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Autore: Khyryr Lecter    04/03/2014    1 recensioni
"La mia carne e l’anima fanno il cuore denso
Tu sei, tu sei, lo so così vicina
Io vorrei raggiungerti in trasparenza
Tutto è vedere te con i vestiti e senza
Tu sei, tu sei, lo so la mia rovina
L’aria dei capelli tuoi respirare voglio
Tu sei, tu sei, lo so mai come prima"
Quella non era una sera come tante per Hannibal, lui si trovava in quel vicolo per porre fine ad una situazione che era andata avanti per troppo tempo. Sapeva che Bedelia nutriva dei dubbi ormai, anche se era stata molto brava a celarlo. Lei, ignara della sua presenza, stava rientrando da una cena. Quello che non sapevano entrambi è che il loro destino, da allora, sarebbe cambiato.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Hannibal percepì un leggerissimo brivido che lo destabilizzava. Non riusciva a reggere di fronte a tanta dolcezza, riuscì a colpire persino lui che non si era mai fermato di fronte a niente. La mano posata sulla guancia della donna, si mosse in avanti, consentendo alle dita di farsi strada fra i suoi capelli biondi e morbidi. L'altra mano, quella sul fianco, avanzò spostandosi dietro la schiena della dottoressa. In quel modo la cinse tenendola stretta a se, mentre quel bacio rimaneva soffice e tratteneva a stento la volontà di diventare più intenso e passionale. Il respiro di lui si fece più agitato.
Bedelia pensava fosse arrivata la sua fine e quindi il bacio dell' addio. Lui la rispettava anche in quel momento, ma lei non l`avrebbe mai supplicato ancora. Hannibal le accarezzò prima i capelli e poi la cinse con un braccio. Era troppo pietrificata per fare o pensare altro, così tenne gli occhi chiusi .
 
In realtà lui non aveva la forza di staccarsi dal suo volto o di abbassare le mani dal suo corpo. Non aveva nemmeno più la forza di pensare di ucciderla. Ma non poteva lasciare che la passione e il desiderio lo travolgessero. Lentamente staccò le labbra da quelle di lei. Mantenne gli occhi chiusi anche quando la mano fra i suoi capelli e le donò una carezza, che lentamente si trasformò in una leggera stretta. Una stretta che voleva dire quanto la desiderava, ma quanto sapeva che fosse sbagliato per lei. Non l'avrebbe costretta. Le sfiorò ancora una volta le labbra con le proprie e le accarezzò di nuovo quello inferiore con la punta della lingua, adorava sentire quel sapore. Ne avrebbe fatto tesoro, anche se era quasi impercettibile. Abbassò infine ambedue le mani e fece un passo indietro. Finalmente aprì gli occhi per guardarla nei suoi.
 
 Ad un certo punto lui le strinse i capelli e lei avvertì il suo controllo molto forte. Non sapeva come interpretarlo. Sfiorò ancora le sue labbra e le accarezzò con la sua lingua, in quel suo modo tipico. Improvvisamente si separò da lei. Lei ansimò per calmarsi, la fronte le scottava. Aprì gli occhi e una lacrima le tremò li. Lo vide ancora altero e non capì come mai era viva. Non disse nulla .
 
Gli occhi di Hannibal erano lucidi.
Non sapeva nemmeno lui perché, probabilmente per via dei pensieri che ha avuto. Non riuscirà ad ucciderla, non può farlo. Sorrise appena sollevando una mano per catturarle quella lacrima, sentendo così il suo calore.
"Lei scotta dottoressa.."
Sospirò, la fatica che ha fatto a staccarsi da lei e' stata davvero elevata.
 
Un flebile sorriso affiorò sul viso di Bedelia. Non riusciva a capire perché lui le sembrasse commosso, avvertì un forte giramento e stava per perdere i sensi. Hannibal le accarezzò la guancia e le afferrò la sua mano.
"... devo .. devo sedermi ." mormorò piano.
 
