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Autore: Khyryr Lecter    22/02/2014    0 recensioni
"La mia carne e l’anima fanno il cuore denso
Tu sei, tu sei, lo so così vicina
Io vorrei raggiungerti in trasparenza
Tutto è vedere te con i vestiti e senza
Tu sei, tu sei, lo so la mia rovina
L’aria dei capelli tuoi respirare voglio
Tu sei, tu sei, lo so mai come prima"
Quella non era una sera come tante per Hannibal, lui si trovava in quel vicolo per porre fine ad una situazione che era andata avanti per troppo tempo. Sapeva che Bedelia nutriva dei dubbi ormai, anche se era stata molto brava a celarlo. Lei, ignara della sua presenza, stava rientrando da una cena. Quello che non sapevano entrambi è che il loro destino, da allora, sarebbe cambiato.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bedelia gli sorrise quando lo vide avvicinarsi a lei; aveva ancora il cordless in mano e lo posò. Vide il proprio cappotto e la sciarpa sulla poltrona e decise di appenderli, non amava il disordine.
 "Potrebbe stappare il vino che è li? Vado un attimo ad appendere questi. Cosi le racconto.."
Andò di là a posare gli indumenti sull'attaccapanni e tornò da lui .
Nel frattempo lui stappò il vino e ne versò un po' nei due calici che la dottoressa aveva gentilmente preparato. Durante l'attesa si guardò ancora intorno. Anche il salone era pieno di soprammobili, molto ordinato, senza nemmeno un po' di polvere. Si schiarì la gola silenziosamente aspettandola
Bedelia si avvicinò e prese uno dei due calici. Lo sollevò in direzione sua e disse:
" Il direttore di un manicomio è sembrato molto interessato al mio curriculum. Vuole che mi presenti da lui, domani per diventare un consulente esterno.  Sembra allettante .. lei cosa ne pensa ? Dovrei accettare ? "
Gli sorrise prima di prendere un sorso.

Lui annuì lentamente in risposta, in effetti è proprio una proposta interessante.
" Mi sembra il modo migliore per ricominciare a lavorare a pieno ritmo, dottoressa. "
Sollevò il calice in sua direzione prima di sorseggiare un po' del  vino, poi lo posò lentamente sul tavolino e fece un passo verso di lei inclinando il capo.
"Ottimo vino, è italiano vero?
"Si .. Cos'altro mi sa dire di questo vino? " lei gli sorrise. " Il direttore sa del mio periodo di riposo, quindi non rimarrei lì a tempo pieno, ma solo part-time. Così potrei anche dedicarmi ad altro e rispettare i miei precedenti impegni.. il che ci riporta a lei.
Hannibal inspirò molto profondamente per percepire il suo profumo, che è molto più vicino ed intenso ora; avanzò ancora verso di lei, si trovava a tre o quattro passi di distanza.
" Prosecco.. Lo amo. "
Puntò gli occhi in quelli della donna accennando un sorriso e lentamente infilò una mano in tasca, quella tasca.
"Mi dispiacerebbe non godere più delle nostre sedute, dottoressa...

Lei  lo guardò interrogativamente mentre avanzava . Notò una strana sfumatura nella sua voce che non comprese. Si avvicinò e senza accorgersene posò la mano sul braccio con la mano in tasca.
  "Vuole cambiare analista?"
Era sorpresa ma anche leggermente delusa.
"Capisco .."
Hannibal notò quello sguardo interrogativo sul suo volto, sbatté le palpebre. Non doveva permettere che quegli occhi ignari di tutto lo intimidissero. Deglutì silenziosamente, gli parve di cogliere una sottile vena di delusione nelle sue parole. Strinse con forza il manico del coltellino, che era rimasto ancora aperto all'interno della tasca, ma in quel momento vide la donna avanzare verso di lui. Si inumidì lentamente le labbra e sbatté ancora le ciglia. A quella domanda schiuse la bocca.. E abbassò lo sguardo sul braccio di lei che si stava sollevando, lo posò sul proprio, lo stesso che teneva il coltellino.
Deglutì ancora e tornò a guardarla negli occhi rimanendo impietrito.

" Il suo benessere per me è importante, se si sente libera di tornare ad esercitare io non voglio essere motivo di stress ulteriore.. Lo farei per lei... "
Si morse internamente il labbro inferiore. Doveva trovare la forza, quel breve contatto che lei aveva appena instaurato non gli avrebbe impedito di fare ciò che andava fatto. Tuttavia era immobile, non riusciva ancora a compiere alcun movimento.
 
Lei era così presa da quel discorso che inavvertitamente lasciò la mano sul suo braccio, guardandolo negli occhi. Non riusciva a capire il suo comportamento. Sembrava titubante, si inumidi le labbra.
"Venga con me ... il direttore mi ha chiesto se avrei potuto fargli un nome di un mio collega stimato. Gli ho fatto il suo nome . Mi fido di lei. La ringrazio per tutte le piccole attenzioni che ha per me, ogni volta, tuttavia non sospenderei mai le nostre sedute. So che lei ha bisogno di me in questo momento."
Gli sorrise gentilmente .
 
Lui chiuse gli occhi sentendo ancora la sua mano sul suo avambraccio, quando li riaprì la vide inumidirsi le labbra, ed un intenso brivido gli attraversò la spina dorsale. Tutte quelle parole che gli stava dicendo, quelle proposte, la sua preoccupazione di perderlo così viva ed evidente in lei... Tutto ciò che ha sempre immaginato di sentirsi dire da questa donna, glielo stava dicendo ora. Proprio ora che doveva ucciderla. Perché? Perché solo ora? La guardò molto lentamente da cima a fondo, guardò il suo abito, ricordò il giorno in cui ballarono insieme, il giorno in cui suonò per lei. Richiuse gli occhi.
" Non deve sentirsi in obbligo per me. "
Disse temporeggiando ancora. stringeva con molta forza il coltellino adesso. Da un momento all'altro doveva agire, sarebbe stato indolore... un attimo.
 
