottero di Violetta non ci fu storia. Venne sconfitta e il suo morale sprofondò.
< Non devi abbatterti Serena, questo è solo il primo incontro di una lunghissima serie. Avrai bisogno di allenamento e quando sarai pronta io sarò qui per concederti un’altra possibilità > le sorrise.
Serena tra le lacrime ricambiò quel gesto. Violetta era davvero una bravissima allenatrice.
Quando rientrò in camera per recuperare lo zaino incrociò Ash. Si vergognò delle sue lacrime.
< Ho perso > disse in tono smorzato.
< Ho notato. Ma non devi abbatterti. Le sconfitte ci aiutano a migliorare >
< Lo credi davvero? >
< Certo. Che ne diresti  di continuare il tuo viaggio assieme a me e a Brock? >
Era incredula.
Quello che aveva sempre sognato stava per realizzarsi.
< Dici sul serio? Voglio dire, ho capito bene? >
< Vai a prendere il tuo zaino, partiremo tra cinque minuti >
Presa da un impulso irrefrenabile si gettò tra le sue braccia e prese a stringerlo, per poi correre a recuperare lo zaino.
Quell’abbraccio lo spiazzò.
Non avrebbe mai creduto che tra le sue braccia ci fosse stato qualcuno al di fuori di lei.
Il trio ringraziò e salutò Violetta e si incamminarono verso la prossima tappa.
 
 
Quella mattina nel cuore di Cerulian, la pioggia non aveva intenzione di cessare. Nella palestra vi era un silenzio quasi surreale. Daisy la sorella maggiore, aveva preso le redini in mano della palestra rinunciando allo spettacolo. Tracey le era sempre accanto, cercando di renderle la vita piacevole, per quanto piacevole potesse essere dopo la scomparsa di una sorella.
< Non vuole proprio smettere di piovere oggi? >
< Già. Oggi alle 16.00 avrai un incontro con un allenatore proveniente da Viridian >
< Si lo so >
Il suo sguardo non era più quello di una volta. Il dolore era visivo sul suo volto, ma anche il giovane artista aveva perso quella vitalità che lo contraddistingueva, la perdita della sua amica aveva lasciato un vuoto profondo.
 
La città di Altoripoli distava diversi chilometri dalla palestra di Violetta. Era un pomeriggio tranquillo e l’aria era fresca. Serena era ancora incredula della cosa. Viaggiare accanto al ragazzo che amava dal momento del loro primo incontro era così surreale.
Trattenere l’entusiasmo era impossibile e placare i battiti accelerati del suo cuore quasi inottenibile.
Lui era dannatamente bello.
Ash si accorse che la ragazzina lo stava fissando da un po’ e le sorrise.
< Qualcosa non va? >
< Come? >
< Mi stai fissando da circa due ore >
< Ecco io, no. Non volevo fissarti, cioè non era mia intenzione farlo, scusami > parve mortificata e divenne paonazza.
< Non devi scusarti per ogni cosa, tranquilla. Puoi anche fissarmi se vuoi > prese a ridere.
Quella risata andrò dritto al cuore di Brock. Da quanto tempo non lo sentiva ridere.
< Hai ragione > prese a ridere anche lei.
< Sembra incredibile che in tutto questo tempo non ti sei scordata del nostro incontro >
< Come avrei potuto. Fosti tanto gentile con me, non avrei mai potuto rimuoverlo > arrossì nuovamente.
Il sole era calato e avrebbero dovuto cercare un posto per passare la notte, decisero di alloggiare in una piccola pensione, con soli dieci camere, ma molto accogliente.
Presero due camere e si sistemarono all’interno.
 
La donna era sbalordita. Cominciò a tremare per le tante emozioni che stava provando. Era riuscita a donare a quella ragazza un respiro di vita, anche se tutto non era andato nel perfetto dei modi.
Dinanzi ai suoi occhi vi era un piccolo pikachu dagli occhi verdi.
< Non capisco. Come mai ha ripreso vita nel corpo del pikachu, eppure la vecchia magia era già svanita. Forse ho sbagliato qualcosa. >
La ragazza pareva ancora stordita. Le parole della donna le arrivavano come rumori dissonanti alle sue orecchie. Provò a muoverersi ma era come paralizzata.
Riuscì a specchiarsi negli occhi della donna e impallidì. Vide il riflesso di un topino elettrico dagli occhi verdi.
Ad un tratto ricordò.
Lei era un pikachu.
L’incontro con Ash.
Quel bacio con Lucinda.
Il bidrill nella foresta di Viridian.
Il veleno spandersi nel suo corpo.
Le labbra di Ash.
Il vuoto.
Cos’era successo poi non riusciva a ricordarlo. E non riusciva a capire come mai era nuovamente un Pokemon.
Prese a sospirare parole insensate.
< Cosa mi è successo? Dove mi trovo? > ma la sua voce era uno squittio di Pokemon.
La donna però parve capirla, nonostante avesse le sembianze di un pikachu.
< Bentornata tra noi Misty > sorrise.
Quella donna sapeva chi fosse in realtà.
Poi di botto realizzò.
Quella era la donna che l’aveva tramutata in un Pokemon. La vecchia signora della festa. Ma cosa ci faceva lì non riusciva a capirlo.
< Non capisco cosa sta accadendo, ho un forte cerchio alla testa >
< Tranquilla è normalissimo, del resto non è cosa da tutti i giorni tornare in vita > sorrise nuovamente.
< Tornare in vita? Cosa vuoi dire? >
< Adesso ti spiegherò ogni cosa >
Quella donna aveva un aplomb invidiabile. Il tono della sua voce era caldo e rassicurante. Prese ad ascoltare ogni sua singola parola, ma quando realizzò cosa era accaduto perse i sensi.
 