La sorresse immediatamente notando che stava per cadere. L' accompagnò fino al divano e la aiutò a sedersi con cura e delicatezza.
" Dottoressa... Resti qui, lei ha la febbre davvero alta, le conviene stare seduta."
disse premurosamente, tenendole ancora la mano e sfiorandole la fronte con l'altra.
"I medicinali nel bagno ..Hannibal. Per favore. Rimani "
Si aggrappò al suo braccio ,senza accorgersi, dandogli del tu. Non aveva idea del perché gli stesse dicendo una cosa simile. Le sue mani erano così fresche sulla sua fronte . Si sedette accompagnata da lui e si tolse le scarpe per stare comoda. Hannibal era molto delicato con lei . Il mal di testa aumentò.
Hannibal aprì la bocca sorpreso dalla sua richiesta, poi annuì molto lentamente per risponderle, accarezzandole piano il volto.
" Vado a prendere i medicinali.. Lei.. Mi aspetti qui. "
Decise di continuare a darle del lei in segno di rispetto. In un attimo arrivò con i medicinali necessari e con un vassoio dove aveva riposto qualcosa da mangiare al volo, in modo che facessero effetto prima.
" Eccomi. " ripose il vassoio sul tavolino di fronte al divano.
 
 La febbre era alta quindi lei non avvertì la sua carezza, questa volta. Stava quasi per addormentarsi lì e si riscosse quando lui tornò. Era stato così premuroso da portarle un vassoio anche. Vide delle pasticche e del pane con dell' acqua .
"Hannibal ..." voleva scusarsi per tutto quel disturbo .
 
Lui scosse la testa prendendo in mano le pastiglie ed il bicchiere d'acqua, le porse la mano per farle raccogliere le medicine. tenendo l'acqua con l'altra.
"Non si preoccupi, adesso mi prenderò cura di lei finché non starà meglio dottoressa. Coraggio, prenda la medicina."
La guardava attentamente, il suo colorito era spento, la pelle così pallida. Vederla così gli dispiaceva molto, chissà quanto lo avrebbe ferito vederla... morta. Deglutì sospirando, a questo ci avrebbe pensato dopo.
"Mi spiace.. mi spiace molto del disturbo."
 Portò la mano alla testa, iniziava a sentirsi a disagio per tutte le sue premure ed anche altro. Prese prima l'acqua e poi una pasticca mandandola giù.
"Non credo potrò andare al manicomio,domani .. o oggi."
 Non sapeva che ore fossero. Non prese il pane perché aveva lo stomaco chiuso.
 
 Lui le indicò il pane con un gesto della mano e la guardò negli occhi annuendo.
"Qualcosa mi diceva che non sarebbe potuta andare domani, dottoressa Du Maurier"
In teoria non sarebbe potuta andare poiché lui avrebbe dovuto ucciderla, ma questo ovviamente non glielo dice.
"Dovrebbe mangiare qualcosa.." aggiunse gentilmente.
 
 Lo guardò ancora frastornata per la febbre. Era terribile farsi vedere così disarmata davanti ad un suo paziente e a lui in particolare. Mosse leggermente i piedi scalzi. Avrebbe avuto bisogno di una coperta o di sdraiarsi .Fece uno sforzo per mangiare anche il pane e lo spezzò. Ne mandò giù piccoli morsi con l`acqua. Lei non lo sapeva, ma essere così vulnerabile l`aveva salvata. Per ora. Gli occhi luccicavano per la febbre. Non riuscì a dire niente.
 
Hannibal annuì non appena vide che cominciava a mangiare, le mise una mano sulla spalla prima di alzarsi dal divano e le chiese.
" Mi può dire dove si trova la camera da letto? "Si schiarì la gola per un istante
"Andrò a prenderle una coperta, dottoressa..."
 
 Lei si schiarì la voce, grazie alla febbre non si vide che era arrossita. Sollevò il polso sottile e indicò un corridoio .
" Seconda porta sulla destra. Dopo il bagno."
 
Hannibal sorrise ,sollevandosi, dal divano mantenendo ancora una mano sopra la sua spalla. Non vide il rossore sulle gote, ma notò dal suo sguardo il lieve imbarazzo.
"Grazie"
Rispose semplicemente, poi fece lentamente il giro del divano e si diresse verso la camera da letto. Tentò di non farlo, ma fu impossibile... Non appena entrò chiuse gli occhi, fermandosi appena dopo la soglia della porta. Respirò piano e profondamente. Quella stanza sapeva di lei più che mai. Non aveva mai potuto percepire così tanto il suo profumo ed il suo odore. Riaprì gli occhi guardandosi intorno, fotografando mentalmente tutto ciò che poteva vedere. Dopo diversi secondi andò verso l'armadio, prese una coperta, richiuse l'anta con cura e raggiunse nuovamente la dottoressa in salotto.
"Eccomi di ritorno, stenda bene le gambe dottoressa." Le sussurrò aprendo la coperta.
 