 Bedelia credeva sarebbe stato contento della sua proposta. Invece così non le sembrava.
" Non sarebbe un obbligo, ma un piacere. Avrei potuto fare il nome di chiunque ma ho scelto lei. Mi scusi, forse a lei non .. non interessa. Mi scusi ancora."
Le si spense il sorriso, tolse la mano dal suo braccio , come scottata e andò a posare il bicchiere, dandogli le spalle.
 
Non appena lei interruppe quel contatto, lui si sentì come smarrito. Quelle parole poi, quel tono di voce e quello sguardo. L'aveva delusa, doveva però pensare che quella delusione non era nulla in confronto a quella che stava per arrivare. Però gli faceva male, non riusciva ad accettare che qualcosa lo colpisse in quel modo. Avanzò fino a ritrovarsi dietro di lei, era molto, molto vicino. Infatti non appena si fosse girata avrebbe scontrato su di lui.
 
 Probabilmente le stava per venire l`influenza perché aveva mal di testa. Portò la mano sulla fronte, al momento non scottava per fortuna, tuttavia ancora non sapeva perché Hannibal era lì. Era stata molto egoista e scortese. Si voltò di scatto, i capelli le andarono negli occhi e tutto immaginava tranne che lo avrebbe trovato così vicino. Troppo vicino. Il cuore le salì in gola e senza accorgersene ,alzò le mani istintivamente posandole sul suo torace. Sollevò gli occhi verso di lui, sgranandoli ,e dischiuse le labbra, respirando affannosamente. Si trovava bloccata tra lui e il tavolino. Mosse un po' le dita sul suo torace. Lo guardò smarrita ancora una volta.
"Hannibal ..."
 
Lui chiuse gli occhi sentendo le mani della donna sul proprio torace, si morse internamente il labbro inferiore prendendo un respiro davvero profondo, come se fosse l'ultimo che gli avrebbe consentito di sentire il suo profumo da viva. Riaprì lentamente gli occhi guardando nei suoi, senza sorridere, senza più respirare, la mano sempre in tasca.
" Dottoressa, io. Non volevo deluderla con le mie parole, non volevo recarle alcun tipo di offesa.. Ci sarebbe un motivo per cui. mi spinge a rifiutare la sua proposta. "
Non voleva ucciderla lasciando che fosse offesa a causa sua, lei era sempre stata gentile, e meritava di ricevere lo stesso trattamento da parte sua. Teneva gli occhi puntati nei suoi senza muovere un muscolo.
 
"e quale ... sarebbe ? "
 disse lei in un sussurro, i suoi occhi saettarono nei suoi cercando una risposta invano. Anche lei poteva sentire il suo profumo. Sempre così raffinato. Cercò di controllare la sua ansia ma vi riusci a malapena.
"È .. colpa ...mia?"
Esitò. Iniziò a tremare come se avesse la febbre. Probabilmente ce l`aveva, ora.
 
Lui sentì che la donna tremava, le mise la mano 'libera' sul fianco e lentamente la fece salire fin sotto il suo braccio, donandole una leggera carezza, un po come il bacio di Giuda prima che tradisse Gesù.. Inspirò di nuovo.
" Lei non ha colpe, dottoressa.. Lei è molto intelligente. Ed è questo che mi porta ad agire di conseguenza "
Continuava, non si mosse da li.. Era da tempo che non la aveva tanto vicina, da quella volta in cui già aveva tentato di ucciderla ma non ce l'aveva fatta. Ora le guardava gli occhi chiari, i capelli biondi. Il suo volto che presto, a causa sua, non avrebbe più assunto alcuna espressione, chiuse gli occhi a quel pensiero non riuscendo a muoversi ancora.
"Hannibal .."
Lei  prese un respiro profondo .
"mi stai spaventando. Non capisco. Per favore."
 Sussurro lei di rimando guardandolo con occhi da cerbiatta. Guardò i suoi lineamenti duri sui quali lei depose una carezza, che stavolta prolungò . Gli occhi di lui mandavano lampi e le pupille ,un pozzo oscuro insondabile. Lo contemplò soggiogata senza riuscire a chiudere le palpebre. "no " disse lei in una preghiera silenziosa. Impallidì e mettendosi sulle punte depose un bacio sulle sue labbra .
 
Non riusciva quasi a guardarla negli occhi mentre pensava che era giunto il momento di ucciderla. Sentirle pronunciare il proprio nome era per lui come una morsa al cuore. Dopo pochi istanti vide il suo viso avvicinarsi così lentamente al proprio. Sbatté le ciglia, non poteva crederci che lo stava facendo davvero. Sospirò e poi trattenne il fiato quando senti di nuovo quelle soffici labbra. Chiuse molto lentamente gli occhi mentre la sua mano si trovava ancora sul suo fianco e l'altra dentro la tasca. Era come se fosse di fronte ad un bivio adesso. Rimase fermo, immobile. Non ricambiò il bacio per i primi attimi. Ma era troppo difficile non farlo. Lasciò cadere il coltello dentro la propria tasca e tirò fuori la mano, la sollevò lentamente per sfiorarle la guancia durante quel bacio soffice e delicato.. proprio come era lei.
 
 Le scese una lacrima una sola. Sapeva quanto stavano rischiando entrami, ma non le importava. Improvvisamente lui ricambiò leggermente quel bacio e la sua maschera si incrinò. Bedelia  tremò tra le sue mani e soffocò un singulto.
   
 
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