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Autore: Krealyus    04/03/2014    2 recensioni
Questi non sono missing moments, è una storia in cui i destini dei giovani Serpeverde si incrociano inesorabilmente, fino a fondersi col lato Oscuro. Mentre voi cercavate gli Horcrux, loro cercavano di vincere una battaglia.
Ce l'avranno fatta?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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"Giù la maschera,questo sorriso a tutti i costi non mi serve. E’ la tua emozione che voglio, la tua debolezza, le tue speranze, la tua paura, il dubbio la disillusione, non ti chiedo come stai, perchè non crederò al tuo abituale e retorico “bene grazie” . Giù la maschera e dammi la mano. Non puoi reggere sulle tue sole spalle il peso del mondo. Dammi la mano, passo dopo passo, ritroveremo insieme il sorriso, quello vero… "
Anton Vanligt



 

Pansy era nella sua stanza quella sera, immersa nella lettura del suo nuovo libro sulle arti oscure, quando sentì l'avambraccio sinistro pulsare: l'Oscuro chiamava.
Si alzò dalla comoda ed elegante poltrona di velluto verde, appoggiò il libro sul comodino e prese il mantello, dopodiché andò a svegliare Daphne e si diresse verso i dormitori maschili. Nel corridoio trovò Theodore, Tiger e Goyle pronti per recarsi a Malfoy Manor. Mancava lui, Draco.
-E Draco? Dov'è?- chiese a Theo.
Il ragazzo la guardò con malizia e ghignò: sapeva cosa voleva dire quello sguardo, era così ogni volta.
-Mi dispiace Pans, è fatto così...- disse, anche se non gli dispiaceva affatto: lo leggeva nel suo sguardo 
divertito.
I tre se ne andarono e lei rimase sola davanti alla porta del biondo Malfoy.
Sentì una voce femminile e poi delle risate.
"Sarà la solita sgualdrina di Tassorosso" pensò, poi si schiarì la voce, si stampò un falso sorriso in faccia ed entrò.  
Appoggiato elegantemente alla testiera del letto matrimoniale c'era Draco, il lenzuolo lo copriva fino al bacino lasciando il petto nudo: stava sorridendo, sembrava rilassato e spensierato.
Accanto a lui c'era una ragazza bionda, gli occhi azzurri e il viso angelico, il lenzuolo tirato su fino a coprire il seno.
Non era una sgualdrina di Tassorosso, la conosceva anche troppo bene: Astoria Cecile Greengrass. Una delle sue migliori amiche.
Sentì mancare l'aria, uno strano senso di claustrofobia la avvolse: voleva solo uscire da lì. 
Quando Pansy entrò nella stanza smisero di parlare: sul volto angelico della bionda si aprì un sorriso falso, un ghigno, anche Draco sorrise, sapeva cosa stava per succedere e il suo sguardo si spostava velocemente dalla mora alla bionda.
Pansy si ricompose e disse: -Draco, tesoro, Lui ci chiama, andiamo.-
-Era troppo bello per essere vero- sospirò il biondo, -vai avanti. Digli che stiamo arrivando. Io vado a vestirmi, tu- disse rivolto ad Astoria- puoi prendere in prestito una delle mie camicie.-
Pansy lanciò un'ultima occhiata disprezzante a quella bambolina, che continuava a puntare i suoi occhioni blu su di lei, ed uscì dalla stanza:era delusa, ferita ed infuriata. 
Era abituata al fatto che lui la tradisse, era la piccola Greengrass che non poteva sapere in che guaio si era cacciata andando a letto con il SUO ragazzo. 
"Benvenuta in guerra, tesoro" pensò e nel frattempo iniziò a gustare il sapore della vittoria: una Pansy incazzata è una Pansy vincente.
Mentre stava per entrare nel camino e raggiungere l'Oscuro, vide la Greengrass uscire dal dormitorio maschile: i capelli raccolti in una coda di cavallo disordinata, le gambe erano scoperte e la camicia bianca lasciava intravedere l'intimo nero. 
-Sai Pans... vorrei dire che mi dispiace ma...non mi dispiace, lui ora è mio: non sei mai stata l'unica in sette anni, io sono l'unica da ormai sei mesi. Inutile che tu sia gelosa o che ti incazzi, piantala tesoro- disse con voce calda, dolce quasi, ma le sue parole erano veleno, puro veleno di una serpe: la piccola Greengrass era cresciuta.
-Davvero non continuare a metterti in ridicolo da sola, non ne vale la pena. Fattene una ragione, sono io la Regina adesso.-
Sul suo volto si aprì un sorriso angelico ma non di quelli rassicuranti, faceva paura.
La mora non riuscì a proferire parola, prese una manciata di polvere e l'ultima cosa che sentì prima di essere avvolta dalle fiamme fu: -Ho vinto, non mi dispiace-.
Era solo l'inizio di un'altra guerra, più fatale delle altre.



 
 
  
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