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Autore: Firnen bjartskular    04/03/2014    2 recensioni
Un punto verde baluginó all'orizzonte.
Non poteva essere lei, non poteva essere tornata così, senza preavviso per rompere la pace e il debole equilibrio che si erano formati negli anni in cui avevano perso il contatto, eppure il suo amore per lei restava immutato, un sentimento profondo e sincero, un ardore forse anche aumentato nel corso degli anni con il desiderio di vederla
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Sacrificio
Arya continuava a camminare in circolo.
Nessuno di loro l'aveva mai vista così irrequieta. 
- Non é possibile
Rifletté ad alta voce Eragon
- Eppure era scritto nell'antica lingua. Non può essere una trappola. Cosa diavolo ha in mente quel dannato spettro!
La sua voce crsceva gradualmente di intensità, finchè il cavaliere non si ritrovò a gridare. Tutta quella situazione era frustrante, frustrante perchè non riusciva a capire cosa stesse succedendo, frustrante perchè per la prima volta si sentiva davvero indifeso, lì, in quell'arida distesa di terra che si estendeva fino alla fine del suo campo visivo, ma soprattutto, frustrante perchè non poteva fare altro che vedere Arya soffrire, senza poter alleviare la sua pena.
Certo che Vannak é stato meschino
Si ritrovò a pensare. 
Darle una speranza, per poi infrangerla senza darci troppo peso.
No, non avrebbe permesso a quella immonda creatura, di giocare con i sentimenti degli altri in modo così subdolo. Avrebbe fatto pagare caro allo spettro, il prezzo del suo comportamento.
- Vado a meditare
Disse stanco il cavaliere, allontanandosi dall'accampamento.
Trovato il posto ideale davanti alla parete rocciosa, Eragon si mise a gambe incrociate e aprì la mente.
Lo percepiva. Percepiva la sua presenza, sempre più vicina, circondata da potente magia oscura.
- Mostrati vigliacco. Fatti avanti mostro. CODARDO!!!!
Urlo il cavaliere.
Pochi istanti dopo Arya, Jalika, Arategh e Murtagh lo raggiunsero correndo, con le spade sguainate.
- Fratello che cosa c'é
Chiese allarmato Murtagh
- Lo sento. É vicino, ma non sò dove.
Rispose il fratello ancor più frustrato.
In un impeto di rabbia Eragon prese un sasso, e lo scagliò contro la nera roccia. Con sommo stupore di tutti, il detrito passò attraverso la parete, come se non fosse mai esistita.
- Ma certo, come ho fatto a non pensarci
Disse il cavaliere alla sua dragonessa
- La risposta era davanti ai nostri occhi, ma noi non l'abbiamo voluta vedere.
Troppo tardi Eragon si ricordò del consiglio di Glaedr: guarda quello che vedi.
Attingendo all'immensa fonte di energia dell'eldunarì dorato, l'ammazzatiranni riuscì a sciogliere l'incantesimo in pochi secondi.
Davanti a loro si apriva un enorme portale, tanto grande da permettere ad'almeno  due draghi, di varcarlo uno di fianco all'altro.
Arya, Eragon e i rispettivi draghi, varcarono la soglia senza esitare, ma quando ci provarono anche Murtagh, Arategh e Jalika, furono fermati da una solida barriera invisibile.
Un'espressione sgomenta si dipinse sui volti dei cavalieri, quando capirono di essere caduti in una trappola, studiata fin nei minimi dettagli.
 - Allora é così??
Gridò Eragon. La sua voce riverberò nell'ampia sala circolare.
- Esci fuori e combatti da uomo, lurido verme.
Concluse in tono di sfida.
Una nebbiolina nera si formò al centro della sala, dando forma alla figura dello spettro. 
Vannak teneva Islanzadi per un braccio. La donna era pallida e magra. Sulla sua pelle si potevano vedere i segni di atroci torture.
- Madre! 
Urlò Arya con voce rotta dal pianto
- Figlia mia, non saresti dovu...
- BASTA!
Tuonò lo spettro, interrompendo il loro dialogo
- Libera subito mia madre
Lo sovrastò l'elfa
- Oh, la povera, sciocca bambinetta  rivuole indietro la sua adorata mammina. Accontentata.
Detto ciò lo spettro spinse in malo modo Islanzadi verso i due. La figlia le si parò davanti, come a farle da scudo. Teneva stretta l'elsa di Tamerlain nella sinistra; dietro di loro i due draghi ringhiavano, pronti ad attaccare.
Arya sentì la mente di Vannak premere contro la sua. In un disperato tentativo di salvarsi, l'elfa provò ad edificare una barriera mentale, ma nulla poté contro la forza oscura dello spettro, che, in pochi istanti, ebbe pieno possesso del suo corpo e di quello di Eragon.
Provò a gridare, ma non le era concesso parlare.
Così ascoltò in silenzio il discorso di Vannak.
- Arya drottning,
L'ex regina trasalì sentendo quell'appellativo.
- Devo ammettere che sei stata molto coraggiosa. I miei primi piani prevedevano la tua più atroce fine, 
ma senza di te, non avrei ragione di esistere. Ho riflettuto a lungo, e ho deciso di distruggere non solo Alagaësia, ma l'intero mondo.
Sei un folle, non puoi farlo!
Urlò mentalmente l'elfa
- Oh no, non sono folle. Sono razionale. Pensaci bene, questa terra non ha più nulla da offrire, nè a te, nè a me. Anche tu ti sei stancata di una prolungata pace; vuoi provare ancora una volta il brivido del combattimento. Non mi fraintendere, scatenerei volentieri una guerra, ma sarei leggermente in inferiorità numerica. Col rischio di morire senza raggiungere il mio obbiettivo, ovvero la tua morte. 
Lo spettro fece una pausa d'effetto.
- E poi, dopo la distruzione, sarei il padrone indiscusso di tutto il mondo. Persino più potente di Galbatorix.
Come fa a conoscerlo  
Pensò Eragon
- É vero cavaliere, non l'ho mai conosciuto - anche se mi avrebbe fatto piacere - ma non credere che non conosca Varaug e Durza. ripagehrò la loro morte sacrificando, non solo i loro assassini, ma anche la terra che non li ha accettati. 
Concluse Vannak con tono calmo e piatto.
Lo spettro si posizionò al centro di uno strano disegno formato da tre triangoli intrecciati, e alzò le braccia  con i palmi rivolti al cielo. Il suo volto si contrasse in una smorfia
- Ill böllr, thelduin deloi eom iet lam. Eom hel illgrathr*.
Un globo nero si formò tra le mani dello spettro, diventando sempre più grande, fino a investire i cavalieri, fino a riempire l'intera caverna.