La ragazza dai capelli biondi era talmente agitata da non riuscire a chiudere occhio. Troppe cose erano successe in così poco tempo. Aveva iniziato il suo viaggio.
Aveva avuto il suo primo incontro di Pokemon.
Aveva rincontrato il ragazzo che amava.
E stava viaggiando con lui.
Doveva solo trovare il coraggio di confessargli i suoi sentimenti. All’idea arrossì notevolmente, poi cullandosi di quei pensieri, tanto dolci, si addormentò.
 
Il ragazzo ancora una volta guardava il cielo stellato dalla finestra. E ancora una volta il pensiero fu rivolto a lei.
< Finalmente potremmo riposare un po’, oggi abbiamo camminato molto e non ero più abituato a reggere questi ritmi >
< Hai ragione Brock. Un tempo camminavamo per giorni, ora invece sembra quasi che pochi chilometri ci sfiniscano >
< Abbiamo anche una certa età > rise.
< Tu in effetti stai invecchiando > lo imitò.
< Era da molto che non ti vedevo ridere, sappi che la cosa mi fa piacere >
< Ti preoccupi troppo per me >
< Vorrei solo tornare a vederti sereno >
< Lei mi mancherà sempre Brock. Non importa il tempo che sia passato, lei non smetterà mai di mancarmi. >
Le sue parole erano così cariche d’amore da strappare una lacrima anche a Brock.
< Manca tanto anche a me, ma lei vivrà sempre dentro te, nei tuoi ricordi. Tu non devi rimuoverla, ne sostituirla. Ma cerca di concentrarti su te stesso e di riprendere a vivere. >
< Ci sto provando Brock, ed è per questo che siamo venuti qui a Kalos. Credimi è più difficile di quanto pensassi. > prese a piangere.
< Conta sempre su di me, amico mio > prese ad abbracciarlo e lui diede libero sfogo al suo pianto.
 
 
Quando la ragazza riprese conoscenza la testa le faceva ancora male. Non riusciva a comprendere se stesse solo sognando o se si trovasse nella realtà. Quella anziana signora le aveva appena detto che era deceduta a causa di un attacco velenoso del bidrill e che lei tramite una magia l’aveva riportata in vita.
Il suo primo pensiero fu per Ash.
Come doveva sentirsi.
Cosa stava provando.
Le vennero a mente le sue parole.
Le sue lacrime.
Le sue labbra.
Poi pensò alle sorelle. Le sue amate sorelle, come avevano preso quella storia.
Si sentiva terribilmente confusa e tramortita.
La donna notò che si era risvegliata e le si avvicinò.
< Allora come ti senti? >
< Tremendamente confusa, e poi non capisco perché sono ancora nel corpo di questo pikachu >
< Questo è un piccolo particolare che mi sfugge >
< Un particolare che ti sfugge? Vuoi dire che non sai come riportarmi alla normalità? >
< Tranquillizzati, credo che sia solo un effetto momentaneo, basterà aspettare che passi. >
< E quanto tempo dovrò aspettare? >
< A questo non so rispondere >
< Ma io devo trovare Ash. Deve sapere che, ecco che io, sono viva >
< Ora arriviamo al dunque. Tu non potrai avvertire nessuno di questa cosa. Dovranno essere loro stessi a riconoscerti >
< Ma come sarebbe a dire? Loro non potranno mai farlo. Mi hanno vista morta, seppellita. Come potrebbero sapere che sono io in questo corpo di Pokemon? >
< Doveva andare diversamente, se avessi avuto le tue sembianze sarebbe stato tutto più facile. Ma credimi chi ti ama realmente non stenterà a riconoscerti >
< Come farò a trovare Ash? Potrebbe essere ovunque >
< Sarà il destino a farvi incontrare >
< Le tue sono solo belle parole, ma la realtà dei fatti è ben diversa. Non posso comunicare con gli umani. Non ho idea di dove sia. >
< Un giorno mi dicesti che saresti stata disposta a qualsiasi cosa per lui, è arrivato il momento di dimostrarlo >
Lei era davvero disposta a tutto pur di rivederlo. La donna aveva perfettamente ragione, ma aveva paura. Troppa paura.
 