Bedelia avvertì il suo tocco sulla spalla e lo vide andare via. Cercò di rilassarsi e chiuse gli occhi, senza pensare a nulla. Passò del tempo, non seppe bene quanto. Lui tornò. Lei fece come lui le disse, non poteva fare altrimenti. Lo guardò da quella posizione abbastanza arresa dagli eventi.
" Mi spiace ancora per il disturbo .. sono mortificata."
 
 Scosse la testa lentamente ,dopo averla coperta con cura, sorrise gentilmente e le posò ancora la mano sul volto, poggiando tutto il palmo sulla sua guancia. Chiuse un momento gli occhi come per concentrarsi.. Stava sentendo la sua temperatura.
Lei ha quasi 38.30 gradi, dottoressa Du Maurier. Non si preoccupi del disturbo che pensa di avermi causato. Pensi a riprendersi presto, la prego.
Rimase accanto a lei chinandosi elegantemente al suo fianco, e tolse la mano lentamente dal suo volto, dopo averle fatto una leggerissima carezza con il dito pollice. Rimase in silenzio a guardarla con attenzione e con un'espressione seria sul volto.
 
 Il disagio di Bedelia, aumentò invece di diminuire. Avvertiva il proprio bisogno di dormire ma non ci riusciva, con lui in piedi che la guardava. Se lei si fosse addormentata lì, lui dove avrebbe dormito? La cosa l'agitò parecchio. Le sue carezze le davano i brividi. Almeno questa volta aveva la scusa della febbre.
"Non è molto.. anche lei deve riposare." ebbe un eccesso di tosse.
 
Dalle sue parole capì perfettamente il suo disagio, non era sua intenzione soffermarsi oltre. Si levò lentamente accanto a lei, restando in piedi ad osservarla un momento.
"Le medicine le faranno calare la febbre entro trenta minuti dottoressa."
Sospirò lentamente guardandosi attorno.
"Sono le tre di notte, dottoressa. La lascerò riposare in pace adesso."
 
 Era molto combattuta se dirgli di rimanere oppure no. I suoi modi erano molto premurosi e lei non voleva essere sgarbata ma ancora non sapeva cosa stava per succedere prima . Si umettò lei labbra.
"Venga con me all'istituto .." disse con un fil di voce.
 
Hannibal respirò rumorosamente per un istante dopo quelle parole. Deglutì ripensando a quanto stava per fare prima e chiude un istante gli occhi per istinto. Tornò a guardarla nei suoi occhi, premendo le labbra fra di loro per qualche secondo
"Se per lei è motivo di sostegno, verrò con lei, dottoressa."
La guardava ancora senza muoversi da lì. Voleva capire perché si era avvicinata in questo modo lui. Forse la febbre non la aiutava a ragionare lucidamente?
 
 Lei sorrise avvertendo il bisogno di chiudere gli occhi per un momento, abbandonandosi al cuscino sotto la testa.
"Si .. lo è" disse semplicemente guardandolo negli occhi.
 
Sorrise impercettibilmente dopo la sua risposta, socchiudendo appena gli occhi. Le posò ancora una volta la mano sopra la fronte, non tanto per sentirle la temperatura, ma per donarle un'ultima carezza. L'avrebbe uccisa, ma non in questo momento.
"Allora sarò presente per supportarla. Con immenso piacere."
Lasciò la mano sulla sua fronte sfiorandole delicatamente la pelle con le nocche delle dita.
 
 Questa volta lui le toccò la fronte, non per sentirle la temperatura, lei avvertiva bene la differenza. Cosa doveva fare con lui? L'affascinava e respingeva insieme.
 La sua professione la proteggeva da qualsiasi coinvolgimento?
Non poi così tanto, dato gli ultimi avvenimenti. La situazione era molto sconveniente data l'ora tarda.. ma lui l'avrebbe rispettata. Almeno così lei sperava..Tossì di lato, proteggendosi con la mano .
"La ringrazio .. insisto che anche lei deve riposare ..."
Lui rimase fermo lì, ancora per un istante, poi annuì dopo la sua frase e staccò lentamente la mano dal suo volto.
"Infatti, la stavo giusto per salutare dottoressa, adesso la lascio dormire in pace. La febbre sta già calando." Fece due passi verso il tavolino per sistemare meglio il vassoio prima di andarsene.
 
"no .. " sollevò lentamente la mano verso di lui. Non aveva capito il senso delle sue parole.
"Rimanga ..." era la febbre a farla parlare.
 