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Era lì, imprigionata da una morsa invisibile che la stringeva fino a farla soffocare. Non poteva fare altro che guardare mentre la sua terra veniva distrutta, non poteva fare altro che implorare pietà in ginocchio, non poteva fare altro cha vedere i suoi sforzi e sacrifici distruggersi, la sua vita andare in mille pezzi. Difronte a quel macabro spettacolo lei era il nulla, la sua identità era stata annullata.
Doveva fare qualcosa doveva tentare. 
Le immagini dell'uccisione di Galbatorix le balenarono in mente. Eragon aveva usato un incantesimo senza parlare, poteva farlo anche lei; ma questo le sarebbe costato la vita. Esitò, ma poi si fece coraggio. Le immagini dei varden, del bacio che aveva dato ad Eragon, di Roran e di tutta Alagaësia, presero a danzare davanti ai suoi occhi. Avrebbe dato loro la speranza di una vita in pace, o almeno ci avrebbe provato. 
Chiuse gli occhi, il suo corpo si irrigidì, attingendo all'energia di Fìrnen gridò mentalmente
- Letta, ill böllr!!!*
In quelle parole impresse tutta la sua rabbia e il suo odio
- Dreija, hel sundavar*
Concluse così il suo incantesimo. 
Sentì l'energia vitale abbandonare il suo corpo, la morsa che la teneva bloccata allentarsi, lasciandola libera di cadere a terra. Sorrise, poi la sua anima sprofondò nel vuoto.
La sua vita per Alagaësia.

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Eragon non sapeva cosa fare. Lo spettro si era impossessato della sua essenza. Non poteva fare altro che guardare il nero globo prenderlo e trascinare via la sua anima. Era tra la vita e la morte. Poi all'improvviso quell'enorme onda di magia iniziò a rimpicciolirsi, sempre di più, fino a tornare tra le mani del suo creatore. Con i suoi occhi vide la pelle di Vannak raggrinzirsi e sgretolarsi, gli spiriti che lo soggiogavano, abbandonare il suo corpo, fluttuando verso il cielo.  Vide lo spettro ritrasformarsi in un'elfo dai capelli rossicci, e l'elfo dai capelli rossicci cadere a terra morto. Sentì le catene invisibili che lo tenevano prigioniero spezzarsi di colpo. Sul suo volto comparve un sorriso. Era tutto finito. Ma la sua gioia si trasformò subito in tristezza, quando vide Arya e Fìrnen accasciarsi a terra.
Capì che cosa aveva fatto, si era sacrificata per lui, per tutta Alagaësia, per tutto il mondo.

Islanzadi si chinò vicino alla figlia. Calde lacrime solcavano le pallide gote. Murtagh Arategh e Jalika si strinsero attorno al corpo della regina. Saphira coprì Fìrnen con una delle sue ali. Il drago smeraldo era ancora vivo.
Eragon raggiunse il fratello e lo spinse via in malo modo. Si inginochiò vicino alla sua amata
- NO, NO, NO!!!
Gridò
- Non puoi lasciarmi
Le accarezzò il volto, le prese la mano sinistra e se la portò al petto. I loro gedwey ignasia si sfiorarono, ma quel contatto bastò a dar vita ad una potente scarica di energia. Il corpo di Arya fu lambito da un alone blu tutti fecero un passo indietro, tutti tranne Eragon, che continuava a tenere stretta la sua mano. L'elfa si sollevo di almeno tre piedi, mentre la luce blu si affievoliva, adagiandola lentamente a terra. 
Il cavaliere svenne, poggiando la testa sul petto di Arya. 
L'ultima cosa che percepì fu il rumore del cuore dell'elfa, che ricominciava a battere.
Sorrise, poi perse i sensi.




*Ill böllr, thelduin deloi eom iet lam.
Eom hel ilgrathr: globo nero, plasmati tra le mie mani e domina la terra. Per la mia nera fame di morte

*Letta ill böllr: ferma il globo nero

*Dreija, hel sundavar: muori, spettro delle tenebre.



Angolo dell'autrice
Finalmente ho scritto questo capitolo!!! Non stavo più nella pelle.
Anche mentre scrivevo gli altri mi venivano idee solo per questo.
Comunque questo é il capitolo clue della storia. In cui si comprende appieno l'intenstà e la potenza dell'amore di Arya nei confronti di Eragon e viceversa.
*sospirodainguaribileromanticona*
Non vedo l'ora di scrivere i prossimi capitoli. Recensite, recensite, RECENSITE.^^
Se onr sveddar stija hvass
  
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