 
Arrivò l’alba di un nuovo giorno. I tre ragazzi avevano già lasciato le loro camere e si erano rimessi in viaggio. Ash aveva ancora gli occhi arrossati, la nottata non era stata una delle migliori e il suo amico Brock ne sapeva qualcosa.
Serena parve accorgersi di ogni cosa e ancora una volta tentò di essere gentile.
< Ash so che per te è come se ci conoscessimo solo da qualche giorno, ma in cuor mio io mi sento legata a te da anni, volevo solo farti sapere che per qualsiasi cosa tu puoi contare su di me > gli mostrò il sorriso migliore che potesse sfoggiare.
Il ragazzo apprezzò il gesto di quella ragazzina.
< Ti ringrazio Serena > le sorrise sinceramente.
< Non devi ringraziarmi è semplicemente quello che penso > arrossì leggermente.
Camminarono per diverse ore, Brock aveva previsto l’arrivo verso sera.
Sostarono giusto il tempo per mettere qualcosa sotto i denti, per poi riprendere a camminare verso la prossima palestra.
Come aveva previsto Brock giunsero ad Altoripoli in tempo per la cena, alloggiarono nuovamente in una piccola pensione. La mattina seguente si sarebbero recati alla palestra.
 
Anche Misty quella mattina si svegliò all’alba. Aveva deciso di intraprendere il suo viaggio alla ricerca di Ash. L’avrebbe cercato anche in capo al mondo e sapeva che una volta incrociato i suoi occhi lui l’avrebbe subito riconosciuta.
La vecchia signora le augurò buona fortuna e lasciò quella piccola casa.
Provò una fitta al cuore nel passare accanto alla sua palestra. Si chiese come stessero le sue sorelle, come stesse Tracey e come stessero i suoi adorati Pokemon d’acqua.
La tentazione di recarsi lì era forte, ma sarebbe stato inutile. Nessuno l’avrebbe riconosciuta. Lei era solo un pikachu.
Solo Ash sapeva chi lei fosse realmente, gli sarebbe bastato guardarla negli occhi.
Ma da dove poteva cominciare a cercarlo.
Decise di recarsi dal punto di partenza.
Corse a passo svelto verso Pallet.
 
Anche quella sera Serena non riusciva a dormire, si recò nella sala d’attesa della pensione e prese a leggere una rivista. Fu sorpresa nel notare che anche Brock era lì.
< Anche tu non riesci a dormire Brock? >
< Al dire il vero sono particolarmente stanco, solo che avevo delle commissioni da fare, sono appena rientrato >
< Ash è nella sua camera? > arrossì leggermente in volto.
Il ragazzo notò il suo imbarazzo.
< Vedo che ti interessi molto al nostro Ash >
< Cosa? Non è così solo che > divenne paonazza.
< L’ho capito dal primo momento in cui l’hai guardato. Si vede lontano un miglio che ne sei cotta >
< Vuoi dire che si nota. Non dirmi che l’ha capito anche lui? Sarebbe troppo imbarazzante >
< Ash fatica un po’ a notare determinate cose e poi credo che questo non sia il momento più opportuno >
< Ha già un’altra ragazza? >
< Le cose stanno un po’ diversamente, però diciamo che ha una ragazza nel cuore >
Come una stupida i suoi occhi vennero invasi da lacrime. Non riusciva a contenerle. Non aveva messo in conto il fatto che lui in tutti questi anni avesse potuto provare qualcosa per un’altra ragazza.
< Ho dato le cose un po’ troppo per scontate >
Brock fu sorpreso dalla sua reazione.
< Non piangere. Non ho detto che ha una ragazza, ma solo che porta nel cuore già qualcuno. Questo non significa che non potrai entrarci anche tu nel suo cuore. >
< Perché sei così vago? >
< Non è una situazione semplice Serena. Ma credo che determinate cose debba raccontartele lui >
< Credi che debba rivelargli ciò che provo? >
< Ogni cosa a suo tempo, del resto vi siete ritrovati solo ora > sorrise a quella ragazzina tanto fragile.
Serena capì l’antifona. Avrebbe aspettato il momento giusto e poi gli avrebbe aperto il suo cuore.
 
Anche Ash non riusciva a dormire, nonostante avesse passato la notte precedente a versare lacrime per lei. Ripensò alle sue ultime parole.
< Ash credi che ci rivedremo? >
Non era riuscito a proteggerla.
Lei era semplicemente il suo tutto. E niente sarebbe stato capace di riempire il vuoto che lei aveva lasciato.
Lui non era riuscito a proteggerla.



Angolo dell'autrice:
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, volevo fare un ringraziamento speciale ad alcuni lettori tra cui:  Hailstorms;  Jack_Skeletron_4ever; Miamibeach e kasumiXsatoshi  che hanno sempre una parola carina per me! Grazie di vero Cuore... a presto
  
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