Si fermò, aveva appena cominciato a camminare per raggiungere il corridoio.. Quattro o cinque passi al massimo lo stavano dividendo dalla donna, si voltò lentamente verso di lei inclinando la testa. Ora ne ebbe conferma: era la febbre che le faceva dire quelle parole ed agire in quel modo. Sospirò piano camminando verso di lei. Non avrebbe mai approfittato della situazione.
"Si sente più tranquilla se resto con lei?" Domandò a bassa voce restando in piedi.
 Lo vide fermarsi alle sue parole e capì quanto era egoista lei in quel momento. Si dispiacque profondamente. Non voleva essere lei ad approfittarsene. Le sarebbe sembrato molto strano svegliarsi l`indomani con la presenza di Hannibal a casa. Arrossì. " Si..."
 
Notò il suo rossore. Sbatté le ciglia lentamente, dopo una simile richiesta non poteva tirarsi indietro. Le sarebbe stato accanto, ma niente altro, niente di ciò avrebbe desiderato in un frangente simile.
La voleva rispettare sempre e comunque, e forse non avrebbe dovuto nemmeno concedersi quel bacio, seppur non invasivo. Deglutì silenziosamente avanzando verso di lei, si guardò un attimo attorno.
"D'accordo, però sarebbe meglio se la accompagnassi in camera sua, così che io possa fermarmi sul divano. Lei cosa ne pensa?" non credeva ci fosse altra soluzione.
Bedelia non aveva dubbi che lui avrebbe accettato. Era un gentleman. Lei annui e sospiro`. Non avrebbe mai creduto possibile una cosa simile poco tempo prima. Si umettò le labbra e cercò di tirarsi su. Non voleva che lui la portasse in braccio. Posò i piedi sul pavimento freddo, scostò la coperta e si alzò forse troppo di botto. Perse l'equilibrio cadendo in avanti.
A passo svelto lui si avvicinò a lei e allungò un braccio per raccoglierla al volo prima che cadesse. Era così leggera che non fu nemmeno così faticoso sorreggerla. Le mise la mano dell'altro braccio dietro la schiena, e con quello con cui le aveva evitato di cadere, la strinse a se facendole posare il braccio e la spalla contro il proprio petto. Chiuse gli occhi, averla così vicino aveva sempre uno strano effetto su di lui.
"Attenzione, lei è debole dottoressa..."
Sussurrò guardandola in viso, chinando un po' il proprio in avanti per incrociare i suoi occhi.
 Lui la sostenne, come se fosse una piuma. Tremò a quel contatto contro il suo petto. Si guardarono negli occhi ancora una volta. Non sapeva cosa lui stesse pensando.
 
" Grazie ..." disse con un sussurro. La teneva saldamente, molto saldamente.
Deglutì silenziosamente rimanendo come incantato da quel suo sguardo che, seppur più spento rispetto al solito, riusciva comunque ad ammaliarlo. Si rese conto che la stava stringendo a se anche ora che non ce n'era più bisogno. Lentamente ma a malincuore la lasciò. Le teneva comunque il polso col solo scopo di accertarsi che non sarebbe caduta.
"Aspetti..."
 Lei barcollò un poco, libera dalla sua stretta, tranne che per il polso. Hannibal poteva certamente avvertire il suo battito accelerato. Chiuse gli occhi e sospirò, perse nuovamente l'equilibrio senza accorgersene e si resse a lui. Era veramente mortificata.
 
Si morse internamente il labbro inferiore. In un attimo la tirò delicatamente a se, si curvò in avanti mettendole l'avambraccio sotto le cosce e, con un colpo di reni, la prese sulle sue braccia. L'altro avambraccio era dietro la sua schiena per reggerla. La strinse forte, il corpo della donna ora premeva contro il suo busto. Lui ne avvertì un brivido improvviso.
"Mi scusi, non vedo altro modo.."
Cominciò a camminare in direzione del corridoio, guardandola negli occhi socchiudendo appena le palpebre.. Il suo profumo era di nuovo davvero molto vicino.
Lei improvvisamente si sentì tirare su e lui la prese in braccio come una bambina. Proprio quello che sperava dì evitare. Un braccio le dondolò fuori e l`altro era attorno al suo collo. I capelli le ricaddero indietro, come delle onde e lei sospirò, mentre il cuore le batteva forte.. Non era mai stata così vulnerabile con qualcuno. Si guardarono negli occhi e poi li richiuse. Non sapeva proprio cosa pensare . Né cosa sarebbe successo.
 
   
 
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